Je suis parisien
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Je suis parisien
Un 2015 davvero funesto. Ed il terrore ritorna a Parigi.
Povere anime innocenti: pace per loro, sgomento e tristezza a noi!
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Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: Je suis parisien
Pare abbiano minacciato Roma. Adesso hanno rotto veramente la minc*! Solidarietà si francesi
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Re: Je suis parisien
Un pensiero per le vittime ed un abbraccio ai loro familiari.
La tragedia colpisce solo loro e non chi per tanto tempo ha scherzato e/o sfruttato sulla pelle delle popolazioni islamiche.
Evito commenti sugli sciacalli nostrani come Salvini, la Meloni o Gasparri. Già pronti a fare campagna elettorale con i corpi delle vittime ancora caldi.
Spero non si arrivi a nuove azioni repressive, in stile Bush.........altrimenti verrà nuovamente dimostrato che non si vuole assolutamente un dialogo o quantomeno una tregua con il popolo islamico.
La tragedia colpisce solo loro e non chi per tanto tempo ha scherzato e/o sfruttato sulla pelle delle popolazioni islamiche.
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Re: Je suis parisien
Il 'popolo islamico' non esiste, come non esiste il 'popolo cristiano', non cadiamo in queste semplificazioni da Fallaci ormai esausta, caso mai esiste il popolo arabo che è, evidentemente, uno dei popoli sotto l'attacco del'Isis e del suo miraggio, tanto antico quanto irrealizzabile, dell'unione politica degli arabi in un califfato, unione che evidentemente può essere realzzata solo con la guerra e con il terrore, ai quali l'islamismo presta solo il contorno ideologico quasi come il cristianesimo lo prestava agli spagnoli che conquistavano il nuovo mondo con le armi e con il terrore.marcello77 ha scritto:Un pensiero per le vittime ed un abbraccio ai loro familiari.
La tragedia colpisce solo loro e non chi per tanto tempo ha scherzato e/o sfruttato sulla pelle delle popolazioni islamiche.
Evito commenti sugli sciacalli nostrani come Salvini, la Meloni o Gasparri. Già pronti a fare campagna elettorale con i corpi delle vittime ancora caldi.
Spero non si arrivi a nuove azioni repressive, in stile Bush.........altrimenti verrà nuovamente dimostrato che non si vuole assolutamente un dialogo o quantomeno una tregua con il popolo islamico.
Il dialogo c'è con gli arabi, anche se osteggiato tanto in occidente quanto tra gli arabi stessi: troppi sono gli interessi economici e troppo importante strategicamente per le ex 'superpotenze' avere il piede ben saldo nel medio oriente.
Gli sciacalli certo non meritano nè menzioni nè risposte, quelle le lasciamo ai poveri gonzi che cascano in queste semplificazioni da fascisti del nuovo millennio, noi abbiamo la necessità di far funzionare il cervello se non vogliamo essere travolti.
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Re: Je suis parisien
La distinzione tra occidentali orientali , islamici cristiani guelfi e ghibellini non c'entra nulla...non è assolutamente una questione religiosa.... purtroppo questa scusa la si USA per avere sempre i favori dell'opinione pubblica in casi di conflitti bellici.... conflitti che poi servono a cosa? A dare la libertà ed esportare democrazia? forse non è meglio domandarsi....servono a chi? E ti viene anche l'ARABIA quando ci si accorge che i media ormai da tanto tempo sono solo strumento di propaganda che vanno veicolare al pubblico sempre le stesse idee....."noi buoni noi vittime"...."Noi" inteso come sistema "democratico delle libertà" occidentali ...non invece come popolo occidentale!!!
E rendersi conto di tutto questo ti lascia l'amaro in bocca ...quell'amaro che è peggio del sapore del QATAR quando sei influenzato.
