ci vorrebbe la diffida da parte di un avvocato!Bia ha scritto: lunedì 15 marzo 2021, 0:58 Se vuoi che lo racconti devi farlo "sbannare" dalla pagina del Cosenza..
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Il cammino delle giovanili del Cosenza
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
Colpo di scena!originalzagor ha scritto: lunedì 15 marzo 2021, 16:12 ci vorrebbe la diffida da parte di un avvocato!
Lo hanno sbannato!
Vai original, pressing tutto campo per fargli sciogliere la lingua...
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
COSENZA ANNO 2021, UNA STORIA DISGUSTOSA.
Pietro è un ragazzino di Catania non ancora maggiorenne, visto che è nato nel 2003.
Porta un cognome molto pesante: Santapaola. La sua famiglia è tristemente famosa in Sicilia e in Italia.
Pietro però è un ragazzo umile che cresce senza i valori perversi della mafia.
A scuola va bene e non ha mai avuto, nella sua pur breve vita, nemmeno una multa o una segnalazione all'autorità giudiziaria.
Un ragazzo modello che vuole giocare a pallone e lo fa molto bene.
Pietro è completamente al di fuori di ogni dinamica processuale familiare.
Lo prende a giocare una squadra di serie B per il campionato Primavera. Quella squadra è il mio Cosenza, i colori della mia vita.
Pietro gioca bene e si guadagna la stima dell'allenatore Ferraro. Negli spogliatoi è, a detta dei suoi compagni, è il più educato di tutti. Mai una sbambuneria, mai una parola in più, mai un accenno di malandrineria. E' benvoluto da tutti gli addetti ai lavori del settore giovanile, compreso il massimo responsabile Mezzina.
Insomma, un calciatore bravo sul quale puntare per il futuro ed un orgoglio nel vedere la mia società che non ha remore nell'accogliere un ragazzo che vuole riscattarsi da colpe non sue.
Però ad un certo punto il padre di Pietro viene condannato dal tribunale di Messina. Per fatti in cui Pietro non c'entra niente. Non c'è un solo rigo processuale che parli di lui, perchè lui da quella storie è sempre stato fuori.
Il Presidente del mio Cosenza decide però che Pietro non deve fare più parte della squadra. La condanna del padre, a suo modo di vedere, sporcherebbe la maglia rossoblu.
Il ragazzo pare (perchè di questo particolare non ho certezza) venga lasciato solo in albergo e gli viene detto che non c'è più spazio per lui.
La condanna del padre (non sua perchè lui non ha condanne se non quella di avere un cognome) segna la fine del suo sogno, almeno per adesso. A Cosenza per lui non c'è più spazio. Vaglielo a spiegare ad un ragazzo di 17 anni, educato e bravo a pallone, che non può più giocare con i suoi compagni perchè...hanno condannato suo padre.
Ho aspettato qualche giorno con la speranza che il Cosenza Calcio desse un'altra versione ma niente. Silenzio assoluto.
Nel frattempo l'allenatore della squadra Primavera, Ferraro, che conosce il ragazzo perfettamente e ne loda le qualità umane, non ci sta e si ribella ad una decisione forcaiola. Risultato? Viene esonerato.
Tifo Cosenza da quando ho visto la luce del mondo. Ho il sangue, le vene, il cuore e tutti gli organi vitali di colore rossoblu. Amo la mia squadra del cuore come non ho mai amato nessuna donna. L'amore per essa è secondo solo a quello di mio figlio.
Ho vissuto retrocessioni, sconfitte umilianti, una partita desolante tra due Cosenza, due fallimenti, presidenti malavitosi ed altri improbabili macchiette.
Ma non mi sono mai vergognato così tanto di essere tifoso del Cosenza, il mio Cosenza.
Scusa Pietro, ti porgo le mie scuse da cosentino e con il cuore in mano.
Giocherai ancora a calcio, in posti dove un presidente non ti caccerà dalla squadra per una colpa non tua. Avrai soddisfazioni e gioie, dolori e rimpianti. Come tutti i ragazzi di questo mondo.
