LupoCs86 ha scritto: mercoledì 28 novembre 2018, 2:09
A parte che ci lavorerebbe tanta gente (che c’è di male).. è giusto che la struttura venga migliorata e si tolga finalmente sta pista di atletica! Inoltre il progetto con le sale cinematografiche, ristoranti ecc non è nulla di male.. anzi valorizzerebbe la zona dando occupazione a molti giovani e padri di famiglia! Non vediamo sempre il
Marcio ma cerchiamo di vedere anche ciò che si prospetterebbe di buono!
sono uno di quelli che tifano dinamite. che vuole lo stadio nuovo, più piccolo, funzionale, con una buona visuale anche nei settori popolari, senza pista d'atletica con gli spalti a ridosso del campo e i giocatori che ci devono sentire la fiatella.
questo per dire che sono per lo stadio nuovo.
sul resto permettimi di dissentire. probabilmente è l'unico modo che c'è per avere lo stadio nuovo, ma st'idea che le città si valorizzerebbero inzippandole di centri commerciali, negozi, ristoranti e multisala (che con il cinema c'entrano poco più che un caz*) è vomitevole. La zona di via degli stadi è una delle più problematiche e brutte della nostra città. Valorizzarla significa migliorare la vita di chi ci sta che oggi invece si sente esclusa. Valorizzare un quartiere puntando sul mattone (nel senso di speculazione edilizia) significa nel migliore dei casi fare acquistare valore alla zona costringendo a lungo termine la povera gente ad andarsene, nel peggiore a dare vita a mostri destinati all'abbandono e a peggiorare le già critiche situazioni di oggi.
Nella vecchia scuola di via degli stadi hanno messo la casa del volontariato. Non so come funziona sinceramente, ma nelle intenzioni una struttura che consenta l'incontro delle realtà associative cittadine è un'ottima cosa. Per il resto la zona offre pochissimo. Anzi, un intervento di questo tipo potrebbe contribuire a fare sparire quel poco che c'è (mi viene in mente la palestra di boxe popolare, che per via degli stadi è un tesoro da salvaguardare). Per valorizzare servono politiche di inclusione sociale, no cemento
"dunami ̶f̶u̶r̶t̶u̶n̶a̶ u cul* i Guarascio e jettami a mare" (cit. mia nonna)