Purtroppo ISIStemi per giungere a determinati obiettivi sono e saranno sempre gli stessi....cambieranno i nomi degli antagonisti e dei cattivi che vi proporranno in TV a seconda della moda del momento ...ma nella realtà i nomi dei veri creatori di queste schegge impazzite sono altri.....e sono stati e saranno sempre loro a dettare i tempi e le regole del gioco.
Spegnete la TV e spegnetela na vota ppppe tutte.
Riposino in pace le vittime innocenti di tutto questo sistema ignobile.
E rendersi conto di tutto questo ti lascia l'amaro in bocca ...quell'amaro che è peggio del sapore del QATAR quando sei influenzato.
Purtroppo ISIStemi per giungere a determinati obiettivi sono e saranno sempre gli stessi....cambieranno i nomi degli antagonisti e dei cattivi che vi proporranno in TV a seconda della moda del momento ...ma nella realtà i nomi dei veri creatori di queste schegge impazzite sono altri.....e sono stati e saranno sempre loro a dettare i tempi e le regole del gioco.
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N°9.......PER CHI FU RE DI COSENZA PIU' DI ALARICO.
Nessuna Solidarietà a chi per 40 anni, delle sassaiole ha fatto la sua attività, CZ M.E.R.X.X.
I coretti contro Bergamini non li dimentico oi M.e.r.x.x.
Козенца
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Re: Je suis parisien
Mi sembra proprio il momento adatto. Il popolino italiota sarà rassicurato e potrà dormire sogni tranquilli
F35, governo conferma la spesa di 13 miliardi: ignorata la richiesta del Parlamento di dimezzare i costi.
Tra le mille tabelle della legge di Stabilità 2016 si nasconde un dato, rilevato da Rete Italiana Disarmo, che fa notizia: dopo un anno di silenzi e dichiarazioni evasive, il governo Renzi ribadisce ufficialmente e definitivamente lo stanziamento per l’acquisto dei 90 cacciabombardieri.
Tra le mille tabelle della legge di Stabilità 2016 in discussione alle Camere si nasconde un dato, rilevato da Rete Italiana Disarmo, che fa notizia: dopo un anno di silenzi e dichiarazioni evasive, il governo Renzi conferma ufficialmente e definitivamente lo stanziamento di 13 miliardi di euro per l’acquisto dei 90 cacciabombardieri F35, ignorando la richiesta formale del Parlamento di dimezzare questo discusso programma. Alle pagina 618 e 619 dello “Stato di previsione del Ministero della Difesa per l’anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018” (la Tabella 11 allegata al ddl Stabilità) viene fornito il budget aggiornato al luglio 2015 per il programma F35: 12 miliardi e 356 milioni di euro, che sommati al mezzo miliardo per i lavori di predisposizione di basi dell’Aeronautica Militare e altre infrastrutture (dichiarati nell’ultimo Documento programmatico pluriennale della Difesa) danno un totale di quasi 13 miliardi.
La stessa cifra che nel 2012 il ministro Di Paola aveva fissato per l’acquisto di 90 aerei e che da allora è stata sempre indicata su tutti i documenti della Difesa. “La conferma di queste cifre – spiega Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Disarmo – dimostra che la mozione Scanu (Pd) approvata alla Camera nel settembre 2014 che impegnava il Governo a dimezzare il budget finanziario originariamente previsto, per Renzi e per la Pinotti non ha nessun valore, come se non fosse mai esistita. Come dimostrano anche le recenti comunicazioni della Pinotti al Parlamento, la Difesa, aggrappandosi alla formulazione un po’ fumosa della mozione Scanu, sta cercando di svicolare usando la scappatoia dei ‘ritorni economici’ del programma che compenseranno metà della spesa complessiva del programma, ma è il gioco delle tre carte, perché i ricavi derivanti dai contratti internazionali di manutenzione finiranno nelle casse delle aziende italiane coinvolte nel programma, non nelle casse dello Stato italiano”.
