Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

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Bia
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Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

Messaggio da Bia »

Eccovi alcuni frammenti della mia ultima opera ritrovata. Da "Il Cosentino Furioso"... :D

GUARPETTA NELLA MANGIATOIA




1
Tutta la spazzatura varcano del fuoco,
ed indi vanno al regno de la luna.
Veggon per la più parte esser quel loco
come un vecchio acciar che rivela macchia alcuna;
e lo trovano perso, o minor poco
di ciò ch'in questo globo si raguna,
in questo ultimo globo de la terra,
mettendo il mar che la circonda e serra.

2
Quivi ebbe Guarpetta doppia meraviglia:
che quel paese appresso era sì grande,
il quale a un picciol tondo rassimiglia
a noi che lo miriam da queste bande;
e ch'aguzzar conviengli ambe le ciglia,
s'indi la terra e 'l mar ch'intorno spande,
discerner vuol; che non avendo luce,
l'imagin lor poco alta si conduce.

2
Solo un fiume, pochi laghi, altre campagne
sono là su, che non son qui tra noi;
altri piani, altre valli, altre montagne,
c'han le città, che ha i castelli suoi,
con case de le quai mai le più magne
non vide il paladin prima né poi:
e vi sono ample e solitarie selve,
ove i Lupi in branco giran come belve.

3
Non stette il misero a ricercar il tutto;
solo a comprender bene quello effetto.
Da sindaco Occhiuto condutto
in un vallon fra sette colli istretto,
ove mirabilmente era ridutto
ciò che si perde o per nostro diffetto,
o per colpa di tempo o di Fortuna:
ciò che si perde qui, là si raguna.

4
Non pur di regni o di ricchezze parlo,
in che la ruota instabile lavora;
ma di quel ch'in poter di tor, di darlo
non ha Fortuna, intender voglio ancora.
Molta fame è là su, che, come tarlo,
il tempo al lungo andar qua giù divora:
là su infiniti prieghi e voti stanno,
che da noi peccatori a Dio si fanno.

5
Le lacrime e i sospiri dei tifosi,
l'inutil tempo che si perde a giuoco,
e l'ozio lungo d'uomini ignoranti,
vani disegni che non han mai forma,
i vani desideri sono tanti,
che la più parte ingombran di quel loco:
ciò che in somma qua giù perdesti mai,
là su mai salendo in A ritrovar potrai.

6
Passando il munnizzaro per quelle biche,
or di questo or di quel chiede alla guida.
Vide uno stadio di tumide vesiche,
che dentro parea aver tumulti e grida;
e seppe ch'eran li antichi spiriti
dei Lupi di valoroso nome,
Persi nella follia dei Pagliuso, che già furo
incliti, ed or n'è quasi il nome oscuro.

7
Ami d'oro e d'argento futuro appresso vede
in una massa raccolta ,ch'erano quei doni
che si fan con speranza di mercede
ai re, agli avari principi, ai patroni.
Vede in ghirlande ascosi lacci; e chiede,
ed ode che son tutte adulazioni per un Presidente.
Di cicale scoppiate imagine hanno
versi ch'in laude dei signor si fanno.

8
Di nodi d'oro e di gemmati ceppi
vede c'han forma i mal seguiti amori.
V'eran aquile con artigli di letame; e che fur, seppi,
l'autorità ch'ai suoi danno i signori.
I mantici ch'intorno han pieni i greppi,
sono i fumi dei principi e i favori
che danno un tempo ai ganimedi suoi,
che se ne van col fior degli anni poi.

9
Ruine di citta e del castello
stavan con gran tesor quivi sozzopra.
Domanda, e ottiene, che quella
congiura che sì mal para cheti per suo interesse.
Vide serpi con faccia di Leone,
dei sozzi gatti e di lavannari l'opra:
poi vide bocce rotte di più sorti,
ch'era il servir de le misere corti.

