Scandalo Ior: arrestati sacerdote, uno 007 e un broker finanziario.
In manette monsignor Nunzio Scarano, Giovanni Maria Zito e il broker Giovanni Carenzio per truffa, corruzione e calunnia. La notizia arriva dopo la decisione di Papa Francesco di istituire una "pontificia commissione referente" sulle attività della banca vaticana.
Solo due giorni fa la rivoluzione in Vaticano: una commissione ad hoc per lo Ior voluta da Papa Francesco. Ma prima ancora che iniziasse una “pulizia” nell’Istituto per le Opere di Religione è arrivata la Finanza con le manette. Truffa, corruzione e calunnia sono le accuse per un sacerdote, Nunzio Scarano, monsignore italiano responsabile del servizio di contabilità analitica all’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica), per Giovanni Maria Zito, ex funzionario dell’Aisi, il Servizio segreto interno, e Giovanni Carenzio, un broker finanziario italiano che lavora soprattutto all’estero. Scarano, tra l’altro, è coinvolto a Salerno in un’altra indagine per ricettazione. I tre sono stati arrestati da militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza. In un primo momento Scarano era stato dato per vescovo di Salerno, ma il responsabile dell’Arcidiocesi campana è monsignor Luigi Moretti, totalmente estraneo alla vicenda.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate del giudice per le indagini preliminari Barbara Callari su richiesta del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei sostituti Stefano Rocco Fava e Stefano Pesci. La vicenda giudiziaria ruota intorno ad un accordo tra Scarano e Zito finalizzata a far rientrare dalla Svizzera 20 milioni cash di proprietà di alcuni amici del monsignore a bordo di un jet privato. Per questo “servizio”, Zito avrebbe ricevuto 400 mila euro.
Solo il 14 giugno scorso il sacerdote era stato iscritto nel registro degli indagati insieme ad altre 56 persone per il reato di riciclaggio di 560mila euro. In quell’occasione aveva rivendicato la provenienza lecita dei soldi. Gli inquirenti si erano insospettiti per le modalità dell’operazione di estinzione di ipoteca su di un appartamento che aveva dato in garanzia. Questa era stata compiuta con finte donazioni di terzi e con assegni da 10mila euro rimborsati in contanti. La Procura di Salerno sta cercando di capire da dove venivano i soldi liquidi. Scarano vive da tempo a Roma nella Domus Intenationalis Paulus VI e prima di prendere i voti ventisei anni fa era un funzionario di banca. In Vaticano era impiegato nell’ambito immobiliare e lavorara per l’Apsa, ente che possiede migliaia di immobili di pregio e depositi per centinaia di milioni di euro in contante. Nell’ambiente era conosciuto come “monsignor 500“, per la sua grande disponibilità per le banconote da 500 euro.
Una vera e propria svolta diplomatica nei delicati rapporti con la banca dello Ior, negli ultimi trent’anni al centro di inchieste giudiziare. La notizia infatti, arriva a due giorni dalla decisione di Papa Francesco di istituire una “pontificia commissione referente” che permetterà al pontefice di “conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dello Ior per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede apostolica”. Il cardinale George Pell, arcivescovo di Sidney in un’intervista a Repubblica aveva commentato così la “grandissima riforma” che deve investire il Vaticano affrontando “un problema alla volta: “‘Lo Ior non va chiuso, ma senz’altro va riformato. La linea è una: trasparenza. Già Papa Francesco ha fatto molto in questo senso. Adesso occorre continuare sulla medesima strada senza paura”.
Redazione Il Fatto Quotidiano - 28 giugno 2013.
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Re: Scandalo Ior: arrestati sacerdote, uno 007 e un broker f
Ciclone Papa Francesco, via i vertici Ior Lasciano direttore generale e il suo vice.
Paolo Cipriani e il suo vice hanno rassegnato le dimissioni. Sono indagati per violazione delle norme anti-riciclaggio dal 2010. Massimo Tulli intercettato con il monsignor Nunzio Scarano, arrestato per corruzione.
Cadono i vertici dello Ior dopo il clamoroso arresto di monsignor Nunzio Scarano. Il direttore generale della banca del Vaticano, Paolo Cipriani, e il suo vice, Massimo Tulli, hanno rassegnato le dimissioni, accettate oggi dalla Commissione dei cardinali e dal board di sovrintendenza. Entrambi sono indagati della Procura di Roma dal 2010 nella vicenda dei 23 milioni di euro sequestrati per sospetta violazione delle norme anti-riciclaggio, ma né il vecchio né il nuovo Pontefice – fino ad ora – avevano pensato di rimuoverli. Le funzioni di direttore generale dell’Istituto, come ha reso noto la sala stampa vaticana, sono state assunte ad interim dal presidente Ernst von Freyberg.
