Mah, che ti devo dire amico mio, io invece ieri ho visto parecchi sotto tono, da maniero a bruccini, passando per d'orazio e finendo a Tutino ...e snocciolando le pagelle non è che emerga questo encomiabile sacrificio dei nostri eh ?....Nube di Tempesta ha scritto: domenica 9 dicembre 2018, 14:57 Boh, sono tifoso pure io e io per primo mi sono reso conto sul tre a zero, bugiardissimo, che la partita era finita e che ci aveva soprattutto detto male. E la squadra non l'ho vista mai cedere di schianto.
Ah, quelli che si sono fatti mille km ed erano in trecento a La Spezia a fine partita hanno chiamato la squadra sotto il settore e gli hanno cantato "siamo sempre con voi". Hanno capito pure loro.
Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
la sconfitta brucia ,perchè un 4-0 è una mazzata. Ma non riesco a non essere ottimista,vedo una squadra viva,propositiva ,sbarazzina, vogliosa di vincere nonostante i limiti oggettivi.Pecchiamo in esperienza,serve a mio parere un leader vero in mezzo al campo capace di tenere palla o aumentare il ritmo in funizione delle fasi della partita.UN VERO PLAY BASSO. mungo è dinamico e non lesina energie ma non ha queste qualita, è una mezz ala che attacca lo spazio! Detto questo purtroppo non nutro molta stima nel nostro capitano e lo reputo inadeguato dal punto di vista tecnico, sia in fase difensiva dove puntualemten perde l'uomo alle spalle il quale taglia verso il centro come una lama calda nel burro,quanto anche in fase offensiva.Ogni qual volta c è la possibilità di sovrapporsi all'esterno lui si accosta parallelamente ad esso senza cercare il fondo ed effettuando un cross telefonato quando riesce ad alzare la palla ed a non colpire il terzino avversario.Nessuno pretende MAICON o CAFU ma senza esagerare secodno me angelo corsi non vale un ciancio.In ogni caso abbiamo raggiunto come tifoseria un grado di maturità sensazionale che si respira prorpio nell'aria e ci prenderemo la salvezza con 2 giornate di anticipo
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
Mah, in ogni intervento o quasi, c'è del vero...jr ha scritto: domenica 9 dicembre 2018, 15:07 la sconfitta brucia ,perchè un 4-0 è una mazzata. Ma non riesco a non essere ottimista,vedo una squadra viva,propositiva ,sbarazzina, vogliosa di vincere nonostante i limiti oggettivi.Pecchiamo in esperienza,serve a mio parere un leader vero in mezzo al campo capace di tenere palla o aumentare il ritmo in funizione delle fasi della partita.UN VERO PLAY BASSO. mungo è dinamico e non lesina energie ma non ha queste qualita, è una mezz ala che attacca lo spazio! Detto questo purtroppo non nutro molta stima nel nostro capitano e lo reputo inadeguato dal punto di vista tecnico, sia in fase difensiva dove puntualemten perde l'uomo alle spalle il quale taglia verso il centro come una lama calda nel burro,quanto anche in fase offensiva.Ogni qual volta c è la possibilità di sovrapporsi all'esterno lui si accosta parallelamente ad esso senza cercare il fondo ed effettuando un cross telefonato quando riesce ad alzare la palla ed a non colpire il terzino avversario.Nessuno pretende MAICON o CAFU ma senza esagerare secodno me angelo corsi non vale un ciancio.In ogni caso abbiamo raggiunto come tifoseria un grado di maturità sensazionale che si respira prorpio nell'aria e ci prenderemo la salvezza con 2 giornate di anticipo
Quindi anche nel tuo ...
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
per mettere garritano fuori ruolo però capisci che in panchina non c'è nessuno che ritiene meglio di lui.Napoleone ha scritto:Garritano continua a essere usato in un ruolo non suo, non dico sia inutile schierarlo così na sicuro rende molto al di sotto delle sue capacità. Anche il Tutino largo a sinistra non mi convince tanto.
quindi,tolti i titolari,siamo rovinati,inutile girarci attorno..é stato fatto un calciomercato ridicolo e a parte 2/3 giocatori,giochiamo con la squadra di serie C,che buona quanto vogliamo é una squadra da sesto posto in C e che in B,ovviamente,mostra i suoi limiti tecnici,non perché siano scarsi ma perché nel momento in cui serve qualità in più gli altri ni purgano con una sola azione mentre noi con 15 tiri in porta non la mettiamo dentro.
e la colpa ha il nome di eugenio cap'i frosparo guarascio.
punto.
o si cacciano i sordi o la piazza,applaudita anche in trasferta,la stessa piazza lasciata fuori a morire il primo settembre e a cui non ha mai chiesto scusa,gli si rivolgerà contro.
il doomsday della parrucca é vicino.
