Omicidio Cucchi, la sentenza

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abba
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Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da abba »

Processo Cucchi: agenti assolti, pene sospese per i medici. Rivolta in aula
Sei le condanne su 12 imputati per la morte del giovane arrestato e morto durante la custodia nel 2009. Due anni ai camici bianchi per omicidio colposo e, in un caso, otto mesi per falso ideologico. Grida alla lettura della sentenza: "Vergogna, assassini". La sorella Ilaria in lacrime: "Giustizia ingiusta"

Sei medici condannati a due anni di reclusione per omicidio colposo e, in un caso, falso ideologico; sei assolti tra infermieri e guardie penitenziarie, ma pene sospese per tutti. E’ la sentenza di primo grado del processo per la morte di Stefano Cucchi, il giovane arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo al Reparto di medicina protetta dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. La lettura del dipositivo, nell’aula bunker del carcere di Rebibbia dov’era riunita la III Corte d’Assise del tribunale della capitale, è stata accompagnato dalle grida del pubblico, che hanno urlato “vergogna” e “assassini” all’indirizzo degli imputati.

Le pene sono state notevolmente ridotte rispetto alla richiesta dell’accusa di condanna per tutti e 12 gli imputati. Il pm aveva contestato ai sei medici e ai tre infermieri tra l’altro il grave reato di abbandono di incapace. Tant’è che aveva chiesto per i medici pene tra i 6 anni e 8 mesi e i cinque anni e mezzo mentre per gli infermieri 4 anni ciascuno. Per gli agenti penitenziari aveva chiesto due anni di reclusione. La sentenza sulla morte di Stefano Cucchi è arrivata dopo sette ore e mezza di camera di consiglio.

Ilaria Cucchi, sorella della vittima, impegnata negli ultimi anni di un’intensa campagna pubblica per ottenere giustizia, è scoppiata in lacrime: “‘Io non mi arrendo”, si è sfogata. “Giustizia ingiusta. Mio fratello è morto di ingiustizia. I medici dovranno fare i conti con la loro coscienza, mio fratello non sarebbe morto senza quel pestaggio”. Giovanni e Rita, i genitori del ragazzo ucciso, hanno aggiunto: “Andremo avanti fino in fondo, scopriremo la verità. E’ lo Stato che deve trovarla. Chi è stato, un fantasma a farlo morire?”. Poi la madre Rita ha aggiunto; “Me l’hanno ucciso un’altra volta”.

Cinque medici su sei sono stati condannati per omicidio colposo: il primario Aldo Fierro a due anni, i medici Stefania Cordi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis e Silvia Di Carlo a un anno e 4 mesi. Rosita Caponetti a otto mesi per il reato di falso ideologico. I tre agenti penitenziari sono stati assolti per insufficienza di prove mentre i tre infermieri sono stati assolti con formula piena.

Al processo erano imputati i sei medici del ‘Pertini’, tre infermieri della stessa struttura sanitaria (Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe) e tre agenti della Polizia penitenziaria (Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici). A vario titolo e a seconda delle posizioni, erano accusati di abbandono di incapace, abuso d’ufficio, favoreggiamento, falsità ideologica, lesioni e abuso di autorità. Per l’accusa, che aveva chiesto pene comprese tra i sei anni e otto mesi di reclusione e i due anni, Stefano Cucchi fu picchiato nelle camere di sicurezza del tribunale in attesa dell’udienza di convalida. Caddero nel nulla le sue richieste di farmaci, e in ospedale praticamente fu reso incapace di provvedere a se stesso e lasciato senza assistenza, tanto da portarlo alla morte.

“Tre anni fa avevo previsto questo momento”, ha detto Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi. “Questo è un fallimento dello Stato, perché considerare che Stefano Cucchi è morto per colpa medica è un insulto alla sua memoria e a questa famiglia che ha sopportato tanto. E’ un insulto alla stessa giustizia”. Il legale ha sottolineato di aver “sempre detto fin dall’inizio che questo processo ci avrebbe portato al massacro. Abbiamo tentato di salvare il salvabile, ma la mia angoscia nata tre anni fa è terminata oggi. I medici sono stati condannati con pene lievissime. Stefano Cucchi è morto per colpa sua”.