“E’ chiaro – conclude Vignarca – che per la Difesa il programma F35 prosegue inalterato secondo la pianificazione originaria, e senza nemmeno tenere informato il Parlamento sul reale stato di avanzamento dei contratti di acquisto, cioè sul numero degli F35 realmente ordinati”. Ancora il mese scorso la Pinotti dava conto solo dei primi otto F35 italiani (quelli dei lotti 6, 7 e 8) per i quali è stato completato l’iter contrattuale, tacendo degli altri sei (quelli dei lotti 9 e 10) per i quali l’Italia ha già firmato contratti negli ultimi due anni, compresi i primi due F35B a decollo corto e atterraggio verticale ordinati, insieme a due valevoli convenzionali, nel contratto N00019-15-C-0003 del 4 giugno scorso di cui ilfattoquotidiano.it aveva dato notizia a suo tempo.
Enrico Piovesana - Il Fatto Quotidiano del 16 novembre 2015.
F35, governo conferma la spesa di 13 miliardi: ignorata la richiesta del Parlamento di dimezzare i costi.
Tra le mille tabelle della legge di Stabilità 2016 si nasconde un dato, rilevato da Rete Italiana Disarmo, che fa notizia: dopo un anno di silenzi e dichiarazioni evasive, il governo Renzi ribadisce ufficialmente e definitivamente lo stanziamento per l’acquisto dei 90 cacciabombardieri.
Tra le mille tabelle della legge di Stabilità 2016 in discussione alle Camere si nasconde un dato, rilevato da Rete Italiana Disarmo, che fa notizia: dopo un anno di silenzi e dichiarazioni evasive, il governo Renzi conferma ufficialmente e definitivamente lo stanziamento di 13 miliardi di euro per l’acquisto dei 90 cacciabombardieri F35, ignorando la richiesta formale del Parlamento di dimezzare questo discusso programma. Alle pagina 618 e 619 dello “Stato di previsione del Ministero della Difesa per l’anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018” (la Tabella 11 allegata al ddl Stabilità) viene fornito il budget aggiornato al luglio 2015 per il programma F35: 12 miliardi e 356 milioni di euro, che sommati al mezzo miliardo per i lavori di predisposizione di basi dell’Aeronautica Militare e altre infrastrutture (dichiarati nell’ultimo Documento programmatico pluriennale della Difesa) danno un totale di quasi 13 miliardi.
La stessa cifra che nel 2012 il ministro Di Paola aveva fissato per l’acquisto di 90 aerei e che da allora è stata sempre indicata su tutti i documenti della Difesa. “La conferma di queste cifre – spiega Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Disarmo – dimostra che la mozione Scanu (Pd) approvata alla Camera nel settembre 2014 che impegnava il Governo a dimezzare il budget finanziario originariamente previsto, per Renzi e per la Pinotti non ha nessun valore, come se non fosse mai esistita. Come dimostrano anche le recenti comunicazioni della Pinotti al Parlamento, la Difesa, aggrappandosi alla formulazione un po’ fumosa della mozione Scanu, sta cercando di svicolare usando la scappatoia dei ‘ritorni economici’ del programma che compenseranno metà della spesa complessiva del programma, ma è il gioco delle tre carte, perché i ricavi derivanti dai contratti internazionali di manutenzione finiranno nelle casse delle aziende italiane coinvolte nel programma, non nelle casse dello Stato italiano”.
“E’ chiaro – conclude Vignarca – che per la Difesa il programma F35 prosegue inalterato secondo la pianificazione originaria, e senza nemmeno tenere informato il Parlamento sul reale stato di avanzamento dei contratti di acquisto, cioè sul numero degli F35 realmente ordinati”. Ancora il mese scorso la Pinotti dava conto solo dei primi otto F35 italiani (quelli dei lotti 6, 7 e 8) per i quali è stato completato l’iter contrattuale, tacendo degli altri sei (quelli dei lotti 9 e 10) per i quali l’Italia ha già firmato contratti negli ultimi due anni, compresi i primi due F35B a decollo corto e atterraggio verticale ordinati, insieme a due valevoli convenzionali, nel contratto N00019-15-C-0003 del 4 giugno scorso di cui ilfattoquotidiano.it aveva dato notizia a suo tempo.