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
Stamuni calmi la squadra c'è ma servono rinforzi di categoria questo lo stiamo dicendo da tempo, serve qualcuno che possa colmare qualche lacuna che abbiamo o cmq dare grosso aiuto e cambiare la partita in corso, praticamente dobbiamo rifare mezza panchina, nn abbiamo a parte palmiero, baclet e idda , tanti giocatori in grado di rimpiazzare come si deve i titolari quando manca qualcuno o quando uno è poco in forma ecc...
Guarascio deve togliere tanti soldi a gennaio senza se e senza ma nn voglio piu' scuse e m' ca c'è pigliassa puru nu benedetto dg o qualcosa di simile
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
Senza 4 giocatori BUONI di categoria,non ci salveremo mai, la squadra ci mette il cuore, ma i limiti tecnici si notano moltissimo, specie a centrocampo dove Braglia ci sta oggettivamente mettendo del suo non dando mai fiducia a Palmiero e ostinandosi a giocare a 2 a centrocampo con due mezzali ed ovviamente mettendo Garritano costantemente fuori ruolo.
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
E questo è quanto.Rey86 ha scritto: domenica 9 dicembre 2018, 15:19 Stamuni calmi la squadra c'è ma servono rinforzi di categoria questo lo stiamo dicendo da tempo, serve qualcuno che possa colmare qualche lacuna che abbiamo o cmq dare grosso aiuto e cambiare la partita in corso, praticamente dobbiamo rifare mezza panchina, nn abbiamo a parte palmiero, baclet e idda , tanti giocatori in grado di rimpiazzare come si deve i titolari quando manca qualcuno o quando uno è poco in forma ecc...
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
Il primo tempo se fosse finito 4a0 per il Cosenza non ci sarebbe stato nulla di eccezionale.. anche i tifosi dello spezio hanno ammesso la nostra superiorità nel primo tempo.. purtroppo siamo calati vistosamente nel secondo tempo sopratutto dopo il loro secondo goal a pochi minuti dall’inizio della ripresa.. se dici il contrario vuol dire eh hai visto una partita diversa!cromosoma21 ha scritto: domenica 9 dicembre 2018, 14:16Si perde una partita ???LupoCs86 ha scritto: domenica 9 dicembre 2018, 13:59 A Cosenza si vince una partita e siamo da playoff.. si perde un’altra partita e siamo scarsi e non valiamo a nulla! Ma lo avete capito che questa squadra è stata fatta per salvarci? E ci salveremo.. quindi pensate a vena aru campo invece di polemizzare ovunque!
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
Il nostro predominio è stato solo nel possesso palla, un possesso sterile per altro dato che non abbiamo fatto un tiro in porta che fosse uno, quindi...LupoCs86 ha scritto: lunedì 10 dicembre 2018, 0:57Il primo tempo se fosse finito 4a0 per il Cosenza non ci sarebbe stato nulla di eccezionale.. anche i tifosi dello spezio hanno ammesso la nostra superiorità nel primo tempo.. purtroppo siamo calati vistosamente nel secondo tempo sopratutto dopo il loro secondo goal a pochi minuti dall’inizio della ripresa.. se dici il contrario vuol dire eh hai visto una partita diversa!cromosoma21 ha scritto: domenica 9 dicembre 2018, 14:16Si perde una partita ???LupoCs86 ha scritto: domenica 9 dicembre 2018, 13:59 A Cosenza si vince una partita e siamo da playoff.. si perde un’altra partita e siamo scarsi e non valiamo a nulla! Ma lo avete capito che questa squadra è stata fatta per salvarci? E ci salveremo.. quindi pensate a vena aru campo invece di polemizzare ovunque!
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
con i SE non si vincono le partite,serve fare gol.
bisogna cacciare sordi,punto.
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
Se rivedi la partita vero che Non abbiamo trovato lo specchio ma abbiamo creato almeno 3/4 pal** goal incredibili davanti il portiere.. poi vero, se non inquadri la porta è sempre difficile vincere le partite!Kronox ha scritto: lunedì 10 dicembre 2018, 2:09Il nostro predominio è stato solo nel possesso palla, un possesso sterile per altro dato che non abbiamo fatto un tiro in porta che fosse uno, quindi...LupoCs86 ha scritto: lunedì 10 dicembre 2018, 0:57Il primo tempo se fosse finito 4a0 per il Cosenza non ci sarebbe stato nulla di eccezionale.. anche i tifosi dello spezio hanno ammesso la nostra superiorità nel primo tempo.. purtroppo siamo calati vistosamente nel secondo tempo sopratutto dopo il loro secondo goal a pochi minuti dall’inizio della ripresa.. se dici il contrario vuol dire eh hai visto una partita diversa!cromosoma21 ha scritto: domenica 9 dicembre 2018, 14:16Si perde una partita ???LupoCs86 ha scritto: domenica 9 dicembre 2018, 13:59 A Cosenza si vince una partita e siamo da playoff.. si perde un’altra partita e siamo scarsi e non valiamo a nulla! Ma lo avete capito che questa squadra è stata fatta per salvarci? E ci salveremo.. quindi pensate a vena aru campo invece di polemizzare ovunque!