Le proteste sono proseguite anche all’esterno del carcere di Rebibbia. “Siete tutti complici”, ha gridato la piccola folla che ha atteso la sentenza ai carabinieri a presidio dell’aula bunker. Tra loro, c’è anche Lucia Uva, la sorella di Giuseppe, un uomo morto dopo essere stato fermato dai carabinieri a Varese e successivamente portato al pronto soccorso. “Oggi non è morto nessuno”, ha detto la donna in lacrime rivolgendosi alle forze dell’ordine.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... la/617284/

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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da luca 75 »

GIOVANARDI ESULTA PER LA SENTENZA CUCCHI: GIUSTIZIA È FATTA
Il senatore del Pdl, contro i Cucchi come gli Aldronvandi, soddisfatto: è finito il linciaggio pubblico degli agenti.
fonte: www.globalist.it
Il senatore Carlo Giovanardi torna a far parlare di sé con una dichiarazione alquanto discutibile sulla sentenza del caso Cucchi: «Il tempo è galantuomo e fa giustizia del linciaggio mediatico a cui sono stati sottoposti gli agenti di custodia, sulla base di pregiudiziali ideologiche». La Corte d’Assise di Roma ha condannato sei medici per omicidio colposo e ha assolto gli infermieri e gli agenti di custodia.
Per l’esponente del Pdl, «era chiaro dal primo momento, come ho sempre sostenuto fin dall’inizio, che i problemi di salute del povero Stefano Cucchi, segnato da una vicenda umana contrassegnata da gravi patologie e continui ricoveri in pronto soccorso, avrebbero dovuti ricevere le attenzioni dovute a una persona incapace di gestirsi».
http://dallapartedeltorto.tk/2013/06/05 ... a-e-fatta/

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Stella
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da Stella »

:bad:

che schifo!!!
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abba
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da abba »

Stella ha scritto::bad:

che schifo!!!
la sentenza o giovanardi?
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armatabruzia
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da armatabruzia »

abba ha scritto:
Stella ha scritto::bad:

che schifo!!!
la sentenza o giovanardi?
Non è il caso di essere avari o selettivi, in questo caso lo schifo è per entrambi.
Attendo di leggere le motivazioni, certo, niente e nessuno potranno cancellare questa ulteriore umiliazione inflitta alla famiglia Cucchi, ma sono davvero curioso di leggere cosa hanno avuto il coraggio di scrivere.
Giovanardi lo beccai un paio di anni fa all'Esselunga a Modena, stavolta se lo becco non lo salva neanche la scorta, chi luardu.....
"Proprio per queste origini, il popolo bruzio viene descritto come un popolo di guerrieri, rude e bellicoso. La storia ce li tramanda come un popolo che ha fatto della sua potenza bellica e della voglia di indipendenza e libertà la sua grandezza."
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da Stella »

armatabruzia ha scritto:
abba ha scritto:
Stella ha scritto::bad:

che schifo!!!
la sentenza o giovanardi?
Non è il caso di essere avari o selettivi, in questo caso lo schifo è per entrambi.Attendo di leggere le motivazioni, certo, niente e nessuno potranno cancellare questa ulteriore umiliazione inflitta alla famiglia Cucchi, ma sono davvero curioso di leggere cosa hanno avuto il coraggio di scrivere.
Giovanardi lo beccai un paio di anni fa all'Esselunga a Modena, stavolta se lo becco non lo salva neanche la scorta, chi luardu.....
esatto.
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da marcello77 »

Quindi secondo Giovanardi e questi servi, Stefano Cucchi s'è minatu sulu???
Oppure è morto perchè, sempre come diceva Giovanardi, era un drogato???

[youtube]lHx0JRVjqgY[/youtube]
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da abba »

marcello77 ha scritto:Quindi secondo Giovanardi e questi servi, Stefano Cucchi s'è minatu sulu???
Oppure è morto perchè, sempre come diceva Giovanardi, era un drogato???
La droga lo teneva fermo e l'anoressia lo prendeva a pugni in faccia
resta da stabilire chi gli ha spento le sigarette sulle gambe, ma sarà stato il maltempo :bad:
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da abba »

Stefano Cucchi, tutti assolti gli imputati. La madre: “Sentenza assurda”
In primo grado furono condannati solo i medici per omicidio colposo. La formula adottata dal giudici è quella prevista dal secondo comma dell’articolo 530 "ovvero quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova". La sorella della vittima, Ilaria, in lacrime

