Azionariato popolare
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Azionariato popolare
Sembra che il governo abbia deciso di regolamentare l'azionariato popolare nelle società sportive professionistiche in Italia così come è stato fatto in Spagna e Germania (anche se in Liga e in Bundesliga adottano modelli differenti).
Apro questo nuovo topic per affrontare l'argomento, già trattato in passato qui sul forum ma con circostanze diverse dalle attuali (eravamo appena saliti in C con una società nuova, ancora inesperta e con personaggi dalla dubbia capacità gestionale), perché i precedenti sono finiti ormai nell'archivio e non possono essere più ripresi. Tuttavia se i moderatori lo riterranno opportuno potranno unirlo con un altro in cui si discute dello stesso argomento che è sfuggito ai miei occhi e per questo mi scuso anticipatamente.
Il tema è: il discorso dell'azionariato popolare, oggi, se regolamentato da leggi precise e definite, può essere applicato alla società Cosenza Calcio s.r.l.?
Dal Sole 24 ore del 14 giugno 2019
Tifosi soci della propria squadra: così l’Italia apre al modello Barcellona
Il Barcellona ne conta 143mila di cui 86mila abbonati allo Stadio. Il Bayern Monaco ne ha addirittura 290mila, seguito da Schalke 04 (155mila) e Borussia Dortmund (154mila). Ora anche l’Italia apre ai soci tifosi attraverso l’azionariato popolare che all’estero, soprattutto nella Liga spagnola e nella Bundesliga tedesca, ha avuto tanto successo. Un emendamento al Ddl delega sullo sport appena approvato apre infatti a questa opzione disegnando la cornice per dare vita anche nel nostro Paese al sogno proibito di ogni tifoso di calcio: diventare il proprietario, anche se per una piccola quota, della squadra del cuore.
L’emendamento presentato dal relatore, Andrea Belotti (Lega), in commissione Cultura alla Camera introduce anche in Italia l’azionariato popolare nelle società sportive professionistiche, calcio compreso. In sostanza, la proposta - che poi dovrà essere dettagliata attraverso un decreto attuativo - punta ad allargare la delega per il riordino del Coni e dello sport in generale stabilendo un criterio direttivo. E cioè quello di «individuare forme e condizioni di azionariato popolare per le società professionistiche». La norma, quindi, punta a regolare la partecipazione al capitale sociale di una società sportiva da parte di un gruppo di persone, che, in base alla percentuale di partecipazione e all’entità del loro investimento prenderanno parte ai risultati economici aziendali. «L'emendamento - avverte il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Simone Valente - vuole dare il via a un percorso culturale diverso nel calcio professionistico, che favorisca la coesione sociale e la partecipazione dal basso dei tifosi nella vita dei club, avendo ben presente la realtà italiana. Così si metteranno al centro le comunità di tifosi, responsabilizzandole e facendole diventare parte integrante di un processo già sperimentato altrove in Europa anche sul fronte della legalità».
L’industria del calcio cresce sempre più: i primi 32 club in Europa valgono 35,6 miliardi (+35% in 3 anni)
In Europa, il modello è abbastanza diffuso soprattutto nel calcio. Molti sono i club in cui piccoli singoli azionisti, in genere tifosi, posseggono il 100% della proprietà o una quota di questa. Tra gli esempi possono essere citati quelli della Liga spagnola e della Bundesliga tedesca. In Germania è stata introdotta nel 1998 la regola del 50+1 che prevede l'obbligo che la maggioranza delle azioni sia in mano ai supporter: le squadre possono comunque scegliere di mettersi sul mercato (come nel caso del Borussia Dortmund che è quotato in borsa), con le quote spesso raccolte da imprenditori o aziende locali. In Spagna la situazione è più netta: o una squadra è totalmente in mano ai privati che possono quindi acquistare anche tutte le quote della società o è invece un'associazione no profit in mano ai propri soci, con la regola “un socio un voto” in sede di assemblea. Voti che pesano nella scelta dei manager come nel caso del Real Madrid dove il potente presidente Florentino Peres (riconfermato già per tre volte) viene votato dai soci - i blancos ne contano oltre 93mila - che nell’assemblea decidono anche su quanto investire per la campagna acquisti. In Italia c’è stato qualche esperimento tra i tifosi della Roma (l’iniztiva MyRoma) e in qualche squadra minore. Ora si apre anche in Italia la strada dell’azionariato popolare.
