RIP GIGI MARULLA
-
- Veterano
- Messaggi: 3269
- Iscritto il: venerdì 16 gennaio 2009, 13:00
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 1 volta
Re: RIP GIGI MARULLA
il risveglio è ancora più triste del giorno prima e un vuoto di dolore sovrasta qualunque umana sensazione..
un grandissimo abbraccio a kevin e a tutta la sua famiglia..
l'intitolazione del nostro stadio a "Luigi Marulla" e il ritiro della numero 9 mi sembrano le cose minime da fare per ricordare e onorare degnamente un Grandissimo Uomo e un Magnifico Capitano..
un grandissimo abbraccio a kevin e a tutta la sua famiglia..
l'intitolazione del nostro stadio a "Luigi Marulla" e il ritiro della numero 9 mi sembrano le cose minime da fare per ricordare e onorare degnamente un Grandissimo Uomo e un Magnifico Capitano..
-
- Iscritto Attivo
- Messaggi: 9
- Iscritto il: mercoledì 8 luglio 2015, 18:03
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: RIP GIGI MARULLA
La camera ardente sara' allestita domani al marca e sempre domani i funerali si svolgeranno a piazza loreto alle 18
-
- Veterano
- Messaggi: 5966
- Iscritto il: lunedì 28 gennaio 2008, 22:37
- Genere: Seleziona
- Località: One Of These Days
- Ha ringraziato: 3043 volte
- Sei stato ringraziato: 1416 volte
Re: RIP GIGI MARULLA
GIGI MARULLA | Il vero nueve che fu ultimo re dei bruzi
20 LUGLIO 2015
di Ettore De Franco
Ci sono mille modi di scovare i tesori calabresi. Per arrivare alla Cattolica di Stilo si può prendere il classico cammino che da Monasterace Marina si lascia alle spalle la costa ionica per arrampicarsi sulle Serre, oppure ci si può arrivare dal versante opposto e meno ortodosso, prendendola alle spalle dalla montagna arrivando da Pazzano, per sorprenderla nella sfuggente bellezza che hanno cose e persone se guardate in un momento di distrazione. Di solito i viaggi in cui si percorrono le strade meno ovvie, quelli in cui tra la partenza e l’arrivo si toccano luoghi squallidi e posti magici, sono quelli che passano alla leggenda. Gigi Marulla, un ragazzo che nella memoria cosentina sempre sarà ricordato come stempiato e con un fisico da centromedianometodista più che da attaccante centrale, decise di passare per Avellino e Genova prima di stanziarsi definitivamente sulle rive del Crati. Apprese l’apertura mentale della vecchia Repubblica marinara e la capacità di resistenza all’oppressore nel Sannio, dove qualche millennio prima del suo arrivo la popolazione locale resistette a lungo prima di capitolare ai romani, per questo riuscì a diventare uno dei simboli della contraddittoria ed eclettica Cosenza, nonostante abbia chiuso la sua carriera da giocatore fra i Lupi del Pollino.
COME LUI NESSUNO Con il Cosenza Marulla ha disputato 330 partite con 91 reti fra Serie B e Serie C1
Quando penso a lui immagino le risate che s’è potuto fare quando qualcuno in televisione ha pronunciato per la prima volta la definizione di ‘falso nueve’, un insulto alla sua carriera ed a quella di molti centravanti che come lui fecero dell’abilità di segnare con scaltrezza e nonostante la marcatura stretta le colonne portanti della propria carriera. Se qualche allenatore, quando ancora non esistevano i droni, le statistiche esasperanti e Fifa (il videogioco) si fosse permesso di dire nelle sue vicinanze che il ‘suo attaccante preferito è lo spazio’ , sono sicuro che Giggi per dirlo alla cosentina, lo avrebbe colpito con la stessa mano destra che salutò Maradona al momento dello scambio dei gagliardetti nella storica amichevole che mise difronte i Lupi al Napoli del Diego. Gigi è uno di quei fenomeni (diverso ma non per questo meno significativo del Ronaldo dell’Inter) capaci di unire memoria individuale e collettiva in racconti senza inizio e senza fine; Marulla capitano di mille battaglie è un magico connubio che ti fa capire che come l’io si trasforma nel noi, che permette la celebrazione delle nozze tra realtà e fantasia; egli era un attaccante assolutamente autosufficiente capace di inventarsi gol nella solitudine dell’area di rigore ma che, al tempo stesso, si sublimava con grande generosità nell’interazione con i suoi partner portando al delirio diffuso quando in Curva Sud si cantava ‘rulla Marulla La Canna’. Dopo il suo gol ai supplementari a Pescara contro la Salernitana, giorno del signore 26 giugno del 1991, in quella partita che ci sembrava magica per il semplice fatto che il nome dell’attaccante di Stilo sgusciasse tra le corde vocali di Pizzul proprio come la sua casacca tra i legnosi centrali dei campani, ricordo di essere andato al fruttivendolo sotto casa e di aver preso in prestito una di quelle grandi banane di plastica della Chiquita per improvvisare una scarna sfilata di celebrazione per le vie di Commenda coi miei amici Marco e Maurizio, originari di San Benedetto Ullano.