10
Di versate minestre una gran mangiatoia
vede, e domanda al suo dottor ch'importe.
«L'elemosina è (dice) che si lassa
alcun, che fatta sia dopo la morte.»
Di vari giocatori ad un gran qulo passa,
ch'ebbe già buono odore, or putia forte.
Questo era il dono (se però dir lece)
che allo stolto Cosentino il buon Occhiuto fece.

11
Io allora si, sarò vostro Presidente
ma per il mio bieco sollazzo e non la gloria
che vi elargisca poco, da misero perdente
e a cui i miei sgherri celebrino a noia
quel che mi interessa e mi porti sopra
ciò che la città riconosce come una scappatoia
dai miei doveri e i vostri tesori che con l'inganno
presi ed ho nascosto a vostro danno.
Ultima modifica di Bia il venerdì 12 agosto 2022, 23:56, modificato 1 volta in totale.
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Re: Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

Messaggio da THE FAN »

Bia ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 11:33 Eccovi alcuni frammenti della mia ultima opera ritrovata. Da "Il Cosentino Furioso"... :D

GUARPETTA NELLA MANGIATOIA




1
Tutta la spazzatura varcano del fuoco,
ed indi vanno al regno de la luna.
Veggon per la più parte esser quel loco
come un vecchio acciar che rivela macchia alcuna;
e lo trovano perso, o minor poco
di ciò ch'in questo globo si raguna,
in questo ultimo globo de la terra,
mettendo il mar che la circonda e serra.

2
Quivi ebbe Guarpetta doppia meraviglia:
che quel paese appresso era sì grande,
il quale a un picciol tondo rassimiglia
a noi che lo miriam da queste bande;
e ch'aguzzar conviengli ambe le ciglia,
s'indi la terra e 'l mar ch'intorno spande,
discerner vuol; che non avendo luce,
l'imagin lor poco alta si conduce.

2
Solo un fiume, pochi laghi, altre campagne
sono là su, che non son qui tra noi;
altri piani, altre valli, altre montagne,
c'han le città, che ha i castelli suoi,
con case de le quai mai le più magne
non vide il paladin prima né poi:
e vi sono ample e solitarie selve,
ove i Lupi in branco giran come belve.

3
Non stette il misero a ricercar il tutto;
solo a comprender bene quello effetto.
Da sindaco Occhiuto condutto
in un vallon fra sette collli istretto,
ove mirabilmente era ridutto
ciò che si perde o per nostro diffetto,
o per colpa di tempo o di Fortuna:
ciò che si perde qui, là si raguna.

4
Non pur di regni o di ricchezze parlo,
in che la ruota instabile lavora;
ma di quel ch'in poter di tor, di darlo
non ha Fortuna, intender voglio ancora.
Molta fame è là su, che, come tarlo,
il tempo al lungo andar qua giù divora:
là su infiniti prieghi e voti stanno,
che da noi peccatori a Dio si fanno.

5
Le lacrime e i sospiri dei tifosi,
l'inutil tempo che si perde a giuoco,
e l'ozio lungo d'uomini ignoranti,
vani disegni che non han mai forma,
i vani desideri sono tanti,
che la più parte ingombran di quel loco:
ciò che in somma qua giù perdesti mai,
là su mai salendo in A ritrovar potrai.

6
Passando il munnizzaro per quelle biche,
or di questo or di quel chiede alla guida.
Vide uno stadio di tumide vesiche,
che dentro parea aver tumulti e grida;
e seppe ch'eran li antichi spiriti
dei Lupi di valoroso nome,
Persi nella follia dei Pagliuso, che già furo
incliti, ed or n'è quasi il nome oscuro.

7
Ami d'oro e d'argento futuro appresso vede
in una massa raccolta ,ch'erano quei doni
che si fan con speranza di mercede
ai re, agli avari principi, ai patroni.
Vede in ghirlande ascosi lacci; e chiede,
ed ode che son tutte adulazioni per un Presidente.
Di cicale scoppiate imagine hanno
versi ch'in laude dei signor si fanno.

