Money Gate
Inviato: martedì 3 ottobre 2017, 15:35
E' stata notificata la chiusura delle indagini, rispetto alle quali la Procura Federale ha determinato la rilevanza degli illeciti perpetrati e la conseguente imputabilità del presidente Cosentino, DG Ortoli, Dirigente Ambra Cosentino, calciatore Russotto a vario titolo, nonchè della
società Catanzaro calcio Srl per responsabilità diretta ed oggettiva.
Decorso il termine di 20 gg. per le memorie difensive dei legali, verranno notificati i deferimenti.
Per quanto riguarda la società rappresentativa dell'ameno paesino sul cozzo, sarà richiesta la retrocessione all'ultimo posto in classifica (a fine torneo, quindi retrocessione in D).
Seguirà il processo che, alla fine, bene che vada per i coniglietti, li vedrà condannati ad
una penalizzazione di una decina di punti da scontarsi nel presente torneo.
A ciò vada ad aggiungersi la penalizzazione di 3 punti per mancato pagamento di stipendi
e ritenute fiscali e previdenziali (violazione per le quali è già stato deferito qualche giorno addietro assieme ad altre squadre...), nonchè la penalizzazione di altri 3-6 punti per
pagamento in nero di 116.000 euro di compensi al tecnico Cozza (qui scatta anche il
reato penale).
Insomma, si ni va bona ni cacciamu di pal** con retrocessione diretta, se va male
si beccano almeno 15 punti di penalizzazione.
AMEN!
Queste le intercettazioni, da cui si evince la colpevolezza per il tentato illecito.
Secondo quanto annotano gli investigatori, da varie telefonate e da conversazioni ambientali intercettate, Catanzaro-Avellino del 5 maggio 2013 sarebbe dovuta terminare con un risultato di parità. “In realtà – sostengono gli 007 della Procura – è accaduto che l’Avellino, a dispetto delle “intese” intercorse, ha sconfitto la squadra del Catanzaro, maturando così con una giornata d’anticipo, la promozione in Serie B. Il Catanzaro, tuttavia, ha avuto la certezza di non disputare i playout per contingenti risultati negativi della altre squadre concorrenti”.
Di questa partita si parla in una conversazione ambientale avvenuta nell’ufficio di Cosentino il 15 maggio 2013, dieci giorni dopo il match incriminato. L’ex presidente giallorosso ne discute con altri due soggetti non identificati, uno dei quali chiede espressamente cosa è successo nell’ultima partita in casa. La risposta di Cosentino viene captata dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria e riportata integralmente nell’ordinanza:
“Figli di pu…na, sono venuti loro a trovarmi a me, tutti e due i presidenti che noi siamo amici, sono due presidenti là… eee… presidente allora a noi un punto ci serve, facciamo pari?”.
Lo stesso Cosentino ribadisce che, indipendentemente dai risultati delle altre squadre, “l’accordo – si legge nell’ordinanza – avrebbe dovuto essere rispettato sostenendo, inoltre che i giocatori della propria squadra fossero a conoscenza delle intese”.
Il disappunto di Cosentino. Come dire: c’era un accordo, ma non è stato rispettato e ciò avrebbe suscitato l’irritazione di Cosentino, già nell’immediato dopo partita. Le intercettazioni fanno emergere tutto il disappunto del presidente che, in particolare, in una telefonata con la moglie afferma: “uh, ma la parola è parola – dice parlando con la moglie – non è che siamo salvi… sono stati loro a venire a rompermi le scatole a me…”.
La consorte individua nel risultato favorevole del Perugia – il club che in quella stagione contendeva la promozione ai campani – la causa del comportamento ritenuto “scorretto” dell’Avellino: “… sicuro, sicuro – risponde la signora Franca Muscatelli al marito Giuseppe Cosentino – ma loro Pino quando hanno visto chee laa… il Perugia vinceva tre a zero”. Di contro l’ex presidente del Catanzaro aggiunge: “Si ma tu lo sai… tu lo sai che Russotto… Russotto … noi due gol ci siamo mangiati all’inizio che non abbiamo fatto”.
Cosentino si dice “incazzato come una belva” e a fine gara sente telefonicamente anche la figlia Ambra alla quale dice: “Poi ti spiego quando ci vediamo di persona che è successo. Per telefono non te lo posso dire, poi ti spiego che è successo”. Quanto accaduto è oggetto di discussione Armando Ortoli, all’epoca direttore sportivo del Catanzaro. I due si sentono il giorno dopo al telefono e Ortoli prova a tranquillizzare il suo presidente: “Abbiamo realizzato il successo quindi dobbiamo essere felicissimi”. Cosentino appare ancora arrabbiato e afferma: “Loro si sono comportanti da merd… da M E R * * però poi ne parliamo”.
