Sottosegretario alla Presidenza: Graziano del Rio
Esteri: Federica Mogherini
Interno: Angelino Alfano
Giustizia: Andrea Orlando
Economia e Finanze: Pier Carlo Padoan
Sviluppo Economico: Federica Guidi
Politiche agricole: Maurizio Martina
Ambiente: Gian Luca Galletti
Infrastrutture: Maurizio Lupi
Lavoro & Politiche sociali: Giuliano Poletti
Istruzione: Stefania Giannini
Cultura: Dario Franceschini
Salute: Beatrice Lorenzin
Riforme & Rapporti con il Parlamento: Maria Elena Boschi
Pubblica amministrazione & Semplificazione: Marianna Madia
Affari Regionali: Maria Carmela Lanzetta
IL GOVERNO RENZI
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Re: IL GOVERNO RENZI
La Madia ministro? Vergogna!
Alle elezioni del 2008, Walter Veltroni usa le prerogative del porcellum per candidare capolista alla Camera per il Pd nella XV circoscrizione del Lazio la sconosciuta ventisettenne Marianna Madia. Alla conferenza stampa di presentazione, agli attoniti giornalisti la signorina dichiara gigionescamente di “portare in dote la propria inesperienza”.
In realtà è una raccomandata di ferro, con un pedigree lungo come il catalogo del Don Giovanni. E’ pronipote di Titta Madia, deputato del Regno con Mussolini, e della Repubblica con Almirante. E’ figlia di un amico di Veltroni, giornalista Rai e attore. E’ fidanzata del figlio di Giorgio Napolitano. E’ stagista al centro studi Ariel di Enrico Letta. La sua candidatura è dunque espressione del più antico e squallido nepotismo, mascherato da novità giovanilista e femminista. E fa scandalo per il favoristismo, come dovrebbe.
In parlamento la Madia brilla come una delle 22 stelle del Pd che non partecipano, con assenze ingiustificate, al voto sullo scudo fiscale proposto da Berlusconi, che passa per 20 voti: dunque, è direttamente responsabile per la mancata caduta del governo, che aveva posto la fiducia sul decreto legge. Di nuovo fa scandalo, questa volta per l’assenteismo. La sua scusa: stava andando in Brasile per una visita medica, come una qualunque figlia di papà.
Invece di essere cacciata a pedate, viene ripresentata col porcellum anche alle elezioni del 2013. Ma poi arriva il grande Rottamatore, e la sua sorte dovrebbe essere segnata. Invece, entra nella segreteria del partito dopo l’elezione a segretario di Renzi, e ora viene addirittura catapultata da lui nel suo governo: ministra della Semplificazione, ovviamente, visto che più semplice la vita per lei non avrebbe potuto essere. Altro che rottamazione: l’era Renzi inizia all’insegna del riciclo dei rottami, nella miglior tradizione democristiana.
La riciclata ora rispolvererà l’argomento che aveva già usato fin dalla sua prima discesa paracadutata in campo: “Non preoccupatevi di come sono arrivata qui, giudicatemi per cosa farò”. Ottimo argomento, lo stesso usato dal riciclatore che dice: “Non preoccupatevi di come ho ottenuto i miei capitali, giudicatemi per come li investo”. Se qualcuno ancora sperava di liberarsi dai rottami e dai riciclatori, è servito. L’Italia, nel frattempo, continui ad arrangiarsi.
di Piergiorgio Odifreddi, da repubblica.it - 22 febbraio 2014.
Alle elezioni del 2008, Walter Veltroni usa le prerogative del porcellum per candidare capolista alla Camera per il Pd nella XV circoscrizione del Lazio la sconosciuta ventisettenne Marianna Madia. Alla conferenza stampa di presentazione, agli attoniti giornalisti la signorina dichiara gigionescamente di “portare in dote la propria inesperienza”.
In realtà è una raccomandata di ferro, con un pedigree lungo come il catalogo del Don Giovanni. E’ pronipote di Titta Madia, deputato del Regno con Mussolini, e della Repubblica con Almirante. E’ figlia di un amico di Veltroni, giornalista Rai e attore. E’ fidanzata del figlio di Giorgio Napolitano. E’ stagista al centro studi Ariel di Enrico Letta. La sua candidatura è dunque espressione del più antico e squallido nepotismo, mascherato da novità giovanilista e femminista. E fa scandalo per il favoristismo, come dovrebbe.