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
Secondo Bortolo Muti, non uno qualunque, il Cosenza avrebbe i mezzi per salvarsi. Così in un’intervista rilasciata a pianetaserieb.it addirittura prima dei due successi di fila contro KR e PD.
ESCLUSIVA PSB – Mutti: “Il Palermo deve ringraziare Zamparini. Cosenza, i mezzi ci sono”Da Francesco Fedele il 23 novembre 2018 alle 18:56 0 COMMENTS
Il calcio come costante della propria esistenza. Tra la carriera da calciatore e quella da allenatore, il rettangolo verde ha occupato più di quarant’anni della vita di Bortolo Mutti. Tante le compagini guidate, in ogni categoria, dai dilettanti alla Serie A. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, sono stati diversi i temi discussi con l’esperto tecnico.
Uno dei temi più importanti del giorno è sicuramente l’addio di Maurizio Zamparini, che lascia dopo 16 anni il Palermo augurando buona fortuna alla compagine rosanero ma ritenendo di essere stato infangato. Lei che conosce il presidente e l’ambiente, che idea si è fatto di queste dichiarazioni?
“Il Palermo deve le proprie fortune a Zamparini per quello che ha fatto nel corso di questo suo lungo periodo di gestione. Ritengo che a livello imprenditoriale e sportivo il lavoro fatto sia stato davvero importante, dando lustro e struttura ad una realtà che era in grande difficoltà. Ero il tecnico della squadra quando cominciò l’era Zamparini, che pose fine alla gestione Sensi, per cui ho vissuto da vicino questo avvicendamento. Sono tornato poi sulla panchina dei siciliani qualche anno fa, ed ho avuto la fortuna di conoscere il presidente che, ribadisco, ha creato, sotto certi punti di vista, prestigio attorno al Palermo, con risultati degni di nota. Forse, da parte sua, è subentrata anche la stanchezza perché certe situazioni istituzionali non gli hanno dato una mano, e qualcosa è venuto a mancare. Lascia una squadra prima in classifica, quasi a voler chiudere in grande stile questo rapporto. Porterà dentro di sé, con molta probabilità, delle situazioni nelle quali crede di non aver ricevuto la giusta riconoscenza, ma sappiamo che questa non viene mai elargita in maniera esplicita. Anche la città, chiaramente, gli ha dato tanto, ma i matrimoni in questo mondo finiscono”.
Nel corso della sua trentennale esperienza in panchina, ha avuto la possibilità di allenare anche il Livorno, attualmente fanalino di coda in cadetteria. C’è chi ha parlato di limiti tecnici, chi di una situazione societaria che non ha aiutato. Ritiene che vi sia una causa in particolar modo oppure un insieme di circostanze negative?
“Mi dispiace per Lucarelli, che era pieno di entusiasmo all’idea di guidare la squadra della sua città. Anche qui parliamo di un presidente, Spinelli, che ha dato tanto per la causa, forse ottenendo meno di quanto sperato. Al contempo, forse, l’approccio al campionato non è stato valutato correttamente, in termini di valori tecnici da mettere in campo. Questo potrebbe quindi aver destabilizzato l’inizio di stagione del club. Non so di chi possa essere la responsabilità, se della società, che potrebbe non aver dato mandato di fare un certo percorso in sede di mercato, oppure delle scelte, seppur condivise, rivelatesi poi sbagliate, dando il colpo di grazia a Spinelli, con la seguente decisione di farsi da parte”.
Nonostante la vittoria nell’ultimo turno, il Padova continua a navigare nelle parti basse della classifica. Nel successo dell’Ascoli bisogna sottolineare come si sia vista la mano del neo-tecnico Foscarini. Quali sono i primi punti da toccare quando si subentra a stagione in corso e si ha quindi poco tempo per preparare gli imminenti impegni?
“Quando subentri in un contesto dove regna la tensione, anche sotto l’aspetto dei rapporti, è importante mantenere un profilo di spessore ma, allo stesso tempo, entrare nello spogliatoio con grande tranquillità e chiarezza per dare dei punti di riferimento e delle aspettative diverse. Bisogna creare un percorso fatto di fiducia, di autostima e, perché no, alleggerire le teste dei calciatori, che potrebbero essere scossi da precedenti esperienze nelle quali qualcosa non ha funzionato. Il gruppo va coinvolto e stimolato”.
