A mio parere, il cancro dell'Italia assieme all'evasione fiscale.
Tutto nasce qui. Tutti i nostri problemi e tutte le porcherie degli ultimi 30/40 anni.
Corruzione, Ue all’Italia: “La vostra norma non basta. E stop leggi ad personam”.
Rapporto della Commissione europea: "Nodi irrisolti: non modifica la prescrizione, il falso in bilancio e l'autoriciclaggio. Stop a norme ad personam".
La nuova legge italiana contro la corruzione “lascia irrisolti” vari problemi perché “non modifica la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l’autoriciclaggio e non introduce reati per il voto di scambio“. E poi basta con le leggi ad personam e bisogna mettere mano finalmente alla legge sul conflitto d’interesse, questione annosa e costantemente rimandata in Italia. A dirlo all’Italia è la Commissione europea nel Rapporto 2014 anticorruzione. Un’emergenza tale, secondo l’Ue, che il totale dei costi diretti della corruzione in Italia ammonta a 60 miliardi di euro ogni anno, pari al 4% del Pil italiano, cioè metà dei danni provocati in Europa, indicati dalla Commissione in 120 miliardi di euro l’anno. Secondo il rapporto presentato oggi, tre quarti dei cittadini europei e il 97% degli italiani, ritengono che la corruzione sia diffusa nel proprio Paese. E per due europei su tre, e per l’88% degli italiani, le mazzette e l’utilizzo di legami, sono il modo più semplice per ottenere alcuni servizi pubblici.
Bruxelles suggerisce di perfezionare la legge sulla corruzione, anche perché tra l’altro “frammenta” le disposizioni su concussione e corruzione, “rischiando di dare adito ad ambiguità nella pratica e limitare ulteriormente la discrezionalità dell’azione penale”. Sono “ancora insufficienti le nuove disposizioni sulla corruzione nel settore privato e sulla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. La prescrizione è un problema “particolarmente serio per la lotta alla corruzione in Italia”, secondo Bruxelles, perché termini, regole e metodi di calcolo, sommati alla lunghezza dei processi, “determinano l’estinzione di un gran numero di procedimenti”.
La relazione rileva come “negli ultimi anni sono state portate all’attenzione del pubblico numerose indagini per presunti casi di corruzione, finanziamento illecito ai partiti e rimborsi elettorali indebiti, che hanno visto coinvolte personalità politiche di spicco e titolari di cariche elettive a livello regionale”. Scandali che hanno portato ad una serie di dimissioni, anche di leader e di alte cariche di partito, a elezioni regionali anticipate in un caso, ed hanno spinto il governo a sciogliere alcuni consigli comunali per presunte infiltrazioni mafiose. Come caso “degno di nota” il report segnala quello di “un parlamentare indagato per collusione con il clan camorristico dei Casalesi (richiamando il caso di Nicola Cosentino, ma senza farne il nome). Il rapporto evidenzia inoltre come solo nel 2012 sono scattate indagini penali e ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti politici locali in circa metà delle 20 Regioni italiane, sono stati sciolti 201 consigli municipali, di cui 28 dal 2010 per presunte infiltrazioni criminali e più di 30 deputati della precedente legislatura sono stati indagati per reati collegati a corruzione o finanziamento illecito ai partiti.
Come esempio si indica (pur senza fare nomi) il processo Mills, con l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi prosciolto “per scadenza dei termini di prescrizione”. L’Ue ribadisce la necessità di colmare le lacune e di dare priorità a procedimenti per corruzione a rischio prescrizione. La Commissione raccomanda inoltre di “estendere i poteri e sviluppare la capacità dell’autorità nazionale anticorruzione Civit in modo che possa reggere saldamente le redini del coordinamento e svolgere funzioni ispettive e di supervisione efficaci, anche in ambito regionale e locale”. Bruxelles evidenzia che la Civit “composta solo da tre membri e con un organico di supporto di appena 30 effettivi, soggetti a frequenti sostituzioni, sembra mancare della necessaria capacità per assolvere efficacemente” ai suoi compiti. E la stessa autorità – si legge nella relazione – “interpreta le proprie funzioni in modo piuttosto ristretto, limitandosi a svolgere un ruolo più reattivo che proattivo e concentrandosi in particolare sulla trasparenza, sulle funzioni consultive e sulla verifica formale dei documenti strategici predisposti dalle amministrazioni”.
Bruxelles suggerisce all’Italia di “bloccare l’adozione di leggi ad personam“. Dal lodo Alfano alla ex Cirielli; dalla depenalizzazione del falso in bilancio al legittimo impedimento: il report Ue sulla corruzione, rileva che “i tentativi” di darsi norme per garantire processi efficaci sono stati “più volte ostacolati da leggi ad personam“. Certo, la nuova legge anticorruzione ed il successivo decreto legislativo sull’incandidabilità ed il divieto di ricoprire cariche elettive o di governo in seguito a condanne definitive – continua il rapporto – segnano “un importante passo avanti” secondo la Commissione Ue, che segnala come la norma è stata applicata “nel caso della decadenza da senatore di un ex premier”.
Il Fatto Quotidiano - 3 febbraio 2014.
