Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
-
- Moderatore
- Messaggi: 3398
- Iscritto il: sabato 12 maggio 2007, 11:24
- Genere: Seleziona
- Località: Cosenza
- Ha ringraziato: 8 volte
- Sei stato ringraziato: 75 volte
Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Giusto per rinfrescare la memoria e ricordare chi, grazie alla lungimiranza di milioni di italioti, ha governato questo paese per oltre 10 anni.
Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore da Craxi a Mills.
Un impero fondato sui fondi neri: la carriera del Caimano che, dopo aver pagato politici, giudici e finanzieri, ha cambiato le leggi in suo favore.
Secondo Angelo Panebianco, editorialista del Corriere (e non solo lui), la condanna definitiva di B. per frode fiscale non dipende dal fatto che B. è un frodatore fiscale, ma dallo “squilibrio di potenza fra magistrati e politica”. Perché in Italia la politica sarebbe “un potere debole e diviso” che non riesce a riformare il “potere molto più forte e unito” della magistratura. Solo separando le carriere, abolendo l’azione penale obbligatoria, trasformando il pm in “avvocato dell’accusa”, spogliando il Csm, cambiando la scuola e il reclutamento delle toghe e rimpolpando i poteri del governo nella Costituzione si eviteranno sentenze come quella del 1° agosto. Forse Panebianco non sa che in tutte le democrazie del mondo, anche quelle che hanno da sempre nel loro ordinamento le riforme da lui auspicate, capita di continuo che uomini politici vengano condannati se frodano il fisco, con l’aggiunta che vengono pure arrestati e, un attimo prima, cacciati dalla vita politica. Ma soprattutto il nostro esperto di nonsisachè ignora la carriera criminale di B., che froda il fisco da quando aveva i calzoni corti. E se non fu scoperto all’epoca è perché con i fondi neri corrompeva politici, Guardia di Finanza e giudici che avrebbero potuto scoperchiare le sue frodi fin dagli anni 70. Chi conosce il curriculum del neo-pregiudicato non si stupisce per la condanna dell’altro giorno, ma per il fatto che un tale delinquente matricolato sia rimasto a piede libero fino a oggi.
La prima visita
Il 12 novembre 1979 una squadretta della Guardia di Finanza ispeziona l’Edilnord Centri Residenziali Sas che sta realizzando a Segrate la città-satellite di Milano2, sospettata di varie irregolarità tributarie. Nel cantiere, con alcuni operai, c’è un omino spelacchiato e imbrillantinato che si presenta come “semplice consulente” della società. È Silvio Berlusconi, il proprietario, iscritto da un anno alla loggia deviata P2. I finanzieri vogliono sapere perché abbia prestato fideiussioni personali in favore di Edilnord e Sogeat, società il cui capitale è ufficialmente controllato da misteriosi soci svizzeri. Ma lui fa lo gnorri e mette a verbale: “Ho svolto un ruolo molto importante nei confronti dell’Edilnord Centri Residenziali e della Società generale attrezzature Sas, perché entrambe mi hanno fin dall’inizio affidato l’incarico professionale della progettazione e della direzione del complesso residenziale Milano 2”.
Anziché ridergli in faccia e approfondire le indagini, il maggiore Massimo Maria Berruti che guida la squadra si beve tutto, chiude l’ispezione in meno di un mese, nonostante le anomalie finanziarie riscontrate e archivia tutto con una relazione rose e fiori. Poi, il 12 marzo 1980, si dimette dalle Fiamme Gialle. Per qualche mese lavora per l’avvocato d’affari Alessandro Carnelutti, titolare a Milano di un importante studio legale con sedi a New York e Londra, dove si appoggia all’avvocato inglese David Mackenzie Mills. Poi Berruti inizia a lavorare per il gruppo Fininvest, specializzandosi in operazioni finanziarie estere e in contratti per i calciatori stranieri del Milan. Gli altri due graduati che erano con lui nel blitz del ’79 sono il colonnello Salvatore Gallo e il capitano Alberto Corrado. Il nome di Gallo verrà trovato nelle liste della loggia P2. Corrado verrà arrestato nel ’94 e poi condannato con Berruti per i depistaggi nell’inchiesta sulle mazzette Fininvest. Versate a chi? Alla Guardia di finanza, naturalmente.
San Bettino vede e provvede
Nel 1980 Berlusconi rischia di ritrovarsi un’altra volta la Finanza in casa. Allarmatissimo, scrive una lettera all’amico Bettino Craxi, leader del Psi che sostiene il governo Cossiga: “Caro Bettino, come ti ho accennato verbalmente, Radio Fante ha annunciato che dopo la visita a Torino, Guffanti e Cabassi, la Polizia tributaria si interesserà a me… Ti ringrazio per quello che crederai sia giusto fare” (lettera pubblicata dal fotografo di Craxi, Umberto Cicconi, in Segreti e misfatti, Roma 2005). Che si sappia, anche quella volta le Fiamme Gialle si tengono alla larga dal Biscione. Che evidentemente ha sempre più cose da nascondere.
Giudici venduti e no
Il 24 maggio 1984 il vicecapo dell’Ufficio Istruzione di Roma, Renato Squillante, interroga B., assistito dall’avvocato Cesare Previti e imputato “ai sensi dell’articolo 1 della legge 15/12/69 n. 932” per interruzione di pubblico servizio a causa delle presunte antenne abusive sul Monte Cavo che interferiscono nelle frequenze radio della Protezione civile e dell’aeroporto di Fiumicino. Gli imputati sono un centinaio. Ma la posizione di B. viene subito archiviata il 20 luglio 1985, mentre altri 45 rimarranno sulla graticola fino al 1992 e se la caveranno solo grazie all’amnistia. Non potevano sapere che Squillante e Previti avevano conti comunicanti in Svizzera. Insomma, che il giudice romano era a libro paga della Fininvest. Il 16 ottobre 1984 i pretori di Torino, Pescara e Roma, Giuseppe Casalbore, Nicola Trifuoggi e Adriano Sansa, sequestrano gli impianti che consentono a Canale 5, Italia 1 e Rete 4 di trasmettere in contemporanea in tutt’Italia in spregio alla legge. Craxi neutralizza le ordinanze con due “decreti Berlusconi”.
Mills e la Fininvest occulta
Nel 1989 l’avvocato Mills, consulente Fininvest da alcuni anni, costituisce per conto del gruppo Berlusconi la All Iberian e decine di altre società offshore (la Kpmg, per conto della Procura di Milano, arriverà a contarne 64) domiciliate nelle isole del Canale (all’ombra di Sua Maestà britannica), nelle Isole Vergini e in altri paradisi fiscali. Ordine è partito dai responsabili della finanza estera del gruppo, Candia Camaggi e Giorgio Vanoni. Nasce così il “Comparto B” della Fininvest, “very discreet”, cioè occulto e in gran parte mai dichiarato nei bilanci consolidati, alimentato perlopiù dalla Silvio Berlusconi Finanziaria Sa (società lussemburghese regolarmente registrata a bilancio), ma anche da denaro proveniente dal Cavaliere in persona (in contanti, tramite “spalloni” che lo portano da Milano oltre il confine elvetico).
