In realtà per capire pienamente quella maledetta stagione, credo si debba iniziare dalla fine di quella precedente 95/96. La prima con Pagliuso al comando dall'inizio, poichè rilevò la società nel mese di ottobre dell'anno passato.xaverios ha scritto: giovedì 11 aprile 2019, 14:15 Chiedo a chi ha ricordi storici diretti di quel periodo, di quella retrocessione del 97 di farci una lezione di storia. Raccontarci qualcosa in più su quell'annata e su quell'ambiente, è davvero tutta colpa di Lantignotti o la partita doveva finire in pareggio e solo Marulla ha giocato per vincerla? Perché?
Buona squadra di categoria, costruita dal DG Di Marzio su un'ossatura collaudata. Calciatori esperti e di categoria (Marulla, De Rosa, Zunico, De Paola, Napolitano, Monza) e giovani di prospettiva (Lucarelli, Gioacchini, La Canna, Miceli). Campionato che dopo un inizio stentato con l'esonero di Silipo e l'arrivo di Mutti, iniziò poi a decollare. Alla fine del girone di andata il Cosenza era in zona promozione, ma in quello di ritorno ci furono molte partite giocate senza “troppa voglia” da diversi giocatori ed altre palesemente regalate agli avversari, con punteggi finali molto sospettosi. Ricordo un 4-1 contro il Brescia, un 3-3 con l’Avellino ed uno 0-3 contro il Bologna. Insomma, a salvezza acquisita diverse partite risultarono poco chiare.
A fine stagione parte della tifoseria chiese alla società di mandar via alcuni calciatori sospettati di aver venduto le partite (Zunico su tutti) e di cambiare registro per il campionato successivo. Pagliuso mandò via la quasi totalità dei vecchi ad eccezione di Marulla e De Rosa, ma tenne il criminale Alessio. In più si liberò di Gianni Di Marzio, promuovendo di fatto PepCiuccio a DS con un tale Barillaro a fargli da prestanome.
Il risultato è quello che hanno ben raccontato gli altri utenti. Squadra costruita malissimo, ma soprattutto uomini senza pal** che alle prime difficoltà (prima partita persa malamente a Castel di Sangro), iniziarono a piangere ed a scappare alle iniziali contestazioni. Qualche giocatore non era nemmeno così scarso (Grassadonia, Guidoni o Logarzo), ma erano uomini viscidi e senza pal**.
Già alla partita di Coppa Italia estiva contro la Fiorentina (allora si giocava ancora il primo turno in casa delle squadre di B), si notarono nervosismi e contrasti nel gruppo (ci fu una rissa tra Scalabrelli e Paschetta).
Dopo il mercato di riparazione ad ottobre (era ancora in autunno e non a gennaio come adesso), fu chiaro a tutti che l’incubo retrocessione era dietro l’angolo. Ricordo una forte contestazione al solo ed unico messia, che sfidò la curva piazzandosi all’angolo del bar in compagnia d 3-4 gentili signori appena usciti da Cambridge. L’atmosfera era sempre più pesante ed in una trasmissione di Ciuccio De Simone sulla vecchia Rete Alfa, l’onnipotente da Caricchio sbottò con jestime a manetta con il finale famoso del “un ci veniti aru campu e jativi viditi u Zumpanu”!!!
La cosa che più mi fece incazzare fu comunque la fuga finale di Grassadonia dopo Padova. C’era ancora da giocare l’ultima partita contro la Lucchese e lui non si presentò più a Cosenza. La società non mosse un dito in sfregio all’intera tifoseria e Pagliuso concluse l’anno con le solite jestime in diretta tv, con accanto il sorridente e subdolo Guidoni.
Ma si sa, lui era un presidente-tifoso-passionale……………….
In ogni caso non basterebbero 10 pagine di topic per ricordare appieno quell'annata e quello che ho scritto è solo quello che momentaneamente ricordo a distanza di oltre 20 anni.
Dico soltanto ai più giovani di non cadere nel falso mito di Pagliuso che ancora oggi in tanti portano avanti, ad iniziare dalla stampa per finire a personaggi che da allora hanno ci sempre mangiato e continuano a farlo.
Forza Lupi