Il tuo cognome non ti perseguiterà, non dovrà più farlo.
In un mondo giusto le colpe dei padri non ricadono sui figli. Quel passo della bibbia è infame come infame è ciò che ho visto in questi giorni. Oggi ti sento figlio mio.
So già che verrò accusato da leccaculo impenitenti di essere contro il Cosenza o addirittura favorire la mafia. I leccaculo sono in servizio permanente effettivo e non si riposano mai. Li compatirò, come sempre. Ma lo dovevo ad un ragazzo di 17 anni che piange per un sogno infranto da colletti bianchi .
Un abbraccio, Pietro.
Se i fatti sono quelli ipotizzati da lui, questo post riscatta, chi lo ha scritto, dalla cazzata dei giorni scorsi. Anzi, in parte. Troppo tenero.
Pietro è un ragazzino di Catania non ancora maggiorenne, visto che è nato nel 2003.
Porta un cognome molto pesante: Santapaola. La sua famiglia è tristemente famosa in Sicilia e in Italia.
Pietro però è un ragazzo umile che cresce senza i valori perversi della mafia.
A scuola va bene e non ha mai avuto, nella sua pur breve vita, nemmeno una multa o una segnalazione all'autorità giudiziaria.
Un ragazzo modello che vuole giocare a pallone e lo fa molto bene.
Pietro è completamente al di fuori di ogni dinamica processuale familiare.
Lo prende a giocare una squadra di serie B per il campionato Primavera. Quella squadra è il mio Cosenza, i colori della mia vita.
Pietro gioca bene e si guadagna la stima dell'allenatore Ferraro. Negli spogliatoi è, a detta dei suoi compagni, è il più educato di tutti. Mai una sbambuneria, mai una parola in più, mai un accenno di malandrineria. E' benvoluto da tutti gli addetti ai lavori del settore giovanile, compreso il massimo responsabile Mezzina.
Insomma, un calciatore bravo sul quale puntare per il futuro ed un orgoglio nel vedere la mia società che non ha remore nell'accogliere un ragazzo che vuole riscattarsi da colpe non sue.
Però ad un certo punto il padre di Pietro viene condannato dal tribunale di Messina. Per fatti in cui Pietro non c'entra niente. Non c'è un solo rigo processuale che parli di lui, perchè lui da quella storie è sempre stato fuori.
Il Presidente del mio Cosenza decide però che Pietro non deve fare più parte della squadra. La condanna del padre, a suo modo di vedere, sporcherebbe la maglia rossoblu.
Il ragazzo pare (perchè di questo particolare non ho certezza) venga lasciato solo in albergo e gli viene detto che non c'è più spazio per lui.
La condanna del padre (non sua perchè lui non ha condanne se non quella di avere un cognome) segna la fine del suo sogno, almeno per adesso. A Cosenza per lui non c'è più spazio. Vaglielo a spiegare ad un ragazzo di 17 anni, educato e bravo a pallone, che non può più giocare con i suoi compagni perchè...hanno condannato suo padre.
Ho aspettato qualche giorno con la speranza che il Cosenza Calcio desse un'altra versione ma niente. Silenzio assoluto.
Nel frattempo l'allenatore della squadra Primavera, Ferraro, che conosce il ragazzo perfettamente e ne loda le qualità umane, non ci sta e si ribella ad una decisione forcaiola. Risultato? Viene esonerato.
Tifo Cosenza da quando ho visto la luce del mondo. Ho il sangue, le vene, il cuore e tutti gli organi vitali di colore rossoblu. Amo la mia squadra del cuore come non ho mai amato nessuna donna. L'amore per essa è secondo solo a quello di mio figlio.
Ho vissuto retrocessioni, sconfitte umilianti, una partita desolante tra due Cosenza, due fallimenti, presidenti malavitosi ed altri improbabili macchiette.