Sul conto svizzero di All Iberian, in soli sei anni, transitano in nero quasi mille miliardi di lire. Usati per operazioni riservate e inconfessabili, come confermeranno le sentenze definitive All Iberian, Mills e Mediaset. Anzitutto, B. versa 23 miliardi a Craxi tra il 1990 e il ’91. Gira soldi di nascosto ai suoi prestanome Renato Della Valle e Leo Kirch: non potendo, per la legge Mammì, detenere piú del 10% di Telepiú, B. finanzia occultamente le teste di legno che rilevano le sue quote eccedenti. Acquista per 456 miliardi il capitale di Telecinco, la tv spagnola, di cui per la legge antitrust di Madrid non potrebbe controllare più del 25%. Presta soldi a Giulio Margara, presidente di Auditel e direttore di Upa, l’associazione utenti pubblicitari. Gira 16 miliardi a Previti, in parte per pagarlo in nero in parte perché versi tangenti a giudici romani come Squillante e Vittorio Metta (autore della sentenza comprata che nel 1990 scippa la Mondadori a De Benedetti per regalarla alla Fininvest). Scala di nascosto i gruppi Rinascente, Standa e Mondadori in barba alla normativa Consob .
E soprattutto, tramite alcune offshore, intermedia l’acquisto di film dalle major di Hollywood, facendone lievitare i costi per 368 milioni di dollari e dunque abbattendo gli utili di Mediaset per tutti gli anni 90, consentendo al gruppo di pagare meno imposte e al beneficiario dei conti esterni, cioè a se stesso, di accumulare una fortuna extrabilancio ed esentasse. E cosí via. Resta pure il sospetto che parte del denaro di destinazione ignota sia servito a pagare i politici del pentapartito per la legge Mammì del 1990 sull’emittenza: quella che consente a B. di tenersi tutt’e tre le reti Fininvest in barba a qualunque minimo principio antitrust. Lo testimoniano i responsabili della Fiduciaria Orefici, che aiuta il Cavaliere a foraggiare il conto All Iberian: il dirigente Fininvest Mario Moranzoni confidò loro che “i politici costano, c’è in ballo la Mammí”. Per le presunte tangenti Fininvest in cambio di quella legge, la magistratura romana indagherà Gianni Letta e Adriano Galliani, ma l’ufficio Gip guidato da Squillante negherà il loro arresto, e l’inchiesta finirà nel nulla.
Le Fiamme Sporche
Nel 1989 il responsabile servizi fiscali della Fininvest, Salvatore Sciascia, altro ex finanziere passato alla corte del Cavaliere, si libera di una verifica fiscale a Videotime (la società Fininvest che racchiude Canale5, Rete4 e Italia1) versando ai finanzieri una tangente di 100 milioni di lire. Lo stesso fa nel 1991 con 130 milioni scuciti per ammorbidire un’ispezione a Mondadori. E poi nel 1992 con altri 100 milioni per una visita delle Fiamme Gialle a Mediolanum. E ancora nel 1994 con 50 milioni perché i finanzieri chiudano un occhio, o possibilmente due, durante un blitz disposto dalla Procura di Roma e dal Garante per l’editoria sulla reale proprietà di Telepiù: che, se dovesse risultare ancora in mano a B. tramite i soliti prestanome (così com’è nella realtà), porterebbe all’immediata revoca delle concessioni per Canale5, Rete4 e Italia1. Ma anche quella volta i finanzieri corrotti se ne vanno con gli occhi bendati.
Nel ’94, appena un sottufficiale confessa a Di Pietro di aver ricevuto parte di una tangente Fininvest, esplode lo scandalo Fiamme Sporche, che in poche settimane porta all’arresto di un centinaio di finanzieri corrotti e all’incriminazione di oltre 500 imprenditori e manager corruttori (il Gotha dell’imprenditoria milanese). Confessano quasi tutti. Tranne uno: Silvio B., che non può ammettere nulla perché è appena divenuto presidente del Consiglio. Sciascia dice che ha fatto tutto per ordine di Paolo Berlusconi, Silvio non c’entra nulla. Intanto l’avvocato Berruti chiama l’ex collega Corrado (quello dell’ispezione del 1979), ormai in pensione, perché tappi la bocca sulle mazzette Fininvest il capobanda, colonnello Angelo Tanca. E così avviene. Quando il pool Mani Pulite ha pronta la richiesta di cattura per Sciascia e Paolo, il governo di Silvio vieta la manette per corruzione col decreto Biondi.
È il 14 luglio ’94. L’Italia si ribella, Bossi e Fini si defilano, B. è costretto a ritirare il decreto a furor di popolo, così finiscono dentro Sciascia, Paolo, Corrado e Berruti. Il quale, si scopre, prima di orchestrare il depistaggio è volato a Roma per incontrare il premier a Palazzo Chigi. La prova che ha fatto tutto Silvio, non Paolo. Di qui l’invito a comparire durante la conferenza Onu di Napoli e poi il processo. Primo grado: condannati Silvio e Sciascia, assolto Paolo. Appello: prescritto Silvio, condannato Sciascia. Cassazione: condannato Sciascia, assolto per insufficienza di prove Silvio, perché potrebbe essere stato Paolo, che però non può essere riprocessato una volta assolto. La prova contro Silvio potrebbe, anzi dovrebbe fornirla Mills, sentito come testimone al processo: purtroppo è stato corrotto con 600mila dollari e mente ai giudici, salvando il Cavaliere.
9 processi aboliti per legge
Ma le tangenti c’erano, e quello che il gruppo Berlusconi ha da nascondere alla Guardia di Finanza è più che evidente. Lo dimostra la miriade di processi nati da quei fondi neri negli anni 90, quando i giudici e i finanzieri corrotti iniziano a scarseggiare. Non potendoli neutralizzare a monte a suon di mazzette, B. li cancella a valle con una raffica di leggi ad personam: falso in bilancio, condoni fiscali ed ex Cirielli. Risultato: 2 processi fulminati perché il reato non c’è più, cancellato dall’imputato (All Iberian-2 e Sme-2) e 8 caduti in prescrizione. L’ultimo, per il semplice decorrere del tempo, sulla divulgazione dell’intercettazione della telefonata segreta e rubata tra Fassino e Consorte.
