Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
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Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
In un Pavia derelitto, molto di più di quanto non si sia noi attualmente, riuscì a compiere il miracolo, raggiungendo una insperata salvezza. Eccone il racconto...
Questa vicenda inizia a Montone, provincia di Perugia, borgo dell’Alta Valle del Tevere con meno di 1700 abitanti, tetti rossi e case in pietra. Giorgio Roselli, oggi allenatore del Pavia calcio, è nato lì, nell’Umbria verde. Era l’ottobre del 1957. Come tanti ragazzini sognava di giocare in serie A. Ci arrivò subito. Dopo le giovanili a Spoleto, nel 1975, non ancora 18enne, salì a Milano per vestire la maglia dell’Inter. Il faccino pulito e felice che spiccava allora in mezzo a tanti campioni nelle foto ufficiali di squadra da tempo ha lasciato il posto al volto di un uomo che ogni soddisfazione, grande e piccola, se l’è dovuta sudare. Quando è arrivato a Pavia a gennaio Roselli non lavorava dalla primavera 2011. Non lo conosco di persona, Roselli. Ricordo però la sua figurina Panini appiccicata tra quelle dei giocatori dell’Inter fine anni Settanta e di averne poi conservata sempre una negli anni a venire, quando le sue maglie furono quelle di Sampdoria e Bologna. E’ da tanto che rifletto su quanto siano importanti le condizioni esterne per realizzarsi, per il percorso di vita, per la carriera. Quanto conti anche “avere cul*”, insomma. Un esempio? Nell’autunno 2005 Roselli allenava la Cremonese. Quel campionato di serie C1 viene ricordato per il super-Pavia di Sciaccaluga e Ciullo, che sfiorò la serie B, e per il mega-Mantova di Poggi e Hubner che proprio gli azzurri sconfisse ai play off. Quel Mantova vinse anche per un presidente ricco sfondato, montagne di soldi fatti vendendo pannolini, le fuoriserie, l’elicottero, gli uffici sontuosi in centro quasi fosse un redivivo Gonzaga. Poi quel presidente fece bancarotta, ma questa è un’altra storia. Sì, ma Roselli? C’entra, eccome se c’entra. Perché tanti calciofili ricordano super-Pavia e mega-Mantova, ma quel campionato lo vinse la dignitosa Cremonese del signor Roselli Giorgio. Che salì in serie B e che poi tentò di consolidarsi nella categoria approdando a Grosseto. Esonerato dopo appena tre partite – era l’autunno 2007 – Roselli non ha più avuto possibilità di lavorare a quei livelli. Quando il 24 gennaio ha firmato per il Pavia mi sono fatto attento: c’è troppa epica nella storia di questo Signor Nessuno rispetto a quelle, strombazzate, di troppi presunti Signori Qualcuno. Il Pavia aveva incredibilmente perso 9 delle precedenti 10 partite, un solo punto sui 30 a disposizione, mentre da settembre ne aveva raccolti 9 in 20 partite (1 vittoria, 6 pari e 13 ko) alla deficitaria media di 0,45 punti a partita. Spero che abbia tenuto duro almeno uno dei lettori all’oscuro delle cose di calcio, un laico che possa comprendere appieno l’eccezionalità di livelli così elevati di inefficienza in un gruppo di lavoro. Anche per Roselli la prima partita fu una sconfitta, per il Pavia la decima in 11 gare. Poi il perugino con la-faccia-un-po’-così ha portato a casa due pareggini, quindi il botto; tre vittorie di fila. In riva al Naviglio non accadeva da anni. Domenica è arrivata la Ternana che-tremare-il-mondo-fa. E nel Pavia ho rivisto una squadra che fa cose logiche, razionali, efficaci. Leggo che sarebbe solo la continuità dei giocatori impiegati a fare la differenza dopo mesi di problemi. Sorrido. Perché ho visto molto di più: rispetto delle spaziature, ingombro del campo, traiettorie, sovrapposizioni, aiuti, distanze mantenute tra i reparti, disciplina dei singoli, compiti precisi, valutazioni attente sui limiti degli atleti. Molti dei giocatori, in fondo, sono gli stessi interpreti di un inverno vissuto allo sbando. Seguirò il Pavia su Sportitalia, la diretta da Vercelli. Grazie a Roselli mi è tornata la voglia di tifare azzurro. Sarà un derby e una partita difficile. Roselli ha collezionato 12 punti in 9 gare (media triplicata rispetto a chi l’ha preceduto), mentre i piemontesi che vinsero 7 scudetti agli albori della storia del calcio sono terzi in classifica e di punti ne hanno 27 in più. Il Pavia però ha rialzato lo sguardo, vuole la salvezza, si è convinto di poter arrivare minimo agli spareggi più pronto e preparato di tante avversarie. Con un’arma segreta da spendere: il misto di sobrietà e serietà del suo allenatore.