In parlamento la Madia brilla come una delle 22 stelle del Pd che non partecipano, con assenze ingiustificate, al voto sullo scudo fiscale proposto da Berlusconi, che passa per 20 voti: dunque, è direttamente responsabile per la mancata caduta del governo, che aveva posto la fiducia sul decreto legge. Di nuovo fa scandalo, questa volta per l’assenteismo. La sua scusa: stava andando in Brasile per una visita medica, come una qualunque figlia di papà.
Invece di essere cacciata a pedate, viene ripresentata col porcellum anche alle elezioni del 2013. Ma poi arriva il grande Rottamatore, e la sua sorte dovrebbe essere segnata. Invece, entra nella segreteria del partito dopo l’elezione a segretario di Renzi, e ora viene addirittura catapultata da lui nel suo governo: ministra della Semplificazione, ovviamente, visto che più semplice la vita per lei non avrebbe potuto essere. Altro che rottamazione: l’era Renzi inizia all’insegna del riciclo dei rottami, nella miglior tradizione democristiana.
La riciclata ora rispolvererà l’argomento che aveva già usato fin dalla sua prima discesa paracadutata in campo: “Non preoccupatevi di come sono arrivata qui, giudicatemi per cosa farò”. Ottimo argomento, lo stesso usato dal riciclatore che dice: “Non preoccupatevi di come ho ottenuto i miei capitali, giudicatemi per come li investo”. Se qualcuno ancora sperava di liberarsi dai rottami e dai riciclatori, è servito. L’Italia, nel frattempo, continui ad arrangiarsi.
di Piergiorgio Odifreddi, da repubblica.it - 22 febbraio 2014.
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Re: IL GOVERNO RENZI
Gentile sottosegretario ai Trasporti, dopo il caso del giornale non stampato
http://www.repubblica.it/politica/2014/ ... ef=HREC1-3
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Re: IL GOVERNO RENZI
Renzi parte con 5 indagati e 24 riciclati. Alla Giustizia nomi graditi a Berlusconi.
Nella squadra di governo son presenti un ex giudice, Cosimo Ferri, e un avvocato, Enrico Costa, che rappresentano un favore al Cavaliere. Ci sono poi gli indagati - quattro del Pd e il ministro Lupi di Ncd - e infine ben 18 sottosegretari già presenti nell'esecutivo di Enrico Letta. Come erano stati confermati anche sei ministri. Quello che resta e appare è una squadra che sembra lontana dal vento di presunto cambiamento e innovazione che ha portato il sindaco di Firenze a scalare gerarchie e ruoli politici. E anche per quanto riguarda la parità di genere il segretario del Pd, questa volta, non è stato in grado di rispettare le quote rose come avvenuto e pubblicizzato invece per i ministeri.
Matteo Renzi il Rottamatore parte con indagati e riciclati. La squadra di governo del premier non solo ha nomi graditi a Silvio Berlusconi alla Giustizia, ma può contare su cinque inquisiti e ben 18 sottosegretari confermati dal precedente presidente del Consiglio, defenestrato con la motivazione che bisognava cambiare passo. Come sono stati confermati anche sei ministri di Enrico Letta (Lorenzin, Delrio, Lupi, Franceschini, Alfano e Orlando). Il Consiglio dei ministri ha approvato la nomina di 44 tra sottosegretari e viceministri. Ma quello che resta e appare è una squadra che sembra lontana dal vento di presunto cambiamento e innovazione che ha portato il sindaco di Firenze a scalare gerarchie e ruoli politici. E anche per quanto riguarda la parità di genere Renzi, questa volta, non è stato in grado di rispettare le quote rose come avvenuto e pubblicizzato invece per la nomina dei ministri.
