Guccione al 90%abba ha scritto:non so come funzionano i meccanismi di assegnazione dei seggi e la ripartizione per provinciaBrutiaStyle ha scritto:Leggi qua http://elezioni2014.regione.calabria.it/VL.html
secondo te quanti ne entrano in tutta la calabria di forza italia?
vuagliu sapì chini m'ha risbigliata :evil:
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
originalbruzy ha scritto:Guccione al 90%abba ha scritto:non so come funzionano i meccanismi di assegnazione dei seggi e la ripartizione per provinciaBrutiaStyle ha scritto:Leggi qua http://elezioni2014.regione.calabria.it/VL.html
secondo te quanti ne entrano in tutta la calabria di forza italia?
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
li senti ora?abba ha scritto:
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
no, ma la vendetta è un piatto che va servito freddooriginalbruzy ha scritto:li senti ora?abba ha scritto:
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
vorrei sottolineare una cosa che fino ad ora è passata inspiegabilmente inosservata. Comune, provincia, regione... tutto in mano ai Mario
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
ma a su tipo chi c'hannu fattu
"dunami ̶f̶u̶r̶t̶u̶n̶a̶ u cul* i Guarascio e jettami a mare" (cit. mia nonna)
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
è una foto d'archivio, credo fosse il gol di Gigi a PescaraVilienza ha scritto:ma a su tipo chi c'hannu fattu
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
Mo ci su 7℃abba ha scritto:no, ma la vendetta è un piatto che va servito freddooriginalbruzy ha scritto:li senti ora?abba ha scritto:
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
:ROFL: :fool: :ROFL:Vilienza ha scritto:ma a su tipo chi c'hannu fattu
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
E bravo a Maruzzu......chi bellu cambiamentu.....
Il governatore conferma lo "scopellitiano" Zinno.
L'ingegnere torna alla guida del settore che gli era stato affidato dall'ex presidente della giunta regionale. Prima era toccato al dg Praticò.
Era seriamente preoccupato, Mario Oliverio. Dagli scranni del consiglio regionale aveva definito così la situazione relativa ai fondi comunitari: «Un'emergenza drammatica». Dopo pochi mesi, però, il governatore ha confermato la squadra responsabile del fallimento. Prima il dg Praticò, ora il dirigente Zinno, nominato, il 6 luglio scorso, reggente del settore Programmazione.
IL J'ACCUSE. Lo scorso 9 marzo, a Palazzo Campanella, Oliverio aveva parlato per più di due ore, snocciolando cifre e dati da paura, per poi puntare il dito contro l'eredità avita dall'amministrazione Scopelliti e dalla sua struttura amministrativa. Eppure, proprio ora, la Calabria si ritrova al vertice del dipartimento interessato gli stessi burocrati che, in base a quanto dichiarava Oliverio, avrebbero contribuito allo sfascio e alla dispersione di fondi comunitari essenziali per lo sviluppo della regione.
Il governatore vuole cambiare tutto senza cambiare niente. O, quanto meno, senza sostituire i giocatori in campo, malgrado le loro prestazioni nel tempo siano state, come sottolineava l'allenatore stesso, insufficienti.
In principio c'era stata la nomina di Paolo Praticò – già direttore generale del dipartimento, voluto da Scopelliti – a consulente della Presidenza della giunta, per un compenso annuo pari a 24mila euro. Ma era una soluzione temporanea in attesa di un nuovo incarico ai piani alti della Regione. Infatti, il 21 maggio, Oliverio annuncia urbi et orbi il nuovo management dei dipartimento. E chi torna alla guida della Programmazione comunitaria? Proprio lui, Praticò.
ZINNO RELOADED. Il dg, evidentemente, avrà avuto nostalgia del braccio destro che lo ha affiancato nella precedente legislatura, l'ingegnere Luigi Zinno. Che ora torna in dipartimento con l'incarico di "reggente" del settore che aveva lasciato solo pochi mesi prima, quando al timone della Regione c'era una squadra di governo (apparentemente) di tutt'altro segno politico rispetto al centrosinistra di cui Oliverio è il nuovo alfiere. Il decreto che "ricarica" Zinno è firmato da Praticò, che ritiene necessaria la sua nomina «nelle more dell'approvazione della nuova struttura organizzativa, allo scopo di garantire la continuità delle funzioni dirigenziali». Certo, Zinno «possiede i requisiti necessari di esperienza e professionalità», questo è fuor di dubbio. Ma Oliverio, nella sua relazione al Consiglio, non è che abbia usato parole al miele nei confronti di chi ha supervisionato la spesa dei fondi europei prima del suo arrivo a Palazzo Alemanni.
COSA DICEVA OLIVERIO. Un paio di flash: riferendosi ai fondi Por Fesr, il governatore evidenziava con amarezza che la spesa «era giunta ad appena 872,7 milioni di euro, corrispondente al 43,7% del totale (1,998 milioni di euro)». Situazione pessima anche in relazione al Fondo sociale europeo (Fse) che al 31 ottobre 2014 «presentava una situazione critica, collocando la Calabria all'ultimo posto in Italia, con 505,3 milioni di euro spesi, pari al 63,1%». Quindi, a poco più di un anno dalla chiusura dei programmi comunitari, la Regione – scandiva Oliverio – «aveva speso meno della metà delle risorse del Por Fesr e aveva speso meno dei due terzi delle risorse del Por Fse».