Questa vicenda inizia a Montone, provincia di Perugia, borgo dell’Alta Valle del Tevere con meno di 1700 abitanti, tetti rossi e case in pietra. Giorgio Roselli, oggi allenatore del Pavia calcio, è nato lì, nell’Umbria verde. Era l’ottobre del 1957. Come tanti ragazzini sognava di giocare in serie A. Ci arrivò subito. Dopo le giovanili a Spoleto, nel 1975, non ancora 18enne, salì a Milano per vestire la maglia dell’Inter. Il faccino pulito e felice che spiccava allora in mezzo a tanti campioni nelle foto ufficiali di squadra da tempo ha lasciato il posto al volto di un uomo che ogni soddisfazione, grande e piccola, se l’è dovuta sudare. Quando è arrivato a Pavia a gennaio Roselli non lavorava dalla primavera 2011. Non lo conosco di persona, Roselli. Ricordo però la sua figurina Panini appiccicata tra quelle dei giocatori dell’Inter fine anni Settanta e di averne poi conservata sempre una negli anni a venire, quando le sue maglie furono quelle di Sampdoria e Bologna. E’ da tanto che rifletto su quanto siano importanti le condizioni esterne per realizzarsi, per il percorso di vita, per la carriera. Quanto conti anche “avere cul*”, insomma. Un esempio? Nell’autunno 2005 Roselli allenava la Cremonese. Quel campionato di serie C1 viene ricordato per il super-Pavia di Sciaccaluga e Ciullo, che sfiorò la serie B, e per il mega-Mantova di Poggi e Hubner che proprio gli azzurri sconfisse ai play off. Quel Mantova vinse anche per un presidente ricco sfondato, montagne di soldi fatti vendendo pannolini, le fuoriserie, l’elicottero, gli uffici sontuosi in centro quasi fosse un redivivo Gonzaga. Poi quel presidente fece bancarotta, ma questa è un’altra storia. Sì, ma Roselli? C’entra, eccome se c’entra. Perché tanti calciofili ricordano super-Pavia e mega-Mantova, ma quel campionato lo vinse la dignitosa Cremonese del signor Roselli Giorgio. Che salì in serie B e che poi tentò di consolidarsi nella categoria approdando a Grosseto. Esonerato dopo appena tre partite – era l’autunno 2007 – Roselli non ha più avuto possibilità di lavorare a quei livelli. Quando il 24 gennaio ha firmato per il Pavia mi sono fatto attento: c’è troppa epica nella storia di questo Signor Nessuno rispetto a quelle, strombazzate, di troppi presunti Signori Qualcuno. Il Pavia aveva incredibilmente perso 9 delle precedenti 10 partite, un solo punto sui 30 a disposizione, mentre da settembre ne aveva raccolti 9 in 20 partite (1 vittoria, 6 pari e 13 ko) alla deficitaria media di 0,45 punti a partita. Spero che abbia tenuto duro almeno uno dei lettori all’oscuro delle cose di calcio, un laico che possa comprendere appieno l’eccezionalità di livelli così elevati di inefficienza in un gruppo di lavoro. Anche per Roselli la prima partita fu una sconfitta, per il Pavia la decima in 11 gare. Poi il perugino con la-faccia-un-po’-così ha portato a casa due pareggini, quindi il botto; tre vittorie di fila. In riva al Naviglio non accadeva da anni. Domenica è arrivata la Ternana che-tremare-il-mondo-fa. E nel Pavia ho rivisto una squadra che fa cose logiche, razionali, efficaci. Leggo che sarebbe solo la continuità dei giocatori impiegati a fare la differenza dopo mesi di problemi. Sorrido. Perché ho visto molto di più: rispetto delle spaziature, ingombro del campo, traiettorie, sovrapposizioni, aiuti, distanze mantenute tra i reparti, disciplina dei singoli, compiti precisi, valutazioni attente sui limiti degli atleti. Molti dei giocatori, in fondo, sono gli stessi interpreti di un inverno vissuto allo sbando. Seguirò il Pavia su Sportitalia, la diretta da Vercelli. Grazie a Roselli mi è tornata la voglia di tifare azzurro. Sarà un derby e una partita difficile. Roselli ha collezionato 12 punti in 9 gare (media triplicata rispetto a chi l’ha preceduto), mentre i piemontesi che vinsero 7 scudetti agli albori della storia del calcio sono terzi in classifica e di punti ne hanno 27 in più. Il Pavia però ha rialzato lo sguardo, vuole la salvezza, si è convinto di poter arrivare minimo agli spareggi più pronto e preparato di tante avversarie. Con un’arma segreta da spendere: il misto di sobrietà e serietà del suo allenatore.