Gli altri 7: corruzione del giudice Metta per la sentenza Mondadori e caso All Iberian-1 per i 23 miliardi a Craxi (prescritti grazie alle attenuanti generiche); falsi in bilancio Fininvest anni 90; altri falsi in bilancio per i 1550 miliardi di lire di fondi neri sottratti al consolidato col sistema All Iberian; fondi neri nel passaggio del calciatore Lentini dal Torino al Milan; corruzione giudiziaria del teste Mills (prescritti grazie al-l’ex Cirielli); appropriazioni indebite e i falsi in bilancio e la gran parte delle frodi fiscali sui diritti Mediaset (prescritti grazie al combinato disposto della legge sul falso in bilancio e all’ex Cirielli). I reati superstiti, e cioè le frodi fiscali del 2002 e 2003, per un totale di 7 milioni di euro (su un totale di 360 milioni di dollari, ormai evaporati), sono miracolosamente giunti in Cassazione per la sentenza definitiva del 1° agosto prima della solita falcidie. Sarebbe questo il sintomo di una politica debole e di una giustizia forte? E che c’entra, con questa fogna, la politica?
Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano del 7 agosto 2013.
Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore da Craxi a Mills.
Un impero fondato sui fondi neri: la carriera del Caimano che, dopo aver pagato politici, giudici e finanzieri, ha cambiato le leggi in suo favore.
Secondo Angelo Panebianco, editorialista del Corriere (e non solo lui), la condanna definitiva di B. per frode fiscale non dipende dal fatto che B. è un frodatore fiscale, ma dallo “squilibrio di potenza fra magistrati e politica”. Perché in Italia la politica sarebbe “un potere debole e diviso” che non riesce a riformare il “potere molto più forte e unito” della magistratura. Solo separando le carriere, abolendo l’azione penale obbligatoria, trasformando il pm in “avvocato dell’accusa”, spogliando il Csm, cambiando la scuola e il reclutamento delle toghe e rimpolpando i poteri del governo nella Costituzione si eviteranno sentenze come quella del 1° agosto. Forse Panebianco non sa che in tutte le democrazie del mondo, anche quelle che hanno da sempre nel loro ordinamento le riforme da lui auspicate, capita di continuo che uomini politici vengano condannati se frodano il fisco, con l’aggiunta che vengono pure arrestati e, un attimo prima, cacciati dalla vita politica. Ma soprattutto il nostro esperto di nonsisachè ignora la carriera criminale di B., che froda il fisco da quando aveva i calzoni corti. E se non fu scoperto all’epoca è perché con i fondi neri corrompeva politici, Guardia di Finanza e giudici che avrebbero potuto scoperchiare le sue frodi fin dagli anni 70. Chi conosce il curriculum del neo-pregiudicato non si stupisce per la condanna dell’altro giorno, ma per il fatto che un tale delinquente matricolato sia rimasto a piede libero fino a oggi.
La prima visita
Il 12 novembre 1979 una squadretta della Guardia di Finanza ispeziona l’Edilnord Centri Residenziali Sas che sta realizzando a Segrate la città-satellite di Milano2, sospettata di varie irregolarità tributarie. Nel cantiere, con alcuni operai, c’è un omino spelacchiato e imbrillantinato che si presenta come “semplice consulente” della società. È Silvio Berlusconi, il proprietario, iscritto da un anno alla loggia deviata P2. I finanzieri vogliono sapere perché abbia prestato fideiussioni personali in favore di Edilnord e Sogeat, società il cui capitale è ufficialmente controllato da misteriosi soci svizzeri. Ma lui fa lo gnorri e mette a verbale: “Ho svolto un ruolo molto importante nei confronti dell’Edilnord Centri Residenziali e della Società generale attrezzature Sas, perché entrambe mi hanno fin dall’inizio affidato l’incarico professionale della progettazione e della direzione del complesso residenziale Milano 2”.
Anziché ridergli in faccia e approfondire le indagini, il maggiore Massimo Maria Berruti che guida la squadra si beve tutto, chiude l’ispezione in meno di un mese, nonostante le anomalie finanziarie riscontrate e archivia tutto con una relazione rose e fiori. Poi, il 12 marzo 1980, si dimette dalle Fiamme Gialle. Per qualche mese lavora per l’avvocato d’affari Alessandro Carnelutti, titolare a Milano di un importante studio legale con sedi a New York e Londra, dove si appoggia all’avvocato inglese David Mackenzie Mills. Poi Berruti inizia a lavorare per il gruppo Fininvest, specializzandosi in operazioni finanziarie estere e in contratti per i calciatori stranieri del Milan. Gli altri due graduati che erano con lui nel blitz del ’79 sono il colonnello Salvatore Gallo e il capitano Alberto Corrado. Il nome di Gallo verrà trovato nelle liste della loggia P2. Corrado verrà arrestato nel ’94 e poi condannato con Berruti per i depistaggi nell’inchiesta sulle mazzette Fininvest. Versate a chi? Alla Guardia di finanza, naturalmente.
San Bettino vede e provvede
Nel 1980 Berlusconi rischia di ritrovarsi un’altra volta la Finanza in casa. Allarmatissimo, scrive una lettera all’amico Bettino Craxi, leader del Psi che sostiene il governo Cossiga: “Caro Bettino, come ti ho accennato verbalmente, Radio Fante ha annunciato che dopo la visita a Torino, Guffanti e Cabassi, la Polizia tributaria si interesserà a me… Ti ringrazio per quello che crederai sia giusto fare” (lettera pubblicata dal fotografo di Craxi, Umberto Cicconi, in Segreti e misfatti, Roma 2005). Che si sappia, anche quella volta le Fiamme Gialle si tengono alla larga dal Biscione. Che evidentemente ha sempre più cose da nascondere.
Giudici venduti e no
Il 24 maggio 1984 il vicecapo dell’Ufficio Istruzione di Roma, Renato Squillante, interroga B., assistito dall’avvocato Cesare Previti e imputato “ai sensi dell’articolo 1 della legge 15/12/69 n. 932” per interruzione di pubblico servizio a causa delle presunte antenne abusive sul Monte Cavo che interferiscono nelle frequenze radio della Protezione civile e dell’aeroporto di Fiumicino. Gli imputati sono un centinaio. Ma la posizione di B. viene subito archiviata il 20 luglio 1985, mentre altri 45 rimarranno sulla graticola fino al 1992 e se la caveranno solo grazie all’amnistia. Non potevano sapere che Squillante e Previti avevano conti comunicanti in Svizzera. Insomma, che il giudice romano era a libro paga della Fininvest. Il 16 ottobre 1984 i pretori di Torino, Pescara e Roma, Giuseppe Casalbore, Nicola Trifuoggi e Adriano Sansa, sequestrano gli impianti che consentono a Canale 5, Italia 1 e Rete 4 di trasmettere in contemporanea in tutt’Italia in spregio alla legge. Craxi neutralizza le ordinanze con due “decreti Berlusconi”.