https://mobile.ilsole24ore.com/art/spor ... na/ACmYXJR
Apro questo nuovo topic per affrontare l'argomento, già trattato in passato qui sul forum ma con circostanze diverse dalle attuali (eravamo appena saliti in C con una società nuova, ancora inesperta e con personaggi dalla dubbia capacità gestionale), perché i precedenti sono finiti ormai nell'archivio e non possono essere più ripresi. Tuttavia se i moderatori lo riterranno opportuno potranno unirlo con un altro in cui si discute dello stesso argomento che è sfuggito ai miei occhi e per questo mi scuso anticipatamente.
Il tema è: il discorso dell'azionariato popolare, oggi, se regolamentato da leggi precise e definite, può essere applicato alla società Cosenza Calcio s.r.l.?
Dal Sole 24 ore del 14 giugno 2019
Tifosi soci della propria squadra: così l’Italia apre al modello Barcellona
Il Barcellona ne conta 143mila di cui 86mila abbonati allo Stadio. Il Bayern Monaco ne ha addirittura 290mila, seguito da Schalke 04 (155mila) e Borussia Dortmund (154mila). Ora anche l’Italia apre ai soci tifosi attraverso l’azionariato popolare che all’estero, soprattutto nella Liga spagnola e nella Bundesliga tedesca, ha avuto tanto successo. Un emendamento al Ddl delega sullo sport appena approvato apre infatti a questa opzione disegnando la cornice per dare vita anche nel nostro Paese al sogno proibito di ogni tifoso di calcio: diventare il proprietario, anche se per una piccola quota, della squadra del cuore.
L’emendamento presentato dal relatore, Andrea Belotti (Lega), in commissione Cultura alla Camera introduce anche in Italia l’azionariato popolare nelle società sportive professionistiche, calcio compreso. In sostanza, la proposta - che poi dovrà essere dettagliata attraverso un decreto attuativo - punta ad allargare la delega per il riordino del Coni e dello sport in generale stabilendo un criterio direttivo. E cioè quello di «individuare forme e condizioni di azionariato popolare per le società professionistiche». La norma, quindi, punta a regolare la partecipazione al capitale sociale di una società sportiva da parte di un gruppo di persone, che, in base alla percentuale di partecipazione e all’entità del loro investimento prenderanno parte ai risultati economici aziendali. «L'emendamento - avverte il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Simone Valente - vuole dare il via a un percorso culturale diverso nel calcio professionistico, che favorisca la coesione sociale e la partecipazione dal basso dei tifosi nella vita dei club, avendo ben presente la realtà italiana. Così si metteranno al centro le comunità di tifosi, responsabilizzandole e facendole diventare parte integrante di un processo già sperimentato altrove in Europa anche sul fronte della legalità».
L’industria del calcio cresce sempre più: i primi 32 club in Europa valgono 35,6 miliardi (+35% in 3 anni)
In Europa, il modello è abbastanza diffuso soprattutto nel calcio. Molti sono i club in cui piccoli singoli azionisti, in genere tifosi, posseggono il 100% della proprietà o una quota di questa. Tra gli esempi possono essere citati quelli della Liga spagnola e della Bundesliga tedesca. In Germania è stata introdotta nel 1998 la regola del 50+1 che prevede l'obbligo che la maggioranza delle azioni sia in mano ai supporter: le squadre possono comunque scegliere di mettersi sul mercato (come nel caso del Borussia Dortmund che è quotato in borsa), con le quote spesso raccolte da imprenditori o aziende locali. In Spagna la situazione è più netta: o una squadra è totalmente in mano ai privati che possono quindi acquistare anche tutte le quote della società o è invece un'associazione no profit in mano ai propri soci, con la regola “un socio un voto” in sede di assemblea. Voti che pesano nella scelta dei manager come nel caso del Real Madrid dove il potente presidente Florentino Peres (riconfermato già per tre volte) viene votato dai soci - i blancos ne contano oltre 93mila - che nell’assemblea decidono anche su quanto investire per la campagna acquisti. In Italia c’è stato qualche esperimento tra i tifosi della Roma (l’iniztiva MyRoma) e in qualche squadra minore. Ora si apre anche in Italia la strada dell’azionariato popolare.