RITIRATELA !La maglia numero nove di Marulla è un simbolo del calcio romantico riconosciuto in tutta Italia
Me lo ricordo Marulla, il Tamburino di Stilo. Ricordo l’ammirazione attraverso cui guardai il suo primo gol, uno stacco di testa controtempo per spiazzare il portiere, nel folle 7 a 4 contro la Reggiana il trenta di dicembre del 1990, in una partita degna di una canzone di Offlaga Disco Pax. Quella partita la ascoltai per radio col mio amico Pippo e suo nonno di San Giovanni in Fiore, in una fredda casa posta alla fine de à sagliuta ì Pagliaro. Marulla è stato il leit motiv di migliaia di storie che grazie al Cosenza si popolavano di posti, luoghi e personaggi, di socialità e solidarietà. Una di queste storie, quella di Marulla, numero 9, si chiude col più crudele dei gol, l’otto di giugno del ’97 a Padova, quello che ci fece capire una volta per tutte che a salvezza ottenuta o in caso di retrocessione matematica, che lanciato in contropiede o sul filo del fuorigioco, che sotto la Sud o in una fredda trasferta Gigi il suo golletto lo garantiva sempre. Nel secondo tempo della sua breve vita è stato allenatore senza rincorrere i fasti, maestro per molti giovanissimi alle prese con i primi calc* e uomo discreto disponibile e impegnato. Con la nove sulle spalle è stato invece idolo di Lupi e Grifoni, simbolo senza macchia di un calcio romantico oggi da molti rimpianto. Con 330 presenze e 91 reti in riva al Crati è diventato una bandiera del Cosenza celebrata nel giorno del centenario e conosciuta da tutta Italia anche se nella massima serie non è mai riuscito ad arrivare. Sarebbe forse stato uno Schillaci, ma se a Napoli dici Maradona e a Roma dici Totti a Cosenza devi dire Gigi Marulla, e questo non cambierà mai, soprattutto se, come molti chiedono in queste ore, lo stadio dove ha riscattato il destino di un branco un giorno porterà il suo nome.
I gol più belli del “Tamburino di Stilo” con il Cosenza Calcio
20 LUGLIO 2015
di Ettore De Franco
Ci sono mille modi di scovare i tesori calabresi. Per arrivare alla Cattolica di Stilo si può prendere il classico cammino che da Monasterace Marina si lascia alle spalle la costa ionica per arrampicarsi sulle Serre, oppure ci si può arrivare dal versante opposto e meno ortodosso, prendendola alle spalle dalla montagna arrivando da Pazzano, per sorprenderla nella sfuggente bellezza che hanno cose e persone se guardate in un momento di distrazione. Di solito i viaggi in cui si percorrono le strade meno ovvie, quelli in cui tra la partenza e l’arrivo si toccano luoghi squallidi e posti magici, sono quelli che passano alla leggenda. Gigi Marulla, un ragazzo che nella memoria cosentina sempre sarà ricordato come stempiato e con un fisico da centromedianometodista più che da attaccante centrale, decise di passare per Avellino e Genova prima di stanziarsi definitivamente sulle rive del Crati. Apprese l’apertura mentale della vecchia Repubblica marinara e la capacità di resistenza all’oppressore nel Sannio, dove qualche millennio prima del suo arrivo la popolazione locale resistette a lungo prima di capitolare ai romani, per questo riuscì a diventare uno dei simboli della contraddittoria ed eclettica Cosenza, nonostante abbia chiuso la sua carriera da giocatore fra i Lupi del Pollino.