Ma non mi sono mai vergognato così tanto di essere tifoso del Cosenza, il mio Cosenza.
Scusa Pietro, ti porgo le mie scuse da cosentino e con il cuore in mano.
Giocherai ancora a calcio, in posti dove un presidente non ti caccerà dalla squadra per una colpa non tua. Avrai soddisfazioni e gioie, dolori e rimpianti. Come tutti i ragazzi di questo mondo.
Il tuo cognome non ti perseguiterà, non dovrà più farlo.
In un mondo giusto le colpe dei padri non ricadono sui figli. Quel passo della bibbia è infame come infame è ciò che ho visto in questi giorni. Oggi ti sento figlio mio.
So già che verrò accusato da leccaculo impenitenti di essere contro il Cosenza o addirittura favorire la mafia. I leccaculo sono in servizio permanente effettivo e non si riposano mai. Li compatirò, come sempre. Ma lo dovevo ad un ragazzo di 17 anni che piange per un sogno infranto da colletti bianchi .
Un abbraccio, Pietro.
Se i fatti sono quelli ipotizzati da lui, questo post riscatta, chi lo ha scritto, dalla cazzata dei giorni scorsi. Anzi, in parte. Troppo tenero.
Chi di risconto ferisce, di risconto perisce...
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
Il club è stato denunciato. Brutta storia.Frascale67 ha scritto: martedì 16 marzo 2021, 16:47 COSENZA ANNO 2021, UNA STORIA DISGUSTOSA.
Pietro è un ragazzino di Catania non ancora maggiorenne, visto che è nato nel 2003.
Porta un cognome molto pesante: Santapaola. La sua famiglia è tristemente famosa in Sicilia e in Italia.
Pietro però è un ragazzo umile che cresce senza i valori perversi della mafia.
A scuola va bene e non ha mai avuto, nella sua pur breve vita, nemmeno una multa o una segnalazione all'autorità giudiziaria.
Un ragazzo modello che vuole giocare a pallone e lo fa molto bene.
Pietro è completamente al di fuori di ogni dinamica processuale familiare.
Lo prende a giocare una squadra di serie B per il campionato Primavera. Quella squadra è il mio Cosenza, i colori della mia vita.
Pietro gioca bene e si guadagna la stima dell'allenatore Ferraro. Negli spogliatoi è, a detta dei suoi compagni, è il più educato di tutti. Mai una sbambuneria, mai una parola in più, mai un accenno di malandrineria. E' benvoluto da tutti gli addetti ai lavori del settore giovanile, compreso il massimo responsabile Mezzina.
Insomma, un calciatore bravo sul quale puntare per il futuro ed un orgoglio nel vedere la mia società che non ha remore nell'accogliere un ragazzo che vuole riscattarsi da colpe non sue.
Però ad un certo punto il padre di Pietro viene condannato dal tribunale di Messina. Per fatti in cui Pietro non c'entra niente. Non c'è un solo rigo processuale che parli di lui, perchè lui da quella storie è sempre stato fuori.
Il Presidente del mio Cosenza decide però che Pietro non deve fare più parte della squadra. La condanna del padre, a suo modo di vedere, sporcherebbe la maglia rossoblu.
Il ragazzo pare (perchè di questo particolare non ho certezza) venga lasciato solo in albergo e gli viene detto che non c'è più spazio per lui.
La condanna del padre (non sua perchè lui non ha condanne se non quella di avere un cognome) segna la fine del suo sogno, almeno per adesso. A Cosenza per lui non c'è più spazio. Vaglielo a spiegare ad un ragazzo di 17 anni, educato e bravo a pallone, che non può più giocare con i suoi compagni perchè...hanno condannato suo padre.
Ho aspettato qualche giorno con la speranza che il Cosenza Calcio desse un'altra versione ma niente. Silenzio assoluto.
Nel frattempo l'allenatore della squadra Primavera, Ferraro, che conosce il ragazzo perfettamente e ne loda le qualità umane, non ci sta e si ribella ad una decisione forcaiola. Risultato? Viene esonerato.
