Cosenza - Cozzo Storia di una rivalità

[lupettocresciuto]

già, dimenticavo che abbiamo gli stessi colori sociali e che siamo tutti "sconvolti...". Chiedo venia per questa imprecisazione

[marcello77]

Mio padre mi diceva che anche negli anni '60 ancunu paccaru vulava.
In ogni caso, la rivalità "moderna" (se così la vogliamo chiamare"), è nata nell'estate del 1984 ad un concerto al militare. Lo ha raccontato Paride Leporace in un articolo molto bello, dove ha poi descritto la trasferta successiva (chira di petrate).

[Vilienza]

Mio padre mi diceva che anche negli anni '60 ancunu paccaru vulava.
In ogni caso, la rivalità "moderna" (se così la vogliamo chiamare"), è nata nell'estate del 1984 ad un concerto al militare. Lo ha raccontato Paride Leporace in un articolo molto bello, dove ha poi descritto la trasferta successiva (chira di petrate).

chi suonava?
nu link all'articolo?

edit:
trovato http://www.parideleporace.it/fotogrammi ... catanzaro/

i sound annu sonatu a catanzaro

[WereWolf]

Mio padre mi diceva che anche negli anni '60 ancunu paccaru vulava.
In ogni caso, la rivalità "moderna" (se così la vogliamo chiamare"), è nata nell'estate del 1984 ad un concerto al militare. Lo ha raccontato Paride Leporace in un articolo molto bello, dove ha poi descritto la trasferta successiva (chira di petrate).

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i sound annu sonatu a catanzaro

Fotogrammi di “chirillà”. Amarcord di Cosenza-Catanzaro
17 SETTEMBRE 2014 / PARIDELEPORACE
Non ho mai mangiato murseddu. Piero Romeo non li ha mai nominati. Per lui erano: “Chirillà”.

Per lungo tempo erano stati lontani. Sul tetto del calcio e noi un po’ sopra lo scantinato. Poi erano precipitati. Li aspettavamo. Ma andammo in trasferta inconsapevole causa rock.

Ero appena tornato dalla finale di Coppa dei Campioni (non era ancora Champions) Roma-Liverpool all’Olimpico con il ricordo delle cariche ai red a Piazza del Popolo e all’uscita della Curva Nord.

“Vieni ci sono i Sound a Catanzaro”. Ero già in macchina con una bella comitiva di ragazze e amici. Sosta molto etilica in autogrill. Parcheggiamo nei pressi del Comunale. Da un balcone piovono patate. Usciamo come furie e con due calc* abbattiamo la porta di una casa come in un film di Sergio Leone. “Chirillà” sono due ragazzini ci mettiamo a ridere e andiamo via.

Grazie al “Punto rosso” negozio di vinile e suoni underground i Sound a Cosenza erano una band di culto. Ascoltati a palla nelle R4 d’epoca fino a notte fonda in giro per la città. La migrazione delle comitiva era stata di massa verso il Comunale. Nella città rivale all’epoca la tendenza musicale era abbastanza inesistente. In termini calcistici avevamo occupato la curva fronteggiati da un servizio d’ordine locale manesco e poco integrato alla new wave. Siamo circa 500. Cercano di fronteggiare il pogo da prima linea. La tensione sale. Capus e Bli-Blì fanno il numero da guerrieri della notte. Alzano una traversa di legno che diventa un ariete. “Chirillà” fuggono in panico. La truppa bruzia è ringalluzzita da cuore di lupo. Ma “Chirilla” escono fuori e si accaniscono contro le auto targate Cs. Ruote squarciate e vetri distrutti. Carrozzerie ammaccate. Vanno a cercare rinforzi per l’uscita. Ci aspettano in massa. E’ guerriglia di strada. La fuga dal cocuzzolo è avventurosa.

E’ benzina sul fuoco. Una città intera aspetta il primo derby per regolare il conto. Durante l’estate il Tollaro con la corrispondenza ultrà alimenta la guerra già dichiarata.