Ecco i cinque indagati: quattro del Pd e il ministro Lupi di Ncd. Nell’elenco appaiono almeno cinque indagati. Alcuni per inchieste sui rimborsi dei gruppi consiliari nelle loro rispettive regioni: la renziana di ferro Francesca Barracciu, uscita dalla porta delle elezioni regionali in Sardegna e rientrata dalla finestra del sottosegretariato alla cultura e Umberto Del Basso de Caro, anche lui indagato per i rimborsi del consiglio regionale in Campania. Nel procedimento “Rimborsopoli” lucana, in fase di udienza preliminare, c’è anche il nome di Vito De Filippo, neo sottosegretario alla Salute. In passato è uscito indenne da almeno due indagini l’ex saggio Filippo Bubbico, confermato al Viminale, ma indagato per abuso d’ufficio in un altro procedimento. Tutti del Pd. Nomi Senza dimenticare, alle Infrastrutture, Antonio Gentile (Ncd), responsabile di aver bloccato la pubblicazione del numero di L’Ora della Calabria reo di contenere al suo interno una notizia scomoda sul figlio. Da parlamentare aveva proposto Silvio Berlusconi al premio Nobel per la Pace e nell’agosto del 2004 dichiarò l’intenzione di presentare all’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia “per l’introduzione del ticket del 50% dopo la prima interruzione volontaria di gravidanza e di rendere a totale carico della paziente ogni intervento successivo”.
E poi c’è il ministro Maurizio Lupi, anche lui un riconfermato, indagato per abuso d’ufficio dalla Procura di Tempio Pausania per la nomina del commissario dell’Authority del porto di Olbia. L’indagine, avviata dopo un’esposto-denuncia di un esponente del Pd, risultano coinvolti, con l’ipotesi di abuso d’ufficio in concorso, anche Fedele Sanciu, già senatore Pdl e presidente della Provincia Olbia Tempio. Dal ministero però assicurano sulla correttezza dell’iter di nomina.
Il regalo al Cavaliere: sottosegretario il relatore del Lodo Alfano. Ma in più e oltre c’è il regalo a Silvio Berlusconi. L’incontro al Nazareno e le pacche sulle spalle durante le consultazioni non hanno regalato solo un accordo sulla legge elettorale, ma anche il ritorno dei berlusconiani alla Giustizia. C’è il sottosegretario Cosimo Ferri (tecnico confermato), magistrato prodigio più volte ritrovato in diverse intercettazioni telefoniche da P3 a Agcom-Annozero (senza mai essere indagato) e commissario della Figc che scelse le dimissioni dopo Calciopoli. Ma anche il viceministro Enrico Costa, pasdaran di Berlusconi (ora fedelissimo di Alfano) già primo firmatario nel 2012 di un emendamento che prevedeva la drastica limitazione della divulgazione delle intercettazioni. E’ colui che propose la rivisitazione al ribasso dei termini di prescrizione e fu relatore del lodo Alfano. Di lui si ricorda anche il volta faccia sulla legge Severino, prima entusiasta e poi sbottò: “È una legge contro Berlusconi” (leggi la scheda di Costa e Ferri).
Giacomelli vice ministro alle Telecomunicazioni per risolvere la grana Guidi. Alle Telecomunicazioni, l’altro settore da sempre nel cuore del Cavaliere, va come viceministro Antonello Giacomelli (areadem). Cosa che dovrebbe risolvere il possibile conflitto del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, in buoni rapporti con Berlusconi. Lascia il ministero delle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis, dove era stato nominato sottosegretario da Enrico Letta. A quanto si apprende da fonti ministeriali, a D’Angelis è stato affidato il ruolo di capo segreteria di Matteo Renzi a palazzo Chigi.
La new entry Ivan Scalfarotto alle Riforme, Emiliano e Fiano lasciti fuori. Nelle altre posizioni chiave, da segnalare il liberal Pd Morando come viceministro dell’Economia, mentre la new entry Ivan Scalfarotto è sottosegretario alle Riforme. Alla presidenza del Consiglio vanno il renziano Luca Lotti e Marco Minniti, anche lui Pd, a cui è stata confermata la delega ai servizi segreti. Per il Viminale era in corsa il collega di partito Emanuele Fiano, che dopo la bocciatura non nasconde la propria amarezza e su Facebook scrive: “Impossibile delle volte continuare a credere nel proprio lavoro”. Nessun incarico per il sindaco di Bari Michele Emiliano, che però scrive su Twitter: “Bella chiacchierata telefonica con Matteo che mi ha chiesto di fare capolista a Sud per le elezioni europee. Ho risposto: obbedisco. Con gioia”.