CHI È ZINNO. Da sempre vicino alla famiglia Mancini – prima al "leone socialista" Giacomo, poi al nipote ed ex assessore regionale Giacomo jr –, Zinno è uno che sa come muoversi nei meandri della burocrazia calabrese. Per lui la Regione Calabria, qualche tempo fa, si è spinta a smentire nientemeno che la Corte costituzionale. L'ingegnere, assieme ad altri due dirigenti (Rosalia Marasco e Giacomo Giovinazzo), nel 2010 viene stabilizzato dalla Finanziaria regionale. I tre manager hanno lo status di "comandati" (cioè vengono da altre amministrazioni) e per la Consulta la procedura è illegittima. Il comma che li inserisce in ruolo subisce, quindi, una bocciatura. La Regione, prontamente, costituisce un "tavolo" tecnico ad hoc, a cui spetta il compito di risolvere la questione. Franco Zoccali (allora direttore generale della Presidenza e uomo di fiducia di Scopelliti), Paolo Arillotta (dg dell'Avvocatura regionale) e Umberto Nucara (capo del Personale), del tutto indifferenti al giudizio degli ermellini, scelgono di lasciare i tre manager al loro posto. Zinno salva la poltrona. Quella su cui siede ancora adesso, grazie a Oliverio.
Pietro Bellantoni - http://www.corrieredellacalabria.it - 14/07/2015.
Il governatore conferma lo "scopellitiano" Zinno.
L'ingegnere torna alla guida del settore che gli era stato affidato dall'ex presidente della giunta regionale. Prima era toccato al dg Praticò.
Era seriamente preoccupato, Mario Oliverio. Dagli scranni del consiglio regionale aveva definito così la situazione relativa ai fondi comunitari: «Un'emergenza drammatica». Dopo pochi mesi, però, il governatore ha confermato la squadra responsabile del fallimento. Prima il dg Praticò, ora il dirigente Zinno, nominato, il 6 luglio scorso, reggente del settore Programmazione.
IL J'ACCUSE. Lo scorso 9 marzo, a Palazzo Campanella, Oliverio aveva parlato per più di due ore, snocciolando cifre e dati da paura, per poi puntare il dito contro l'eredità avita dall'amministrazione Scopelliti e dalla sua struttura amministrativa. Eppure, proprio ora, la Calabria si ritrova al vertice del dipartimento interessato gli stessi burocrati che, in base a quanto dichiarava Oliverio, avrebbero contribuito allo sfascio e alla dispersione di fondi comunitari essenziali per lo sviluppo della regione.
Il governatore vuole cambiare tutto senza cambiare niente. O, quanto meno, senza sostituire i giocatori in campo, malgrado le loro prestazioni nel tempo siano state, come sottolineava l'allenatore stesso, insufficienti.
In principio c'era stata la nomina di Paolo Praticò – già direttore generale del dipartimento, voluto da Scopelliti – a consulente della Presidenza della giunta, per un compenso annuo pari a 24mila euro. Ma era una soluzione temporanea in attesa di un nuovo incarico ai piani alti della Regione. Infatti, il 21 maggio, Oliverio annuncia urbi et orbi il nuovo management dei dipartimento. E chi torna alla guida della Programmazione comunitaria? Proprio lui, Praticò.
ZINNO RELOADED. Il dg, evidentemente, avrà avuto nostalgia del braccio destro che lo ha affiancato nella precedente legislatura, l'ingegnere Luigi Zinno. Che ora torna in dipartimento con l'incarico di "reggente" del settore che aveva lasciato solo pochi mesi prima, quando al timone della Regione c'era una squadra di governo (apparentemente) di tutt'altro segno politico rispetto al centrosinistra di cui Oliverio è il nuovo alfiere. Il decreto che "ricarica" Zinno è firmato da Praticò, che ritiene necessaria la sua nomina «nelle more dell'approvazione della nuova struttura organizzativa, allo scopo di garantire la continuità delle funzioni dirigenziali». Certo, Zinno «possiede i requisiti necessari di esperienza e professionalità», questo è fuor di dubbio. Ma Oliverio, nella sua relazione al Consiglio, non è che abbia usato parole al miele nei confronti di chi ha supervisionato la spesa dei fondi europei prima del suo arrivo a Palazzo Alemanni.
COSA DICEVA OLIVERIO. Un paio di flash: riferendosi ai fondi Por Fesr, il governatore evidenziava con amarezza che la spesa «era giunta ad appena 872,7 milioni di euro, corrispondente al 43,7% del totale (1,998 milioni di euro)». Situazione pessima anche in relazione al Fondo sociale europeo (Fse) che al 31 ottobre 2014 «presentava una situazione critica, collocando la Calabria all'ultimo posto in Italia, con 505,3 milioni di euro spesi, pari al 63,1%». Quindi, a poco più di un anno dalla chiusura dei programmi comunitari, la Regione – scandiva Oliverio – «aveva speso meno della metà delle risorse del Por Fesr e aveva speso meno dei due terzi delle risorse del Por Fse».
