Caccia al tesoro di Alarico

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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da cs86 »

Alcune testate giornalistiche riportano la notiziai del blocco degli scavi ordinato dalla soprintendenza..


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abba
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da abba »

cs86 ha scritto:Alcune testate giornalistiche riportano la notiziai del blocco degli scavi ordinato dalla soprintendenza..
comunisti del caz* :sord
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da cromosoma21 »

La cosa comincia ad assumere contorni grotteschi, come sempre in questi casi................Dai che facciamo ridere un po' l'italia, forza fo'...............o, forse, sotto sotto, la mancata richiesta dell' autorizzazione è una manovra volpina, fatta apposta per sollevare un polverone e destare ancora più attenzione sulla vicenda, kissu si chiama marketing............forse............bah.....


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marcello77
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da marcello77 »

Cosenza, la farsa della caccia al tesoro d’Alarico. Il Comune non ha chiesto autorizzazioni. Stop della Soprintendenza.

L'amministrazione del sindaco Occhiuto aveva annunciato la campagna di ricerche in Parlamento e sui Tg nazionali. Sei mesi per individuare la tomba del re dei Goti e trovare qualche reperto per il nascente "Museo di Alarico", che costerà 7 milioni ai contribuenti. Due giorni dopo le ricerche si fermano: mai autorizzate.

La “caccia al tesoro” era appena partita tra aspettative, incredulità e polemiche. La notizia è che dopo due giorni si è già fermata, la Soprintendenza archeologica della Calabria ha bloccato tutto. Il motivo? La campagna di scavi lungo il fiume Buseto non era mai stata autorizzata. Annunciata in pompa magna, doveva servire a individuare il leggendario “tesoro di Alarico” che le antiche scritture indicano in 25 tonnellate d’oro e 150 d’argento, il bottino favoloso dei Goti dopo il Sacco di Roma. Se non tutto, almeno a rinvenire qualche pezzo utile al fantomatico museo che l’amministrazione cosentina ha deciso di dedicare al Re massacratore, senza che si sia mai rinvenuto uno straccio di reperto, un sesterzio o anche solo un coccio di vaso rotto riferibile ai Goti. A volte si scava per non toccare il fondo. Parecchio da fare si è data l’amministrazione guidata da Mario Occhiuto che ha scommesso molto su un’iniziativa di marketing territoriale che accalora e divide studiosi e appassionati di storia. E forse non a torto, perché ai contribuenti costerà svariati milioni di euro.
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Partiamo dalla fine. Tra meno di un mese a palazzo dei Bruzi si apriranno le buste con le offerte per abbattere l’orrido Hotel Jolly che dagli anni Cinquanta offende la vista del centro storico. L’amministrazione ha cercato a lungo un pretesto per tirarlo giù e risistemare le sponde fluviali su cui affaccia. In ultimo, su impulso del sindaco-architetto di centrodestra Occhiuto, ha trovato quello di realizzare un polo espositivo dedicato al Re barbaro che antiche scritture e leggende vorrebbero sepolto da qualche parte laggiù, lungo il greto del Busento insieme a un immenso tesoro di sesterzi, ori e pietre preziose frutto del saccheggio di Roma del 410 dC. Problema: la tomba di Alarico non c’è, è solo un mito, tanto che in 1600 anni di ricerche nessuno l’ha trovata. Ci hanno provato fior di storici, archeologi, comuni tombaroli, perfino i tedeschi con apposite spedizioni comandate da Himmler. Niente di niente. Così, ed è il primo aspetto grottesco della vicenda, il catalogo del nascente museo al momento ha le pagine bianche e probabilmente tali resteranno. A oggi il suo primo e unico tassello è una collezione di otto fibule visigote del V secolo donate alla città dalla famiglia Bilotti che dovrebbe trovare dimora nelle future sale. Altro, davvero, non c’è. E tuttavia per racchiudere ed esporre questo nulla si spenderanno sette milioni di euro. Tante sono le risorse autorizzate dal Cipe nel 2012, a valere sui Fondi Sviluppo e Coesione destinati alla Calabria: 3,3 serviranno per realizzare la nuova struttura, 2,2 per acquistare l’hotel Jolly da abbattere. Il Comune partecipa anche con 500mila euro di fondi propri, nonostante abbia i conti in rosso per 140 milioni di euro.