Enrico Piovesana - Il Fatto Quotidiano del 16 novembre 2015.
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Re: Je suis parisien
Se consideri che la prefettura di Cosenza sta valutando se impiegare l'esercito (a Cosenza, non per mandarlo in Francia), mi pare che la proporzione tenga
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Re: Je suis parisien
Il risultato sarà sempre lo stesso.abba ha scritto:Se consideri che la prefettura di Cosenza sta valutando se impiegare l'esercito (a Cosenza, non per mandarlo in Francia), mi pare che la proporzione tenga
Il popolino italiota, educato a tg1, tg4 e Porta a Porta, sarà tranquillo e soddisfatto.
Nel frattempo le armi continueranno a circolare con gli sporchi traffici, dove l'Italia è tra le prime nel mondo.
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Re: Je suis parisien
ma guardate che gli f35 dobbiamo comprarli per forza eh!
Quando la merkel e Hollande hanno cercato accordi con Puntin schierandosi apertamente contro i padroni del mondo per la questione sannzioni-gas....gli è successo qualcosa?
P.S: ad integrazione del mio precedente messaaggio...!!!!Viene abbattuto un aereo in Egitto con oltre 200 russi....a detta dei giornalisti da "un simpatizzante dell'ISIS" ....ma bandierine della Federazione su youtube e facebook non ne ho viste (vabbò su russi)... Va bè ja per i morti Russi ci sono i simpatizzanti dell'ISIS,,,per gli Europei ci sono i professionisti dell'ISIS.
Quando la merkel e Hollande hanno cercato accordi con Puntin schierandosi apertamente contro i padroni del mondo per la questione sannzioni-gas....gli è successo qualcosa?
P.S: ad integrazione del mio precedente messaaggio...!!!!Viene abbattuto un aereo in Egitto con oltre 200 russi....a detta dei giornalisti da "un simpatizzante dell'ISIS" ....ma bandierine della Federazione su youtube e facebook non ne ho viste (vabbò su russi)... Va bè ja per i morti Russi ci sono i simpatizzanti dell'ISIS,,,per gli Europei ci sono i professionisti dell'ISIS.
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Re: Je suis parisien
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Re: Je suis parisien
Vent'anni, venti, che lo richiedo a gran voce contro i parcheggiatori abusivi.abba ha scritto:Se consideri che la prefettura di Cosenza sta valutando se impiegare l'esercito (a Cosenza, non per mandarlo in Francia), mi pare che la proporzione tenga
Vai su Amazon.it, cerca OMBRA, autore Pierfrancesco Iorio, compralo a 2,99 € e recensiscilo con 5 stelle. Se ti servissero altri motivi, sappi che vi si parla malissimo di Catanzaro.
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Re: Je suis parisien
Nube di Tempesta ha scritto:Vent'anni, venti, che lo richiedo a gran voce contro i parcheggiatori abusivi.abba ha scritto:Se consideri che la prefettura di Cosenza sta valutando se impiegare l'esercito (a Cosenza, non per mandarlo in Francia), mi pare che la proporzione tenga
mo sono pure al cimitero
Non il due novembre, che una mente contorta lo può pure concepire, no tu tutti i giorni. Posto fisso
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Re: Je suis parisien
Giusto per.........
E' sempre facile guardare agli islamici incivili, al rumeno stupratore o allo slavo ubriacone.
In occidente, invece, tutti alti, belli e biondi............ma soprattutto autorizzati ad esportare la nostra avanzatissima civiltà con le bombe e con la violenza.
Sesso anale e orale vietati in 12 stati americani. Ecco cosa si può fare (e cosa no) in giro per il mondo.