CHI È ZINNO. Da sempre vicino alla famiglia Mancini – prima al "leone socialista" Giacomo, poi al nipote ed ex assessore regionale Giacomo jr –, Zinno è uno che sa come muoversi nei meandri della burocrazia calabrese. Per lui la Regione Calabria, qualche tempo fa, si è spinta a smentire nientemeno che la Corte costituzionale. L'ingegnere, assieme ad altri due dirigenti (Rosalia Marasco e Giacomo Giovinazzo), nel 2010 viene stabilizzato dalla Finanziaria regionale. I tre manager hanno lo status di "comandati" (cioè vengono da altre amministrazioni) e per la Consulta la procedura è illegittima. Il comma che li inserisce in ruolo subisce, quindi, una bocciatura. La Regione, prontamente, costituisce un "tavolo" tecnico ad hoc, a cui spetta il compito di risolvere la questione. Franco Zoccali (allora direttore generale della Presidenza e uomo di fiducia di Scopelliti), Paolo Arillotta (dg dell'Avvocatura regionale) e Umberto Nucara (capo del Personale), del tutto indifferenti al giudizio degli ermellini, scelgono di lasciare i tre manager al loro posto. Zinno salva la poltrona. Quella su cui siede ancora adesso, grazie a Oliverio.
Pietro Bellantoni - http://www.corrieredellacalabria.it - 14/07/2015.
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
Prosegue senza sosta il cambiamento voluto da Oliverio alla Regione Calabria.
Roccisano "assume" sei dirigenti del Pd.
L’assessore al Lavoro sceglie i componenti della sua struttura alla Regione. Dentro segretari provinciali, consiglieri comunali e responsabili di circoli dem.
E ora non si dica che Federica Roccisano non abbia a cuore le sorti dei colleghi di partito. L’assessore regionale al Lavoro ha provveduto a nominare i sei componenti della sua struttura speciale. Sei collaboratori, cinque uomini e una donna, che arrivano tutti dall’universo dem. Che, incidentalmente, è lo stesso partito dal quale arriva la più giovane esponente della giunta guidata da Mario Oliverio.
Il nuovo capostruttura è Pietro Prestinicola, funzionario del ministero dell’Economia, ex assessore al comune di Motta San Giovanni e non nuovo a questo tipo di esperienza: nel 2008 ha guidato lo staff che affiancava Demetrio Naccari Carlizzi (del quale faceva parte la stessa Roccisano) all’assessorato al Bilancio. Alla voce segretario particolare troviamo due vecchie conoscenze del Pd calabrese: Luigi Guglielmelli e Giuseppe Dell’Aquila. Il primo è attualmente il segretario del partito in provincia di Cosenza, il secondo è il presidente dei Giovani democratici calabresi oltre che il vicesegretario provinciale del Pd crotonese.
Roccisano ha deciso di avvalersi anche dell’apporto di due responsabili amministrativi. Si tratta di Luca Lepore, giovane consigliere comunale del Pd di Aiello Calabro e che non avrà bisogno di molto tempo per adattarsi al nuovo incarico, essendo stato, nei mesi scorsi, uno dei collaboratori nominati dall’ex assessore al Lavoro Carlo Guccione. L’altra casella di responsabile amministrativo sarà occupata da Nensi Spatari, segretario del circolo Pd di Mammola. Arriva dal Pd (è già stato segretario del Pd di Bivongi) anche Antonello Alfarone. Da qualche settimana ha sottoscritto un contratto di autista dell’assessore con delega al Lavoro e al Welfare.
Antonio Ricchio - http://www.corrieredellacalabria.it - 26/08/2015.
Roccisano "assume" sei dirigenti del Pd.
L’assessore al Lavoro sceglie i componenti della sua struttura alla Regione. Dentro segretari provinciali, consiglieri comunali e responsabili di circoli dem.
E ora non si dica che Federica Roccisano non abbia a cuore le sorti dei colleghi di partito. L’assessore regionale al Lavoro ha provveduto a nominare i sei componenti della sua struttura speciale. Sei collaboratori, cinque uomini e una donna, che arrivano tutti dall’universo dem. Che, incidentalmente, è lo stesso partito dal quale arriva la più giovane esponente della giunta guidata da Mario Oliverio.
Il nuovo capostruttura è Pietro Prestinicola, funzionario del ministero dell’Economia, ex assessore al comune di Motta San Giovanni e non nuovo a questo tipo di esperienza: nel 2008 ha guidato lo staff che affiancava Demetrio Naccari Carlizzi (del quale faceva parte la stessa Roccisano) all’assessorato al Bilancio. Alla voce segretario particolare troviamo due vecchie conoscenze del Pd calabrese: Luigi Guglielmelli e Giuseppe Dell’Aquila. Il primo è attualmente il segretario del partito in provincia di Cosenza, il secondo è il presidente dei Giovani democratici calabresi oltre che il vicesegretario provinciale del Pd crotonese.