Nel frattempo il sindaco ha deciso di scavare oltre, rilanciando le ricerche del “tesoro” lungo il fiume. E qui la vicenda è diventata farsa. Le premesse: in giro, per quanto li si cerchi, non si trovano tanti studiosi disposti a giocarsi la reputazione rincorrendo la leggenda tramandata da Cassiodoro e dallo storico Jordanes. Nei testi antichi raccontano che Alarico fu inumato con i suoi tesori secondo la tradizione funeraria dei Goti e che per rendere la tomba inaccessibile fu scelto il letto del fiume che fu deviato temporaneamente usando i prigionieri che poi furono uccisi uno a uno. Qualcuno però ci crede davvero. A farsi avanti è uno sparuto gruppo di novelli Indiana Jones che, armati di droni e georadar, tenteranno di riscontrare con tecnologie moderne quel che ricerche archeologiche e predoni non hanno rinvenuto in cinque secoli di tentativi. L’impresa è ardita e viene anche presentata in Parlamento, con tanto di conferenza stampa. I lavori di perlustrazione partono il 16 novembre per durare sei mesi. E poi? Sono durati due giorni soltanto. La soprintendenza ha appena notificato lo stop al Comune. Nessuno, in tutto questo, ha pensato di chiedere le autorizzazioni necessarie. Non ci ha pensato il Comune, non ci hanno pensato i finanziatori (privati) dell’impresa. Per poche decine di migliaia di euro a farsi avanti era stata la Fondazione Cassa di Risparmio della Calabria e della Lucania. Perché di sicuro non c’è, ma se mai ci fosse un tesoro meglio metterlo subito in banca.

Come nei migliori copioni esiste quello alternativo, il piano B. Il sindaco ha anche messo insieme un comitato tecnico-scientifico che annovera figure di spicco, come l’ex rettore dell’Università di Reggio Calabria ed ex ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. Alla testa il professor Pietro De Leo, ordinario di storia medioevale. Nessuno di loro andrà con pala e pile a cercare il tesoro. L’accordo tra Comune e “Consorzio Cultura e Innovazione” prevede lo sviluppo di “modelli virtuali” che raccontino la leggenda di Alarico. Attaverso l’uso di touch screen. Ebbene sì, se i Predatori dell’arca perduta non trovassero alcunché per dare un contenuto (purché sia) al museo sarà la multimedialità a colmare il vuoto: il museo di Alarico sarà uno spazio virtuale sostanzialmente privo di reperti. Questo nulla sarà però racchiuso in un manufatto basso e dalle linee modernissime, quasi un cubo, che nei rendering fa già a pugni con gli edifici alle sue spalle, segnati dal tempo e traforati dai colpi sparati in guerra. Non mancherà, a quanto è dato sapere, una statua equestre del Gran Barbaro che emerge dalle acque.
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Studiosi, residenti, intellettuali, appassionati di storia seguono increduli questa strana commedia senz’arte né parte. A molti non piace neppure l’introduzione e si chiedono perché mai rimestare e incensare il fantasma del re dei Goti, il cui nome resta indissolubilmente legato a uno degli eventi più traumatici del mondo antico, l’11 settembre della civiltà romana. Ci va giù durissimo, tra gli altri, l’archeologo Battista Sangineto, rilevando l’autolesionismo che accompagna l’operazione: “Si spendono soldi per una leggenda quando il centro storico va a pezzi. Alarico, poi? Sterminò centinaia di cosentini, non può costituire la spinta propulsiva, il riferimento culturale e identitario di un progetto museale che attragga turismo culturale. Onorarlo in maniera ossessivo-compulsiva, titolando piazze e pizzerie al re dei Goti è come scolpire nella pietra il marchio della città iettatrice. Farne un brand è anche umiliante per Cosenza che nel Medioevo fu una piccola culla di democrazia. Alarico ci morì per caso, è una cosa appiccicata lì”. Come gli adesivi “vota” durante le elezioni.

