I ROSSOBLU ALZANO AL CIELO LA COPPA ITALIA DI LEGA PRO: UNA RIVINCITA PER TUTTI, A PARTIRE DAI SUOI TIFOSI
Cosenza nella storia: "Sono quelle cose che alla fine ti rimangono"
di Edoardo Cozza
Lo stadio San Vito, la casa del Cosenza, ed i suoi abitanti/tifosi ne hanno viste tante: la Serie A svanire per colpa di un palo, gol magnifici contro avversari blasonati, vittorie storiche contro acerrimi rivali. Poi, dal luglio 2003, le pagine più buie: l'inferno dei dilettanti, sconfitte contro squadre aziendali o di paesini sperduti, l'incubo delle due squadre e di una stracittadina che nessuno voleva, la lenta risalita verso il professionismo, durata giusto il tempo d'illudersi ancora un po' prima di ripiombare nell'oblio.
Da qualche tempo, però, la musica è cambiata: Cosenza ha fame di calcio vero e sta tornando in quello che conta. Mercoledì 22 aprile 2015 ha scritto una pagina di storia, che resterà indelebile negli annali: battendo il Como per 1-0 (dopo l'1-4 dell'andata) ha alzato al cielo la Coppa Italia di Lega Pro.
Prima squadra calabrese di sempre a riuscire nell'impresa, il Cosenza può tornare a fregiarsi di un trofeo vinto 32 anni dopo la conquista della Coppa Anglo-Italiana del 1983 (una chicca, a metà tra il vintage e il romantico, di cui potete leggere qui la storia).
L'atmosfera del San Vito era quella dei giorni migliori: diecimila persone (quasi 8mila i paganti, più bambini delle scuole calcio invitati per l'occasione) a festeggiare un evento storico, in una notte che ripaga il popolo rossoblu di tante sofferenze, di delusioni, di lacrime troppo spesso amare e di bocconi troppo duri da ingerire.
IL PERCORSO - Il successo del Cosenza ha un importante e innegabile valore storico dunque, ma ha anche un sapore particolare, dato dalla sequenza di avversari crollati sotto i colpi dei rossoblu nel corso del torneo.
Nel turno preliminare la vittoria più voluta: quella nel derby con il Catanzaro. Gli acerrimi rivali battuti nel loro stadio per 3-1: era da più di 60 anni che il Cosenza non violava il Ceravolo. Una vittoria festeggiata a dovere, con la squadra accolta al rientro in città da una folla festante, che finalmente riusciva ad avere la meglio sui cugini non proprio amati.
https://youtu.be/3PvXnurn8Gw
Poi in successione l'altro derby con la Reggina, vinto ai rigori, la sfida all'altra rivale storica, la Salernitana (dominatrice in campionato), sconfitta di misura su rigore, l'inaspettata vittoria in casa della Juve Stabia sancita sempre da De Angelis (capocannoniere della manifestazione).
Poi, dopo le semifinali col Pontedera (1-0 all'andata con una perla di Criaco; 1-1 al ritorno col sigillo di Sacha Cori), ecco l'ultimo atto con il Como.
In trasferta, al Sinigaglia, i Lupi arrivano subito famelici e ipotecano il trionfo: finisce 1-4 e il popolo rossoblu comincia a sognare.
https://youtu.be/Lkl5MaGa6tU
Il ritorno è la festa di cui stiamo parlando e che vi stiamo raccontando: il gol di Ciancio rende la notte ancora più magica e la pagina di storia ancor più indimenticabile.
Al triplice fischio il San Vito è un miscuglio di emozioni, di gioia, di lacrime, di entusiasmo: il pubblico canta, guidato dalla musica dei Lumpen e da quella "malattia che non va più via". E poi via agli inni storici: l'allegro e folkloristico "Lupi Alè", seguito dal più melodico "Magico Cosenza". Infine l'immancabile "We are the Champions", dei Queen, al momento di sollevare la Coppa.
Il Cosenza è il club più titolato della Calabria: unica squadra ad aver vinto un trofeo internazionale prima e una coppa professionistica poi. Non sarà molto, penserete: nell'Italia dei comuni e dei campanili, però, è qualcosa di storico.
I PROTAGONISTI - Detto di Gianluca De Angelis, capitano e capocannoniere della Coppa Italia di Lega Pro, questa è la vittoria di un gruppo capace di ripartire quasi da zero dopo un inizio di stagione da brividi (stavolta, però, in senso negativo) e capace di risalire la china dopo l'esonero di Cappellacci e l'arrivo di Roselli.
La squadra, sotto la guida del tecnico umbro, ha saputo reagire e regalare entusiasmo ad un pubblico che già temeva di ritornare nell'inferno della Serie D.
La scommessa del presidente Guarascio e del diesse Meluso è stata vinta: le cose fatte per bene ripagano sempre. E i progetti futuri (importanti, ma improntati sempre alla regola del "non strafare") fanno già scintillare gli occhi di tutti i tifosi.
UNA CORNICE FANTASTICA - Per una notte Cosenza sembra Liverpool, il San Vito sembra Anfield Road. L'atmosfera ha un sentore molto britannico, il pubblico canta e festeggia dopo aver regalato due colorate coreografie. Tre settori (Curva Sud, Tribuna B e Tribuna A) colmi di gente, d'entusiasmo, di abbracci, di canti.
Cosenza è pronta a riprendersi i suoi sogni e la sua gloria e il primo passo è quello di mercoledì scorso. Un passo che resterà nella memoria di tutti, nel cuore di chi ama i colori rossoblu, di chi ha pianto per la maglia del Cosenza, di chi, finalmente, ha potuto gioire.
"Sono quelle cose che alla fine ti rimangono" recita uno striscione che fa bella mostra di sé sugli spalti. Una frase che più reale non si potrebbe. E' la festa di tutti, di chi ci è sempre stato, di chi è tornato allo stadio solo per una sera; di chi non ci poteva essere, perché distante centinaia di chilometri per studio o lavoro; di chi non c'è più e ha sicuramente gridato "Lupi, Lupi" con tutto il popolo del San Vito da lassù.
http://www.fantagazzetta.com/approfondi ... ono-202409