Roccisano ha deciso di avvalersi anche dell’apporto di due responsabili amministrativi. Si tratta di Luca Lepore, giovane consigliere comunale del Pd di Aiello Calabro e che non avrà bisogno di molto tempo per adattarsi al nuovo incarico, essendo stato, nei mesi scorsi, uno dei collaboratori nominati dall’ex assessore al Lavoro Carlo Guccione. L’altra casella di responsabile amministrativo sarà occupata da Nensi Spatari, segretario del circolo Pd di Mammola. Arriva dal Pd (è già stato segretario del Pd di Bivongi) anche Antonello Alfarone. Da qualche settimana ha sottoscritto un contratto di autista dell’assessore con delega al Lavoro e al Welfare.
Antonio Ricchio - http://www.corrieredellacalabria.it - 26/08/2015.
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
Oliverio segue Scopelliti e ‘legalizza’ la discarica in Presila, il PD esulta. Cittadini infuriati.
Cancelli aperti per i Tir pronti a sversare rifiuti a ridosso del Parco Nazionale della Sila.
CELICO (CS) – Non importa se l’aria classificata tra le più salubri d’Europa non è più frizzante, ma odora di marcio: la discarica dei Vrenna continuerà e resistere. Difficile pensare ad una bonifica ora che scaduto l’emendamento che autorizzava gli sversamenti nell’impianto di Celico, con un’ordinanza contingibile ed urgente, Oliverio ha deciso di seguire le orme di Scopelliti e prorogarne la validità. Sino a fine anno. Il business di Raffaele Vrenna non si tocca. L’imprenditore crotonese noto alle cronache per essere stato condannato (e poi assolto in Appello) per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo al clan Vrenna – Corigliano – Bonaventura è salvo, così come i suoi utili. Ieri pomeriggio con un rinnovo firmato dal dipartimento ambiente della Regione Calabria, senza alcun confronto in Consiglio Regionale, l’emendamento che autorizza tutti gli impianti privati in Calabria a trattare i rifiuti tal quale è stato prorogato sino a fine Dicembre. A decretarlo è un documento che è apparso intorno alle 18 di ieri pomeriggio privo di riferimenti normativi, ma forte dell’autorizzazione del governatore Mario Oliverio.
Oggi la discarica qualora non fosse stato firmato avrebbe dovuto ‘chiudere bottega’. Ma così non è stato. Anzi. Gli operai della Mi.Ga. continuano a lavorare in contrada San Nicola per ampliare la volumetria della discarica, mentre i camion di Calabra Maceri ed Ecologia Oggi sversano rifiuti ininterrottamente. La cittadinanza insieme agli attivisti del Comitato Ambientale Presilano si è già mobilitata. Dall’alba di stamane sulla Silana – Crotonese nei pressi dello svincolo di Celico è in corso un presidio di protesta permanente. Gli ambientalisti sono già organizzati con le tende per trascorrere la notte sulla statale. Lì rimarranno sinchè Oliverio non deciderà di parlare con loro e ritirare (con un provvedimento di autotutela previsto dalla legge usato già per il sito di Battaglina) l’Aia , l’autorizzazione ambientale integrata che permetterà ai Vrenna di lavorare nell’illegalità per i prossimi dodici anni continuando ad avvelenare la Presila. Su questo fronte il Comitato attraverso il suo avvocato Marcello Nardi ha già depositato il ricorso per far sì che tale autorizzazione sia annullata e la discarica venga chiusa.
Sulle criticità che renderebbero la discarica di fatto illegale gli attivisti del Comitato Ambientale ricordano gli elementi più anomali: “a cominciare dalle distanze minime dai centri abitati non rispettate, alla vicinanza da corsi d’acqua e falde acquifere, a più di 900 metri sul livello del mare, alla totale incompatibilità della strada col traffico pesante di cui è oggetto, alla pericolosità dei materiali conferiti in quanto non trattati secondo normativa, per passare alla presenza di inquinanti nell’area, certificati dall’Arpacal, che quantomeno sconsiglierebbero l’esercizio di un’altra discarica nella zona”. Nonostante ciò il consigliere Giudiceandrea che aveva dichiarato la propria solidarietà alla causa dichiarando che avrebbe partecipato anche ai blocchi dei Tir se il decreto fosse stato rinnovato appresa la notizia della proroga ha esultato. “E’ un enorme successo – ha affermato il consigliere regionale in una nota – quello ottenuto oggi sull’annosa questione della discarica di Celico.
Finalmente un’ordinanza della Presidenza della Regione Calabria ha inibito il conferimento dei rifiuti indifferenziati e organici in quella che era diventata una vera e propria bomba ecologica”. Forse non ha capito. Forse non ha letto bene il documento. O forse, non l’ha affatto letto e ha solo assunto le funzioni di megafono del PD e del governatore Oliverio. “Una grande vittoria – ha definito Giudiceandrea il rinnovo dell’emendamento Orsomarso – che ci riempie di soddisfazione. Finalmente niente più veleni, né odori nauseabondi che invadono casa e impregnano vestiti e anime. Oggi possiamo dire che almeno per ora siamo riusciti a salvaguardare e tutelare non solo l’ambiente ma soprattutto la nostra salute e quella dei nostri figli”. Eppure i residenti della Presila costretti a respirare i miasmi dei Vrenna hanno un’idea totalmente opposta. Ed a Celico, se nulla cambierà, continueranno a scavare buche per riempirle con il tal quale dei Pellegrino di Calabra Maceri e del patron Guarascio di Ecologia Oggi.
http://www.quicosenza.it - 02/10/2015.