Rischio retrocessione. La parte relativa alla frode sportiva dell’inchiesta Money Gate costituisce la principale fonte di prova. Nel caso in cui la Procura federale dovesse riuscire a dimostrare la tentata combine Catanzaro e Avellino rischierebbero la retrocessione all’ultimo posto in classifica, l’esclusione dal campionato e, nella migliore delle ipotesi, una forte penalizzazione.
società Catanzaro calcio Srl per responsabilità diretta ed oggettiva.
Decorso il termine di 20 gg. per le memorie difensive dei legali, verranno notificati i deferimenti.
Per quanto riguarda la società rappresentativa dell'ameno paesino sul cozzo, sarà richiesta la retrocessione all'ultimo posto in classifica (a fine torneo, quindi retrocessione in D).
Seguirà il processo che, alla fine, bene che vada per i coniglietti, li vedrà condannati ad
una penalizzazione di una decina di punti da scontarsi nel presente torneo.
A ciò vada ad aggiungersi la penalizzazione di 3 punti per mancato pagamento di stipendi
e ritenute fiscali e previdenziali (violazione per le quali è già stato deferito qualche giorno addietro assieme ad altre squadre...), nonchè la penalizzazione di altri 3-6 punti per
pagamento in nero di 116.000 euro di compensi al tecnico Cozza (qui scatta anche il
reato penale).
Insomma, si ni va bona ni cacciamu di pal** con retrocessione diretta, se va male
si beccano almeno 15 punti di penalizzazione.
AMEN!
Queste le intercettazioni, da cui si evince la colpevolezza per il tentato illecito.
Secondo quanto annotano gli investigatori, da varie telefonate e da conversazioni ambientali intercettate, Catanzaro-Avellino del 5 maggio 2013 sarebbe dovuta terminare con un risultato di parità. “In realtà – sostengono gli 007 della Procura – è accaduto che l’Avellino, a dispetto delle “intese” intercorse, ha sconfitto la squadra del Catanzaro, maturando così con una giornata d’anticipo, la promozione in Serie B. Il Catanzaro, tuttavia, ha avuto la certezza di non disputare i playout per contingenti risultati negativi della altre squadre concorrenti”.
Di questa partita si parla in una conversazione ambientale avvenuta nell’ufficio di Cosentino il 15 maggio 2013, dieci giorni dopo il match incriminato. L’ex presidente giallorosso ne discute con altri due soggetti non identificati, uno dei quali chiede espressamente cosa è successo nell’ultima partita in casa. La risposta di Cosentino viene captata dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria e riportata integralmente nell’ordinanza:
“Figli di pu…na, sono venuti loro a trovarmi a me, tutti e due i presidenti che noi siamo amici, sono due presidenti là… eee… presidente allora a noi un punto ci serve, facciamo pari?”.
Lo stesso Cosentino ribadisce che, indipendentemente dai risultati delle altre squadre, “l’accordo – si legge nell’ordinanza – avrebbe dovuto essere rispettato sostenendo, inoltre che i giocatori della propria squadra fossero a conoscenza delle intese”.
Il disappunto di Cosentino. Come dire: c’era un accordo, ma non è stato rispettato e ciò avrebbe suscitato l’irritazione di Cosentino, già nell’immediato dopo partita. Le intercettazioni fanno emergere tutto il disappunto del presidente che, in particolare, in una telefonata con la moglie afferma: “uh, ma la parola è parola – dice parlando con la moglie – non è che siamo salvi… sono stati loro a venire a rompermi le scatole a me…”.
La consorte individua nel risultato favorevole del Perugia – il club che in quella stagione contendeva la promozione ai campani – la causa del comportamento ritenuto “scorretto” dell’Avellino: “… sicuro, sicuro – risponde la signora Franca Muscatelli al marito Giuseppe Cosentino – ma loro Pino quando hanno visto chee laa… il Perugia vinceva tre a zero”. Di contro l’ex presidente del Catanzaro aggiunge: “Si ma tu lo sai… tu lo sai che Russotto… Russotto … noi due gol ci siamo mangiati all’inizio che non abbiamo fatto”.
Cosentino si dice “incazzato come una belva” e a fine gara sente telefonicamente anche la figlia Ambra alla quale dice: “Poi ti spiego quando ci vediamo di persona che è successo. Per telefono non te lo posso dire, poi ti spiego che è successo”. Quanto accaduto è oggetto di discussione Armando Ortoli, all’epoca direttore sportivo del Catanzaro. I due si sentono il giorno dopo al telefono e Ortoli prova a tranquillizzare il suo presidente: “Abbiamo realizzato il successo quindi dobbiamo essere felicissimi”. Cosentino appare ancora arrabbiato e afferma: “Loro si sono comportanti da merd… da M E R * * però poi ne parliamo”.
Rischio retrocessione. La parte relativa alla frode sportiva dell’inchiesta Money Gate costituisce la principale fonte di prova. Nel caso in cui la Procura federale dovesse riuscire a dimostrare la tentata combine Catanzaro e Avellino rischierebbero la retrocessione all’ultimo posto in classifica, l’esclusione dal campionato e, nella migliore delle ipotesi, una forte penalizzazione.