L’incontro è cominciato con un’ora di ritardo forse a causa di un vertice tra il Presidente del Consiglio e Angelino Alfano, anche se gli interessati hanno smentito sia mai avvenuto. All’ordine del giorno dell’incontro, c’erano anche un decreto e un ddl che recepiscono le norme del Salva Roma bis (approvato) e sedici decreti legislativi che attuano alcune direttive Ue. Per tre volte il consiglio dei ministri è stato rinviato. Prima da martedì a mercoledì (dopo la visita di Renzi a Treviso) e poi a giovedì, e infine a venerdì mattina. Chi ha deciso subito di tirarsi fuori dalle dispute di spartizione posti è il deputato della minoranza Pd Giuseppe Civati che su Facebook aveva scritto: “Prima che escano le liste con le nomine dei sottosegretari, ci teniamo a precisare che abbiamo scelto di non partecipare al solito valzer delle correnti e non abbiamo avuto alcun contatto con il Governo”.
I viceministri e i sottosegretari di Renzi, la lista completa
Viceministri
-Esteri: Lapo Pistelli (Pd);
-Economia: Enrico Morando (Pd) e Luigi Casero(Ncd);
-Infrastrutture: Riccardo Nencini (Psi);
-Interno: Filippo Bubbico (Pd);
-Giustizia: Enrico Costa (Ncd);
-Politiche agricole: Andrea Olivero;
-Sviluppo economico: Carlo Calenda e Claudio De Vincenti.
Sottosegretari
- Presidenza del Consiglio: Luca Lotti (Pd); Marco Minniti (Pd); Sandro Gozi;
- Interno: Giampiero Bocci (Pd), Domenico Manzione (tecnico);
-Istruzione: Angela D’Onghia (Popolari per l’Italia); Gabriele Toccafondi: Roberto Reggi (Pd).
-Lavoro: Teresa Bellanova (Pd), Franca Biondelli (Pd), Luigi Bobba (Pd) e Massimo Cassano (Ncd).
-Esteri: Mario Giro (Popolari per l’Italia) e Della Vedova (Ncd);
-Difesa: il generale Domenico Rossi (Popolari per l’Italia); Gioacchino Alfano (Ncd)
-Economia: conferma per Pier Paolo Baretta, al quale si aggiungono Giovanni Legnini (Pd) e Enrico Zanetti (Sc).
-Giustizia: Cosimo Ferri (tecnico);
-Affari regionali: Gianclaudio Bressa (Pd).
-Riforme e rapporti con il Parlamento: Ivan Scalfarotto (Pd), Maria Teresa Amici, Luciano Pizzetti;
-Ambiente: Silvia Velo (Pd), Barbara Degani (Ncd);
-Funzione pubblica: Angelo Rughetti (Pd);
-Politiche agricole: Giuseppe Castiglione (Ncd);
-Pubblica amministrazione e semplificazione : Angelo Rughetti (Pd);
-Infrastrutture: Antonio Gentile e Umberto Del Basso de Caro;
-Cultura: Francesca Barracciu (Pd), Ilaria Borletti Buitoni;
-Sviluppo economico: Simona Vicari; Antonello Giacomelli.
-Salute: Vito De Filippo.
Il Fatto Quotidiano del 1 marzo 2014.
Nella squadra di governo son presenti un ex giudice, Cosimo Ferri, e un avvocato, Enrico Costa, che rappresentano un favore al Cavaliere. Ci sono poi gli indagati - quattro del Pd e il ministro Lupi di Ncd - e infine ben 18 sottosegretari già presenti nell'esecutivo di Enrico Letta. Come erano stati confermati anche sei ministri. Quello che resta e appare è una squadra che sembra lontana dal vento di presunto cambiamento e innovazione che ha portato il sindaco di Firenze a scalare gerarchie e ruoli politici. E anche per quanto riguarda la parità di genere il segretario del Pd, questa volta, non è stato in grado di rispettare le quote rose come avvenuto e pubblicizzato invece per i ministeri.