Mills e la Fininvest occulta
Nel 1989 l’avvocato Mills, consulente Fininvest da alcuni anni, costituisce per conto del gruppo Berlusconi la All Iberian e decine di altre società offshore (la Kpmg, per conto della Procura di Milano, arriverà a contarne 64) domiciliate nelle isole del Canale (all’ombra di Sua Maestà britannica), nelle Isole Vergini e in altri paradisi fiscali. Ordine è partito dai responsabili della finanza estera del gruppo, Candia Camaggi e Giorgio Vanoni. Nasce così il “Comparto B” della Fininvest, “very discreet”, cioè occulto e in gran parte mai dichiarato nei bilanci consolidati, alimentato perlopiù dalla Silvio Berlusconi Finanziaria Sa (società lussemburghese regolarmente registrata a bilancio), ma anche da denaro proveniente dal Cavaliere in persona (in contanti, tramite “spalloni” che lo portano da Milano oltre il confine elvetico).
Sul conto svizzero di All Iberian, in soli sei anni, transitano in nero quasi mille miliardi di lire. Usati per operazioni riservate e inconfessabili, come confermeranno le sentenze definitive All Iberian, Mills e Mediaset. Anzitutto, B. versa 23 miliardi a Craxi tra il 1990 e il ’91. Gira soldi di nascosto ai suoi prestanome Renato Della Valle e Leo Kirch: non potendo, per la legge Mammì, detenere piú del 10% di Telepiú, B. finanzia occultamente le teste di legno che rilevano le sue quote eccedenti. Acquista per 456 miliardi il capitale di Telecinco, la tv spagnola, di cui per la legge antitrust di Madrid non potrebbe controllare più del 25%. Presta soldi a Giulio Margara, presidente di Auditel e direttore di Upa, l’associazione utenti pubblicitari. Gira 16 miliardi a Previti, in parte per pagarlo in nero in parte perché versi tangenti a giudici romani come Squillante e Vittorio Metta (autore della sentenza comprata che nel 1990 scippa la Mondadori a De Benedetti per regalarla alla Fininvest). Scala di nascosto i gruppi Rinascente, Standa e Mondadori in barba alla normativa Consob .
E soprattutto, tramite alcune offshore, intermedia l’acquisto di film dalle major di Hollywood, facendone lievitare i costi per 368 milioni di dollari e dunque abbattendo gli utili di Mediaset per tutti gli anni 90, consentendo al gruppo di pagare meno imposte e al beneficiario dei conti esterni, cioè a se stesso, di accumulare una fortuna extrabilancio ed esentasse. E cosí via. Resta pure il sospetto che parte del denaro di destinazione ignota sia servito a pagare i politici del pentapartito per la legge Mammì del 1990 sull’emittenza: quella che consente a B. di tenersi tutt’e tre le reti Fininvest in barba a qualunque minimo principio antitrust. Lo testimoniano i responsabili della Fiduciaria Orefici, che aiuta il Cavaliere a foraggiare il conto All Iberian: il dirigente Fininvest Mario Moranzoni confidò loro che “i politici costano, c’è in ballo la Mammí”. Per le presunte tangenti Fininvest in cambio di quella legge, la magistratura romana indagherà Gianni Letta e Adriano Galliani, ma l’ufficio Gip guidato da Squillante negherà il loro arresto, e l’inchiesta finirà nel nulla.
Le Fiamme Sporche
Nel 1989 il responsabile servizi fiscali della Fininvest, Salvatore Sciascia, altro ex finanziere passato alla corte del Cavaliere, si libera di una verifica fiscale a Videotime (la società Fininvest che racchiude Canale5, Rete4 e Italia1) versando ai finanzieri una tangente di 100 milioni di lire. Lo stesso fa nel 1991 con 130 milioni scuciti per ammorbidire un’ispezione a Mondadori. E poi nel 1992 con altri 100 milioni per una visita delle Fiamme Gialle a Mediolanum. E ancora nel 1994 con 50 milioni perché i finanzieri chiudano un occhio, o possibilmente due, durante un blitz disposto dalla Procura di Roma e dal Garante per l’editoria sulla reale proprietà di Telepiù: che, se dovesse risultare ancora in mano a B. tramite i soliti prestanome (così com’è nella realtà), porterebbe all’immediata revoca delle concessioni per Canale5, Rete4 e Italia1. Ma anche quella volta i finanzieri corrotti se ne vanno con gli occhi bendati.
Nel ’94, appena un sottufficiale confessa a Di Pietro di aver ricevuto parte di una tangente Fininvest, esplode lo scandalo Fiamme Sporche, che in poche settimane porta all’arresto di un centinaio di finanzieri corrotti e all’incriminazione di oltre 500 imprenditori e manager corruttori (il Gotha dell’imprenditoria milanese). Confessano quasi tutti. Tranne uno: Silvio B., che non può ammettere nulla perché è appena divenuto presidente del Consiglio. Sciascia dice che ha fatto tutto per ordine di Paolo Berlusconi, Silvio non c’entra nulla. Intanto l’avvocato Berruti chiama l’ex collega Corrado (quello dell’ispezione del 1979), ormai in pensione, perché tappi la bocca sulle mazzette Fininvest il capobanda, colonnello Angelo Tanca. E così avviene. Quando il pool Mani Pulite ha pronta la richiesta di cattura per Sciascia e Paolo, il governo di Silvio vieta la manette per corruzione col decreto Biondi.
È il 14 luglio ’94. L’Italia si ribella, Bossi e Fini si defilano, B. è costretto a ritirare il decreto a furor di popolo, così finiscono dentro Sciascia, Paolo, Corrado e Berruti. Il quale, si scopre, prima di orchestrare il depistaggio è volato a Roma per incontrare il premier a Palazzo Chigi. La prova che ha fatto tutto Silvio, non Paolo. Di qui l’invito a comparire durante la conferenza Onu di Napoli e poi il processo. Primo grado: condannati Silvio e Sciascia, assolto Paolo. Appello: prescritto Silvio, condannato Sciascia. Cassazione: condannato Sciascia, assolto per insufficienza di prove Silvio, perché potrebbe essere stato Paolo, che però non può essere riprocessato una volta assolto. La prova contro Silvio potrebbe, anzi dovrebbe fornirla Mills, sentito come testimone al processo: purtroppo è stato corrotto con 600mila dollari e mente ai giudici, salvando il Cavaliere.
9 processi aboliti per legge
Ma le tangenti c’erano, e quello che il gruppo Berlusconi ha da nascondere alla Guardia di Finanza è più che evidente. Lo dimostra la miriade di processi nati da quei fondi neri negli anni 90, quando i giudici e i finanzieri corrotti iniziano a scarseggiare. Non potendoli neutralizzare a monte a suon di mazzette, B. li cancella a valle con una raffica di leggi ad personam: falso in bilancio, condoni fiscali ed ex Cirielli. Risultato: 2 processi fulminati perché il reato non c’è più, cancellato dall’imputato (All Iberian-2 e Sme-2) e 8 caduti in prescrizione. L’ultimo, per il semplice decorrere del tempo, sulla divulgazione dell’intercettazione della telefonata segreta e rubata tra Fassino e Consorte.
