cromosoma21 ha scritto:Abba, ragioniamo un po'.Per un attimo, tralasciamo possibili strumentalizzazioni, manovre tese al consenso, oscure finalità e compagnia bella, delle quali, ahimè, non abbiamo alcuna prova. Allora io dico, certo, ci sono delle priorità, il centro storico e tutto quello che vuoi tu, ma ciò non vuol dire che le due cose non debbano procedere parallelamente. Una cosa non esclude l'altra. Ma ci rendiamo conto di che stiamo parlando? Di 18 tir carichi di oro e argento. Per cortesia, i più imbecilli si levino quel ghignetto strafottente dalla faccia. Così come non abbiamo alcuna prova tangibile della sua veridicità, altrettanto, nessuna certezza si ha sulla falsità della leggenda di Alarico nella città dei Brettii. A me sembra di scorgere una certa banalizzazione della cosa, quasi a volerla a tutti i costi svilire, riducendola al rango di una storiella qualunque. Invece no, abbiamo degli indizi, come direbbe qualcuno, univoci e concordanti ed allora un atteggiamento propositivo , altri direbbe proattivo, vuole che una buona volta si inizi una indagine seria e scientifica che metta, o cerchi di farlo, una parola definitiva sulla vicenda. Hai visto mai che dai fondali del busento salti fuori il condottiero dei visigoti con la spada lucente e con tutto il cavallo ?? E che nel frattempo si ponga mano al centro storico che cade a pezzi, come ben dici tu, per la gioia e il sorriso di tutti...........che poi se la storiella fosse vera , cosenza la si rifà d'oro e d'argento........
Ritorno al contorno... So di ristoranti famosi per i loro primi, altri che fanno fortuna sui secondi, alcuni ti sfondano con gli antipasti e bastano quelli per fartene parlare bene. Raramente ho sentito parlare di ristoranti famosi per i dolci, ma potrei sbagliarmi. Ciò di cui sono strasicura è che non ho mai e dico mai in vita mia sentito dire "Ia ch'insalata verde ca mi signu mangiato là". Al massimo può capitare che uno mangi molto bene in un posto e poi, come ciliegina sulla torta, dica "pure le patate che ho mangiato con il pollo erano molto buone". Il punto è che puoi fare patate che Cracco sbatte la testa al muro per l'invidia, ma se l'antipasto è di due olive saclà, la pasta è scotta, il secondo è bruciato e il vino è aceto annacquato tranquillo che da te non ci torno.
Alarico è questo. Un contorno. E nota bene che nel mio ragionamento non arrivo nemmeno a dire che è un'idea di per sè sterile. Alarico è un contorno significa che il messaggio può anche arrivare, che magari nell'immediato ti porta qualche turista in più ma che, da solo, non è assolutamente sostenibile e quindi è inutile. Perché queste cose funzionano se si autoalimentano: se ci devi stare appresso appresso a stimolare l'interesse, se non inneschi un circolo virtuoso capace di espandere l'interesse e il bacino di potenziali interessati non servono a niente e durano il tempo di un mandato (se tutto va bene).
Per questo, e non per faziosità, la mia risposta alla tua domanda è no. No, Le due cose non possono procedere parallelamente. Primo, perché se non c'è un terreno fertile è inutile buttare semi. Possono essere i migliori di questo mondo, ma sul cemento non cresce nemmeno la gramigna. Fondamenta e tetto non si costruiscono parallelamente, serve un ordine, altrimenti il tetto crolla. E il ripristino del centro storico, la depurazione del mare, la fruibilità della Sila sono le fondamenta. A dirla proprio tutta, nella situazione in cui viviamo, Alarico non è nemmeno il tetto: Alarico è il fotovoltaico sul tetto. Secondo: da quanti anni diciamo che corso Telesio è a forte rischio, che il mare è sporco, che gli impianti sciistici non funzionano? Cosa si è fatto in tutti questi anni? E cosa ci fa pensare che si cominci a fare ora? E ammesso e non concesso che si inizi veramente, fra quanto tempo saremo a posto? L'idea di Alarico può essere lanciata stasera e partire domani mattina se intorno è tutto pronto. Ma qua di pronto non c'è nulla...
Proviamo a ipotizzare: parte il primo tizio attirato dalla novità. Arriva a Paola e aspetta un paio d'ore una coincidenza per Cosenza. Sceso dal treno inizia ad aspettare non sa nemmeno lui cosa, perché non sa a chi chiedere informazioni ed è in un posto non proprio centralissimo. Arriva finalmente il primo autobus e magari si piglia pure una multa perché è senza biglietto (visto che alla stazione i servizi, tutti, sono inesistenti). Comunque, riesce ad arrivare a questi scavi, li guarda un po', compra qualche souvenir e torna a Cosenza per passare la serata. Cercando una pizzeria in centro inciampa in qualche discarica abusiva estemporanea e viene malamente cacciato via dai padroni di casa (ovvero surici di notevoli dimensioni). Decide di cambiare aria e farsi una passeggiata a Cosenza Vecchia. Mentre ne ammira la bellezza, da un balcone si stacca un calcinaccio (e l'è juta bona che dal balcone non si stacca proprio il balcone), l'avventuriero è pronto di riflessi e lo schiva ma purtroppo questo lo distrae e inciampa in una buca. Si sloga la caviglia, nulla di che. Peccato che dei solerti cittadini avvisano il 118 e finisce diritto diritto a ortopedia. Ammesso e non concesso che riesca mai a tornare a casa, cosa volete che racconti ai figli? Che gli scavi sono entusiasmanti? Secondo te chiamerà tutti i suoi conoscenti per consigliargli di correre a Cosenza?
Ora cambiamo scenario: se aggiustiamo il centro storico e lo mettiamo in sicurezza, puliamo la città, ci dotiamo dei servizi minimi, proviamo a mettere una pezza ai ben noti limiti delle nostre infrastrutture e POI pensiamo ad Alarico, il tizio che arriva reagisce nello stesso modo? Magari torna a casa e dice a tutti "Gli scavi sono una cacata una pazzesca, ma minc* com'è bella Cosenza: è bella bella bella, si respira arte, storia e tradizione, è una città a misura d'uomo, accogliente, amichevole, pulita. E poi c'è sta storia del tesoro, è simpatica, ci passi una giornata diversa. Guaglù, facitivicci na caminata che ne vale la pena". E allora gli scavi servono. Servono ad ampliare l'offerta, a vendere tot biglietti di pullman in più, a far campare i tizi dei souvenir e della rosticceria che si apre nei dintorni. Ma servono solo a questo, non a portare turismo, sviluppo e progresso.
Se hai avuto il buon cuore di leggerti il poema, capisci bene che non ho alcuna voglia di svilire o ridicolizzare. Anzi. Io la città mia la prendo sul serio eccome. Certo più di molti amministratori che, loro sì, la fanno semplice e banale.
Fin qui come utente. Come moderatore: non c'è nessun bisogno di chiamare imbecille chi la pensa in maniera diversa, soprattutto se l'imbecille si prende pure la briga di motivare il suo pensiero. A maggior ragione se, come nel caso specifico, chi ha criticato l'iniziativa è tutto tranne che imbecille.
PS: Cito testualmente... "Ma ci rendiamo conto di che stiamo parlando? Di 18 tir carichi di oro e argento". Il ghignetto strafottente qui diventa risata sarcastica...