Sono solo alcune delle proibizioni e dei divieti nel mondo elencati in un brillante articolo del sito web statunitense Alternet. Nella nazione in cui la Corte Suprema legifera su ogni tema e impone agli stati di mettersi in pari, la discrasia gerarchica rimane evidente, soprattutto per quel che riguarda pratiche e orientamenti sessuali.
Il sesso anale e orale porta a multe e galera in almeno un terzo degli Stati Uniti, un bacio in pubblico e si rischia l’osso del collo negli Emirati Arabi, in Russia gay e tran* finiscono in cella o in un manicomio. Queste sono solo alcune delle proibizioni e dei divieti sessuali nel mondo elencati in un brillante articolo del sito web statunitense Alternet. Nella nazione in cui la Corte Suprema legifera su ogni tema e impone agli stati di mettersi in pari, la discrasia gerarchica rimane evidente, soprattutto per quel che riguarda pratiche e orientamenti sessuali. Il “grande fratello” giuridico si incunea nelle camere da letto degli Stati Uniti come forse nemmeno ci si immagina. E così si scopre che in una porzioncina di “land of freedom” come il North Carolina, non proprio il luogo più retrivo e redneck degli States, rimane in vigore il divieto per legge di fare sesso orale, compreso tra coppie istituzionalmente registrate e sposate. Basta cliccare su questo link per rimanere aggiornati e non rischiare che qualche guardone vi porti di fronte al tribunale della contea.
Curioso infatti che il divieto alla fellatio si allarghi anche alla paludosa Louisiana, come al Kansas e all’Oklahoma. Qui vige anche la proibizione per legge del sesso anale, come del resto in ben altri 12 stati della nazione. La sodomia è considerata un “crimine contro natura” fin dai tempi dei Padri Pellegrini che attraversarono l’oceano e innervarono di puritanesimo il tessuto sociale e culturale per i secoli a venire. Dato davvero bizzarro, non si capisce se frutto di una vera credenza storico-religiosa o di una mancata applicazione dei dettami costituzionali della Corte Suprema, è che in North Carolina, Lousiana, Kansas e Oklahoma è legale fare sesso con una persona morta. Oral e anal sex no, ma accoppiarsi con cadaveri sì. Nello stato di New York, invece, è consentito sposarsi con il proprio primo cugino o cugina, ma l’adulterio risulta ancora illegale. Chiaro che i divieti variano da stato a stato, come del resto l’età in cui si diventa maggiorenni e consenzienti, ma il rischio macroscopico di pagare multe salatissime o arrivare persino a finire rinchiusi in gattabuia per qualche mese solo per una pratica sessuale che qualche chilometro più in là è normalmente accettata, crea un cortocircuito sulla “ratio” della legge che sposta indietro di parecchi lustri i modernissimi Stati Uniti.
Nella recente pubblicazione in lingua francese de L’Atlas mondial des sexualités scritto da Nadine Cattan e Stéphane Leroy – un’enciclopedia sulle tendenze, i piaceri e i divieti sui costumi sessuali contemporanei davvero ricca di dettagli – è stata stilata una classifica sulle libertà sessuali secondo i parametri della libera scelta del partner e delle pratiche, della contraccezione, della possibilità di abortire, del matrimonio gay e delle leggi contro l’omofobia. Qui il mondo è diviso in cinque grandi zone, in ordine decrescente di libertà: i migliori risultano i Paesi nordici dell’Europa. Poi seguono gli altri Paesi europei, la Russia, il Giappone, l’America settentrionale, e ancora l’Australia e la Nuova Zelanda. Dietro risultano l’America centrale e meridionale e il Sudafrica. Infine la fascia in cui i progressi nel settore devono ancora fare passi da gigante va dal Marocco alla Nuova Guinea attraversando Nordafrica, Medioriente, India e Cina. Fanalino di coda l’Africa subshariana. Per questo non risulta di certo normale un catalogo di proibizioni nel produrre film porno, come quello imposto in Gran Bretagna nel 2014: non può essere mostrato l’orgasmo femminile, il fisting oltre la terza nocca delle dita, il gagging e il pissing, ma anche un rapporto sessuale su una moto parcheggiata. Pur essendo la Russia nella seconda fascia delle libertà sessuali, meglio per gli uomini non provare pulsioni verso un altro uomo: i gay finiscono, come si sa anche dalla recente polemica tra Elton John e il presidentissimo Putin, in carcere. Lo stesso discorso, secondo le leggi del Cremlino, riguarda i tran*: se si viene registrati come tali si è considerati malati di mente e non si può avere la patente.