Gli altri 7: corruzione del giudice Metta per la sentenza Mondadori e caso All Iberian-1 per i 23 miliardi a Craxi (prescritti grazie alle attenuanti generiche); falsi in bilancio Fininvest anni 90; altri falsi in bilancio per i 1550 miliardi di lire di fondi neri sottratti al consolidato col sistema All Iberian; fondi neri nel passaggio del calciatore Lentini dal Torino al Milan; corruzione giudiziaria del teste Mills (prescritti grazie al-l’ex Cirielli); appropriazioni indebite e i falsi in bilancio e la gran parte delle frodi fiscali sui diritti Mediaset (prescritti grazie al combinato disposto della legge sul falso in bilancio e all’ex Cirielli). I reati superstiti, e cioè le frodi fiscali del 2002 e 2003, per un totale di 7 milioni di euro (su un totale di 360 milioni di dollari, ormai evaporati), sono miracolosamente giunti in Cassazione per la sentenza definitiva del 1° agosto prima della solita falcidie. Sarebbe questo il sintomo di una politica debole e di una giustizia forte? E che c’entra, con questa fogna, la politica?
Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano del 7 agosto 2013.
ODIO ETERNO AL CALCIO MODERNO!!!
-
- Partecipante
- Messaggi: 479
- Iscritto il: lunedì 15 ottobre 2007, 11:24
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
IL GIALLO DELL'ESTATE. LE 194 PAGINE DELLA SENTENZA CHE CONDANNA BERLUSCONI (LIMITED EDITION)
IL PENSIERO HA BISOGNO DELLA
CONOSCENZA QUANTO UNA PIANTA DELLA TERRA
Il libero pensiero non si forma coltivando la disinformazione. Il direttore di questo giornale ed io abbiamo conosciuto i tempi e le regole della giustizia penale italiana. Saliti, in aula di giustizia, sul banco degli imputati perché accusati di diffamazione a mezzo stampa, siamo stati assolti in primo grado, condannati in appello e riassolti definitivamente in Cassazione. Convinti della nostra innocenza non abbiamo chiamato alla rivolta morale i nostri lettori (senza la e iniziale ) e neppure diffuso lacrimevoli proclami a difesa della libertà di stampa. Abbiamo spiegato i fatti ai lettori, pagato le parcelle agli avvocati per la nostra rappresentanza e difesa, abbiamo testimoniato in aula davanti al pubblico ministero e ai giudici a e abbiamo atteso fiduciosi l’esito del processo. Incazzati per chi ci aveva denunciato, non per chi ci doveva processare, anche se confidi sempre nell’archiviazione che la Procura propone e il Gip dispone. Ma, come si dice, cent co, cent crap. Avevamo di fronte come querelante un carabiniere. Siamo stati assolti. C’è un’altra causa penale ancora aperta con controparte l’Arma dei Carabinieri, Compagnia di Merate, che ha visto Merateonline assolta a Lecco, ma condannata sia a Milano che a Roma. Ora siamo davanti alla Corte Europea dei diritti dell'’uomo. E attendiamo fiduciosi l’esito. Tradotto: non è facile fare giustizia in Italia perchè le leggi che la governano sono complesse e contraddittorie. I giudici sono chiamati a pronunciarsi sui documenti e sulle testimonianze che vengono prodotti e rese in aula. A dimostrazione della complessità del libero arbitrio rimesso ai magistrati giudicanti vi sono i ripetuti casi di contraddittorietà delle sentenze laddove a una assoluzione in primo grado, segue una condanna in Appello e una finale assoluzione in cassazione. Possibile una tale disparità di valutazione? Si, perché dove non c’è la confessione o la prova certa della colpevolezza o dell’innocenza vige il principio del ragionevole dubbio e se il giudice ritiene di essere giunto a una conclusione al di là di ogni – suo – ragionevole dubbio decide di conseguenza. Caso Berlusconi. Io non so se egli è colpevole di frode fiscale o se è innocente. Lo sa solo lui e se ha commesso il reato non lo riconoscerà mai. I suoi avvocati hanno imprudentemente ammesso l’ipotesi residuale di un concorso esterno in false fatturazioni che è come se io, titolare della ditta, faccio fare le fatture false al mio contabile. Chiaro che ne rispondo anch’io come mandante dal momento che soldi entrano nelle mie tasche e non in quelle dell’impiegato obbediente. Quello che so è che, sia nell’imminenza del processo in Cassazione, che durante le udienze pubbliche e anche dopo la lettura del dispositivo della sentenza che ha confermato le condanne già comminate in primo grado e in Appello tutta l’attenzione del mondo politico e del giornalismo schierato pro o contro ha sorvolato ad alta quota l’aspetto sostanziale del caso. Nessuno, tranne il Fatto Quotidiano in termini riassuntivi, ha più parlato del contenuto del processo, dell’entità e tipologia dell’accusa, delle prove, delle testimonianze. Si è parlato della ventennale persecuzione della magistratura milanese – e adesso anche di quella romana visto che la Cassazione è a Roma – verso quel sant’uomo di Silvio Berlusconi e nulla più.
Va bene, accettiamo il principio della persecuzione. Diamo per buona l’accusa di una magistratura che si inventa le prove, legge in senso inverso le testimonianze e sentenzia in maniera cervellotica, consapevole di essere immune da ogni intervento limitativo.
Tradotto: condanniamo chi ci pare, quando ci pare e che nessuno si permetta di aprire bocca. Il Presidente di Cassazione Esposito è stato imprudente e di una ingenuità imperdonabile a 71 anni di età a confidarsi con un giornalista del mattino di Napoli, ma quello che ha detto e che merita una severissima critica è stato detto a dispositivo della sentenza già emesso a firma non solo sua, ma di cinque giudici e presumibilmente con voto unanime. Il pollaio del centrodestra continua imperterrito a starnazzare e ad agitare le ali. Quegli esimi parlamentari hanno in mente unicamente ed esclusivamente il voto, il loro futuro pubblico e retributivo e – a parole – una riforma della giustizia che sottoponga al voto dei partiti la nomina dei magistrati. Matti come capre. Se eleggi il giudice è come se ti comprassi la sentenza prima ancora di averne bisogno. I giudici non si reggono sul corpo elettorale, ma sui tomi del diritto civile, penale, amministrativo e tributario. Non comiziano. Studiano. Le imprudenti confidenze alla stampa del Presidente della Cassazione riguardano la sua sola persona e non l’Istituzione e sono sotto ogni aspetto ininfluenti per la ragione che la Suprema Corte ha avuto il solo compito di verificare la correttezza dell’iter processuale consumatosi in Corte di Appello e la sostenibilità delle conclusioni cui sono pervenuti i giudici e trasfuse nelle 195 pagina delle sentenza. Verificato che alla Corte di Appello non si poteva rimproverare nulla i cinque giudici della Cassazione hanno confermato la condanna sostanziale di Berlusconi Silvio a 4 anni di carcere. Perché allora questo articolo? Perché dubito che uno solo degli adoranti soldati dell’esercito di Berlusconi, i cosiddetti Silviones, inclusa la pitonessa, Brunetta, Lupi, Schifani, Gasparri e company abbiano seguito le udienze dei due gradi del processo e/o letto il testo integrale della sentenza.