Perché non si può capire fino in fondo questa storia senza un dettaglio essenziale: a primavera in città si vota e sulle memorie di Alarico il sindaco di centrodestra si gioca la rielezione. Il museo vorrebbe essere il fiore all’occhiello del suo mandato, simbolo e prova della strenua volontà di modernizzare la Cosenza decaduta, spenta, funerea di certe cartoline ingiallite. Quella che già secoli fa i viaggiatori descrivevano come “terra di morti” o tomba dei re e degli eroi. Non a caso alla spedizione dei geologi lungo il letto del Buseto, fermata dalla Soprintendenza, erano stati concessi sei mesi di tempo. E cioè di andare oltre l’appuntamento elettorale. Così, se un domani si scoprisse mai che la tomba col tesoro non c’è, l’urna sarà già chiusa.

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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da cromosoma21 »

cromosoma21 ha scritto:La cosa comincia ad assumere contorni grotteschi, come sempre in questi casi................Dai che facciamo ridere un po' l'italia, forza fo'...............o, forse, sotto sotto, la mancata richiesta dell' autorizzazione è una manovra volpina, fatta apposta per sollevare un polverone e destare ancora più attenzione sulla vicenda, kissu si chiama marketing............forse............bah.....


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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da cromosoma21 »

marcello77 ha scritto:Cosenza, la farsa della caccia al tesoro d’Alarico. Il Comune non ha chiesto autorizzazioni. Stop della Soprintendenza.

L'amministrazione del sindaco Occhiuto aveva annunciato la campagna di ricerche in Parlamento e sui Tg nazionali. Sei mesi per individuare la tomba del re dei Goti e trovare qualche reperto per il nascente "Museo di Alarico", che costerà 7 milioni ai contribuenti. Due giorni dopo le ricerche si fermano: mai autorizzate.

La “caccia al tesoro” era appena partita tra aspettative, incredulità e polemiche. La notizia è che dopo due giorni si è già fermata, la Soprintendenza archeologica della Calabria ha bloccato tutto. Il motivo? La campagna di scavi lungo il fiume Buseto non era mai stata autorizzata. Annunciata in pompa magna, doveva servire a individuare il leggendario “tesoro di Alarico” che le antiche scritture indicano in 25 tonnellate d’oro e 150 d’argento, il bottino favoloso dei Goti dopo il Sacco di Roma. Se non tutto, almeno a rinvenire qualche pezzo utile al fantomatico museo che l’amministrazione cosentina ha deciso di dedicare al Re massacratore, senza che si sia mai rinvenuto uno straccio di reperto, un sesterzio o anche solo un coccio di vaso rotto riferibile ai Goti. A volte si scava per non toccare il fondo. Parecchio da fare si è data l’amministrazione guidata da Mario Occhiuto che ha scommesso molto su un’iniziativa di marketing territoriale che accalora e divide studiosi e appassionati di storia. E forse non a torto, perché ai contribuenti costerà svariati milioni di euro.
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Nel frattempo il sindaco ha deciso di scavare oltre, rilanciando le ricerche del “tesoro” lungo il fiume. E qui la vicenda è diventata farsa. Le premesse: in giro, per quanto li si cerchi, non si trovano tanti studiosi disposti a giocarsi la reputazione rincorrendo la leggenda tramandata da Cassiodoro e dallo storico Jordanes. Nei testi antichi raccontano che Alarico fu inumato con i suoi tesori secondo la tradizione funeraria dei Goti e che per rendere la tomba inaccessibile fu scelto il letto del fiume che fu deviato temporaneamente usando i prigionieri che poi furono uccisi uno a uno. Qualcuno però ci crede davvero. A farsi avanti è uno sparuto gruppo di novelli Indiana Jones che, armati di droni e georadar, tenteranno di riscontrare con tecnologie moderne quel che ricerche archeologiche e predoni non hanno rinvenuto in cinque secoli di tentativi. L’impresa è ardita e viene anche presentata in Parlamento, con tanto di conferenza stampa. I lavori di perlustrazione partono il 16 novembre per durare sei mesi. E poi? Sono durati due giorni soltanto. La soprintendenza ha appena notificato lo stop al Comune. Nessuno, in tutto questo, ha pensato di chiedere le autorizzazioni necessarie. Non ci ha pensato il Comune, non ci hanno pensato i finanziatori (privati) dell’impresa. Per poche decine di migliaia di euro a farsi avanti era stata la Fondazione Cassa di Risparmio della Calabria e della Lucania. Perché di sicuro non c’è, ma se mai ci fosse un tesoro meglio metterlo subito in banca.