Cancelli aperti per i Tir pronti a sversare rifiuti a ridosso del Parco Nazionale della Sila.
CELICO (CS) – Non importa se l’aria classificata tra le più salubri d’Europa non è più frizzante, ma odora di marcio: la discarica dei Vrenna continuerà e resistere. Difficile pensare ad una bonifica ora che scaduto l’emendamento che autorizzava gli sversamenti nell’impianto di Celico, con un’ordinanza contingibile ed urgente, Oliverio ha deciso di seguire le orme di Scopelliti e prorogarne la validità. Sino a fine anno. Il business di Raffaele Vrenna non si tocca. L’imprenditore crotonese noto alle cronache per essere stato condannato (e poi assolto in Appello) per concorso esterno in associazione mafiosa nel processo al clan Vrenna – Corigliano – Bonaventura è salvo, così come i suoi utili. Ieri pomeriggio con un rinnovo firmato dal dipartimento ambiente della Regione Calabria, senza alcun confronto in Consiglio Regionale, l’emendamento che autorizza tutti gli impianti privati in Calabria a trattare i rifiuti tal quale è stato prorogato sino a fine Dicembre. A decretarlo è un documento che è apparso intorno alle 18 di ieri pomeriggio privo di riferimenti normativi, ma forte dell’autorizzazione del governatore Mario Oliverio.
Oggi la discarica qualora non fosse stato firmato avrebbe dovuto ‘chiudere bottega’. Ma così non è stato. Anzi. Gli operai della Mi.Ga. continuano a lavorare in contrada San Nicola per ampliare la volumetria della discarica, mentre i camion di Calabra Maceri ed Ecologia Oggi sversano rifiuti ininterrottamente. La cittadinanza insieme agli attivisti del Comitato Ambientale Presilano si è già mobilitata. Dall’alba di stamane sulla Silana – Crotonese nei pressi dello svincolo di Celico è in corso un presidio di protesta permanente. Gli ambientalisti sono già organizzati con le tende per trascorrere la notte sulla statale. Lì rimarranno sinchè Oliverio non deciderà di parlare con loro e ritirare (con un provvedimento di autotutela previsto dalla legge usato già per il sito di Battaglina) l’Aia , l’autorizzazione ambientale integrata che permetterà ai Vrenna di lavorare nell’illegalità per i prossimi dodici anni continuando ad avvelenare la Presila. Su questo fronte il Comitato attraverso il suo avvocato Marcello Nardi ha già depositato il ricorso per far sì che tale autorizzazione sia annullata e la discarica venga chiusa.
Sulle criticità che renderebbero la discarica di fatto illegale gli attivisti del Comitato Ambientale ricordano gli elementi più anomali: “a cominciare dalle distanze minime dai centri abitati non rispettate, alla vicinanza da corsi d’acqua e falde acquifere, a più di 900 metri sul livello del mare, alla totale incompatibilità della strada col traffico pesante di cui è oggetto, alla pericolosità dei materiali conferiti in quanto non trattati secondo normativa, per passare alla presenza di inquinanti nell’area, certificati dall’Arpacal, che quantomeno sconsiglierebbero l’esercizio di un’altra discarica nella zona”. Nonostante ciò il consigliere Giudiceandrea che aveva dichiarato la propria solidarietà alla causa dichiarando che avrebbe partecipato anche ai blocchi dei Tir se il decreto fosse stato rinnovato appresa la notizia della proroga ha esultato. “E’ un enorme successo – ha affermato il consigliere regionale in una nota – quello ottenuto oggi sull’annosa questione della discarica di Celico.
Finalmente un’ordinanza della Presidenza della Regione Calabria ha inibito il conferimento dei rifiuti indifferenziati e organici in quella che era diventata una vera e propria bomba ecologica”. Forse non ha capito. Forse non ha letto bene il documento. O forse, non l’ha affatto letto e ha solo assunto le funzioni di megafono del PD e del governatore Oliverio. “Una grande vittoria – ha definito Giudiceandrea il rinnovo dell’emendamento Orsomarso – che ci riempie di soddisfazione. Finalmente niente più veleni, né odori nauseabondi che invadono casa e impregnano vestiti e anime. Oggi possiamo dire che almeno per ora siamo riusciti a salvaguardare e tutelare non solo l’ambiente ma soprattutto la nostra salute e quella dei nostri figli”. Eppure i residenti della Presila costretti a respirare i miasmi dei Vrenna hanno un’idea totalmente opposta. Ed a Celico, se nulla cambierà, continueranno a scavare buche per riempirle con il tal quale dei Pellegrino di Calabra Maceri e del patron Guarascio di Ecologia Oggi.
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
L'Expo è finito. E la sede milanese è ancora chiusa.