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Re: Azionariato popolare
Ci provò quando non c'era nessuna regolamentazione in merito. Le cose a breve potrebbero cambiare.LupoCs86 ha scritto: lunedì 17 giugno 2019, 23:39 Ci provó l’associazione Cosenza nel cuore senza mai riuscirci!
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Re: Azionariato popolare
Temo che Guarascio non veda bene i bastoni tra le ruote...
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: Azionariato popolare
Ferro come darti torto, purtroppo è una questione di mentalità. In Germania dal 1998 la legge vieta, a parte rare eccezioni come Bayer Leverkusen e Wolfsburg, ad un singolo socio di possedere più del 50%+1 del pacchetto azionario del club. È vero che questo comporta una limitazione a coloro i quali piace fare il padre padrone che tutto controlla ma è anche vero che con l'azionariato popolare, che deriva da un forte senso di appartenenza, si innescano tutta una serie di movimenti importanti, anche di investimento, a tutela dei propri soci e della collettività che in alcuni casi è servito ai club, magari caduti in disgrazia, di risollevarsi o di costruire o ristrutturare il proprio stadio (di proprietà) senza l'Intervento dei privati, i cui loschi interessi, e qui ce ne lamentiamo ogni giorno con il nostro San Vito Marulla, vanno al di là dello sport evitando così ogni genere di speculazione. Ovvio che il magnate di turno è quello che scuce più soldi ma cosa succederà quando si stancherà di giocare con il suo giocattolo?Ferro da Milano ha scritto: martedì 18 giugno 2019, 12:55 Temo che Guarascio non veda bene i bastoni tra le ruote...
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Re: Azionariato popolare
D’accordissimo!
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: Azionariato popolare
E' una cosa che, se ben stutturata ( e bisogna vedere, siamo in Italia, dove di pastrocchi sull'applicazione ne fanno di tutti i colori!) e gestita, aiuterebbe alcuni club a essere sicuri che la tifoseria - che sottoscrive - non permetterebbe i soliti giochetti truffaldini.
E guardate che infastidirebbe fino ad un certo punto i presidenti padri-padroni.
Perchè se la fanno bene, nel momento in cui investono e si fanno eleggere (come in Spagna) poi per un certo periodo gestiscono loro. Ovviamente poi alla fine della Presidenza devono rendere conto dei risultati.
Vediamo come si evolve........
E guardate che infastidirebbe fino ad un certo punto i presidenti padri-padroni.
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Re: Azionariato popolare
Tanto per capire, leggete questo articolo che spiega nello specifico il Real Madrid di Perez e la Spagna...
https://www.ultimouomo.com/azionariato- ... io-spagna/
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Re: Azionariato popolare
Il Cosentino tipico se mette mille euro poi vuole fare minimo il dg
GIGI MARULLA NEL CUORE!!! 28/08/2016 catanzaro - COSENZA 0-3
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Re: Azionariato popolare
Infatti, come dicevo, è un problema in primo luogo di mentalità. L'Italia è il paese del "fatta la legge, trovato l'inganno" ecco perché bisogna avere una regolamentazione precisa e che non dia adito a sotterfugi.Bia ha scritto: giovedì 20 giugno 2019, 10:45 E' una cosa che, se ben stutturata ( e bisogna vedere, siamo in Italia, dove di pastrocchi sull'applicazione ne fanno di tutti i colori!) e gestita, aiuterebbe alcuni club a essere sicuri che la tifoseria - che sottoscrive - non permetterebbe i soliti giochetti truffaldini.
E aggiungo che chi fa il presidente, eletto dai soci, deve avere un capitale consistente alle spalle perché se fa danni ne risponde ai soci con quel capitale.Bia ha scritto: giovedì 20 giugno 2019, 10:45 E guardate che infastidirebbe fino ad un certo punto i presidenti padri-padroni.