Come nei migliori copioni esiste quello alternativo, il piano B. Il sindaco ha anche messo insieme un comitato tecnico-scientifico che annovera figure di spicco, come l’ex rettore dell’Università di Reggio Calabria ed ex ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi. Alla testa il professor Pietro De Leo, ordinario di storia medioevale. Nessuno di loro andrà con pala e pile a cercare il tesoro. L’accordo tra Comune e “Consorzio Cultura e Innovazione” prevede lo sviluppo di “modelli virtuali” che raccontino la leggenda di Alarico. Attaverso l’uso di touch screen. Ebbene sì, se i Predatori dell’arca perduta non trovassero alcunché per dare un contenuto (purché sia) al museo sarà la multimedialità a colmare il vuoto: il museo di Alarico sarà uno spazio virtuale sostanzialmente privo di reperti. Questo nulla sarà però racchiuso in un manufatto basso e dalle linee modernissime, quasi un cubo, che nei rendering fa già a pugni con gli edifici alle sue spalle, segnati dal tempo e traforati dai colpi sparati in guerra. Non mancherà, a quanto è dato sapere, una statua equestre del Gran Barbaro che emerge dalle acque.
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Perché non si può capire fino in fondo questa storia senza un dettaglio essenziale: a primavera in città si vota e sulle memorie di Alarico il sindaco di centrodestra si gioca la rielezione. Il museo vorrebbe essere il fiore all’occhiello del suo mandato, simbolo e prova della strenua volontà di modernizzare la Cosenza decaduta, spenta, funerea di certe cartoline ingiallite. Quella che già secoli fa i viaggiatori descrivevano come “terra di morti” o tomba dei re e degli eroi. Non a caso alla spedizione dei geologi lungo il letto del Buseto, fermata dalla Soprintendenza, erano stati concessi sei mesi di tempo. E cioè di andare oltre l’appuntamento elettorale. Così, se un domani si scoprisse mai che la tomba col tesoro non c’è, l’urna sarà già chiusa.

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Con tutto il rispetto ma questa mi sembra una minchiata di portata straordinaria..............senza parole..............Proporrei di gettare in una discarica i bronzi di riace e di chiudere il relativo museo poiché espressione di quei feroci greci che nel V secolo a. C. colonizzarono l'italia meridionale uccidendo migliaia di "calabresi"........non possono costituire "il riferimento identitario di un progetto museale che attragga turismo....". Nientemeno dall' VIII sec. a. C. sono ancora fresche le ferite, la furia e la rabbia contro gli invasori che diedero vita alla magna grecia . La cosa grida vendetta, che notoriamente è un piatto freddo, in questo caso "surgelato a - 380° Celsius"...........
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da Toquinho »

Sarà ma non hanno mai trovato nulla in centinaia di anni, milioni in ballo per il nulla
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da marcello77 »

Tesoro di Alarico, Sangineto al Tg3: “Basta Indiana Jones, pensiamo ai tesori veri di Cosenza”.

Questa mattina il rotocalco di informazione del Tg3 Calabria “Buongiorno Regione” è ritornato sul tormentone del tesoro di Alarico.