COME LUI NESSUNO Con il Cosenza Marulla ha disputato 330 partite con 91 reti fra Serie B e Serie C1
Quando penso a lui immagino le risate che s’è potuto fare quando qualcuno in televisione ha pronunciato per la prima volta la definizione di ‘falso nueve’, un insulto alla sua carriera ed a quella di molti centravanti che come lui fecero dell’abilità di segnare con scaltrezza e nonostante la marcatura stretta le colonne portanti della propria carriera. Se qualche allenatore, quando ancora non esistevano i droni, le statistiche esasperanti e Fifa (il videogioco) si fosse permesso di dire nelle sue vicinanze che il ‘suo attaccante preferito è lo spazio’ , sono sicuro che Giggi per dirlo alla cosentina, lo avrebbe colpito con la stessa mano destra che salutò Maradona al momento dello scambio dei gagliardetti nella storica amichevole che mise difronte i Lupi al Napoli del Diego. Gigi è uno di quei fenomeni (diverso ma non per questo meno significativo del Ronaldo dell’Inter) capaci di unire memoria individuale e collettiva in racconti senza inizio e senza fine; Marulla capitano di mille battaglie è un magico connubio che ti fa capire che come l’io si trasforma nel noi, che permette la celebrazione delle nozze tra realtà e fantasia; egli era un attaccante assolutamente autosufficiente capace di inventarsi gol nella solitudine dell’area di rigore ma che, al tempo stesso, si sublimava con grande generosità nell’interazione con i suoi partner portando al delirio diffuso quando in Curva Sud si cantava ‘rulla Marulla La Canna’. Dopo il suo gol ai supplementari a Pescara contro la Salernitana, giorno del signore 26 giugno del 1991, in quella partita che ci sembrava magica per il semplice fatto che il nome dell’attaccante di Stilo sgusciasse tra le corde vocali di Pizzul proprio come la sua casacca tra i legnosi centrali dei campani, ricordo di essere andato al fruttivendolo sotto casa e di aver preso in prestito una di quelle grandi banane di plastica della Chiquita per improvvisare una scarna sfilata di celebrazione per le vie di Commenda coi miei amici Marco e Maurizio, originari di San Benedetto Ullano.
RITIRATELA !La maglia numero nove di Marulla è un simbolo del calcio romantico riconosciuto in tutta Italia
Me lo ricordo Marulla, il Tamburino di Stilo. Ricordo l’ammirazione attraverso cui guardai il suo primo gol, uno stacco di testa controtempo per spiazzare il portiere, nel folle 7 a 4 contro la Reggiana il trenta di dicembre del 1990, in una partita degna di una canzone di Offlaga Disco Pax. Quella partita la ascoltai per radio col mio amico Pippo e suo nonno di San Giovanni in Fiore, in una fredda casa posta alla fine de à sagliuta ì Pagliaro. Marulla è stato il leit motiv di migliaia di storie che grazie al Cosenza si popolavano di posti, luoghi e personaggi, di socialità e solidarietà. Una di queste storie, quella di Marulla, numero 9, si chiude col più crudele dei gol, l’otto di giugno del ’97 a Padova, quello che ci fece capire una volta per tutte che a salvezza ottenuta o in caso di retrocessione matematica, che lanciato in contropiede o sul filo del fuorigioco, che sotto la Sud o in una fredda trasferta Gigi il suo golletto lo garantiva sempre. Nel secondo tempo della sua breve vita è stato allenatore senza rincorrere i fasti, maestro per molti giovanissimi alle prese con i primi calc* e uomo discreto disponibile e impegnato. Con la nove sulle spalle è stato invece idolo di Lupi e Grifoni, simbolo senza macchia di un calcio romantico oggi da molti rimpianto. Con 330 presenze e 91 reti in riva al Crati è diventato una bandiera del Cosenza celebrata nel giorno del centenario e conosciuta da tutta Italia anche se nella massima serie non è mai riuscito ad arrivare. Sarebbe forse stato uno Schillaci, ma se a Napoli dici Maradona e a Roma dici Totti a Cosenza devi dire Gigi Marulla, e questo non cambierà mai, soprattutto se, come molti chiedono in queste ore, lo stadio dove ha riscattato il destino di un branco un giorno porterà il suo nome.
I gol più belli del “Tamburino di Stilo” con il Cosenza Calcio
My football team, my city, my life!!!
-
- Veterano
- Messaggi: 15812
- Iscritto il: mercoledì 7 settembre 2005, 10:34
- Genere: Seleziona
- Località: Fourmiles
- Ha ringraziato: 7767 volte
- Sei stato ringraziato: 1933 volte
Re: RIP GIGI MARULLA
La stima e il rispetto di chi ti ha conosciuto danno la misura della tua persona.