Tornando agli esempi pubblicati su Alternet.org, se la passano ancora peggio a Dubai, visto che una qualsiasi manifestazione d’affetto in pubblico, anche solo un bacio sulla guancia, porta alla galera. In Uruguay, paese ultratollerante, ad esempio sulla legalizzazione della cannabis, non c’è altrettanta apertura mentale per quel che riguarda l’andare a letto con una donna sposata: le leggi uruguagie concedono il diritto al marito cornificato di uccidere moglie e amante.
Davide Turrini - http://www.ilfattoquotidiano.it - 16 ottobre 2015.
E' sempre facile guardare agli islamici incivili, al rumeno stupratore o allo slavo ubriacone.
In occidente, invece, tutti alti, belli e biondi............ma soprattutto autorizzati ad esportare la nostra avanzatissima civiltà con le bombe e con la violenza.
Sesso anale e orale vietati in 12 stati americani. Ecco cosa si può fare (e cosa no) in giro per il mondo.
Sono solo alcune delle proibizioni e dei divieti nel mondo elencati in un brillante articolo del sito web statunitense Alternet. Nella nazione in cui la Corte Suprema legifera su ogni tema e impone agli stati di mettersi in pari, la discrasia gerarchica rimane evidente, soprattutto per quel che riguarda pratiche e orientamenti sessuali.
Il sesso anale e orale porta a multe e galera in almeno un terzo degli Stati Uniti, un bacio in pubblico e si rischia l’osso del collo negli Emirati Arabi, in Russia gay e tran* finiscono in cella o in un manicomio. Queste sono solo alcune delle proibizioni e dei divieti sessuali nel mondo elencati in un brillante articolo del sito web statunitense Alternet. Nella nazione in cui la Corte Suprema legifera su ogni tema e impone agli stati di mettersi in pari, la discrasia gerarchica rimane evidente, soprattutto per quel che riguarda pratiche e orientamenti sessuali. Il “grande fratello” giuridico si incunea nelle camere da letto degli Stati Uniti come forse nemmeno ci si immagina. E così si scopre che in una porzioncina di “land of freedom” come il North Carolina, non proprio il luogo più retrivo e redneck degli States, rimane in vigore il divieto per legge di fare sesso orale, compreso tra coppie istituzionalmente registrate e sposate. Basta cliccare su questo link per rimanere aggiornati e non rischiare che qualche guardone vi porti di fronte al tribunale della contea.
Curioso infatti che il divieto alla fellatio si allarghi anche alla paludosa Louisiana, come al Kansas e all’Oklahoma. Qui vige anche la proibizione per legge del sesso anale, come del resto in ben altri 12 stati della nazione. La sodomia è considerata un “crimine contro natura” fin dai tempi dei Padri Pellegrini che attraversarono l’oceano e innervarono di puritanesimo il tessuto sociale e culturale per i secoli a venire. Dato davvero bizzarro, non si capisce se frutto di una vera credenza storico-religiosa o di una mancata applicazione dei dettami costituzionali della Corte Suprema, è che in North Carolina, Lousiana, Kansas e Oklahoma è legale fare sesso con una persona morta. Oral e anal sex no, ma accoppiarsi con cadaveri sì. Nello stato di New York, invece, è consentito sposarsi con il proprio primo cugino o cugina, ma l’adulterio risulta ancora illegale. Chiaro che i divieti variano da stato a stato, come del resto l’età in cui si diventa maggiorenni e consenzienti, ma il rischio macroscopico di pagare multe salatissime o arrivare persino a finire rinchiusi in gattabuia per qualche mese solo per una pratica sessuale che qualche chilometro più in là è normalmente accettata, crea un cortocircuito sulla “ratio” della legge che sposta indietro di parecchi lustri i modernissimi Stati Uniti.