Oliverio aveva assicurato l'apertura dei locali milanesi in occasione dell'Esposizione universale. Ma le serrande sono rimaste sempre abbassate. Mentre la Regione continua a pagare un affitto record.
Doveva essere la «vetrina» della Calabria durante l'Expo. Orbene: mancano solo 4 giorni alla chiusura dell'Esposizione universale ma la sede della Regione a Milano, dopo sei mesi, rimane chiusa (vedi foto), senza che siano nemmeno stati avviati i lavori di riqualificazione dei locali. Eppure il governatore Mario Oliverio aveva garantito che i locali a due passi dal Duomo sarebbero stati riaperti in tempo record, proprio per sfruttare le irripetibili opportunità offerte dall'Expo: «Nei sei mesi di manifestazione la nostra presenza sarà continuativa poiché pensiamo, tra l'altro, di recuperare la nostra sede di Milano, in via Broletto, rimasta chiusa fino a ora, e farne una vetrina nel cuore di Milano, per il nostro patrimonio naturalistico, paesaggistico, storico, culturale, enogastronomico». Era l'8 maggio. Pochi giorni più tardi, il 20, è l'allora vicepresidente della giunta, Vincenzo Ciconte, a rilanciare il progetto, usando le stesse identiche parole di Oliverio: «Per garantire una presenza continuativa durante il periodo interessato dalle attività di Expo 2015, si sta procedendo a recuperare la sede di Milano, in Via Broletto, rimasta chiusa fino a ora, per farne una vetrina nel cuore di Milano, per il nostro patrimonio naturalistico, paesaggistico, storico, culturale, enogastronomico. Si farà con il concorso attivo degli operatori, dei produttori, della rete che opera sul nostro territorio». Ciconte rispondeva così a un'interrogazione a risposta scritta presentata dal consigliere regionale Giuseppe Graziano, che voleva conoscere le azioni messe in campo dalla giunta per valorizzare (anzi, per una buona volta usare) la sede nel cuore della città della Madonnina.
RIQUALIFICAZIONE? L'ex vicegovernatore (poi sostituito da Antonio Viscomi in occasione del rimpasto dell'esecutivo seguito allo scandalo Rimborsopoli) ostentava tranquillità, non senza assicurare che «si sono già attivate e sono in fase di esecuzione, attività tecniche per procedere con la riqualificazione e funzionalizzazione dei locali con alcuni interventi migliorativi per permetterne un'immediata fruizione». Di immediato non si è poi visto nulla: l'Expo è finito e le serrande della Calabria sono rimaste abbassate. La sede era abbandonata prima e tale è rimasta malgrado il fenomenale traino dell'Esposizione, che a Milano ha richiamato milioni di visitatori. Ciconte aveva avuto modo di conoscere i locali di via Broletto: «Li ho visti in questo periodo in cui siamo andati all'inaugurazione dell'Expo e stiamo cercando di mettere in moto tutti i meccanismi utili per far di quella sede una vetrina della nostra regione». Propositi a cui non è seguito alcun atto concreto.
L'AFFITTO Sarebbe già di per sé grave non aver "inaugurato" una sede di proprietà; ma il fatto è che quell'immobile è pure in affitto. E il canone di locazione è da capogiro: 8mila euro al mese, per un totale di 96mila euro all'anno (il contratto scade a fine 2017). Soldi spesi per una filiale off limits, nonostante fosse stata inizialmente destinata «allo svolgimento di attività di promozione e valorizzazione del territorio regionale volte a rafforzare i legami con la terra d'origine dei calabresi residenti fuori regione».
FLOP Il primo ufficio di rappresentanza meneghino è stato aperto nel 1973 dall'allora presidente della giunta Antonio Guarasci e dall'assessore al Turismo Giuseppe Nicolò. Negli anni altri governatori hanno provato a rendere produttiva la sede. Nel 2008 Agazio Loiero butta la spugna e la chiude per mancanza di fondi, ma non definitivamente. Riapre nel febbraio 2010, e stavolta l'intenzione è di farla cogestire dal Coser (Consorzio servizi regionali) e dalla Feiacc (Federazione italiana associazioni e circoli calabresi). Poi alla Regione arriva Peppe Scopelliti e si inizia a pensare in grande. Nel giugno 2013 viene inaugurato in pompa magna lo "Spazio Calabria", con tanto di hostess e degustazione di dolcetti tipici calabresi. L'operazione, però, è ancora una volta un fiasco totale. Da allora sono stati sborsati più di 200mila euro per un servizio di fatto inesistente. Fino al flop finale di Oliverio, avvenuto in occasione del primo Expo italiano dopo quello di Torino del 1911. Magari tra altri 100 anni la sede di via Broletto sarà finalmente pronta.
Pietro Bellantoni - http://www.corrieredellacalabria.it - 27/10/2015.
Oliverio aveva assicurato l'apertura dei locali milanesi in occasione dell'Esposizione universale. Ma le serrande sono rimaste sempre abbassate. Mentre la Regione continua a pagare un affitto record.