La collega Gabriella d’Atri ha intervistato il docente di Metodologia della Ricerca archeologica all’Università della Calabria, il professore Battista Sangineto, che da più tempo prende posizione contro questa assurda caccia al tesoro scatenata dal sindaco Mario Occhiuto. Tra l’altro clamorosamente bloccata dalla Soprintendenza e dal Ministero dei Beni Culturali.

Vuole sapere se credo alla leggenda? Ce la racconta Jordanes – ha detto Sangineto -, che a sua volta l’ha appreso da Cassiodoro. E’ come se qualcuno volesse ripercorrere la storia del Risorgimento copiando qualcosa qui e là, che ne so, da Benedetto Croce senza avere nessuna contezza dei fatti. Jordanes, dunque, ci racconta che Alarico, dopo aver assassinato migliaia di romani e saccheggiato la città per tre giorni, scende verso l’Africa, che in quel momento era il centro economico e politico dell’Impero Romano…”.

Il dialogo tra Sangineto e la d’Atri è stato, per chi l’ha visto, anche un po’ grottesco. Perchè, ad ogni domanda, magari leggermente “buonista” della collega, l’archeologo ha risposto con un inevitabile sarcasmo.

Alarico seppellito a Cosenza con tutto il suo tesoro? Dubito fortemente che sia stato seppellito col tesoro – ha sottolineato Battista Sangineto -, altrimenti poi i Goti sarebbero dovuti ripartire a mani vuote e sinceramente non lo credo possibile… Aprire con questa prospettiva una caccia al tesoro fatta soltanto di fantarcheologia e piena di richiami a Indiana Jones o a Martyn Mystere non può che farmi sorridere. Questa non è archeologia: è come cercare la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno…”.

Nell’ultima parte dell’intervista, il professore Sangineto ha affrontato l’aspetto politico della paradossale vicenda.

Invece di spendere soldi ed energie per una leggenda quantomeno dubbia, si potrebbero più facilmente ristrutturare alcuni dei “tesori” più antichi della città di Cosenza, che tra l’altro ne è piena. Parlo di strutture di epoca bruzia e romana bellissime e completamente abbandonate, come per esempio quella di piazzetta Toscano. Vorrei ricordare che Cosenza è stata la Capitale dei Bruzi, poi municipium romano e sede vescovile e ha conservato testimonianze del passato senza soluzione di continuità. Io credo di poter dire, senza esagerare, che sotto ogni palazzo di Cosenza ci possano essere strutture bruzie e romane. Si tratta soltanto di voler diversificare il brand, come si dice adesso, spostandolo da Alarico ad altro: c’è Telesio, c’è l’Accademia parrasiana, insomma tutto quello che serve per cercare tesori veri e non fasulli…”.

http://www.iacchite.com - 24/11/2015.
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da abba »

anche lui parla solo per divergenze politiche?
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da Nube di Tempesta »

Purtroppo sì.
Odio eterno verso i paludati professori che cerano finocchietti di timpa seguendo una asettica cultura anziché l'istinto ed il cuore, incatenati alla triste realtà e ai freddi numeri ed incapaci di sognare
Vai su Amazon.it, cerca OMBRA, autore Pierfrancesco Iorio, compralo a 2,99 € e recensiscilo con 5 stelle. Se ti servissero altri motivi, sappi che vi si parla malissimo di Catanzaro.
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da cromosoma21 »