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
:unknown: uhmn ma lo attua davvero il 4-3-3 o fa cumu a cappellacci?
sarà ma per me non abbiamo una rosa adeguata per fare questo 4-3-3
cmq dai trascorsi nn mi sembra male sto roselli mah speriamo
sarà ma per me non abbiamo una rosa adeguata per fare questo 4-3-3
cmq dai trascorsi nn mi sembra male sto roselli mah speriamo
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
Simonelli ha rifiutato il cosenza affermando che i giocatori del cosenza non sono adatti al suo 4-3-3 (fonte il quotidiano qualche minuto fa)Rey86 ha scritto::unknown: uhmn ma lo attua davvero il 4-3-3 o fa cumu a cappellacci?
sarà ma per me non abbiamo una rosa adeguata per fare questo 4-3-3
cmq dai trascorsi nn mi sembra male sto roselli mah speriamo
i trascorsi? sono pochi ha salvato il pavia nel girone nord che è l'opposto al nostro ed ha allenato il gubbio e lecco
NOI NON SIAMO DA 4-3-3
aru cù
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
Per come la vedo io se lo dovessimo prendere sarebbe un buon tecnico per il nostro obiettivo ovvero la salvezza in piu si dice sia un gran motivatore quindi se tanto mi da tanto proprio male non è per noi 8)
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
di sicuro avrei preso simonelli l'ho già scritto in altri topic però se ha giustamente ha declianto bisogna vedere qualis ono le alternative addirittura chiru cazzzuni i bellicapelli vulià piglia torna l'altretatnto cazzune i napoli :bad:
mià che c'hai ragioen sasà ci vuoel qualcuno con esperienze in questi gironi e cmq con squadre del sud
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
A Cremona lo ricordano così:
...la Cremo è reduce da un'annata poco felice terminata appena al di fuori dei playoff. La piazza però è insoddisfatta e la società rifonda completamente la squadra. E' la stagione di Prisciandaro e di Taddei, ma anche di tanti gregari come Giannascoli, Trapella e La Cagnina, giocatori che danno l'anima per i nostri colori pur non percependo stipendi faraonici. Quella è anche e soprattutto la Cremo di Giorgio Roselli. Da quando l'allenatore inizia la sua avventura in grigiorosso, per Cremona inziano le gioie. Il primo anno, in C2, termina con la promozione dopo i playoff. Dopo aver liquidato il Pizzighettone, in finale i grigiorossi affrontano il Sudtirol di un certo Giuseppe Le Noci, ma, nonostante quelche difficoltà i grigiorossi tornano in C1. Roselli sa come far giocare alla perfezione tutti i suoi ragazzi e trattandoli come figli: e proprio questa atmosfera è alla base di tutto questo successo.
L'anno seguente, la storia si ripete. Dopo un campionato stratosferico (nove vittorie nelle prime dieci partite), la squadra stravince frantumando record su record e torna in serie B dopo l'ultima apparizione del 1998/99. La città è in delirio e il merito è in gran parte di Roselli: la piazza lo adora, i suoi giocatori lo seguono a memoria. Questa armonia incanta tutto il popolo grigiorosso, privo di così tante emozioni da troppo tempo. Purtroppo, però, la sfortuna è dietro l'angolo e per Roselli giunge il tempo dei saluti. La Serie B è tutta un'altra cosa e Roselli ne paga le conseguenze. Complice una squadra non all'altezza della categoria, il tecnico umbro raccoglie solo 6 punti in 11 incontri e viene esonerato dopo il derby perso contro il Mantova. Addio per sempre? Nemmeno per sogno.
Dopo la retrocessione, nel celeberrimo "anno di transizione", il buon Roselli torna ancora una volta a Cremona centrando una salvezza a dir poco impossibile. Subentrato a Verdelli, l'allenatore umbro si ritrova a dover gestire una squadra zeppa di giovani ma piena di defezioni: in questa tragica situazione Roselli porta una ventata di entusiasmo che permette alla squadra di salvarsi all'ultima giornata. Nonostante la dirigenza grigiorossa l'avesse maltrattato, Giorgio torna, salva la Cremo e accetta di farsi da parte senza dire una parola fuori posto una volta che Arvedi si insedia alla presidenza. Abile stratega ma anche gran signore.