Perchè se la fanno bene, nel momento in cui investono e si fanno eleggere (come in Spagna) poi per un certo periodo gestiscono loro. Ovviamente poi alla fine della Presidenza devono rendere conto dei risultati.
Vediamo come si evolve........
Per come la vedo io più che l'azionariato spagnolo, il quale prevede che l'intero pacchetto azionario sia in mano ai soci e si è visto essere ad appannaggio solo dei grandi club, seguirei il modello tedesco perché è una via di mezzo tra lo spagnolo e il sistema tradizionale ed è applicato a tutti i club. La maggioranza (il 50%+1) è in mano ai tifosi e sostenitori mentre un privato, un investitore, un'azienda non può possedere azioni oltre una certa quota a parte alcune eccezioni in cui una società è stata detenuta da uno sponsor per più di 20 anni prima dell'entrata in vigore della legge del 1998 come il Leverkusen (Bayer), il Wolfsburg (Wolkswagen) e l'Hoffenheim (SAP). Il risultato? I bilanci sono in attivo, gli stadi sono di proprietà (sempre pieni!), i prezzi si mantengono bassi, il merchandising funziona e i tifosi partecipano attivamente alla vita del club.
È giusto precisare che il sistema di recente è stato aggirato dal magnate austriaco Mateschitz, fondatore della Red Bull, che è riuscito ad assicurarsi, tramite una società di garanzia, la maggioranza delle quote di una nuova società calcistica con sede a Lipsia, fissando il costo di una singola azione ad un prezzo fuori portata (oltre 800€) per le tasche dei tifosi.
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Re: Azionariato popolare
Non si tratta di azionariato ma di raccolta fondi in occasione del centenario del club. Comunque un'iniziativa che merita di essere menzionata.
Pordenone, che vittoria! Più di 2 milioni di euro di raccolta fondi
20 giugno - 18:01 - MILANO
Sono 254 i nuovi soci della società neroverde, che lo scorso novembre aveva lanciato l'iniziativa di crowdfunding in vista del centenario dalla nascita
Il crowdfunding è uno strumento che negli ultimi anni sta avendo enorme successo nei campi più disparati, ma in Italia nessuno ancora aveva pensato di applicarlo al calcio. Lo ha fatto per la prima volta il Pordenone, che ha lanciato lo scorso novembre il progetto "Pordenone 2020": lo scopo dichiarato era quello di avere i mezzi per rafforzarsi ulteriormente in vista del centesimo compleanno del club. A distanza di 7 mesi il risultato è sbalorditivo: 2,2 milioni di euro raccolti da 254 nuovi soci, un traguardo che probabilmente ha superato ogni più rosea aspettativa.
STRATEGIA— Sconti sul merchandising, biglietti omaggio per ogni partita casalinga del campionato e maglie personalizzate, oltre ai pieni diritti amministrativi. Sono questi i benefici con cui il Pordenone ha convinto tifosi e aziende private a versare una quota volontaria alla causa neroverde, rendendo appetibile l'offerta a chiunque avesse a cuore la squadra del capoluogo di provincia friulano. Il minimo era stato fissato a 250 euro, con benefici maggiori in base alla somma donata. L'appello è stato colto anche dal sindaco del Comune e tre assessori, a testimonianza dell'affetto della città per la squadra. "Ringraziamo di cuore – afferma il presidente Mauro Lovisa – tutti coloro che hanno colto l’opportunità di diventare attori protagonisti della crescita del club. Persone che credono nel nostro progetto: le conosco bene praticamente tutte, chi tifoso storico chi più nuovo; come conosco altrettanto bene chi alle tante parole non ha abbinato i fatti».