Tutti assolti, anche i medici. Questa la sentenza della corte d’Appello di Roma per la morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e deceduto una settimana dopo nell’ospedale Sandro Pertini. La formula adottata dal giudici è quella prevista dal secondo comma dell’articolo 530 “ovvero quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile”. “È una sentenza assurda. Mio figlio è morto ancora una volta” ha detto la madre di Cucchi dopo la lettura della sentenza d’appello. La sorella Ilaria è scoppiata in lacrime.
Il pg aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati. Il pg Mario Remus durante la requisitoria aveva chiesto di ribaltare la sentenza di primo grado, che aveva ritenuto responsabili solo i medici per omicidio colposo. Quindi aveva sollecitato la condanna a due anni dei tre agenti carcerari, a un anno i tre infermieri dell’ospedale Sandro Pertini, a tre anni per il primario della struttura ospedaliera Aldo Fierro, nonché a due anni ciascuno per i quattro medici Stefania Corbi, Silvia Di Carlo, Flaminia Bruno e Luigi De Marchis. Inoltre il pg ha sollecitato conferma della condanna a otto mesi che era stata inflitta al medico Rosita Caponetto per l’accusa di falso ideologico.

Un processo difficile, un fascicolo enorme, contenente decine di consulenze, una maxi-perizia e le dichiarazioni di quasi 150 testimoni. Per i pm il geometra romano fu pestato nelle camere di sicurezza del tribunale capitolino, dove si trovava in attesa dell’udienza di convalida del suo arresto per droga. E in ospedale furono ignorate le sue richieste di avere farmaci e fu abbandonato e lasciato morire di fame e sete. In primo grado, i giudici arrivarono a una conclusione diversa da quella prospettata dalla pubblica accusa. Per la III Corte d’assise, infatti, in sostanza Cucchi non fu picchiato, ma morì in ospedale per malnutrizione e l’attività dei medici fu segnata da trascuratezza e sciatteria. Ecco perché decisero che gli unici colpevoli fossero i medici e mandarono assolti infermieri e agenti penitenziari. Subito dopo, si è registrato il maxi-risarcimento alla famiglia da parte dell’ospedale; e, a fine settembre è iniziato il processo d’appello. Per il procuratore generale il pestaggio ci fu, ma avvenne dopo e non prima l’udienza di convalida del suo arresto; per l’accusa tutti hanno avuto una responsabilità nella storia anche coloro che sono stati assolti. Le difese hanno chiesto l’assoluzione e la nullità della sentenza di primo grado che ha cambiato l’imputazione con la restituzione degli atti al pm per riformularla.
Due agenti imputati: “Noi paragonati a nazisti, ma innocenti”. “Insieme con i miei colleghi sono stato accusato di barbarie, di aver bastonato Stefano Cucchi, di averlo picchiato. Paragonati a nazisti spietati, non auguro a nessuno di subire quello che abbiamo subito noi. Ma io, noi siamo innocenti” aveva detto Nicola Minichini, uno degli imputati. “Sono una persona onesta – ha detto Minichini, aiutandosi con un testo scritto – non ho fatto nulla, ho solo avuto la sventura di trovarmi quel giorno in quel posto. Di Cucchi ricordo solo di averlo visto dopo l’udienza di convalida, da quel momento che è entrato nella mia competenza prima provvedevano i carabinieri. Lo ricordo, molto magro, chiedeva medicine e io ho telefonato al medico del tribunale: il medico lo visitò e, quando gli domandò di quei segni sul viso, lui rispose che era caduto dalle scale. Poi, giunse la scorta, lo portarono a Regina Coeli e di lui più nessuna notizia. Tutti hanno espresso solidarietà alla famiglia Cucchi ma per noi nessuna parola solo un uragano di fango. Io provo rispetto per la famiglia Cucchi. Io sono innocente, ve la siete presa con la persona sbagliata”. Dichiarazioni spontanee anche da un altro degli imputati. “Ci siamo sentiti accusati di crimini mai commessi, nonostante una sentenza di assoluzione di primo grado – ha detto l’agente Antonio Domenici – Unica colpa è stata quella di esserci trovati in servizio quel giorno. È da quasi 30 anni che sono in servizio; tutti mi riconoscono come mite e diligente ma sono stato definito un delinquente, un picchiatore. Ribadisco la mia innocenza. Non ho fatto nulla, nessuna azione violenta nei confronti di Cucchi, non rientra nel mio carattere, nella mia indole. Io l’ho solo aiutato”.
Il fermo la notte tra il 15 e il 16 ottobre e la morte 6 giorni dopo. Era la notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009 quando Stefano Cucchi, geometra romano di 31 anni, viene fermato dai carabinieri della stazione Appio Claudio all’ingresso del Parco degli Acquedotti, a Roma. Viene trovato con 29 grammi di hashish e portato nella stazione Appio Claudio, lì non c’è posto e viene trasferito a Tor Sapienza. Dorme nella camera di sicurezza della stazione. Intorno alle 4 del mattino il piantone chiama un’ambulanza perché Cucchi si sente male. Verrà dichiarato dai medici che rifiutava le cure e voleva tornare a dormire. La mattina dopo, il 16, si tiene l’udienza di convalida. Cucchi e il padre parlano alcuni minuti seduti su una panca. Il padre nota i lividi. Che cosa è successo? Viene spiegato che il fermato è caduto mentre era nella stazione dei carabinieri. Il giudice convalida e lo dichiara in stato di arresto. Il 31enne viene portato al carcere di Regina Coeli, viene visitato e portato al Fatebenefratelli. Gli riscontrano “tumefazioni e lividi”.