...la Cremo è reduce da un'annata poco felice terminata appena al di fuori dei playoff. La piazza però è insoddisfatta e la società rifonda completamente la squadra. E' la stagione di Prisciandaro e di Taddei, ma anche di tanti gregari come Giannascoli, Trapella e La Cagnina, giocatori che danno l'anima per i nostri colori pur non percependo stipendi faraonici. Quella è anche e soprattutto la Cremo di Giorgio Roselli. Da quando l'allenatore inizia la sua avventura in grigiorosso, per Cremona inziano le gioie. Il primo anno, in C2, termina con la promozione dopo i playoff. Dopo aver liquidato il Pizzighettone, in finale i grigiorossi affrontano il Sudtirol di un certo Giuseppe Le Noci, ma, nonostante quelche difficoltà i grigiorossi tornano in C1. Roselli sa come far giocare alla perfezione tutti i suoi ragazzi e trattandoli come figli: e proprio questa atmosfera è alla base di tutto questo successo.
L'anno seguente, la storia si ripete. Dopo un campionato stratosferico (nove vittorie nelle prime dieci partite), la squadra stravince frantumando record su record e torna in serie B dopo l'ultima apparizione del 1998/99. La città è in delirio e il merito è in gran parte di Roselli: la piazza lo adora, i suoi giocatori lo seguono a memoria. Questa armonia incanta tutto il popolo grigiorosso, privo di così tante emozioni da troppo tempo. Purtroppo, però, la sfortuna è dietro l'angolo e per Roselli giunge il tempo dei saluti. La Serie B è tutta un'altra cosa e Roselli ne paga le conseguenze. Complice una squadra non all'altezza della categoria, il tecnico umbro raccoglie solo 6 punti in 11 incontri e viene esonerato dopo il derby perso contro il Mantova. Addio per sempre? Nemmeno per sogno.
Dopo la retrocessione, nel celeberrimo "anno di transizione", il buon Roselli torna ancora una volta a Cremona centrando una salvezza a dir poco impossibile. Subentrato a Verdelli, l'allenatore umbro si ritrova a dover gestire una squadra zeppa di giovani ma piena di defezioni: in questa tragica situazione Roselli porta una ventata di entusiasmo che permette alla squadra di salvarsi all'ultima giornata. Nonostante la dirigenza grigiorossa l'avesse maltrattato, Giorgio torna, salva la Cremo e accetta di farsi da parte senza dire una parola fuori posto una volta che Arvedi si insedia alla presidenza. Abile stratega ma anche gran signore.
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
piu' o meno stessa età di sabatini,con la differenza che roselli è un ex centrocampista e ha vinto qualcosa..sabatini ha un nome noto solo grazie al fratello..
che i nostri calciatori non siano adatti al 4-3-3 lo sapevamo TUTTI,davvero..tranne cappellacci che ha costruito la squadra con meluso..incredibile .
roselli cmq non sarebbe male,se non è caputosta,non è che viene e fa solo un modulo..un allenatore che la pensa così già sbaglia in partenza.
preferirei cmq padalino o lo stesso de angelis..
(così risparmiamo e a gennaio puntelliamo la rosa)
spero non chiamino napoli..inadatto alla categoria.
che i nostri calciatori non siano adatti al 4-3-3 lo sapevamo TUTTI,davvero..tranne cappellacci che ha costruito la squadra con meluso..incredibile .
roselli cmq non sarebbe male,se non è caputosta,non è che viene e fa solo un modulo..un allenatore che la pensa così già sbaglia in partenza.
preferirei cmq padalino o lo stesso de angelis..
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..cento anni di storia..
con nessuna dirigenza solo per l'amore del cosenza..'ncarogna sempre
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
Lo sapete quale è il soprannome che gli hanno affibbiato a Pavia?
IL SANTO!
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
Roselli va benissimo, ha dimostrato di saper prendere una rosa in condizioni pessime e di saperla portare a buoni risultati. E' quello che ci serve ora: ricavare il meglio da gente che ha toccato il fondo e che fa fatica, anche psicologica, a risalire.
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
se non si fissa con un solo modulo è un profilo perfetto,esperienza e lavoro psicologico sicuro..embedded ha scritto:Roselli va benissimo, ha dimostrato di saper prendere una rosa in condizioni pessime e di saperla portare a buoni risultati. E' quello che ci serve ora: ricavare il meglio da gente che ha toccato il fondo e che fa fatica, anche psicologica, a risalire.
se capisce pure che abbiamo una rosa per il 3-4-1-2,4-2-3-1 o 3-5-2 sarebbe il top
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
...min*** quanti esoneri
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Re: Giorgio Roselli: è l'uomo giusto?
http://paviacalcio.forumfree.it/?t=61733351&st=135Ferro da Milano ha scritto:Lo sapete quale è il soprannome che gli hanno affibbiato a Pavia?
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30 Giugno 2011: Torneremo...
16 Giugno 2018: Siamo tornati.
10 Maggio 2021: Eravamo tornati.
3 Agosto 2021: B simu torna.
19/07/2015
...LE BANDIERE NON MUOIONO MAI.
16 Giugno 2018: Siamo tornati.
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3 Agosto 2021: B simu torna.
19/07/2015
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