SERIE B— Si può dire che per il prossimo anno ci siano tutti i presupposti per festeggiare al meglio il centenario neroverde, visto che la stagione non poteva chiudersi in modo migliore. L'incredibile somma recuperata con la raccolta fondi arriva proprio nell'annata in cui il Pordenone ha vinto il girone B di Serie C, conquistando una storica promozione in B, la prima della sua storia. Chissà che qualche altra società segua il suo esempio, sperando negli stessi invidiabili esiti.
https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-B/ ... 0416.shtml
Pordenone, che vittoria! Più di 2 milioni di euro di raccolta fondi
20 giugno - 18:01 - MILANO
Sono 254 i nuovi soci della società neroverde, che lo scorso novembre aveva lanciato l'iniziativa di crowdfunding in vista del centenario dalla nascita
Il crowdfunding è uno strumento che negli ultimi anni sta avendo enorme successo nei campi più disparati, ma in Italia nessuno ancora aveva pensato di applicarlo al calcio. Lo ha fatto per la prima volta il Pordenone, che ha lanciato lo scorso novembre il progetto "Pordenone 2020": lo scopo dichiarato era quello di avere i mezzi per rafforzarsi ulteriormente in vista del centesimo compleanno del club. A distanza di 7 mesi il risultato è sbalorditivo: 2,2 milioni di euro raccolti da 254 nuovi soci, un traguardo che probabilmente ha superato ogni più rosea aspettativa.
STRATEGIA— Sconti sul merchandising, biglietti omaggio per ogni partita casalinga del campionato e maglie personalizzate, oltre ai pieni diritti amministrativi. Sono questi i benefici con cui il Pordenone ha convinto tifosi e aziende private a versare una quota volontaria alla causa neroverde, rendendo appetibile l'offerta a chiunque avesse a cuore la squadra del capoluogo di provincia friulano. Il minimo era stato fissato a 250 euro, con benefici maggiori in base alla somma donata. L'appello è stato colto anche dal sindaco del Comune e tre assessori, a testimonianza dell'affetto della città per la squadra. "Ringraziamo di cuore – afferma il presidente Mauro Lovisa – tutti coloro che hanno colto l’opportunità di diventare attori protagonisti della crescita del club. Persone che credono nel nostro progetto: le conosco bene praticamente tutte, chi tifoso storico chi più nuovo; come conosco altrettanto bene chi alle tante parole non ha abbinato i fatti».
SERIE B— Si può dire che per il prossimo anno ci siano tutti i presupposti per festeggiare al meglio il centenario neroverde, visto che la stagione non poteva chiudersi in modo migliore. L'incredibile somma recuperata con la raccolta fondi arriva proprio nell'annata in cui il Pordenone ha vinto il girone B di Serie C, conquistando una storica promozione in B, la prima della sua storia. Chissà che qualche altra società segua il suo esempio, sperando negli stessi invidiabili esiti.
https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-B/ ... 0416.shtml
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Re: Azionariato popolare
Facciamo una media (2200000÷254) di 8660€ a socioLupo1984 ha scritto: giovedì 20 giugno 2019, 20:39 Non si tratta di azionariato ma di raccolta fondi in occasione del centenario del club. Comunque un'iniziativa che merita di essere menzionata.
Pordenone, che vittoria! Più di 2 milioni di euro di raccolta fondi
20 giugno - 18:01 - MILANO
Sono 254 i nuovi soci della società neroverde, che lo scorso novembre aveva lanciato l'iniziativa di crowdfunding in vista del centenario dalla nascita
Il crowdfunding è uno strumento che negli ultimi anni sta avendo enorme successo nei campi più disparati, ma in Italia nessuno ancora aveva pensato di applicarlo al calcio. Lo ha fatto per la prima volta il Pordenone, che ha lanciato lo scorso novembre il progetto "Pordenone 2020": lo scopo dichiarato era quello di avere i mezzi per rafforzarsi ulteriormente in vista del centesimo compleanno del club. A distanza di 7 mesi il risultato è sbalorditivo: 2,2 milioni di euro raccolti da 254 nuovi soci, un traguardo che probabilmente ha superato ogni più rosea aspettativa.