Corruzione in Italia: 60 miliardi di euro ogni anno
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Re: Corruzione in Italia: 60 miliardi di euro ogni anno
notizia bufalamarcello77 ha scritto:A mio parere, il cancro dell'Italia assieme all'evasione fiscale.
Tutto nasce qui. Tutti i nostri problemi e tutte le porcherie degli ultimi 30/40 anni.
Corruzione, Ue all’Italia: “La vostra norma non basta. E stop leggi ad personam”.
Rapporto della Commissione europea: "Nodi irrisolti: non modifica la prescrizione, il falso in bilancio e l'autoriciclaggio. Stop a norme ad personam".
La nuova legge italiana contro la corruzione “lascia irrisolti” vari problemi perché “non modifica la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l’autoriciclaggio e non introduce reati per il voto di scambio“. E poi basta con le leggi ad personam e bisogna mettere mano finalmente alla legge sul conflitto d’interesse, questione annosa e costantemente rimandata in Italia. A dirlo all’Italia è la Commissione europea nel Rapporto 2014 anticorruzione. Un’emergenza tale, secondo l’Ue, che il totale dei costi diretti della corruzione in Italia ammonta a 60 miliardi di euro ogni anno, pari al 4% del Pil italiano, cioè metà dei danni provocati in Europa, indicati dalla Commissione in 120 miliardi di euro l’anno. Secondo il rapporto presentato oggi, tre quarti dei cittadini europei e il 97% degli italiani, ritengono che la corruzione sia diffusa nel proprio Paese. E per due europei su tre, e per l’88% degli italiani, le mazzette e l’utilizzo di legami, sono il modo più semplice per ottenere alcuni servizi pubblici.
Bruxelles suggerisce di perfezionare la legge sulla corruzione, anche perché tra l’altro “frammenta” le disposizioni su concussione e corruzione, “rischiando di dare adito ad ambiguità nella pratica e limitare ulteriormente la discrezionalità dell’azione penale”. Sono “ancora insufficienti le nuove disposizioni sulla corruzione nel settore privato e sulla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. La prescrizione è un problema “particolarmente serio per la lotta alla corruzione in Italia”, secondo Bruxelles, perché termini, regole e metodi di calcolo, sommati alla lunghezza dei processi, “determinano l’estinzione di un gran numero di procedimenti”.
La relazione rileva come “negli ultimi anni sono state portate all’attenzione del pubblico numerose indagini per presunti casi di corruzione, finanziamento illecito ai partiti e rimborsi elettorali indebiti, che hanno visto coinvolte personalità politiche di spicco e titolari di cariche elettive a livello regionale”. Scandali che hanno portato ad una serie di dimissioni, anche di leader e di alte cariche di partito, a elezioni regionali anticipate in un caso, ed hanno spinto il governo a sciogliere alcuni consigli comunali per presunte infiltrazioni mafiose. Come caso “degno di nota” il report segnala quello di “un parlamentare indagato per collusione con il clan camorristico dei Casalesi (richiamando il caso di Nicola Cosentino, ma senza farne il nome). Il rapporto evidenzia inoltre come solo nel 2012 sono scattate indagini penali e ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti politici locali in circa metà delle 20 Regioni italiane, sono stati sciolti 201 consigli municipali, di cui 28 dal 2010 per presunte infiltrazioni criminali e più di 30 deputati della precedente legislatura sono stati indagati per reati collegati a corruzione o finanziamento illecito ai partiti.
Come esempio si indica (pur senza fare nomi) il processo Mills, con l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi prosciolto “per scadenza dei termini di prescrizione”. L’Ue ribadisce la necessità di colmare le lacune e di dare priorità a procedimenti per corruzione a rischio prescrizione. La Commissione raccomanda inoltre di “estendere i poteri e sviluppare la capacità dell’autorità nazionale anticorruzione Civit in modo che possa reggere saldamente le redini del coordinamento e svolgere funzioni ispettive e di supervisione efficaci, anche in ambito regionale e locale”. Bruxelles evidenzia che la Civit “composta solo da tre membri e con un organico di supporto di appena 30 effettivi, soggetti a frequenti sostituzioni, sembra mancare della necessaria capacità per assolvere efficacemente” ai suoi compiti. E la stessa autorità – si legge nella relazione – “interpreta le proprie funzioni in modo piuttosto ristretto, limitandosi a svolgere un ruolo più reattivo che proattivo e concentrandosi in particolare sulla trasparenza, sulle funzioni consultive e sulla verifica formale dei documenti strategici predisposti dalle amministrazioni”.
Bruxelles suggerisce all’Italia di “bloccare l’adozione di leggi ad personam“. Dal lodo Alfano alla ex Cirielli; dalla depenalizzazione del falso in bilancio al legittimo impedimento: il report Ue sulla corruzione, rileva che “i tentativi” di darsi norme per garantire processi efficaci sono stati “più volte ostacolati da leggi ad personam“. Certo, la nuova legge anticorruzione ed il successivo decreto legislativo sull’incandidabilità ed il divieto di ricoprire cariche elettive o di governo in seguito a condanne definitive – continua il rapporto – segnano “un importante passo avanti” secondo la Commissione Ue, che segnala come la norma è stata applicata “nel caso della decadenza da senatore di un ex premier”.