8
Di nodi d'oro e di gemmati ceppi
vede c'han forma i mal seguiti amori.
V'eran aquile con artigli di letame; e che fur, seppi,
l'autorità ch'ai suoi danno i signori.
I mantici ch'intorno han pieni i greppi,
sono i fumi dei principi e i favori
che danno un tempo ai ganimedi suoi,
che se ne van col fior degli anni poi.

9
Ruine di citta e del castello
stavan con gran tesor quivi sozzopra.
Domanda, e ottiene, che quella
congiura che sì mal para cheti per suo interesse.
Vide serpi con faccia di Leone,
dei sozzi gatti e di lavannari l'opra:
poi vide bocce rotte di più sorti,
ch'era il servir de le misere corti.

10
Di versate minestre una gran mangiatoia
vede, e domanda al suo dottor ch'importe.
«L'elemosina è (dice) che si lassa
alcun, che fatta sia dopo la morte.»
Di vari giocatori ad un gran qulo passa,
ch'ebbe già buono odore, or putia forte.
Questo era il dono (se però dir lece)
che allo stolto Cosentino il buon Occhiuto fece.

11
Io allora si, sarò vostro Presidente
ma per il mio bieco sollazzo e non la gloria
che vi elargisca poco, da misero perdente
e a cui i miei sgherri celebrino a noia
quel che mi interessa e mi porti sopra
ciò che la città riconosce come una scappatoia
dai miei doveri e i vostri tesori che con l'inganno
presi ed ho nascosto a vostro danno.

GRANDE BIA!!! :flag:
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Re: Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

Messaggio da tetris »

Bia ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 11:33 Eccovi alcuni frammenti della mia ultima opera ritrovata. Da "Il Cosentino Furioso"... :D

GUARPETTA NELLA MANGIATOIA




1
Tutta la spazzatura varcano del fuoco,
ed indi vanno al regno de la luna.
Veggon per la più parte esser quel loco
come un vecchio acciar che rivela macchia alcuna;
e lo trovano perso, o minor poco
di ciò ch'in questo globo si raguna,
in questo ultimo globo de la terra,
mettendo il mar che la circonda e serra.

2
Quivi ebbe Guarpetta doppia meraviglia:
che quel paese appresso era sì grande,
il quale a un picciol tondo rassimiglia
a noi che lo miriam da queste bande;
e ch'aguzzar conviengli ambe le ciglia,
s'indi la terra e 'l mar ch'intorno spande,
discerner vuol; che non avendo luce,
l'imagin lor poco alta si conduce.

2
Solo un fiume, pochi laghi, altre campagne
sono là su, che non son qui tra noi;
altri piani, altre valli, altre montagne,
c'han le città, che ha i castelli suoi,
con case de le quai mai le più magne
non vide il paladin prima né poi:
e vi sono ample e solitarie selve,
ove i Lupi in branco giran come belve.

3
Non stette il misero a ricercar il tutto;
solo a comprender bene quello effetto.
Da sindaco Occhiuto condutto
in un vallon fra sette collli istretto,
ove mirabilmente era ridutto
ciò che si perde o per nostro diffetto,
o per colpa di tempo o di Fortuna:
ciò che si perde qui, là si raguna.

4
Non pur di regni o di ricchezze parlo,
in che la ruota instabile lavora;
ma di quel ch'in poter di tor, di darlo
non ha Fortuna, intender voglio ancora.
Molta fame è là su, che, come tarlo,
il tempo al lungo andar qua giù divora:
là su infiniti prieghi e voti stanno,
che da noi peccatori a Dio si fanno.

5
Le lacrime e i sospiri dei tifosi,
l'inutil tempo che si perde a giuoco,
e l'ozio lungo d'uomini ignoranti,
vani disegni che non han mai forma,
i vani desideri sono tanti,
che la più parte ingombran di quel loco:
ciò che in somma qua giù perdesti mai,
là su mai salendo in A ritrovar potrai.