E allora eccola la qui la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano il giorno 8 maggio 2013.
E’ la prima di 194 pagine, meno di quelle della maggior parte dei romanzi gialli. Invito a leggerla, anche a puntate, e poi a mantenere la propria opinione di innocenza o di colpevolezza. Il diritto alla propria opinione, al proprio convincimento è sacro, ma deve fondarsi su un minimo di informazione. E questo minimo di informazione è la lettura della sentenza che la Cassazione ha ritenuto di non cassare, ma di confermare in toto. E’ in questa sentenza che vi è la prova della buona fede o della malafede dei giudici di Milano. La prova del castello di accuse false costruite ad hoc a titolo persecutorio o la prova di una pesante, reiterata, abitudinaria e remunerativa costituzione di fondi neri affrancati da ogni tassazione. Leggete, poi rimanete tranquillamente della vostra opinione. Continuate ad adorare o a detestare. Ma leggete. Un’ultima cosa. Contro i magistrati che usano il loro potere per distruggere la figura e la carriera di un uomo politico (non certo quella di un contribuente perché se le tasse non le ha pagate allora, non le paga certo ora a prescrizioni fiscali ampiamente scadute) non si chiama a raccolta la indignazione popolare. Troppo facile e troppo vigliacco. Il legislatore che comizia contro i magistrati non solo li delegittima, ma dà prova della propria inettitudine politica. Solo per questo andrebbe messo da parte. Berlusconi ha avuto 11 anni per fare il 10% di quello di cui oggi lamenta la mancanza. Abbia il pudore di stare zitto e di evitare lacrime meroliane. Contro i magistrati si da corso all’azione civile di risarcimento. La legge c’è, è la 13.4.1988 n.117. Si dia prova del dolo, della malafede, della giustizia negata. Se i grandi avvocati di un ricchissimo imputato non l’hanno fatto ne dopo la sentenza di primo grado e neppure dopo quella confermata in Appello un motivo ci sarà. Aspetto che il leader dei Silviones ce lo dica a margine del prossimo comizio che pare terrà a breve sulle spiagge d’Italia. Occhio alla sabbia negli occhi eh, e portatevi la paperella di plastica da gonfiare in loco per rimanere a galla. Piangerà anche lì!
Alberico Fumagalli
© http://www.merateonline.it - Il primo giornale della provincia di Lecco
http://www.casateonline.it/public/pub_i ... nzaCAM.pdf
IL PENSIERO HA BISOGNO DELLA
CONOSCENZA QUANTO UNA PIANTA DELLA TERRA
Il libero pensiero non si forma coltivando la disinformazione. Il direttore di questo giornale ed io abbiamo conosciuto i tempi e le regole della giustizia penale italiana. Saliti, in aula di giustizia, sul banco degli imputati perché accusati di diffamazione a mezzo stampa, siamo stati assolti in primo grado, condannati in appello e riassolti definitivamente in Cassazione. Convinti della nostra innocenza non abbiamo chiamato alla rivolta morale i nostri lettori (senza la e iniziale ) e neppure diffuso lacrimevoli proclami a difesa della libertà di stampa. Abbiamo spiegato i fatti ai lettori, pagato le parcelle agli avvocati per la nostra rappresentanza e difesa, abbiamo testimoniato in aula davanti al pubblico ministero e ai giudici a e abbiamo atteso fiduciosi l’esito del processo. Incazzati per chi ci aveva denunciato, non per chi ci doveva processare, anche se confidi sempre nell’archiviazione che la Procura propone e il Gip dispone. Ma, come si dice, cent co, cent crap. Avevamo di fronte come querelante un carabiniere. Siamo stati assolti. C’è un’altra causa penale ancora aperta con controparte l’Arma dei Carabinieri, Compagnia di Merate, che ha visto Merateonline assolta a Lecco, ma condannata sia a Milano che a Roma. Ora siamo davanti alla Corte Europea dei diritti dell'’uomo. E attendiamo fiduciosi l’esito. Tradotto: non è facile fare giustizia in Italia perchè le leggi che la governano sono complesse e contraddittorie. I giudici sono chiamati a pronunciarsi sui documenti e sulle testimonianze che vengono prodotti e rese in aula. A dimostrazione della complessità del libero arbitrio rimesso ai magistrati giudicanti vi sono i ripetuti casi di contraddittorietà delle sentenze laddove a una assoluzione in primo grado, segue una condanna in Appello e una finale assoluzione in cassazione. Possibile una tale disparità di valutazione? Si, perché dove non c’è la confessione o la prova certa della colpevolezza o dell’innocenza vige il principio del ragionevole dubbio e se il giudice ritiene di essere giunto a una conclusione al di là di ogni – suo – ragionevole dubbio decide di conseguenza. Caso Berlusconi. Io non so se egli è colpevole di frode fiscale o se è innocente. Lo sa solo lui e se ha commesso il reato non lo riconoscerà mai. I suoi avvocati hanno imprudentemente ammesso l’ipotesi residuale di un concorso esterno in false fatturazioni che è come se io, titolare della ditta, faccio fare le fatture false al mio contabile. Chiaro che ne rispondo anch’io come mandante dal momento che soldi entrano nelle mie tasche e non in quelle dell’impiegato obbediente. Quello che so è che, sia nell’imminenza del processo in Cassazione, che durante le udienze pubbliche e anche dopo la lettura del dispositivo della sentenza che ha confermato le condanne già comminate in primo grado e in Appello tutta l’attenzione del mondo politico e del giornalismo schierato pro o contro ha sorvolato ad alta quota l’aspetto sostanziale del caso. Nessuno, tranne il Fatto Quotidiano in termini riassuntivi, ha più parlato del contenuto del processo, dell’entità e tipologia dell’accusa, delle prove, delle testimonianze. Si è parlato della ventennale persecuzione della magistratura milanese – e adesso anche di quella romana visto che la Cassazione è a Roma – verso quel sant’uomo di Silvio Berlusconi e nulla più.
Va bene, accettiamo il principio della persecuzione. Diamo per buona l’accusa di una magistratura che si inventa le prove, legge in senso inverso le testimonianze e sentenzia in maniera cervellotica, consapevole di essere immune da ogni intervento limitativo.