Matteo Renzi il Rottamatore parte con indagati e riciclati. La squadra di governo del premier non solo ha nomi graditi a Silvio Berlusconi alla Giustizia, ma può contare su cinque inquisiti e ben 18 sottosegretari confermati dal precedente presidente del Consiglio, defenestrato con la motivazione che bisognava cambiare passo. Come sono stati confermati anche sei ministri di Enrico Letta (Lorenzin, Delrio, Lupi, Franceschini, Alfano e Orlando). Il Consiglio dei ministri ha approvato la nomina di 44 tra sottosegretari e viceministri. Ma quello che resta e appare è una squadra che sembra lontana dal vento di presunto cambiamento e innovazione che ha portato il sindaco di Firenze a scalare gerarchie e ruoli politici. E anche per quanto riguarda la parità di genere Renzi, questa volta, non è stato in grado di rispettare le quote rose come avvenuto e pubblicizzato invece per la nomina dei ministri.
Ecco i cinque indagati: quattro del Pd e il ministro Lupi di Ncd. Nell’elenco appaiono almeno cinque indagati. Alcuni per inchieste sui rimborsi dei gruppi consiliari nelle loro rispettive regioni: la renziana di ferro Francesca Barracciu, uscita dalla porta delle elezioni regionali in Sardegna e rientrata dalla finestra del sottosegretariato alla cultura e Umberto Del Basso de Caro, anche lui indagato per i rimborsi del consiglio regionale in Campania. Nel procedimento “Rimborsopoli” lucana, in fase di udienza preliminare, c’è anche il nome di Vito De Filippo, neo sottosegretario alla Salute. In passato è uscito indenne da almeno due indagini l’ex saggio Filippo Bubbico, confermato al Viminale, ma indagato per abuso d’ufficio in un altro procedimento. Tutti del Pd. Nomi Senza dimenticare, alle Infrastrutture, Antonio Gentile (Ncd), responsabile di aver bloccato la pubblicazione del numero di L’Ora della Calabria reo di contenere al suo interno una notizia scomoda sul figlio. Da parlamentare aveva proposto Silvio Berlusconi al premio Nobel per la Pace e nell’agosto del 2004 dichiarò l’intenzione di presentare all’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia “per l’introduzione del ticket del 50% dopo la prima interruzione volontaria di gravidanza e di rendere a totale carico della paziente ogni intervento successivo”.
E poi c’è il ministro Maurizio Lupi, anche lui un riconfermato, indagato per abuso d’ufficio dalla Procura di Tempio Pausania per la nomina del commissario dell’Authority del porto di Olbia. L’indagine, avviata dopo un’esposto-denuncia di un esponente del Pd, risultano coinvolti, con l’ipotesi di abuso d’ufficio in concorso, anche Fedele Sanciu, già senatore Pdl e presidente della Provincia Olbia Tempio. Dal ministero però assicurano sulla correttezza dell’iter di nomina.
Il regalo al Cavaliere: sottosegretario il relatore del Lodo Alfano. Ma in più e oltre c’è il regalo a Silvio Berlusconi. L’incontro al Nazareno e le pacche sulle spalle durante le consultazioni non hanno regalato solo un accordo sulla legge elettorale, ma anche il ritorno dei berlusconiani alla Giustizia. C’è il sottosegretario Cosimo Ferri (tecnico confermato), magistrato prodigio più volte ritrovato in diverse intercettazioni telefoniche da P3 a Agcom-Annozero (senza mai essere indagato) e commissario della Figc che scelse le dimissioni dopo Calciopoli. Ma anche il viceministro Enrico Costa, pasdaran di Berlusconi (ora fedelissimo di Alfano) già primo firmatario nel 2012 di un emendamento che prevedeva la drastica limitazione della divulgazione delle intercettazioni. E’ colui che propose la rivisitazione al ribasso dei termini di prescrizione e fu relatore del lodo Alfano. Di lui si ricorda anche il volta faccia sulla legge Severino, prima entusiasta e poi sbottò: “È una legge contro Berlusconi” (leggi la scheda di Costa e Ferri).
Giacomelli vice ministro alle Telecomunicazioni per risolvere la grana Guidi. Alle Telecomunicazioni, l’altro settore da sempre nel cuore del Cavaliere, va come viceministro Antonello Giacomelli (areadem). Cosa che dovrebbe risolvere il possibile conflitto del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, in buoni rapporti con Berlusconi. Lascia il ministero delle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis, dove era stato nominato sottosegretario da Enrico Letta. A quanto si apprende da fonti ministeriali, a D’Angelis è stato affidato il ruolo di capo segreteria di Matteo Renzi a palazzo Chigi.