Nella recente pubblicazione in lingua francese de L’Atlas mondial des sexualités scritto da Nadine Cattan e Stéphane Leroy – un’enciclopedia sulle tendenze, i piaceri e i divieti sui costumi sessuali contemporanei davvero ricca di dettagli – è stata stilata una classifica sulle libertà sessuali secondo i parametri della libera scelta del partner e delle pratiche, della contraccezione, della possibilità di abortire, del matrimonio gay e delle leggi contro l’omofobia. Qui il mondo è diviso in cinque grandi zone, in ordine decrescente di libertà: i migliori risultano i Paesi nordici dell’Europa. Poi seguono gli altri Paesi europei, la Russia, il Giappone, l’America settentrionale, e ancora l’Australia e la Nuova Zelanda. Dietro risultano l’America centrale e meridionale e il Sudafrica. Infine la fascia in cui i progressi nel settore devono ancora fare passi da gigante va dal Marocco alla Nuova Guinea attraversando Nordafrica, Medioriente, India e Cina. Fanalino di coda l’Africa subshariana. Per questo non risulta di certo normale un catalogo di proibizioni nel produrre film porno, come quello imposto in Gran Bretagna nel 2014: non può essere mostrato l’orgasmo femminile, il fisting oltre la terza nocca delle dita, il gagging e il pissing, ma anche un rapporto sessuale su una moto parcheggiata. Pur essendo la Russia nella seconda fascia delle libertà sessuali, meglio per gli uomini non provare pulsioni verso un altro uomo: i gay finiscono, come si sa anche dalla recente polemica tra Elton John e il presidentissimo Putin, in carcere. Lo stesso discorso, secondo le leggi del Cremlino, riguarda i tran*: se si viene registrati come tali si è considerati malati di mente e non si può avere la patente.
Tornando agli esempi pubblicati su Alternet.org, se la passano ancora peggio a Dubai, visto che una qualsiasi manifestazione d’affetto in pubblico, anche solo un bacio sulla guancia, porta alla galera. In Uruguay, paese ultratollerante, ad esempio sulla legalizzazione della cannabis, non c’è altrettanta apertura mentale per quel che riguarda l’andare a letto con una donna sposata: le leggi uruguagie concedono il diritto al marito cornificato di uccidere moglie e amante.
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Re: Je suis parisien
Giusto per evitare di aprie un altro topic.
Gratteri all’Unical: “Terrorismo sopravvalutato. Spaventa più della ‘ndrangheta”.
Il nuovo procuratore di Catanzaro ha parlato agli studenti del Master in Intelligence organizzato all’Università della Calabria da Mario Caligiuri.
“Fanno più paura quattro terroristi che non diecimila ‘ndranghetisti. Questo perché gli ‘ndranghetisti convivono con la società e le istituzioni. Due terroristi terrorizzano un intero popolo. Il terrorismo è sempre sopravvalutato”. Lo ha detto Nicola Gratteri, nominato procuratore di Catanzaro, parlando agli studenti del Master in Intelligence organizzato all’Università della Calabria da Mario Caligiuri, docente dell’ateneo. “Non sono un esperto di terrorismo – ha detto ancora Gratteri – ma so per certo che ho più problemi a lavorare con la polizia belga che con la polizia sudamericana, perché l’Europea è una comunità bancaria, è unita solo da una moneta, dal punto di vista della sicurezza è un encefalogramma piatto. Secondo me la criminalità organizzata, la ‘ndrangheta non ha interessi ad avere a che fare con il terrorismo, piuttosto, sfrutta il fatto che le forze dell’ordine si concentrano su altro”.