Le intercettazioni degli investigatori hanno mostrato quanto stretto fosse il legame di Scarano con Tulli, che chiamava spesso, dandogli del tu. Scarano aveva contatti frequenti anche con Cipriani, indagato in un altro capitolo dell’inchiesta sulla gestione dell’Istituto per le opere religiose. “Te li faccio partire dal Vaticano”, disse, riferendosi alla necessità di far rientrare dalla Svizzera alcuni soldi che secondo l’accusa sono riconducibili agli armatori napoletani Paolo, Maurizio e Cesare D’Amico, anche loro coinvolti nell’inchiesta.
Una decisione, quella di Cipriani e Tulli, a cui non è di certo estraneo il volere dello stesso Papa Francesco, che tra le priorità del suo pontificato ha quella di condurre lo Ior su una via di totale trasparenza, priva di ombre. E anche l’inchiesta in corso che ha portato all’arresto di Scarano, insieme a un ex agente dei servizi e a un broker finanziario, non ha fatto che accelerare i ricambi. Per quanto riguarda le dimissioni di Cipriani e di Tulli, l’Autorità di Informazione Finanziaria “è stata informata”. Mentre la Commissione speciale nominata mercoledì scorso da Bergoglio per acquisire le informazioni necessarie alla riforma dello Ior, con a capo il card. Raffaele Farina, “ha preso atto di questa decisione”.
In attesa di quello che sarà il riassetto definitivo, sale intanto nell’organigramma dello Ior il peso degli uomini della Promontory, la società di consulenza finanziaria e anti-riciclaggio che dal maggio scorso collabora con l’Istituto, anche per quanto riguarda il controllo dei rapporti con i clienti. Von Freyberg sarà infatti coadiuvato da Rolando Marranci in qualità di vice direttore e da Antonio Montaresi nella nuova posizione di chief risk officer con la responsabilità di compliance e progetti speciali. Entrambi vantano esperienze di alto livello in banche a Londra e negli Stati Uniti.
“A nome del Consiglio di Sovrintendenza ringrazio il sig. Cipriani e il sig. Tulli per la dedizione personale manifestata nel corso degli anni”, ha dichiarato Von Freyberg. “Sono lieto della nomina di Rolando Marranci e Antonio Montaresi in quanto eccellenti professionisti”, ha aggiunto. “Dal 2010 lo Ior e la sua Direzione hanno lavorato seriamente per portare le strutture e i procedimenti in linea con gli standard internazionali di lotta al riciclaggio di denaro. Sebbene siamo grati per i risultati conseguiti, oggi è chiaro che abbiamo bisogno di una nuova direzione per accelerare il ritmo di questo processo di trasformazione. I progressi fatti sono in gran parte dovuti al sostegno continuo degli organismi di governo dell’Istituto e del suo personale”. Le dimissioni di Cipriani, negli ambienti d’Oltretevere, erano in qualche modo attese: già sabato scorso, a quanto si apprende, il dg aveva riconsegnato la sua auto di servizio.
Il Consiglio di Sovrintendenza ha intanto già avviato una procedura di selezione per nominare a breve un nuovo direttore generale e un vice. Von Freyberg ha inoltre chiesto a Elizabeth McCaul e a Raffaele Cosimo, dirigenti proprio della Promontory, di fungere da Senior Advisors per la gestione dell’Istituto, “data la loro grande competenza ed esperienza”. Nell’opera di revisione e di ricambio avviata da papa Francesco, prima di tutto nell’ambito delle strutture finanziarie vaticane, con Cipriani e Tulli “cadono” dunque le prime teste. Intanto domani si riunirà anche il consiglio “dei 15″, quello dei cardinali chiamati a supervisionare le questione economiche della Santa Sede, che proprio domani dovranno approvare il bilancio 2012.
Redazione Il Fatto Quotidiano - 1 luglio 2013.
Paolo Cipriani e il suo vice hanno rassegnato le dimissioni. Sono indagati per violazione delle norme anti-riciclaggio dal 2010. Massimo Tulli intercettato con il monsignor Nunzio Scarano, arrestato per corruzione.
