Nube di Tempesta ha scritto:La ristrutturazione semplice, positiva perché con due sistemate il San Vito tornerebbe ad essere il gioiello che è sempre stato, reca con sé una pecca: non si eliminerebbe l'annoso problema della pista di atletica, mai utilizzata peraltro (se non dai castrovillaresi durante la loro qualificazione alle olimpiadi di fuga). Rifare lo stadio, oltre a portare ammodernamenti necessari ma che potremmo ottenere anche intervenendo sulla struttura preesistente senza stravolgerla con interventi invasivi, ha come principale movente proprio l'eliminazione di una pista che non ha più senso in uno stadio di calcio.
Io approvo questo progetto perché ad occhio profano mi sembra ben studiato ed esteticamente gradevole; resto dell'idea che comunque lo stadio di Cosenza e del Cosenza non debba scendere per nessun motivo sotto i 25mila posti, ho sempre sostenuto che se vogliamo lo stadio pieno e il colpo d'occhio lo dobbiamo riempire, non dobbiamo diminuire la capienza perché così "sembriamo" tanti. Se no andavamo a giocare al Lorenzon e c'era un pienone ad ogni partita, anche se in tutto si contavano duemila spettatori.
Sulla fattibilità economica ho i miei dubbi.
Il Cosenza Calcio non può, sic et simpliciter, accollarsi tre milioni di euro all'anno per vent'anni. Non c'è nessuna garanzia che l'afflusso di pubblico copra questa spesa (come è stato detto, basarsi sulla possibilità di attrarre diecimila spettatori a partita, anche solo di media, per vent'anni, è un azzardo inconcepibile) e anche riuscendo a rientrare ogni anno da questo accollo, comunque sarebbe un capitolo di spesa tanto oneroso da ridurre drasticamente per vent'anni le ambizioni societarie, perché o paghi i tre milioni o prendi il centravanti da 20 gol.
Purtroppo la piazza di Cosenza vent'anni di pazienza non te li regala, nemmeno se si tratta di una pazienza "virtuosa" finalizzata ad un obiettivo apprezzabilissimo. Si innesca un circolo vizioso per cui tu non fai squadre "di richiamo" (magari con un bravo DS prendi a due lire giocatori che ti rendono come quest'anno), il pubblico non viene allo stadio, i soldi per pagare la rata annuale ce li devi mettere tu e non puoi fare squadre "di richiamo", e via così.
La soluzione, ovviamente, sta nel privato.
Trovare investitori, capitali, sponsor (se l'Arsenal non ha più il leggendario Highbury e può giocare all'Emirates, se il Bayern gioca in uno stadio che ha il nome di un'assicurazione, non vedo perché noi dovremmo fare i duri e puri e rifiutarci di giocare, non so, nello stadio Sony, McDonald's o che so io) ma anche essere capaci di trasformare davvero lo stadio in un centro fruibile da tutti e vivibile 7 giorni su 7 (museo, store, esercizi commerciali, locali, ecc.), però stando molto attenti qui alla mentalità del cosentino, che non è abituato ad andare a comprare le cose "allo stadio" e magari viene anche tutti i giorni a dare un'occhiata, ma non compra uno spillo.
Se si superano queste problematiche, se si intercettano capitali privati, se il comune qualcosa ce la mette, si può fare. Ma il giorno prima che tutto parta bisogna avere già la certezza che i soldi ci siano tutti.
Ad oggi, in Italia solo la Juventus ha uno stadio di proprietà, l'Udinese lo sta costruendo e la Roma lo sta progettando. La Juve già ne sta raccogliendo i frutti e le altre due sono sicuro che lo faranno a seguire
Con un minimo di intraprendenza ci metteremo davanti al 95% delle società calcistiche italiane. E' ovvio che il tutto andrebbe studiato perfettamente dal punto di vista della sostenibilità economica, ma si potrebbe ovviare con un pò di fantasia, amichevoli estive, concerti, una partita della nazionale ogni tanto, uno sponsor per il nome, un pub vista campo, ecc.
Tolti i 2-3 mila che vengono ogni domenica bisogna invogliare la gente a venire a vedere uno spettacolo in un alcoscenico all'altezza, non in un residuato di 50 anni fa, senza bagni, senza un bar, dove ti piove sopra e ti siedi su un pezzo di cemento. Purtroppo ormai il calcio è cambiato, ben venga una piccola riduzione della capienza, che 25000 li fai una volta ogni 2 anni se va bene, a fronte di un miglioramento dei servizi e ad un aumento di valore della società. Altrimenti dobbiamo ogni anno elemosinare al Guarascio di turno di mettere dei soldi suoi per allestire una squadra degna.