“L’intelligence – ha aggiunto Gratteri – ha un ruolo fondamentale e per fare questo lavoro c’è bisogno di freddezza, coraggio, ma soprattutto riservatezza. Il lavoro dell’intelligence comunemente è considerato come qualcosa di sporco, ma non è così. Ho avuto modo di lavorare con i servizi segreti e ho constatato che in realtà svolgono lavori che le altre forze dell’ordine non potrebbero”.
“Con la ‘ndrangheta partita non vinta”
“A mio giudizio – ha detto ancora Gratteri – stiamo solo pareggiando la partita contro la ‘ndrangheta, non vincendo, perché la presenza di una mafia sul territorio non si capisce dalle denunce, ma dagli umori dei commercianti. In questi ultimi anni – ha aggiunto – lo Stato sembra stia avendo grossi successi nei confronti della lotta alla mafia e in particolare della ‘ndrangheta, ma io che ci lavoro dal di dentro non riesco a dirvi che stiamo vincendo la battaglia. Non perché sono pessimista ma perché è importante che tutti abbiano la consapevolezza di cosa siano le mafie e che potere hanno”.
http://www.quicosenza.it - 23/04/2016.
Gratteri all’Unical: “Terrorismo sopravvalutato. Spaventa più della ‘ndrangheta”.
Il nuovo procuratore di Catanzaro ha parlato agli studenti del Master in Intelligence organizzato all’Università della Calabria da Mario Caligiuri.
“Fanno più paura quattro terroristi che non diecimila ‘ndranghetisti. Questo perché gli ‘ndranghetisti convivono con la società e le istituzioni. Due terroristi terrorizzano un intero popolo. Il terrorismo è sempre sopravvalutato”. Lo ha detto Nicola Gratteri, nominato procuratore di Catanzaro, parlando agli studenti del Master in Intelligence organizzato all’Università della Calabria da Mario Caligiuri, docente dell’ateneo. “Non sono un esperto di terrorismo – ha detto ancora Gratteri – ma so per certo che ho più problemi a lavorare con la polizia belga che con la polizia sudamericana, perché l’Europea è una comunità bancaria, è unita solo da una moneta, dal punto di vista della sicurezza è un encefalogramma piatto. Secondo me la criminalità organizzata, la ‘ndrangheta non ha interessi ad avere a che fare con il terrorismo, piuttosto, sfrutta il fatto che le forze dell’ordine si concentrano su altro”.
“L’intelligence – ha aggiunto Gratteri – ha un ruolo fondamentale e per fare questo lavoro c’è bisogno di freddezza, coraggio, ma soprattutto riservatezza. Il lavoro dell’intelligence comunemente è considerato come qualcosa di sporco, ma non è così. Ho avuto modo di lavorare con i servizi segreti e ho constatato che in realtà svolgono lavori che le altre forze dell’ordine non potrebbero”.
“Con la ‘ndrangheta partita non vinta”
“A mio giudizio – ha detto ancora Gratteri – stiamo solo pareggiando la partita contro la ‘ndrangheta, non vincendo, perché la presenza di una mafia sul territorio non si capisce dalle denunce, ma dagli umori dei commercianti. In questi ultimi anni – ha aggiunto – lo Stato sembra stia avendo grossi successi nei confronti della lotta alla mafia e in particolare della ‘ndrangheta, ma io che ci lavoro dal di dentro non riesco a dirvi che stiamo vincendo la battaglia. Non perché sono pessimista ma perché è importante che tutti abbiano la consapevolezza di cosa siano le mafie e che potere hanno”.
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ODIO ETERNO AL CALCIO MODERNO!!!
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Re: Je suis parisien
Sante parole, ci fa meno paura ciò che non vediamo ma che ci consuma lentamente.