STRATEGIA— Sconti sul merchandising, biglietti omaggio per ogni partita casalinga del campionato e maglie personalizzate, oltre ai pieni diritti amministrativi. Sono questi i benefici con cui il Pordenone ha convinto tifosi e aziende private a versare una quota volontaria alla causa neroverde, rendendo appetibile l'offerta a chiunque avesse a cuore la squadra del capoluogo di provincia friulano. Il minimo era stato fissato a 250 euro, con benefici maggiori in base alla somma donata. L'appello è stato colto anche dal sindaco del Comune e tre assessori, a testimonianza dell'affetto della città per la squadra. "Ringraziamo di cuore – afferma il presidente Mauro Lovisa – tutti coloro che hanno colto l’opportunità di diventare attori protagonisti della crescita del club. Persone che credono nel nostro progetto: le conosco bene praticamente tutte, chi tifoso storico chi più nuovo; come conosco altrettanto bene chi alle tante parole non ha abbinato i fatti».
SERIE B— Si può dire che per il prossimo anno ci siano tutti i presupposti per festeggiare al meglio il centenario neroverde, visto che la stagione non poteva chiudersi in modo migliore. L'incredibile somma recuperata con la raccolta fondi arriva proprio nell'annata in cui il Pordenone ha vinto il girone B di Serie C, conquistando una storica promozione in B, la prima della sua storia. Chissà che qualche altra società segua il suo esempio, sperando negli stessi invidiabili esiti.
https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-B/ ... 0416.shtml
Si deduce che, se il minimo era 250 € in qualche decina avrà "investito" più di 10000 € .Pordenone piccola ma facoltosa realtà
A Cosenza stimerei circa 2000 persone a 250 €. Pochi Paperoni verserebbero il doppio------> totale 500000/550000 massimo
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Re: Azionariato popolare
Bella iniziativa! Tecnicamente la potremmo fare pure noi, magari con in minimo di 2€ fino a 50€ ( con vari bonus).Lupo1984 ha scritto: giovedì 20 giugno 2019, 20:39 Non si tratta di azionariato ma di raccolta fondi in occasione del centenario del club. Comunque un'iniziativa che merita di essere menzionata.
Pordenone, che vittoria! Più di 2 milioni di euro di raccolta fondi
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Sono 254 i nuovi soci della società neroverde, che lo scorso novembre aveva lanciato l'iniziativa di crowdfunding in vista del centenario dalla nascita
Il crowdfunding è uno strumento che negli ultimi anni sta avendo enorme successo nei campi più disparati, ma in Italia nessuno ancora aveva pensato di applicarlo al calcio. Lo ha fatto per la prima volta il Pordenone, che ha lanciato lo scorso novembre il progetto "Pordenone 2020": lo scopo dichiarato era quello di avere i mezzi per rafforzarsi ulteriormente in vista del centesimo compleanno del club. A distanza di 7 mesi il risultato è sbalorditivo: 2,2 milioni di euro raccolti da 254 nuovi soci, un traguardo che probabilmente ha superato ogni più rosea aspettativa.
STRATEGIA— Sconti sul merchandising, biglietti omaggio per ogni partita casalinga del campionato e maglie personalizzate, oltre ai pieni diritti amministrativi. Sono questi i benefici con cui il Pordenone ha convinto tifosi e aziende private a versare una quota volontaria alla causa neroverde, rendendo appetibile l'offerta a chiunque avesse a cuore la squadra del capoluogo di provincia friulano. Il minimo era stato fissato a 250 euro, con benefici maggiori in base alla somma donata. L'appello è stato colto anche dal sindaco del Comune e tre assessori, a testimonianza dell'affetto della città per la squadra. "Ringraziamo di cuore – afferma il presidente Mauro Lovisa – tutti coloro che hanno colto l’opportunità di diventare attori protagonisti della crescita del club. Persone che credono nel nostro progetto: le conosco bene praticamente tutte, chi tifoso storico chi più nuovo; come conosco altrettanto bene chi alle tante parole non ha abbinato i fatti».
SERIE B— Si può dire che per il prossimo anno ci siano tutti i presupposti per festeggiare al meglio il centenario neroverde, visto che la stagione non poteva chiudersi in modo migliore. L'incredibile somma recuperata con la raccolta fondi arriva proprio nell'annata in cui il Pordenone ha vinto il girone B di Serie C, conquistando una storica promozione in B, la prima della sua storia. Chissà che qualche altra società segua il suo esempio, sperando negli stessi invidiabili esiti.
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Se ci fosse qualcuno della Società con cui relazionarsi...
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