Tradotto: condanniamo chi ci pare, quando ci pare e che nessuno si permetta di aprire bocca. Il Presidente di Cassazione Esposito è stato imprudente e di una ingenuità imperdonabile a 71 anni di età a confidarsi con un giornalista del mattino di Napoli, ma quello che ha detto e che merita una severissima critica è stato detto a dispositivo della sentenza già emesso a firma non solo sua, ma di cinque giudici e presumibilmente con voto unanime. Il pollaio del centrodestra continua imperterrito a starnazzare e ad agitare le ali. Quegli esimi parlamentari hanno in mente unicamente ed esclusivamente il voto, il loro futuro pubblico e retributivo e – a parole – una riforma della giustizia che sottoponga al voto dei partiti la nomina dei magistrati. Matti come capre. Se eleggi il giudice è come se ti comprassi la sentenza prima ancora di averne bisogno. I giudici non si reggono sul corpo elettorale, ma sui tomi del diritto civile, penale, amministrativo e tributario. Non comiziano. Studiano. Le imprudenti confidenze alla stampa del Presidente della Cassazione riguardano la sua sola persona e non l’Istituzione e sono sotto ogni aspetto ininfluenti per la ragione che la Suprema Corte ha avuto il solo compito di verificare la correttezza dell’iter processuale consumatosi in Corte di Appello e la sostenibilità delle conclusioni cui sono pervenuti i giudici e trasfuse nelle 195 pagina delle sentenza. Verificato che alla Corte di Appello non si poteva rimproverare nulla i cinque giudici della Cassazione hanno confermato la condanna sostanziale di Berlusconi Silvio a 4 anni di carcere. Perché allora questo articolo? Perché dubito che uno solo degli adoranti soldati dell’esercito di Berlusconi, i cosiddetti Silviones, inclusa la pitonessa, Brunetta, Lupi, Schifani, Gasparri e company abbiano seguito le udienze dei due gradi del processo e/o letto il testo integrale della sentenza.
E allora eccola la qui la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano il giorno 8 maggio 2013.
E’ la prima di 194 pagine, meno di quelle della maggior parte dei romanzi gialli. Invito a leggerla, anche a puntate, e poi a mantenere la propria opinione di innocenza o di colpevolezza. Il diritto alla propria opinione, al proprio convincimento è sacro, ma deve fondarsi su un minimo di informazione. E questo minimo di informazione è la lettura della sentenza che la Cassazione ha ritenuto di non cassare, ma di confermare in toto. E’ in questa sentenza che vi è la prova della buona fede o della malafede dei giudici di Milano. La prova del castello di accuse false costruite ad hoc a titolo persecutorio o la prova di una pesante, reiterata, abitudinaria e remunerativa costituzione di fondi neri affrancati da ogni tassazione. Leggete, poi rimanete tranquillamente della vostra opinione. Continuate ad adorare o a detestare. Ma leggete. Un’ultima cosa. Contro i magistrati che usano il loro potere per distruggere la figura e la carriera di un uomo politico (non certo quella di un contribuente perché se le tasse non le ha pagate allora, non le paga certo ora a prescrizioni fiscali ampiamente scadute) non si chiama a raccolta la indignazione popolare. Troppo facile e troppo vigliacco. Il legislatore che comizia contro i magistrati non solo li delegittima, ma dà prova della propria inettitudine politica. Solo per questo andrebbe messo da parte. Berlusconi ha avuto 11 anni per fare il 10% di quello di cui oggi lamenta la mancanza. Abbia il pudore di stare zitto e di evitare lacrime meroliane. Contro i magistrati si da corso all’azione civile di risarcimento. La legge c’è, è la 13.4.1988 n.117. Si dia prova del dolo, della malafede, della giustizia negata. Se i grandi avvocati di un ricchissimo imputato non l’hanno fatto ne dopo la sentenza di primo grado e neppure dopo quella confermata in Appello un motivo ci sarà. Aspetto che il leader dei Silviones ce lo dica a margine del prossimo comizio che pare terrà a breve sulle spiagge d’Italia. Occhio alla sabbia negli occhi eh, e portatevi la paperella di plastica da gonfiare in loco per rimanere a galla. Piangerà anche lì!
Alberico Fumagalli
© http://www.merateonline.it - Il primo giornale della provincia di Lecco
http://www.casateonline.it/public/pub_i ... nzaCAM.pdf
-
- Partecipante
- Messaggi: 479
- Iscritto il: lunedì 15 ottobre 2007, 11:24
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
"Uno che viene colto con le mani nel sacco e che subisce una condanna definitiva in cui si dimostra che è stato evasore del fisco, io credo che abbia il buongusto di mettesi da parte". Non indovinereste mai chi lo ha detto: Silvio Berlusconi ai microfoni di Tempo Reale nel 1995. Se non ci credete controllate su www.youtube.com/watch?v=4VVRqacBk0g. Non penso siano necessari commenti.
Michele
http://www.merateonline.it/articolo.php?idd=38110
Michele
http://www.merateonline.it/articolo.php?idd=38110
-
- Veterano
- Messaggi: 8796
- Iscritto il: martedì 19 giugno 2012, 10:29
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 777 volte
- Sei stato ringraziato: 241 volte
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Tanto ci penserà il pd a salvarlo......
GIGI MARULLA NEL CUORE!!! 28/08/2016 catanzaro - COSENZA 0-3
-
- Moderatore
- Messaggi: 3398
- Iscritto il: sabato 12 maggio 2007, 11:24
- Genere: Seleziona
- Località: Cosenza
- Ha ringraziato: 8 volte
- Sei stato ringraziato: 75 volte
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Film già visto e rivisto molte volte negli ultimi 20 anni.Lupo 72 ha scritto:Tanto ci penserà il pd a salvarlo......
ODIO ETERNO AL CALCIO MODERNO!!!
-
- Assiduo
- Messaggi: 622
- Iscritto il: lunedì 21 luglio 2008, 20:38
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Intanto lui per l'italiano medio:
1. è perseguitato dalla giustizia (poverinoooooooo)
2. non ha responsabilità sulle scelte di governo: è all'opposizione (no comment!)
3. ha fatto abolire l'imu (assurdo che tanti giornali italiani abbiano in prima pagina la notizia di Berlusconi che dice di aver fatto abolire l'Imu, e la "questione Siria" invece sia in 2-3 pagina)
1. è perseguitato dalla giustizia (poverinoooooooo)
2. non ha responsabilità sulle scelte di governo: è all'opposizione (no comment!)
3. ha fatto abolire l'imu (assurdo che tanti giornali italiani abbiano in prima pagina la notizia di Berlusconi che dice di aver fatto abolire l'Imu, e la "questione Siria" invece sia in 2-3 pagina)
Una malattia che non va più via
La mia modesta funzione all'interno di questo forum è moderare gli altri, non me stesso (cit.)
La mia modesta funzione all'interno di questo forum è moderare gli altri, non me stesso (cit.)
-
- Partecipante
- Messaggi: 479
- Iscritto il: lunedì 15 ottobre 2007, 11:24
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Stella ha scritto: (assurdo che tanti giornali italiani abbiano in prima pagina la notizia di Berlusconi che dice di aver fatto abolire l'Imu, e la "questione Siria" invece sia in 2-3 pagina)
La Siria non fa notizia anzi tutta la politica e la questione estera in Italia non fa mai notizia.
Prova a vedere qualche notiziario di qualche TV estera (tipo ZDF tedesca o altro) e vedi come trattano loro le notizie.