Doveva essere la «vetrina» della Calabria durante l'Expo. Orbene: mancano solo 4 giorni alla chiusura dell'Esposizione universale ma la sede della Regione a Milano, dopo sei mesi, rimane chiusa (vedi foto), senza che siano nemmeno stati avviati i lavori di riqualificazione dei locali. Eppure il governatore Mario Oliverio aveva garantito che i locali a due passi dal Duomo sarebbero stati riaperti in tempo record, proprio per sfruttare le irripetibili opportunità offerte dall'Expo: «Nei sei mesi di manifestazione la nostra presenza sarà continuativa poiché pensiamo, tra l'altro, di recuperare la nostra sede di Milano, in via Broletto, rimasta chiusa fino a ora, e farne una vetrina nel cuore di Milano, per il nostro patrimonio naturalistico, paesaggistico, storico, culturale, enogastronomico». Era l'8 maggio. Pochi giorni più tardi, il 20, è l'allora vicepresidente della giunta, Vincenzo Ciconte, a rilanciare il progetto, usando le stesse identiche parole di Oliverio: «Per garantire una presenza continuativa durante il periodo interessato dalle attività di Expo 2015, si sta procedendo a recuperare la sede di Milano, in Via Broletto, rimasta chiusa fino a ora, per farne una vetrina nel cuore di Milano, per il nostro patrimonio naturalistico, paesaggistico, storico, culturale, enogastronomico. Si farà con il concorso attivo degli operatori, dei produttori, della rete che opera sul nostro territorio». Ciconte rispondeva così a un'interrogazione a risposta scritta presentata dal consigliere regionale Giuseppe Graziano, che voleva conoscere le azioni messe in campo dalla giunta per valorizzare (anzi, per una buona volta usare) la sede nel cuore della città della Madonnina.
RIQUALIFICAZIONE? L'ex vicegovernatore (poi sostituito da Antonio Viscomi in occasione del rimpasto dell'esecutivo seguito allo scandalo Rimborsopoli) ostentava tranquillità, non senza assicurare che «si sono già attivate e sono in fase di esecuzione, attività tecniche per procedere con la riqualificazione e funzionalizzazione dei locali con alcuni interventi migliorativi per permetterne un'immediata fruizione». Di immediato non si è poi visto nulla: l'Expo è finito e le serrande della Calabria sono rimaste abbassate. La sede era abbandonata prima e tale è rimasta malgrado il fenomenale traino dell'Esposizione, che a Milano ha richiamato milioni di visitatori. Ciconte aveva avuto modo di conoscere i locali di via Broletto: «Li ho visti in questo periodo in cui siamo andati all'inaugurazione dell'Expo e stiamo cercando di mettere in moto tutti i meccanismi utili per far di quella sede una vetrina della nostra regione». Propositi a cui non è seguito alcun atto concreto.
L'AFFITTO Sarebbe già di per sé grave non aver "inaugurato" una sede di proprietà; ma il fatto è che quell'immobile è pure in affitto. E il canone di locazione è da capogiro: 8mila euro al mese, per un totale di 96mila euro all'anno (il contratto scade a fine 2017). Soldi spesi per una filiale off limits, nonostante fosse stata inizialmente destinata «allo svolgimento di attività di promozione e valorizzazione del territorio regionale volte a rafforzare i legami con la terra d'origine dei calabresi residenti fuori regione».
FLOP Il primo ufficio di rappresentanza meneghino è stato aperto nel 1973 dall'allora presidente della giunta Antonio Guarasci e dall'assessore al Turismo Giuseppe Nicolò. Negli anni altri governatori hanno provato a rendere produttiva la sede. Nel 2008 Agazio Loiero butta la spugna e la chiude per mancanza di fondi, ma non definitivamente. Riapre nel febbraio 2010, e stavolta l'intenzione è di farla cogestire dal Coser (Consorzio servizi regionali) e dalla Feiacc (Federazione italiana associazioni e circoli calabresi). Poi alla Regione arriva Peppe Scopelliti e si inizia a pensare in grande. Nel giugno 2013 viene inaugurato in pompa magna lo "Spazio Calabria", con tanto di hostess e degustazione di dolcetti tipici calabresi. L'operazione, però, è ancora una volta un fiasco totale. Da allora sono stati sborsati più di 200mila euro per un servizio di fatto inesistente. Fino al flop finale di Oliverio, avvenuto in occasione del primo Expo italiano dopo quello di Torino del 1911. Magari tra altri 100 anni la sede di via Broletto sarà finalmente pronta.
Pietro Bellantoni - http://www.corrieredellacalabria.it - 27/10/2015.
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
Gli sprechi.
E poi mi parlano di tagli alla sanità, IRAP alle stelle, Addizionali, etc, per pagare il buco (degli altri) in Regione...ma questi 200.000 euro non potevo essere impiegati "meglio"???
E poi mi parlano di tagli alla sanità, IRAP alle stelle, Addizionali, etc, per pagare il buco (degli altri) in Regione...ma questi 200.000 euro non potevo essere impiegati "meglio"???
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Re: Oliverio presidente della Regione Calabria
Caro Mario, sei diventato un cinghiale anche tu…
Caro Mario Oliverio, un anno fa in molti ti hanno votato (noi ovviamente no), convinti che potessi perlomeno dare smalto all’idea di sinistra.
