Kronox ha scritto: martedì 3 settembre 2019, 22:17
Bell'articolo di Eliseno Sposato.
Avremmo voluto essere nella testa di Piero Braglia ieri sera alle 22:00 per scrutarne i pensieri al termine di un mercato che non ha di certo risposto alle sue e nostre aspettative per completare un organico che oggi risulta essere sottodimensionato per affrontare senza patemi d’animo la Serie B. Il ds Trinchera è riuscito a portare a casa i centrocampisti Greco e Machach e l’esterno Lazaar, senza spendere un solo euro(due prestiti ed uno svincolato) e cedendo il giovane attaccante Moreo destinato ad essere parcheggiato in serie C sin dal suo arrivo iin ritiro.
Un mercato povero rivolto alla ricerca di calciatori in cerca di riscatto, cui si aggiungono uno sparuto drappello di giovani che hanno bisogno di farsi le ossa, prima di spiccare il volo, sperando di pescare i nuovi Tutino e Palmiero. Ancora una volta Trinchera ha dovuto fare le nozze con i fichi secchi, operando come sempre tirando a campare fino alla prossima sessione di mercato, quando il prode presidente Guarascio si renderà conto di dovere investire qualcosa in più che non le sole cifre destinate agli ingaggi, per alzare il livello tecnico della squadra in modo da mantenere la categoria.
Ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, abbiamo avuto la riprova di avere una squadra guidata da un patron che non si è mai dimostrato innamorato del Cosenza e dei suoi tifosi che, giova ricordarlo, sono i veri azionisti della squadra da lui diretta con il bilancino del ragioniere che non deve andare mai oltre la spesa fatta con i conti della serva. Per carità di questi tempi è sempre meglio avere i conti in regola, che lasciarsi andare alle spesse folli, ma i conti si possono bilanciare anche con gli acquisti che non solo alzano il livello tecnico della squadra, ma infondono un maggiore entusiasmo nella piazza che, come abbiamo visto, risponde sempre presente quando la febbre rossoblù sale.
Non che ci appettassimo molto dì più o qualcosa di diverso da quello visto negli anni scorsi, ma che almeno le promesse fatte fossero mantenute. Davvero Guarascio pensa che il “cielo si colora di rossoblù” come annunciato in pompa Magna con i suoi fantasiosi tweets, con le operazioni di mercato appena concluse? No caro presidente, glielo diciamo noi. Da ieri il cielo su Cosenza si è ingrigito ancora di più per la sua scarsa lungimiranza e per la pochezza di investimenti che riversa sull’azienda Cosenza calcio.
Una squadra che andava rinforzata nel reparto dove ha mostrato le maggiori carenze lo scorso anno, quell’attacco che è risultato il meno prolifico di tutta la Serie B, che andava puntellato di calciatori capaci di andare a rete con maggiore frequenza per garantire lo sbocco naturale al gioco pensato con sagacia da mister Braglia. Ma gli attaccanti capaci di segnare con continuità costano e per questo servono gli investimenti, parola questa sconosciuta al nostro patron, e Cosenza non pretende certo Messi o Ronaldo, ma un attaccante di categoria certamente si.
In questo sono palesi anche le colpe riflesse di Trinchera che in tre mesi di lavoro non è riuscito a portare in riva al Crati una prima punta di ruolo, magari anche con un vice e, se anche un calciatore modesto come Rosetti, rifiuta la tua proposta arrivata alle ultime ore di mercato, vuol dire che la proposta era davvero poco congrua.
Ma la cosa ancora più grave, come abbiamo letto nello sconcertante comunicato ufficiale di ieri sera, non essere riuscito ad individuare “il profilo confacente alle esigenze tecniche – per cui – si valuterà nei prossimi giorni il mercato degli svincolati”. Un passaggio, questo, che ai tifosi è apparso come una sonora presa in giro. Se si doveva guardare al mercato degli svincolati lo si poteva già fare in modo da dare tempo al calciatore scelto di mettersi al pari dei compagni prima dell’inizio della stagione, magari pescando tra i migliori inattivi, mentre ora magari ci si deve accontentare di quello che passa il convento.
Abbiamo come la sensazione che il Cosenza, come avviene nelle aste del fantacalcio, si sia presentato alla fine della giostra con pochi crediti da spendere per l’attaccante sperando di cogliere di sorpresa gli antagonisti, ma commettendo un enorme errore di valutazione, un po’ come Salvini quando ha deciso di fare cadere il governo.
Anche noi giornalisti non siamo esenti da colpe perché, abbiamo dato corpo alle mille voci di mercato creando enorme aspettative, ma si sa che i colleghi che si occupano della materia, devono sparare mille nomi per azzeccarne un paio.
Eccoci allora tornare al punto di partenza: cosa penserà oggi Braglia? Era questo quello che si aspettava di avere a disposizione? Era questo quello che si meritava un tecnico capace come lui? Certamente no.
Ora non resta che mettere tutti insieme le nostre energie nel sostegno di questa squadra che magari non sarà come ce la immaginavamo, ma è una squadra che si chiama Cosenza e nessuno ci separerà mai da essa, nessun presidente fortunato e poco lungimirante, conterà più dei lupi perché gli uomini passano, il Cosenza resta e per fortuna è allenato da Piero Braglia.