WereWolf ha scritto: lunedì 11 dicembre 2023, 9:46
sulla disaffezione del pubblico o scarsa fiducia sono d'accordo con Misasi. Storicamente, a mia memoria, dall'84 -85 in poi credo che solo un paio di volte la societa del Cosenza abbia palesemente puntato ad andare in A. Mi riferisco alla stagione con l'allenatore Gigi Simoni. Avevi preso lui solo per quello scopo anche perchè all'epoca era uno dei pochi che vantava diverse promozioni dalla B alla A......poi gli andò male ma quella stagione fu la prima in cui seriamente la società si prefisso il massimo obiettivo. Per il resto , da sempre, siamo stati abituati ai "non ci sono soldi", dobbiamo vendere i "pezzi migliori" per prendere poi scarpari. Tutto cio crea scarso interesse che invece andrebbe alimentato proprio perchè sei un Piccola Piazza che vive di risultati. Se fossimo bergamo, genoa, torino, bologna il problema pubblico non si porrebbe....LA serie A fatta anche in zona retrocessione ti porta gente allo stadio.L'esempio lampante di come poter ravvivare l'ambiente l'abbiamo visto ad inizio campionato......con solo PRESTITI (sulla carta di categoria) hai portato al marulla 8000-9000 persone.....badate bene...ho parlato di prestiti. Se una società programma seriamente ponendosi degli obiettivi e costruendo una squadra di proprieta (senza fare follie) sarebbe molto piu "attraente" agli occhi dei propri tifosi. Ma se la voglia di fare le cose per bene manca primariamente a chi gestisce il tutto......Se poi vogliamo fare i duri e puri dicendo che la squadra va seguita sempre , credetemi, abbiamo sbagliato città....Siamo quanto un quartiere popoloso di Napoli e abbiamo vissuto solo di sporadici episodi entusiasmanti....l'entusiasmo va costruito a monte, altrimenti ogni anno resteremo sempre i soliti 3000 caputuasti
Ci tenevo a risponderti perché il tuo è uno dei pochi interventi ragionati che ho letto qui su quest’argomento (insieme a quello di Misasi).
Intervento assolutamente giusto e che condivido su tutto, tranne che sul discorso dei prestiti, perché si può programmare e fare bene anche con i prestiti remunerativi, ovviamente in quota contenuta (prova ne sia che se avessimo acquistato Forte, Canotto, Viviani e ci metto anche Tutino, saremmo stati felicissimi, ma ora avremmo seri problemi; e la storia che non rendono perché sono in prestito è quello, una storiella).
Per il resto hai descritto bene i limiti storici di questa piazza e l’animo del tifo, con tutti i suoi limiti.
Aggiungo che quello che giustamente si contesta non è la scarsa ambizione per andare in A, ma le basi di qualsiasi società professionistica: ambizione e programmazione, che in questi anni di B sono mancati del tutto, o quasi del tutto.
E sicuramente in questo contesto è impossibile far affezionare i simpatizzanti (e la colpa è solo di chi gestisce la società), mentre ho qualche dubbio che sia sufficiente a far disaffezionare un malato di Cosenza.
Ma a prescindere da questo, quando io dico che noto apatia e appiattimento mi riferisco a cosa si può e deve fare nell’attesa che arrivi una società che faccia tutto come si deve, sempre che arrivi, perché come hai detto tu non c’è praticamente mai stata e non vedo una città florida, tutt’altro.
Per come la vedo io, limitarsi a ripetere in loop le lacune della società è un discorso circolare, cioè che dove finisce ricomincia e non arriva mai ad un approdo, quindi è inutile.
E se alle prime difficoltà di una squadra che fino a due settimane fa andava bene e ora si è inceppata, si parla solo di Guarascio, per me questo è arrendersi, atteggiamento che noto in tantissime dinamiche della vita pubblica di Cosenza, e di gran parte del sud, dove le difficoltà e la mala gestione diventano spesso alibi e pretesto per non fare ciascuno il meglio che può fare.
Questo inevitabilmente genera un appiattimento che porta ogni componente a rendere meno di quello che potrebbe, e infatti sabato c’è una partita cruciale e non se ne parla.
Oltre che si tende a buttare nel calderone tante cose non suffragate dai fatti e totalmente dietrologiche, che non perseguono nessuno scopo.