I tuoi estimatori dicevano che a convincerli era soprattutto la tua volontà ferrea di non allearti con i cinghiali.
Un anno dopo, invece, con i cinghiali non solo ci vai a cena ma li nomini vicepresidenti, gli lasci fare tutto quello che vogliono nella sanità e nell’edilizia sociale. Non sei neanche in grado di tirare un calcio in cul* al commissario Filippelli, che sta facendo cose turche su tutto il territorio provinciale.
Del resto, siete tutti diventati renziani e tu, che hai vinto le elezioni e potresti governare libero fino al 2019, hai scelto di appecoronarti a gente che ha fatto politica per arricchirsi.
Tra poco, vedrai, arriverà la grande onda, quella di cui si parla sempre nel capolavoro “Un mercoledi da leoni”: non sarà solo la DDA di Catanzaro a trascinare con se sindaci e consiglieri regionali e comunali (qualcuno anche molto vicino a te) ma anche altre procure.
Finirà persino il regno di Tonino il furbo…
Dicono che abbia risolto i suoi problemi giudiziari: niente di più falso! Il famoso avvocato Gaetano, destinatario di 416 (che bel numero..) incarichi legali, è a giudizio con Gianfranco Scarpelli.
Umberto De Rose, che quella famosa sera si prese la colpa di avere agito in nome e per conto di Tonino il cinghiale, è rinviato a giudizio. E Umbertino, se ce ne sarà la necessità, non ci penserà un attimo a scaricare questo soggetto squallido.
Caro Mario, tu queste cose dentro di te le conosci e le sai.
Però, un anno dopo, sei diventato un cinghiale, sei diventato uno di loro. Insieme a te anche Madame Fifì, che almeno con i cinghiali ci aveva sempre inzuppato il biscotto e intrallazzato, ma tu caro “Palla Palla” ci stai facendo davvero una figura da quattro soldi.
Hai perso il contatto con la gente perbene, non solo di sinistra, che ti ha votato. E anche con quelli, perbene, che non ti hanno votato , che non sono di sinistra e che sognano una Calabria senza cinghiali.
Rileggi queste parole e rifletti: parla con la tua coscienza. Se continui cosi, tra un poco finirai impallinato da questa gente che ti butterà a mare.
Reagisci ! O passerai alla storia come un re Travicello qualsiasi.
Vrigogna da facci tua…
http://www.iacchite.com - 16/11/2015.
Caro Mario Oliverio, un anno fa in molti ti hanno votato (noi ovviamente no), convinti che potessi perlomeno dare smalto all’idea di sinistra.
I tuoi estimatori dicevano che a convincerli era soprattutto la tua volontà ferrea di non allearti con i cinghiali.
Un anno dopo, invece, con i cinghiali non solo ci vai a cena ma li nomini vicepresidenti, gli lasci fare tutto quello che vogliono nella sanità e nell’edilizia sociale. Non sei neanche in grado di tirare un calcio in cul* al commissario Filippelli, che sta facendo cose turche su tutto il territorio provinciale.
Del resto, siete tutti diventati renziani e tu, che hai vinto le elezioni e potresti governare libero fino al 2019, hai scelto di appecoronarti a gente che ha fatto politica per arricchirsi.
Tra poco, vedrai, arriverà la grande onda, quella di cui si parla sempre nel capolavoro “Un mercoledi da leoni”: non sarà solo la DDA di Catanzaro a trascinare con se sindaci e consiglieri regionali e comunali (qualcuno anche molto vicino a te) ma anche altre procure.
Finirà persino il regno di Tonino il furbo…
Dicono che abbia risolto i suoi problemi giudiziari: niente di più falso! Il famoso avvocato Gaetano, destinatario di 416 (che bel numero..) incarichi legali, è a giudizio con Gianfranco Scarpelli.
Umberto De Rose, che quella famosa sera si prese la colpa di avere agito in nome e per conto di Tonino il cinghiale, è rinviato a giudizio. E Umbertino, se ce ne sarà la necessità, non ci penserà un attimo a scaricare questo soggetto squallido.
Caro Mario, tu queste cose dentro di te le conosci e le sai.
Però, un anno dopo, sei diventato un cinghiale, sei diventato uno di loro. Insieme a te anche Madame Fifì, che almeno con i cinghiali ci aveva sempre inzuppato il biscotto e intrallazzato, ma tu caro “Palla Palla” ci stai facendo davvero una figura da quattro soldi.
Hai perso il contatto con la gente perbene, non solo di sinistra, che ti ha votato. E anche con quelli, perbene, che non ti hanno votato , che non sono di sinistra e che sognano una Calabria senza cinghiali.
Rileggi queste parole e rifletti: parla con la tua coscienza. Se continui cosi, tra un poco finirai impallinato da questa gente che ti butterà a mare.
Reagisci ! O passerai alla storia come un re Travicello qualsiasi.
Vrigogna da facci tua…
http://www.iacchite.com - 16/11/2015.
ODIO ETERNO AL CALCIO MODERNO!!!