Articolo vecchio di 2 anni, ma che ho voluto postare per riflettere sulle sensibilità del mondo del calcio e dei mass-media verso i suoi vecchi protagonisti.
Due nemici mortali per Gigi Radice.
L’ex tecnico di Toro e Cagliari lotta contro l’Alzheimer e contro l’indifferenza.
Gigi Radice è l'allenatore più fedele del Torino, 375 partite di campionato, più della metà vinte e solo 80 perse: 10 stagioni, dal '75 all'80 (scudetto subito, l'unico dopo la tragedia di Superga, poi secondo posto a un punto dalla Juve) e dall'84 (secondo, dietro al Verona) all'89. Ha guidato anche il Cagliari, nel '75, giusto prima di passare al Torino. E in Sardegna riornò 20 anni fa, sotto la presidenza Massimo Cellino. "Radix" si è ritirato a 63 anni e adesso che ne ha 77 combatte una battaglia impossibile, confortato dalla moglie Nerina (76) e dalle figlie Cristina ed Elisabetta.
Signora Radice, quando è iniziata la malattia?
"Sette, otto anni fa. Da due si è aggravata, dopo l'anestesia per l'intervento a un'anca. E' tornato a muoversi benissimo, ero consapevole che la situazione sarebbe peggiorata, non pensavo diventasse tanto drammatica. La mente è andata in tilt, ora le condizioni sono stazionarie".
I primi segnali?
"Non si colgono subito, nell'istante in cui te ne accorgi è già troppo tardi. Neanche esistono possibilità di miglioramento. Ci è capitata questa mazzata tremenda, la fronteggiamo nel migliore dei modi, purtroppo la degenerazione cerebrale è a un livello tale che l'ottimismo è impossibile".
L'Alzheimer fu riconosciuta nel 1906, un secolo dopo nel mondo si contavano 26 milioni e 600mila malati. Esistono rimedi?
"Se ne fa un gran parlare, ma non credo. E' una patologia subdola e tremenda, ti rendi conto dopo che forse è successo qualcosa. Precipiti nel baratro profondo".
Anche Cassius Clay, non sta bene, affetto dal Parkinson.
"A me colpiscono i malati di Sla, in particolare ammiro Stefano Borgonovo e la moglie Chantal, per la forza che hanno".
Il mondo del calcio vi è vicino?
"Ci ha lasciati nell'indifferenza totale. Sino a due anni fa avremmo gradito le visite, ora Gigi riconosce solo i familiari. Per fortuna neanche si accorge di quanto avviene attorno, altrimenti sarebbe un dramma".
Possibile che un simbolo del cuore granata sia abbandonato?
"Da anni è uscito di scena, sono abbastanza delusa, per il comportamento di chi ci sta intorno. Gli sono rimasti alcuni amici intimi, per il resto sono pochi: qualche ex giocatore granata si fa sempre vivo, assieme ad amici di Torino. Purtroppo Gigi non è più quel che era, è finito nel dimenticatoio".
Era soprannominato anche "il tedesco".
"Non aveva un carattere facilissimo, era un sergente di ferro. Rifiutava i i compromessi, andava avanti di testa sua".
Il figlio Ruggero, 39 anni, allena le giovanili del Siena, dopo 19 stagioni da difensore.
"Ha sposato una senese, è rimasto nel calcio. Vive il nostro dramma indirettamente, quando può torna a trovarci".
Da quanto siete sposati?
"Il 3 luglio del 2013 saranno 50 anni. In quella data, 10 anni dopo, nacque Ruggero. Ricordo con piacere le stagioni in Sardegna, il calore dei tifosi, anche se furono esperienze brevi".
Vanni Zagnoli - lanuovasardegna.gelocal.it - 23/02/2013