felipao ha scritto:Sul tema sicuramente ne saprò meno di quanto ne hanno cognizione altre persone e, se del caso, ne so anche meno rispetto a quanto ne sai tu. Ma, dal momento che l'oggetto della conversazione attiene a strategie idonee a creare un po' di entusiasmo, in specie consentendo l'ingresso ai bambini, ripeto che dal mio modesto punto di vista sia opportuno creare una norma che attribuisca la possibilità di vedere il cosenza ai piccoli tifosi. La mia critica riguarda la recalcitranza della proprietà verso una misura di questo tipo che, sempre a mio modesto avviso, si lega al macro tema della fattuale scarsa ricettività, scarso interesse di guarascio verso i tifosi che non sono solo gli euro che pagank per vedere le partite ma passione e calore. Il resto rientra in un ambito diverso da quello della volontà dell proprietà, di fatto assente lungamente sul tema. Quindi, il resto, ai fini del mio pensiero ridonda in un qualcosa di stucchevole.
Ti rispondo io: 2
La norma per regolare l'accesso allo stadio non la stabilisce il presidente del Cosenza (che in una società normale non dovrebbe essere nemmeno quello che propone determinate iniziative, visto che per questo ci sono gli addetti ad immagine e comunicazione).
La nostra società ha miliardi di mancanze, imputargliene una inesistente è inutile (perchè ci sono altri millemila motivi per attaccarla) e controproducente (perchè solitamente ci si attacca a cose inventate quando la realtà non offre altri spunti, che nel nostro caso invece esistono)
La questura di Cosenza impone alle scuole calcio l'ingresso prima delle 13 se vogliono assistere gratis agli incontri delle 14:30, rendendo di fatto impossibile la partecipazione dei bambini di Cosenza, figuariamoci di quelli della provincia. Quando Guarascio diventerà questore, allora gli si potrà accollare anche questa colpa, per il momento i responsabili sono altri