Il giorno dopo gli vengono fatte le lastre: “lesioni alle vertebre L3 e coccigee”. A Cucchi viene consigliato il ricovero che però sarebbe stato rifiutato. Torna a Regina Coeli ma per una sola notte. Verrà immediatamente ricoverato e portato al braccio penitenziario dell’ospedale Sandro Pertini. Lì, secondo i medici che saranno ascoltati nel pomeriggio dal pm Vincenzo Barba, mantiene un comportamento poco collaborativo. I genitori tutti i giorni cercano di vederlo. Non è possibile, manca l’autorizzazione. Quando la ottengono è troppo tardi. I medici dichiarano che Cucchi rifiuta l’alimentazione. Rimane tutto il tempo con il lenzuolo sul viso, coperto. Non si fa vedere. Dopo sei giorni dal fermo muore. Le foto diramate dalla famiglia mostrano un corpo scheletrico e pieno di lividi.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10 ... o/1182440/
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da marcello77 »

marcello77 ha scritto:Quindi secondo Giovanardi e questi servi, Stefano Cucchi s'è minatu sulu???
Oppure è morto perchè, sempre come diceva Giovanardi, era un drogato???

[youtube]lHx0JRVjqgY[/youtube]
Il quesito rimane lo stesso.
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da originalbruzy »

È una sentenza scandalosa
Via Popilia Chè!
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da marcello77 »

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11 ... o/1195989/

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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da marcello77 »

Stefano Cucchi, nuovo rapporto: “Morte causata dalle violenze subite, un vero e proprio caso di tortura”.

È quanto scritto nell'indagine stilata dall’associazione Medici per i diritti umani e da Open Society Foundations. Nella quale si ripercorrono le fasi che il 15 ottobre 2009, all’ospedale Sandro Pertini di Roma, hanno portato al decesso del giovane. Il quale avrebbe subito una doppia aggressione: l’ultima prima dell’udienza di convalida del fermo. Manconi: "Per la prima volta analizzato l'aspetto psicologico delle percosse".