Il calciatore, il bomber, il capitano sono titoli, accessori, della Grandezza di Uomo.
Ciao Gigi, sventola alta la bandiera della tua e della nostra COSENTINITA'.
Il calciatore, il bomber, il capitano sono titoli, accessori, della Grandezza di Uomo.
Ciao Gigi, sventola alta la bandiera della tua e della nostra COSENTINITA'.
B O I C o o p !
-
- Iscritto Attivo
- Messaggi: 1
- Iscritto il: lunedì 20 luglio 2015, 11:57
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: RIP GIGI MARULLA
Sono un tifoso della Reggina e provo un enorme dispiacere per la sorte che ha toccato Gigi Marulla.
Quando si giocava contro il cosenza non temevo nessuno tranne che Gigi Marulla. Aveva qualcosa in più, qualcosa che incuteva timore. Era un attaccante di Categoria come pochi.
Probabilmente non scriverò più qua ma dovevo lasciare un saluto ad un grande uomo calabrese.
Che la terra ti sia lieve Gigi.
Quando si giocava contro il cosenza non temevo nessuno tranne che Gigi Marulla. Aveva qualcosa in più, qualcosa che incuteva timore. Era un attaccante di Categoria come pochi.
Probabilmente non scriverò più qua ma dovevo lasciare un saluto ad un grande uomo calabrese.
Che la terra ti sia lieve Gigi.
-
- Moderatore
- Messaggi: 9856
- Iscritto il: mercoledì 3 agosto 2005, 13:07
- Genere: Seleziona
- Località: Milano
- Ha ringraziato: 396 volte
- Sei stato ringraziato: 868 volte
Re: RIP GIGI MARULLA
Ho letto sul "Muro" dei Grifoni questo episodio riguardante Gigi e vorrei condividerlo con tutti voi...
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
-
- Assiduo
- Messaggi: 532
- Iscritto il: martedì 17 febbraio 2015, 13:09
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 13 volte
- Sei stato ringraziato: 14 volte
Re: RIP GIGI MARULLA
mi hai fatto piangere di gioia...
è adesso di dolore..grazie capitano
è adesso di dolore..grazie capitano
Per una squadra magica,che rappresenta la mia città!
COSENZA SIAMO NOI!!
COSENZA SIAMO NOI!!
-
- Moderatore
- Messaggi: 3398
- Iscritto il: sabato 12 maggio 2007, 11:24
- Genere: Seleziona
- Località: Cosenza
- Ha ringraziato: 8 volte
- Sei stato ringraziato: 75 volte
Re: RIP GIGI MARULLA
Tanti, troppo ricordi mi legano a te.
Ancora non ce la faccio a parlare ed a scrivere.
Non è possibile.
Ancora non ce la faccio a parlare ed a scrivere.
Non è possibile.
ODIO ETERNO AL CALCIO MODERNO!!!
-
- Partecipante
- Messaggi: 379
- Iscritto il: martedì 24 luglio 2012, 22:21
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: RIP GIGI MARULLA
Ho letto quest'articolo su un sito del cozzo.
Lo voglio riportare perchè quando anche gli avversari piu ostili ti ricordano così vuol dire che sei stato un grande uomo. Sottolineo che anche tutti i commenti all'articolo sono solo lodi a gigi. E visto tutti gli stupidi che ci sono in giro non è banale.
La morte di Marulla. La fine di un'epoca di ivan pugliese
Ricordo di un avversario leale, simbolo del calcio di provincia impregnato di sudore e valori
Sono passati quasi 12 anni da uno dei miei primi articoli per UsCatanzaro.net. Raccontavo della mia prima volta al "Ceravolo", del mio primo derby. Spiegavo i motivi per cui la scomparsa del Cosenza dalle mappe del calcio, divorato dalla gestione Pagliuso, era una perdita grave anche per noi catanzaresi. I tifosi delle generazioni precedenti erano cresciuti con la serie A, con il derby del Sud contro il Napoli, con Mazzola, Rivera, Platini, Falcao e tutti gli altri.
La mia generazione è cresciuta con un altro derby, quello con il Cosenza. E anche se gli incroci non sono stati numerosi, per tutti noi Gigi Marulla era il Cosenza come Massimo Palanca è il Catanzaro. I due si sono solo sfiorati, nella stagione 89-90, l'ultima per il nostro re con soli due gol e una brutta retrocessione, la prima di otto campionati consecutivi in B per il Cosenza dopo il ritorno di Marulla. Il bomber di Stilo era la bandiera dei cugini, sventolata con orgoglio davanti ai baffoni di Palanca.