6
Passando il munnizzaro per quelle biche,
or di questo or di quel chiede alla guida.
Vide uno stadio di tumide vesiche,
che dentro parea aver tumulti e grida;
e seppe ch'eran li antichi spiriti
dei Lupi di valoroso nome,
Persi nella follia dei Pagliuso, che già furo
incliti, ed or n'è quasi il nome oscuro.

7
Ami d'oro e d'argento futuro appresso vede
in una massa raccolta ,ch'erano quei doni
che si fan con speranza di mercede
ai re, agli avari principi, ai patroni.
Vede in ghirlande ascosi lacci; e chiede,
ed ode che son tutte adulazioni per un Presidente.
Di cicale scoppiate imagine hanno
versi ch'in laude dei signor si fanno.

8
Di nodi d'oro e di gemmati ceppi
vede c'han forma i mal seguiti amori.
V'eran aquile con artigli di letame; e che fur, seppi,
l'autorità ch'ai suoi danno i signori.
I mantici ch'intorno han pieni i greppi,
sono i fumi dei principi e i favori
che danno un tempo ai ganimedi suoi,
che se ne van col fior degli anni poi.

9
Ruine di citta e del castello
stavan con gran tesor quivi sozzopra.
Domanda, e ottiene, che quella
congiura che sì mal para cheti per suo interesse.
Vide serpi con faccia di Leone,
dei sozzi gatti e di lavannari l'opra:
poi vide bocce rotte di più sorti,
ch'era il servir de le misere corti.

10
Di versate minestre una gran mangiatoia
vede, e domanda al suo dottor ch'importe.
«L'elemosina è (dice) che si lassa
alcun, che fatta sia dopo la morte.»
Di vari giocatori ad un gran qulo passa,
ch'ebbe già buono odore, or putia forte.
Questo era il dono (se però dir lece)
che allo stolto Cosentino il buon Occhiuto fece.

11
Io allora si, sarò vostro Presidente
ma per il mio bieco sollazzo e non la gloria
che vi elargisca poco, da misero perdente
e a cui i miei sgherri celebrino a noia
quel che mi interessa e mi porti sopra
ciò che la città riconosce come una scappatoia
dai miei doveri e i vostri tesori che con l'inganno
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:Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo:
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Re: Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

Messaggio da DarkGOD »

premio pulitzer subito!
..cento anni di storia..
con nessuna dirigenza solo per l'amore del cosenza..'ncarogna sempre
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cirujeda
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Re: Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

Messaggio da cirujeda »

GOOD JOB
B O I C o o p !
sciuaddruu
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Re: Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

Messaggio da sciuaddruu »

:Bravo: :Bravo: :Bravo:
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Oberdan_80
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Re: Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

Messaggio da Oberdan_80 »

mi ero perso il topic del mitico Bia, rimedio subito


:Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo:

:Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo:

:Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo: :Bravo:
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=@ GUARASCIO MOLLA IL COSENZA CALCIO =@

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Re: Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

Messaggio da Ferro da Milano »

E ti frich’i Dante, Petrarca e Boccaccio accucchiati assieme!

Grande Bia!

:Bravo:
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

Messaggio da originalzagor »

...m'avìa persa pur'io... facitila lejia a Guarpetta...

se mi fa una ricostruzione logico-storico-semantica di anche una delle ottave, divento suo cavalier servente!

:lol: :lol: :lol:
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Re: Guarpetta nella mangiatoia (antico poema epico picaresco)

Messaggio da Bia »

originalzagor ha scritto: venerdì 12 agosto 2022, 23:52 ...m'avìa persa pur'io... facitila lejia a Guarpetta...

se mi fa una ricostruzione logico-storico-semantica di anche una delle ottave, divento suo cavalier servente!

:lol: :lol: :lol:
:D
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