Francamente sono esterrefatto. Qualcuno parla, come se fosse il Verbo e giù tutti ad applaudire, tipico del più chiuso provincialismo. Mi chiedo di quali prove si disponga per mostrarsi così convinti e assertivi. Ma fatemi il piacere......La storia :come se nel fornirci questa o quella visione storica nessuno avesse mai copiato. Ma se tutti gli storici copiano......Di ogni storia esistono versioni divergenti, proprio perché ognuno ha le sue fonti cui attingere e ogni storico le dà per certe, pur sapendo che potrebbero non esserlo, a seconda che sposino o meno le proprie convinzioni. Gli storici sanno benissimo che quella sui libri è solo una versione dei fatti, quella di comodo o quella di cui si dispongono gli indizi allo stato più probanti, pronti però ad essere scalzati da nuovi e sopraggiunti elementi di tenore opposto, e le cose in realtà potrebbero essere andate ben diversamente da come sono state descritte. Non ci sono certezze, perché meravigliarsi del povero jordanes che si serve di cassiodoro? Che male ci sarebbe? Servirsi di un altro. Ma se lo fanno tutti gli storici. Le chiamano fonti.
Si dubita fortemente che il tesoro sia stato sepolto? E quindi? E' una semplice opinione suffragata dal nulla e destinata a nascere e morire tale. Tutto qui. Ma mi chiedo se la storia archeologica del ritrovamento della mitica città di tro* abbia insegnato qualcosa o meno. Anche quella fu bollata come fantarcheologia, poi però si è rivelata una splendida scoperta reale, tangibilissima e di straordinaria portata, e questo, chi è del ramo, dovrebbe saperlo bene.
Evidentemente, non si sa per quali oscure ragioni, il povero Alarico è molto antipatico, anzi repellente e bisognerebbe cimentarsi in altri tesori della città, come se una ricerca escludesse automaticamente le altre, o una avesse meno dignità delle altre. Perché spostare l'attenzione dal re dei visigoti ad altro, non è dato sapere. Anzi no. Perchè quello è un tesoro fasullo, gli altri veri. Ma, per fortuna, anche questa è solo una semplice opinione, e io non ho mai apprezzato particolarmente chi parla per verità apodittiche, vere a priori sempre e comunque, senza tema di smentita. Bisognerebbe avere il pudore di riconoscere che nessuno in questa vita possiede certezze, se poi si parla di storia non ne parliamo nemmeno................
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da abba »

è bello vedere che uno scrive chilometri di post, con motivazioni più o meno plausibili a supporto della sua tesi e il "dibattito" che ne consegue, invece di basarsi su quelle motivazioni, com'è giusto che sia nella vita, si trincera dietro le preferenze politiche, l'antipatia personale per Alarico (manco se fosse un vicino di casa, che uno lo conosce e magari ci ha litigato) e cortesi accuse di provincialismo. Costruttivo, edificante e intelligente. Mo quasi quasi comincio pure io a rispondere solo offendendo
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da cromosoma21 »

Nessuno ha offeso nessuno, cara abba. Siamo in democrazia e ognuno è libero di esprimere il suo pensiero, e di condividere o meno quello degli altri. Il fatto che le elucubrazioni di cui sopra provengano dal mondo accademico a me personalmente non importa un fico secco, anzi. Forse suggestionano altri, più sensibili di me. Tutto ciò a maggior ragione se trattasi di supposizioni non suffragate da alcuna prova concreta("tesoro fasullo", "fantarcheologia": forse ad offendere sono altri, che ne dici?), postulati molto vicini a sciocchezze, sempre a mio modestissimo parere. Quanto alla colorazione politica di alcune prese di posizione ,beh magari non sarà reale ma di certo sono più che legittimi dei dubbi al riguardo.
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da marcello77 »

Ritengo che molti professori universitari siano dei radical chic con la puzza sotto il naso ed, in alcuni casi, anche dei soloni accademici incapaci di spiegare e trasmettere niente agli studenti.
Non tutti, ovviamente, ma in molti casi è così.
In ogni caso, il punto è inquadrare il concetto dello spreco di soldi per una ricerca del nulla.
Perchè il fatto che sia un investimento a costo zero è una balla. E' un investimento dove la pila circola.
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Re: Caccia al tesoro di Alarico

Messaggio da cirujeda »

Qui mi pare che le argomentazioni portate a considerare una puttanata la ricerca (?) archeologica (??) pubblicizzata dal sindaco siano state portate ampiamente prima delle esternazioni di Sangineto.
Considero anch'io il mondo dei docenti universitari una elitè autoreferenziale (l'importanza di un docente è inversamente proporzionale al grado della scuola) ma tutta la Sovrintendenza avrebbe l'interesse opposto a bloccare i lavori, eppure lo ha dovuto (per legge) fare: comunisti radical chic anche loro?
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