Le nostre aperture sono Berlusconi, qualche rapina o ammazzamento vario e una notizia sul caldo d'estate e sul freddo d'inverno (oppure sul freddo straordinario d'estate o sul caldo straordinario d'inverno).
E l'ignorante italiano medio è tutto contento.....
-
- Assiduo
- Messaggi: 622
- Iscritto il: lunedì 21 luglio 2008, 20:38
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Triste, quanto vero!Opus ha scritto:Stella ha scritto: (assurdo che tanti giornali italiani abbiano in prima pagina la notizia di Berlusconi che dice di aver fatto abolire l'Imu, e la "questione Siria" invece sia in 2-3 pagina)
La Siria non fa notizia anzi tutta la politica e la questione estera in Italia non fa mai notizia.
Prova a vedere qualche notiziario di qualche TV estera (tipo ZDF tedesca o altro) e vedi come trattano loro le notizieLe nostre aperture sono Berlusconi, qualche rapina o ammazzamento vario e una notizia sul caldo d'estate e sul freddo d'inverno (oppure sul freddo straordinario d'estate o sul caldo straordinario d'inverno).
E l'ignorante italiano medio è tutto contento.....
Una malattia che non va più via
La mia modesta funzione all'interno di questo forum è moderare gli altri, non me stesso (cit.)
La mia modesta funzione all'interno di questo forum è moderare gli altri, non me stesso (cit.)
-
- Veterano
- Messaggi: 8796
- Iscritto il: martedì 19 giugno 2012, 10:29
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 777 volte
- Sei stato ringraziato: 241 volte
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Berlusconi ideatore e mente alla base del meccanismo illecito atto a "consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale"; "Assolutamente inverosimile l’ipotesi alternativa che vorrebbe tratteggiare una sorta di colossale truffa ordita per anni ai suoi danni".
motivazione cassazione
motivazione cassazione
GIGI MARULLA NEL CUORE!!! 28/08/2016 catanzaro - COSENZA 0-3
-
- Moderatore
- Messaggi: 3398
- Iscritto il: sabato 12 maggio 2007, 11:24
- Genere: Seleziona
- Località: Cosenza
- Ha ringraziato: 8 volte
- Sei stato ringraziato: 75 volte
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Per l'italiota-medio, Berlusconi ed il centro-destra sono da sempre all'opposizione, con l'Italia negli ultimi 20 anni governata dai comunisti.......come ad esempio Prodi e MontiStella ha scritto:Intanto lui per l'italiano medio:
1. è perseguitato dalla giustizia (poverinoooooooo)
2. non ha responsabilità sulle scelte di governo: è all'opposizione (no comment!)
3. ha fatto abolire l'imu (assurdo che tanti giornali italiani abbiano in prima pagina la notizia di Berlusconi che dice di aver fatto abolire l'Imu, e la "questione Siria" invece sia in 2-3 pagina)
ODIO ETERNO AL CALCIO MODERNO!!!
-
- Assiduo
- Messaggi: 622
- Iscritto il: lunedì 21 luglio 2008, 20:38
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Hai ragione....loro sono quelli che hanno fatto solo cose buone, come la legge elettorale in vigoremarcello77 ha scritto:Per l'italiota-medio, Berlusconi ed il centro-destra sono da sempre all'opposizione, con l'Italia negli ultimi 20 anni governata dai comunisti.......come ad esempio Prodi e MontiStella ha scritto:Intanto lui per l'italiano medio:
1. è perseguitato dalla giustizia (poverinoooooooo)
2. non ha responsabilità sulle scelte di governo: è all'opposizione (no comment!)
3. ha fatto abolire l'imu (assurdo che tanti giornali italiani abbiano in prima pagina la notizia di Berlusconi che dice di aver fatto abolire l'Imu, e la "questione Siria" invece sia in 2-3 pagina)
Una malattia che non va più via
La mia modesta funzione all'interno di questo forum è moderare gli altri, non me stesso (cit.)
La mia modesta funzione all'interno di questo forum è moderare gli altri, non me stesso (cit.)
-
- Partecipante
- Messaggi: 479
- Iscritto il: lunedì 15 ottobre 2007, 11:24
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Stella ha scritto:marcello77 ha scritto:Stella ha scritto: Hai ragione....loro sono quelli che hanno fatto solo cose buone, come la legge elettorale in vigore
Ma che paese siamo se abbiamo affidato la scrittura della legge elettorale nazionale a un personaggio del genere?
Nessuna speranza.....
-
- Assiduo
- Messaggi: 622
- Iscritto il: lunedì 21 luglio 2008, 20:38
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Il popolino italiano l'ha voluto, e ce lo teniamoOpus ha scritto: Ma che paese siamo se abbiamo affidato la scrittura della legge elettorale nazionale a un personaggio del genere?
Nessuna speranza.....
Una malattia che non va più via
La mia modesta funzione all'interno di questo forum è moderare gli altri, non me stesso (cit.)
La mia modesta funzione all'interno di questo forum è moderare gli altri, non me stesso (cit.)
-
- Partecipante
- Messaggi: 479
- Iscritto il: lunedì 15 ottobre 2007, 11:24
- Genere: Seleziona
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Stella ha scritto:Il popolino italiano l'ha voluto, e ce lo teniamoOpus ha scritto: Ma che paese siamo se abbiamo affidato la scrittura della legge elettorale nazionale a un personaggio del genere?
Nessuna speranza.....
Il popolino che ha voluto Calderoli....
-
- Partecipante
- Messaggi: 262
- Iscritto il: martedì 14 luglio 2009, 14:51
- Genere: Seleziona
- Località: Martirano Lombardo
- Ha ringraziato: 0
- Sei stato ringraziato: 0
Re: Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore
Berlusconi libero! Non ci avrete mai come volete voi, sporchi cccomunisti
A me non fa paura Berlusconi, fondamentalmente è un essere finito da anni. A me fa paura, schifo e rabbia, chi ha avuto il coraggio di votarlo, per l'ennesima volta, e gli esponenti del suo partito: gente senza nessuna dignità e amor proprio. Gente disposta a tutto pur di salvare quello.
È proprio vero che all'italiano piace il Capo, il leader, il Presidente, il cavaliere. Ma vaff*, bastardi.
Sono un'estremista forse, però sono contro la guerra e non ho Nobel. Strano mondo...
A me non fa paura Berlusconi, fondamentalmente è un essere finito da anni. A me fa paura, schifo e rabbia, chi ha avuto il coraggio di votarlo, per l'ennesima volta, e gli esponenti del suo partito: gente senza nessuna dignità e amor proprio. Gente disposta a tutto pur di salvare quello.
È proprio vero che all'italiano piace il Capo, il leader, il Presidente, il cavaliere. Ma vaff*, bastardi.
Sono un'estremista forse, però sono contro la guerra e non ho Nobel. Strano mondo...
Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati(Bertolt Brecht)