La new entry Ivan Scalfarotto alle Riforme, Emiliano e Fiano lasciti fuori. Nelle altre posizioni chiave, da segnalare il liberal Pd Morando come viceministro dell’Economia, mentre la new entry Ivan Scalfarotto è sottosegretario alle Riforme. Alla presidenza del Consiglio vanno il renziano Luca Lotti e Marco Minniti, anche lui Pd, a cui è stata confermata la delega ai servizi segreti. Per il Viminale era in corsa il collega di partito Emanuele Fiano, che dopo la bocciatura non nasconde la propria amarezza e su Facebook scrive: “Impossibile delle volte continuare a credere nel proprio lavoro”. Nessun incarico per il sindaco di Bari Michele Emiliano, che però scrive su Twitter: “Bella chiacchierata telefonica con Matteo che mi ha chiesto di fare capolista a Sud per le elezioni europee. Ho risposto: obbedisco. Con gioia”.
L’incontro è cominciato con un’ora di ritardo forse a causa di un vertice tra il Presidente del Consiglio e Angelino Alfano, anche se gli interessati hanno smentito sia mai avvenuto. All’ordine del giorno dell’incontro, c’erano anche un decreto e un ddl che recepiscono le norme del Salva Roma bis (approvato) e sedici decreti legislativi che attuano alcune direttive Ue. Per tre volte il consiglio dei ministri è stato rinviato. Prima da martedì a mercoledì (dopo la visita di Renzi a Treviso) e poi a giovedì, e infine a venerdì mattina. Chi ha deciso subito di tirarsi fuori dalle dispute di spartizione posti è il deputato della minoranza Pd Giuseppe Civati che su Facebook aveva scritto: “Prima che escano le liste con le nomine dei sottosegretari, ci teniamo a precisare che abbiamo scelto di non partecipare al solito valzer delle correnti e non abbiamo avuto alcun contatto con il Governo”.
I viceministri e i sottosegretari di Renzi, la lista completa
Viceministri
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- Presidenza del Consiglio: Luca Lotti (Pd); Marco Minniti (Pd); Sandro Gozi;
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-Lavoro: Teresa Bellanova (Pd), Franca Biondelli (Pd), Luigi Bobba (Pd) e Massimo Cassano (Ncd).
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-Difesa: il generale Domenico Rossi (Popolari per l’Italia); Gioacchino Alfano (Ncd)
-Economia: conferma per Pier Paolo Baretta, al quale si aggiungono Giovanni Legnini (Pd) e Enrico Zanetti (Sc).
-Giustizia: Cosimo Ferri (tecnico);
-Affari regionali: Gianclaudio Bressa (Pd).
-Riforme e rapporti con il Parlamento: Ivan Scalfarotto (Pd), Maria Teresa Amici, Luciano Pizzetti;
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Re: IL GOVERNO RENZI
Matteo Renzi, da Gramellini a Travaglio contro Antonio Gentile: "Non ha fatto uscire un giornale, non può stare al governo
http://www.huffingtonpost.it/2014/03/01 ... _ref=italy
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Re: IL GOVERNO RENZI
Di ritorno da Tunisi, il premier fa tappa a Siracusa e annuncia "provvedimenti molto importanti: politiche di crescita sul territorio a partire dall'esperienza dei sindaci". E poi: "Ci sono 2 miliardi di euro pronti per l'edilizia scolastica". Come a Treviso, la sua visita in Sicilia parte da un incontro con insegnanti e studenti
Sperando che quei 2 miliardi non facciano la fine di questi....
ttp://www.repubblica.it/cronaca/2014/0 ... -79736849/
Il vero problema e i veri risparmi sarebbero questi....
"Seicento opere incompiute: quei quattro miliardi sprecati per costruire l'Italia a metà"
....e non vadano ad ingrassare le pance dei soliti noti...
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Re: IL GOVERNO RENZI
Italicum, sì della Camera tra le polemiche dir tv
Renzi: "1-0, possiamo cambiare l'Italia"
L'accordo ha retto: 365 voti a favore, ora andrà al Senato
Più che Presidente del Consiglio, sarà ricordato come allenatore....
è proprio scemo....
Renzi: "1-0, possiamo cambiare l'Italia"
L'accordo ha retto: 365 voti a favore, ora andrà al Senato
Più che Presidente del Consiglio, sarà ricordato come allenatore....
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