Per tutti noi Gigi Marulla era l'avversario più temibile, il calciatore più odiato e schernito dalla curva. Proprio perché Marulla era il Cosenza e se vuoi deridere il tuo avversario devi per forza colpirne i suoi simboli. Come Palanca aveva tentato la sua avventura al Napoli, così Marulla andò al Genoa prima di tornare nella terra che più gli aveva dato soddisfazioni, per diventarne un simbolo da tramandare alle generazioni future di tifosi.
Palanca e Marulla, due carriere diverse, due facce dello stesso calcio di provincia. Un calcio fatto di strette di mano, di sudore, di fisici normali, di esultanze contenute, di stadi stracolmi pronti a ruggire ad ogni gol. Gigi Marulla, dietro quel volto segnato dalle rughe e scolpito dal sole del Sud, era un attaccante che sapeva fare tutto e che oggi potrebbe insegnare calcio a tanti ragazzotti pieni di sogni e di tatuaggi. Per questo si era dedicato alla valorizzazione dei giovani, alle scuole calcio e a qualche esperienza in panchina.
La sua morte, improvvisa e prematura, ci colpisce e ci addolora. È una pagina di vecchio calcio che si chiude bruscamente in un torrido pomeriggio calabrese. Per lui, Gigi Marulla, professione attaccante, c'è un posto riservato nell'eternità. Con una maglia rosso-blu, il numero nove e la fascia da capitano stretta al braccio.
Lo voglio riportare perchè quando anche gli avversari piu ostili ti ricordano così vuol dire che sei stato un grande uomo. Sottolineo che anche tutti i commenti all'articolo sono solo lodi a gigi. E visto tutti gli stupidi che ci sono in giro non è banale.
La morte di Marulla. La fine di un'epoca di ivan pugliese
Ricordo di un avversario leale, simbolo del calcio di provincia impregnato di sudore e valori
Sono passati quasi 12 anni da uno dei miei primi articoli per UsCatanzaro.net. Raccontavo della mia prima volta al "Ceravolo", del mio primo derby. Spiegavo i motivi per cui la scomparsa del Cosenza dalle mappe del calcio, divorato dalla gestione Pagliuso, era una perdita grave anche per noi catanzaresi. I tifosi delle generazioni precedenti erano cresciuti con la serie A, con il derby del Sud contro il Napoli, con Mazzola, Rivera, Platini, Falcao e tutti gli altri.
La mia generazione è cresciuta con un altro derby, quello con il Cosenza. E anche se gli incroci non sono stati numerosi, per tutti noi Gigi Marulla era il Cosenza come Massimo Palanca è il Catanzaro. I due si sono solo sfiorati, nella stagione 89-90, l'ultima per il nostro re con soli due gol e una brutta retrocessione, la prima di otto campionati consecutivi in B per il Cosenza dopo il ritorno di Marulla. Il bomber di Stilo era la bandiera dei cugini, sventolata con orgoglio davanti ai baffoni di Palanca.
Per tutti noi Gigi Marulla era l'avversario più temibile, il calciatore più odiato e schernito dalla curva. Proprio perché Marulla era il Cosenza e se vuoi deridere il tuo avversario devi per forza colpirne i suoi simboli. Come Palanca aveva tentato la sua avventura al Napoli, così Marulla andò al Genoa prima di tornare nella terra che più gli aveva dato soddisfazioni, per diventarne un simbolo da tramandare alle generazioni future di tifosi.
Palanca e Marulla, due carriere diverse, due facce dello stesso calcio di provincia. Un calcio fatto di strette di mano, di sudore, di fisici normali, di esultanze contenute, di stadi stracolmi pronti a ruggire ad ogni gol. Gigi Marulla, dietro quel volto segnato dalle rughe e scolpito dal sole del Sud, era un attaccante che sapeva fare tutto e che oggi potrebbe insegnare calcio a tanti ragazzotti pieni di sogni e di tatuaggi. Per questo si era dedicato alla valorizzazione dei giovani, alle scuole calcio e a qualche esperienza in panchina.
La sua morte, improvvisa e prematura, ci colpisce e ci addolora. È una pagina di vecchio calcio che si chiude bruscamente in un torrido pomeriggio calabrese. Per lui, Gigi Marulla, professione attaccante, c'è un posto riservato nell'eternità. Con una maglia rosso-blu, il numero nove e la fascia da capitano stretta al braccio.