Tifo Cosenza da quando ho visto la luce del mondo. Ho il sangue, le vene, il cuore e tutti gli organi vitali di colore rossoblu. Amo la mia squadra del cuore come non ho mai amato nessuna donna. L'amore per essa è secondo solo a quello di mio figlio.
Ho vissuto retrocessioni, sconfitte umilianti, una partita desolante tra due Cosenza, due fallimenti, presidenti malavitosi ed altri improbabili macchiette.
Ma non mi sono mai vergognato così tanto di essere tifoso del Cosenza, il mio Cosenza.
Scusa Pietro, ti porgo le mie scuse da cosentino e con il cuore in mano.
Giocherai ancora a calcio, in posti dove un presidente non ti caccerà dalla squadra per una colpa non tua. Avrai soddisfazioni e gioie, dolori e rimpianti. Come tutti i ragazzi di questo mondo.
Il tuo cognome non ti perseguiterà, non dovrà più farlo.
In un mondo giusto le colpe dei padri non ricadono sui figli. Quel passo della bibbia è infame come infame è ciò che ho visto in questi giorni. Oggi ti sento figlio mio.
So già che verrò accusato da leccaculo impenitenti di essere contro il Cosenza o addirittura favorire la mafia. I leccaculo sono in servizio permanente effettivo e non si riposano mai. Li compatirò, come sempre. Ma lo dovevo ad un ragazzo di 17 anni che piange per un sogno infranto da colletti bianchi .
Un abbraccio, Pietro.
Se i fatti sono quelli ipotizzati da lui, questo post riscatta, chi lo ha scritto, dalla cazzata dei giorni scorsi. Anzi, in parte. Troppo tenero.
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
Il Cosenza ha mandato una email a Pietro Santapaola dicendo che può rientrare in gruppo
30 Giugno 2011: Torneremo...
16 Giugno 2018: Siamo tornati.
10 Maggio 2021: Eravamo tornati.
3 Agosto 2021: B simu torna.
19/07/2015
...LE BANDIERE NON MUOIONO MAI.
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
chi minchjun...Brigata rossoblu ha scritto: venerdì 19 marzo 2021, 14:11 Il Cosenza ha mandato una email a Pietro Santapaola dicendo che può rientrare in gruppo
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
Incommentabile, sotto tutti i punti di vista...
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
Si tratta dell’ennesima dimostrazione dell’ignoranza da parte di chi gestisce la società.
Ovviamente non c’è nessuna ragione tecnico-giuridica che possa far temere ripercussioni legali dal tesseramento del figlio di un malavitoso.
Se qualcuno ha consigliato Guarascio in questo senso no comment.
Se invece si ha semplicemente paura di avere tra le proprie fila di giovani un ragazzo dal cognome ingombrante, cosa che non commento perché ciascuno a casa sua fa ciò che vuole, si potevano trovare mille modi per allontanarlo, senza scadere in comportamenti che difficilmente avranno conseguenze penali, ma che hanno consentito al ragazzo (non entro nel merito se a ragione o torto) di alzare un polverone.
Ovviamente questa lettera di reintegro rappresenta la cosiddetta toppa che è peggio del buco, perché difficilmente si potrà dimostrare che semplicemente il ragazzo non era considerato valido tecnicamente (fermo restando che ciò non giustificherebbe comportamenti emarginanti).
Per di più la violenza privata è procedibile d’ufficio quindi un’eventuale remissione di querela non porterebbe all’archiviazione del procedimento.
Non voglio basarmi su articoli di stampa per dire se il Cosenza ha sbagliato nella gestione del ragazzo, quindi non giudico il merito della questione; quel che è evidente è che sicuramente il Cosenza come sempre ha sbagliato totalmente la gestione del caso mediatico.
Ovviamente non c’è nessuna ragione tecnico-giuridica che possa far temere ripercussioni legali dal tesseramento del figlio di un malavitoso.