Cadono i vertici dello Ior dopo il clamoroso arresto di monsignor Nunzio Scarano. Il direttore generale della banca del Vaticano, Paolo Cipriani, e il suo vice, Massimo Tulli, hanno rassegnato le dimissioni, accettate oggi dalla Commissione dei cardinali e dal board di sovrintendenza. Entrambi sono indagati della Procura di Roma dal 2010 nella vicenda dei 23 milioni di euro sequestrati per sospetta violazione delle norme anti-riciclaggio, ma né il vecchio né il nuovo Pontefice – fino ad ora – avevano pensato di rimuoverli. Le funzioni di direttore generale dell’Istituto, come ha reso noto la sala stampa vaticana, sono state assunte ad interim dal presidente Ernst von Freyberg.
Le intercettazioni degli investigatori hanno mostrato quanto stretto fosse il legame di Scarano con Tulli, che chiamava spesso, dandogli del tu. Scarano aveva contatti frequenti anche con Cipriani, indagato in un altro capitolo dell’inchiesta sulla gestione dell’Istituto per le opere religiose. “Te li faccio partire dal Vaticano”, disse, riferendosi alla necessità di far rientrare dalla Svizzera alcuni soldi che secondo l’accusa sono riconducibili agli armatori napoletani Paolo, Maurizio e Cesare D’Amico, anche loro coinvolti nell’inchiesta.
Una decisione, quella di Cipriani e Tulli, a cui non è di certo estraneo il volere dello stesso Papa Francesco, che tra le priorità del suo pontificato ha quella di condurre lo Ior su una via di totale trasparenza, priva di ombre. E anche l’inchiesta in corso che ha portato all’arresto di Scarano, insieme a un ex agente dei servizi e a un broker finanziario, non ha fatto che accelerare i ricambi. Per quanto riguarda le dimissioni di Cipriani e di Tulli, l’Autorità di Informazione Finanziaria “è stata informata”. Mentre la Commissione speciale nominata mercoledì scorso da Bergoglio per acquisire le informazioni necessarie alla riforma dello Ior, con a capo il card. Raffaele Farina, “ha preso atto di questa decisione”.
In attesa di quello che sarà il riassetto definitivo, sale intanto nell’organigramma dello Ior il peso degli uomini della Promontory, la società di consulenza finanziaria e anti-riciclaggio che dal maggio scorso collabora con l’Istituto, anche per quanto riguarda il controllo dei rapporti con i clienti. Von Freyberg sarà infatti coadiuvato da Rolando Marranci in qualità di vice direttore e da Antonio Montaresi nella nuova posizione di chief risk officer con la responsabilità di compliance e progetti speciali. Entrambi vantano esperienze di alto livello in banche a Londra e negli Stati Uniti.
“A nome del Consiglio di Sovrintendenza ringrazio il sig. Cipriani e il sig. Tulli per la dedizione personale manifestata nel corso degli anni”, ha dichiarato Von Freyberg. “Sono lieto della nomina di Rolando Marranci e Antonio Montaresi in quanto eccellenti professionisti”, ha aggiunto. “Dal 2010 lo Ior e la sua Direzione hanno lavorato seriamente per portare le strutture e i procedimenti in linea con gli standard internazionali di lotta al riciclaggio di denaro. Sebbene siamo grati per i risultati conseguiti, oggi è chiaro che abbiamo bisogno di una nuova direzione per accelerare il ritmo di questo processo di trasformazione. I progressi fatti sono in gran parte dovuti al sostegno continuo degli organismi di governo dell’Istituto e del suo personale”. Le dimissioni di Cipriani, negli ambienti d’Oltretevere, erano in qualche modo attese: già sabato scorso, a quanto si apprende, il dg aveva riconsegnato la sua auto di servizio.
Il Consiglio di Sovrintendenza ha intanto già avviato una procedura di selezione per nominare a breve un nuovo direttore generale e un vice. Von Freyberg ha inoltre chiesto a Elizabeth McCaul e a Raffaele Cosimo, dirigenti proprio della Promontory, di fungere da Senior Advisors per la gestione dell’Istituto, “data la loro grande competenza ed esperienza”. Nell’opera di revisione e di ricambio avviata da papa Francesco, prima di tutto nell’ambito delle strutture finanziarie vaticane, con Cipriani e Tulli “cadono” dunque le prime teste. Intanto domani si riunirà anche il consiglio “dei 15″, quello dei cardinali chiamati a supervisionare le questione economiche della Santa Sede, che proprio domani dovranno approvare il bilancio 2012.
Redazione Il Fatto Quotidiano - 1 luglio 2013.
ODIO ETERNO AL CALCIO MODERNO!!!