Una vicenda sulla quale la parola “fine” è ancora molto di là da venire. E che ora potrebbe arricchirsi con nuovi e importanti elementi. Contenuti in un’indagine medica indipendente realizzata dall’associazione Medici per i diritti umani (Medu) con il sostegno di Open Society Foundations, organismo sponsorizzato dal finanziere George Soros. Secondo la quale, a scatenare la morte di Stefano Cucchi, il 32enne geometra romano deceduto il 22 ottobre 2009 all’ospedale Sandro Pertini, furono proprio le violenze da lui subite al momento dell’arresto, avvenuto sette giorni prima per possesso di sostanze stupefacenti. “in modo attendibile e documentato, per la prima volta, il rapporto ricostruisce l’agonia vissuta da Cucchi considerandola sotto un aspetto da sempre trascurato: quello psicologico”, spiega a ilfattoquotidiano.it Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani di Palazzo Madama. “Speriamo, stavolta, di dare finalmente risposta alle troppe domande rimaste inevase. Per esempio, il motivo per il quale, sulle prime 24 ore del fermo del giovane, la procura abbia, per una lunghissima fase, sorvolato”, conclude il senatore del Partito democratico. Non è dunque un caso che proprio martedì scorso la Procura di Roma abbia iscritto nel registro degli indagati altri 4 carabinieri (tre per lesioni aggravate e uno per falsa testimonianza) in attesa del processo che si celebrerà in Cassazione il prossimo 15 dicembre. Dopo la sentenza con la quale il 31 ottobre 2014 la corte d’Appello di Roma ha assolto tutti gli imputati, ribaltando quanto deciso dai giudici in primo grado: condanna per omicidio colposo a un anno e 4 mesi a carico di quattro medici e a due anni per il primario del Pertini. Più 8 mesi ad un altro medico per falso ideologico.
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Secondo l’associazione che si occupa di violazione dei diritti umani, “dalla ricostruzione dei fatti è altamente probabile che l’aggressione” ai danni del 32enne “abbia avuto luogo nel periodo intercorso tra la fine della perquisizione domiciliare (alle ore 2 di notte del 16 ottobre, ndr) e la chiamata del 118 da parte dei carabinieri di guardia nella caserma di Tor Sapienza”, alle 4.30 del mattino. Non solo: “È inoltre possibile ipotizzare – spiega il rapporto – che prima dell’udienza di convalida abbia avuto luogo un’ulteriore aggressione fisica”. Anche perché “gli esami chimico-tossicologici eseguiti su materiale biologico prelevato dal corpo di Stefano hanno evidenziato come le tracce di sostanze stupefacenti rilevate siano risultate ininfluenti nel determinismo del decesso”. E anche l’esclusiva ipotesi della malnutrizione non sembra reggere più di tanto. Invece, “si può considerare senza esitazioni che, in conseguenza dell’aggressione violenta di cui è stato vittima”, Cucchi “ha sviluppato una grave reazione psicopatologica post-traumatica”. La quale è stata caratterizzata “da un insieme di sintomi tra cui una serie di alterazioni post-traumatiche come la chiusura e la sospettosità”, determinanti “nel provocare una severa riduzione dell’apparato alimentare e una conseguente drastica perdita di peso”. Esiste quindi “un’evidente catena causale che collega l’aggressione, il trauma psichico e la sindrome di inanizione (la condizione di progressivo indebolimento corporeo dovuta alla soppressione o alla drastica riduzione nell’assunzione di alimenti, ndr), la quale ha provocato, insieme ad altri fattori concausali, la morte di Cucchi”.

Insomma: “Le violenze subite da Stefano sono state il primum movens che ha portato a una sequenza di eventi patogeni terminata solo con il decesso del paziente”. Violenze che, stando sempre a quanto scrive Medici per i diritti umani, configurano “un vero e proprio caso di tortura”. Infatti “l’aggressione subita da Cucchi è stata un atto mediante il quale sono stati inflitti alla vittima gravi dolori e severe sofferenze, trattamenti crudeli ed inumani secondo i criteri di riferimento della Convenzione delle Nazioni Unite”. Ipotesi, queste, avvalorate anche dalle testimonianze di due carabinieri che, nell’ambito dell’inchiesta-bis sulla morte del giovane, hanno deciso di collaborare con i pubblici ministeri e il legale della famiglia Cucchi, l’avvocato Fabio Anselmo. Denunciando, fra le altre cose, anche la stesura di falsi verbali d’arresto (ipotesi comunque ancora da verificare). “Non è possibile comprendere la tragica vicenda di Stefano Cucchi, nella quale, in poco meno di una settimana, si è compiuta le demolizione di un essere umano, senza prendere in considerazione, oltre alla violenza fisica, la dimensione psico-traumatica e la gravità delle sue conseguenze”, spiega Alberto Barbieri, coordinatore generale di Medu e autore dell’indagine insieme a Massimiliano Aragona, psichiatra esperto di psico-traumatologia. “Secondo noi – aggiunge – nel caso Cucchi le conseguenze del trauma psichico hanno avuto effetti ancora più profondi e devastanti delle ferite provocate dalle lesioni fisiche”. Nuovi elementi, dunque, volti a mettere ordine nel mosaico degli innumerevoli dati clinici che in questi sei anni hanno accompagnato le indagini sulla morte del ragazzo. In attesa della pronuncia della Cassazione.

Giorgio Velardi - Il Fatto Quotidiano del 16 ottobre 2015.
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

Messaggio da Ferro da Milano »

Che Paese allucinante è l'Italia! Uno Stato che preferisce trascinare per anni la vergogna e la menzogna piuttosto che dare ai propri cittadini la verità. Subito, come è giusto che sia...

Ovviamente non mi riferisco solo al caso Cucchi (povero ragazzo e poveri genitori) ma ad un modus operandi troppo diffuso nel Bel(non so quanto)Paese
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: Omicidio Cucchi, la sentenza

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