Si ritorna a passare il Ponte. Riusciamo a trovare venti bus da diversi concessionari. Il pullman numero Uno è una sorta di servizio d’ordine militarizzato che deve reggere la testa del corteo. Il direttivo dei Nuclei sconvolti guida i bus verso Piazza Fera. Un ultrà a fianco di ogni autista. Uno dei ricordi più’ belli della mia vita è l’ondeggiare della folla che sventola bandiera e sciarpe urlando: “Torneremo al Militar con le spranghe a caricar”.

Una curva intera per noi. Sul campo una Waterloo. Usciamo prima del Novantesimo. Con numeri diversi è una replica dei Sound. Si distinguerà un gruppo dei magnifici 7 cosentini seminando paura e delirio.

Al ritorno al San Vito un bandierone e un goal di un ragazzo di Cetraro placano la carogna. Di “chirillà” nemmeno l’ombra. Qualcuno si metta a chiedere i documenti a chi ha facce sconosciute. Quanti bandieroni enormi. Coreografie memorabili. Sconfitte pesantissime.

Torneremo ancora al Militare. Con i treni delle Calabro-lucane. Viaggio lento e indimenticabile della nostra formazione . Le memorabili riprese con camcorder del Guru accompagnato dal professor Gallo con in testa un mio vecchio casco da bambino sono un documento di straordinaria bellezza da molti giovani ammirate su youtube. Si mosse ancora una volta una città. Vittoria del tifo, umiliati sul campo. Spesso sarà così’. La peggiore al san Vito con “chirillà” che non ci sono e non possono esultare per Massimo Palanca che ci manda al tappeto come pugili suonati. Quella sera piansi di rabbia .

Altre trasferte in Calabrolumaca. Chi accompagnava il figlio alla stazione sembrava che partisse per la tradotta di Gorizia della Prima guerra mondiale.

Una volta siamo solo in cento. C’era anche un drappello di camerati con la bandiera italiana. Ma il ricordo più’ situazionista e il coro ritmato: “ Tu pigliasti u caè”

Un altro anno sul confine a Colosimi arriva un carico di robuste fascine di bosco. Si sente crepitare legno e un attonito ferroviere guarda con lo sguardo nel vuoto. A Soveria Mannelli dei malcapitati fanno gestacci e finisce male.

Di Marzio che tradisce panchina si guadagna insulti e striscioni al San Vito. Un gol annullato al novantesimo in una domenica bestiale. Da giornalista senza tessera prima di un derby vado con un troupe oltre il Ponte intervisto un loro ultrà disponibile e porto a casa uno scoop per il fatto che nessuno mi aveva menato.

Anni dopo porto invece mio figlio al derby e si mette sulla ringhiera. In cielo appaiono “chirillà” che hanno applicato ai conigli il mito di Icaro. Preferivo perderla sul campo.

Adesso ho degli amici che fanno i Wu Ming calabresi e si chiamano “Lou Palanca”. Se devo indicare una brutta città non esito nella scelta. Ma è un riflesso pavloviano frutto di quando ero un ragazzo della via Paal che a Cosenza stava tra via Molinella e via Daua della Parma.

Non ho mai mangiato murseddu. Piero Romeo non li ha mai nominati. Per lui erano “chirillà”.

Pubblicato su Infonight di Settembre 2014

http://www.parideleporace.it/fotogrammi ... catanzaro/

[andre@4miglia]

Che rivalità?

nessuna, un gemellaggio col cagliari semmai.
sappiamo dare solo amore <3 <3 <3

Basta scontri, solo incontri.

[frax]

Che rivalità?

nessuna, un gemellaggio col cagliari semmai.
sappiamo dare solo amore <3 <3 <3

Basta scontri, solo incontri.

Ravvicinati

[abba]

del terzo tipo?

[Brutia Line]

Io non capisco perché questo articolo racconto é uscito fuori dopo 30 anni

[originalbruzy]

Non mi importa come è iniziata, io ho solo un ricordo dell'84 sul cozzo venTToso: avevo 13 anni e gli infami lanciavano pietre su donne e bambini senza motivo, per poi scappare. Infami!!! Infami e conigli!!!

[largo bet bwin]

di Catanzaro Cagliari non c'e' ne frega un caz* vi lanceremo un Razzo !