Il Fatto Quotidiano - 3 febbraio 2014.
http://www.ilpost.it/davidedeluca/2014/ ... orruzione/
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Re: Corruzione in Italia: 60 miliardi di euro ogni anno
Bufala o non bufala, la corruzione in Italia ha raggiunto i livelli di guardia.
Secondo me, la vera riforma sarebbe una legge anticorruzione curi caxxi.
Secondo me, la vera riforma sarebbe una legge anticorruzione curi caxxi.
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Re: Corruzione in Italia: 60 miliardi di euro ogni anno
CraxiOpus ha scritto:Bufala o non bufala, la corruzione in Italia ha raggiunto i livelli di guardia.
Secondo me, la vera riforma sarebbe una legge anticorruzione curi caxxi.
ODIO ETERNO AL CALCIO MODERNO!!!
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Re: Corruzione in Italia: 60 miliardi di euro ogni anno
Altro che riforma elettorale...
Le vere leggi di riforma sono:
Legge anticorruzione
Legge sui conflitti d'interessi (e nun pensamu sulu a Berlusconi...vedasi Mastrapasqua....ci sono persone che sono dentro decine di CDA e con cariche pubbliche...un intreccio malefico...)
Riforma sulla giustizia ma che non sia scritta dai tanti avvocati che siedono in parlamento ma parta da una proposta dei magistrati, in primis leggendo e analizzando quello che dice Gratteri.
Lotta senza quartiere all'evasione fiscale. Con tutti i giovani che ci sono in giro, che ci vuole a fare delle belle assunzioni al Ministero delle Finanze. Li istruisci e li mandi a fare i controlli. Con quello che incassi, gli paghi gli stipendi e rientri pure di quanto 'sti evasori di m..a si succhiano come vampiri. (prima di partire con la lotta all'evasione fiscale devi approvare la legge anticorruzione perchè se non fai una legge anticorruzione curi caxxi, gli ispettori si compreranno con un pezzo di pane...come succede adesso...esempio www.nuovacosenza.com "Arrestato ispettore del lavoro di Castrovillari" C.V.D.)
Le vere leggi di riforma sono:
Legge anticorruzione
Legge sui conflitti d'interessi (e nun pensamu sulu a Berlusconi...vedasi Mastrapasqua....ci sono persone che sono dentro decine di CDA e con cariche pubbliche...un intreccio malefico...)
Riforma sulla giustizia ma che non sia scritta dai tanti avvocati che siedono in parlamento ma parta da una proposta dei magistrati, in primis leggendo e analizzando quello che dice Gratteri.
Lotta senza quartiere all'evasione fiscale. Con tutti i giovani che ci sono in giro, che ci vuole a fare delle belle assunzioni al Ministero delle Finanze. Li istruisci e li mandi a fare i controlli. Con quello che incassi, gli paghi gli stipendi e rientri pure di quanto 'sti evasori di m..a si succhiano come vampiri. (prima di partire con la lotta all'evasione fiscale devi approvare la legge anticorruzione perchè se non fai una legge anticorruzione curi caxxi, gli ispettori si compreranno con un pezzo di pane...come succede adesso...esempio www.nuovacosenza.com "Arrestato ispettore del lavoro di Castrovillari" C.V.D.)
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Re: Corruzione in Italia: 60 miliardi di euro ogni anno
Processo breve: «I dibattimenti – afferma – potrebbero durare meno solo con l’informatizzazione, che abbatterebbe anche costi e abusi». L’indipendenza del pm: «Non possono esserci scelte costituzionali mirate che consentano alla politica di controllare il giudice, ma neanche leggi che possano ostacolare il sistema giudiziario nella persecuzione dei reati». Separazione della carriere: «Non è un dogma anche se l”unicità della carriera costituisce una maggiore garanzia di agganciamento del pubblico ministero a una cultura giurisdizionale. E c’è anche il rischio che se la carriera della polizia giudiziaria dipendesse dal politico di turno, avalleremmo solo corruzione». Poi aggiunge: «Se la polizia non ha l’obbligo di comunicare la notizia di reato immediatamente alla Procura, più giorni passano e maggiore è la possibilità di interferenza, di infiltrazione e di pressioni sulla polizia giudiziaria e di annacquare la notizia di reato». Revisione delle circoscrizioni giudiziarie «che ricalcano ancora lo schema ottocentesco», depenalizzazione dei reati minori «per riservare il processo penale alle questioni di maggiore allarme sociale», scrematura delle cause inutili per i reati di poco conto, riorganizzazione della rete dei tribunali in un «progetto di geografia giudiziaria”.
Non ci vuole tanto...basta documentarsi su internet e sentire le persone competenti...ma in Italia, si sa, le leggi le scrivono gli asini o i delinquenti....o i corrotti...
Non ci vuole tanto...basta documentarsi su internet e sentire le persone competenti...ma in Italia, si sa, le leggi le scrivono gli asini o i delinquenti....o i corrotti...