Se qualcuno ha consigliato Guarascio in questo senso no comment.
Se invece si ha semplicemente paura di avere tra le proprie fila di giovani un ragazzo dal cognome ingombrante, cosa che non commento perché ciascuno a casa sua fa ciò che vuole, si potevano trovare mille modi per allontanarlo, senza scadere in comportamenti che difficilmente avranno conseguenze penali, ma che hanno consentito al ragazzo (non entro nel merito se a ragione o torto) di alzare un polverone.
Ovviamente questa lettera di reintegro rappresenta la cosiddetta toppa che è peggio del buco, perché difficilmente si potrà dimostrare che semplicemente il ragazzo non era considerato valido tecnicamente (fermo restando che ciò non giustificherebbe comportamenti emarginanti).
Per di più la violenza privata è procedibile d’ufficio quindi un’eventuale remissione di querela non porterebbe all’archiviazione del procedimento.
Non voglio basarmi su articoli di stampa per dire se il Cosenza ha sbagliato nella gestione del ragazzo, quindi non giudico il merito della questione; quel che è evidente è che sicuramente il Cosenza come sempre ha sbagliato totalmente la gestione del caso mediatico.
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
car89 ha scritto: venerdì 19 marzo 2021, 14:57 Si tratta dell’ennesima dimostrazione dell’ignoranza da parte di chi gestisce la società.
Ovviamente non c’è nessuna ragione tecnico-giuridica che possa far temere ripercussioni legali dal tesseramento del figlio di un malavitoso.
Se qualcuno ha consigliato Guarascio in questo senso no comment.
Se invece si ha semplicemente paura di avere tra le proprie fila di giovani un ragazzo dal cognome ingombrante, cosa che non commento perché ciascuno a casa sua fa ciò che vuole, si potevano trovare mille modi per allontanarlo, senza scadere in comportamenti che difficilmente avranno conseguenze penali, ma che hanno consentito al ragazzo (non entro nel merito se a ragione o torto) di alzare un polverone.
Ovviamente questa lettera di reintegro rappresenta la cosiddetta toppa che è peggio del buco, perché difficilmente si potrà dimostrare che semplicemente il ragazzo non era considerato valido tecnicamente (fermo restando che ciò non giustificherebbe comportamenti emarginanti).
Per di più la violenza privata è procedibile d’ufficio quindi un’eventuale remissione di querela non porterebbe all’archiviazione del procedimento.
Non voglio basarmi su articoli di stampa per dire se il Cosenza ha sbagliato nella gestione del ragazzo, quindi non giudico il merito della questione; quel che è evidente è che sicuramente il Cosenza come sempre ha sbagliato totalmente la gestione del caso mediatico.
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
30 Giugno 2011: Torneremo...
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...LE BANDIERE NON MUOIONO MAI.
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
Ci sta scritto " ..agli ordini di mister Ferraro..." quindi anche lui è stato reintegrato.Brigata rossoblu ha scritto: venerdì 19 marzo 2021, 18:01 https://www.google.it/amp/s/www.corrier ... c_amp.html
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
chi bancareddra ca simu è stato già detto oggi ?Frascale67 ha scritto: venerdì 19 marzo 2021, 18:12 Ci sta scritto " ..agli ordini di mister Ferraro..." quindi anche lui è stato reintegrato.
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
Attendono comunicazione ufficialeBrigata rossoblu ha scritto: venerdì 19 marzo 2021, 18:01 https://www.google.it/amp/s/www.corrier ... c_amp.html
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Re: Il cammino delle giovanili del Cosenza
visto stasera il servizio delle iene, molto equilibrato e molto ben fatto, il Cosenza ne esce maluccio e non malissimo, non hanno voluto calcare la mano in considerazione della M E R * * di parenti che si ritrova il ragazzo e di cui lui, così pare e mi è apparso sinceramente e colpevolmente ignorante, ignora appunto tutto... così pare
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