Statistiche alla mano, la sua più alta percentuale di vittorie in una singola stagione è datata 2003/2004, quando era sulla panchina del Messina. Al secondo posto in questa speciale classifica troviamo il Cosenza della stagione 2000/2001. I Lupi, nuovamente in cadetteria, sono invischiati nella lotta per non retrocedere, con una sola vittoria in dodici partite. Che prospettive dà alla squadra di Braglia?
“Un percorso sicuramente di sofferenza, vista la classifica attuale. Parliamo di una neopromossa che si è riaffacciata in Serie B dopo quindici anni e che sta pagando questo ritorno. Serve tempo, la squadra deve metabolizzare che la cadetteria non è la Serie C, mentre l’ambiente è abituato a questi palcoscenici vista la storia del club. Ci sono le condizioni per uscire da questa situazione difficile, e ritengo che il Cosenza abbia i mezzi per mantenere la categoria”.
Per concludere, parliamo di un’altra squadra da lei allenata in passato, seppur per poco tempo: la Salernitana. I campani sono attualmente al terzo posto in classifica: crede che potranno continuare ad avere questo rendimento?
“La Salernitana è partita senza grandi proclami, ma con la consapevolezza di poter fare bene. In panchina siede un allenatore di livello, il cui gioco non sarà spettacolare ma molto concreto, ed è questo che la Serie B richiede. I campani possono continuare su questa strada, anche perché alle spalle hanno una società pronta a fare anche ulteriori passi nel mercato di gennaio, vista la classifica e un obiettivo che potrebbe essere perseguito, perché la squadra si sta dimostrando all’altezza
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Il calcio come costante della propria esistenza. Tra la carriera da calciatore e quella da allenatore, il rettangolo verde ha occupato più di quarant’anni della vita di Bortolo Mutti. Tante le compagini guidate, in ogni categoria, dai dilettanti alla Serie A. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, sono stati diversi i temi discussi con l’esperto tecnico.
Uno dei temi più importanti del giorno è sicuramente l’addio di Maurizio Zamparini, che lascia dopo 16 anni il Palermo augurando buona fortuna alla compagine rosanero ma ritenendo di essere stato infangato. Lei che conosce il presidente e l’ambiente, che idea si è fatto di queste dichiarazioni?
“Il Palermo deve le proprie fortune a Zamparini per quello che ha fatto nel corso di questo suo lungo periodo di gestione. Ritengo che a livello imprenditoriale e sportivo il lavoro fatto sia stato davvero importante, dando lustro e struttura ad una realtà che era in grande difficoltà. Ero il tecnico della squadra quando cominciò l’era Zamparini, che pose fine alla gestione Sensi, per cui ho vissuto da vicino questo avvicendamento. Sono tornato poi sulla panchina dei siciliani qualche anno fa, ed ho avuto la fortuna di conoscere il presidente che, ribadisco, ha creato, sotto certi punti di vista, prestigio attorno al Palermo, con risultati degni di nota. Forse, da parte sua, è subentrata anche la stanchezza perché certe situazioni istituzionali non gli hanno dato una mano, e qualcosa è venuto a mancare. Lascia una squadra prima in classifica, quasi a voler chiudere in grande stile questo rapporto. Porterà dentro di sé, con molta probabilità, delle situazioni nelle quali crede di non aver ricevuto la giusta riconoscenza, ma sappiamo che questa non viene mai elargita in maniera esplicita. Anche la città, chiaramente, gli ha dato tanto, ma i matrimoni in questo mondo finiscono”.
Nel corso della sua trentennale esperienza in panchina, ha avuto la possibilità di allenare anche il Livorno, attualmente fanalino di coda in cadetteria. C’è chi ha parlato di limiti tecnici, chi di una situazione societaria che non ha aiutato. Ritiene che vi sia una causa in particolar modo oppure un insieme di circostanze negative?
“Mi dispiace per Lucarelli, che era pieno di entusiasmo all’idea di guidare la squadra della sua città. Anche qui parliamo di un presidente, Spinelli, che ha dato tanto per la causa, forse ottenendo meno di quanto sperato. Al contempo, forse, l’approccio al campionato non è stato valutato correttamente, in termini di valori tecnici da mettere in campo. Questo potrebbe quindi aver destabilizzato l’inizio di stagione del club. Non so di chi possa essere la responsabilità, se della società, che potrebbe non aver dato mandato di fare un certo percorso in sede di mercato, oppure delle scelte, seppur condivise, rivelatesi poi sbagliate, dando il colpo di grazia a Spinelli, con la seguente decisione di farsi da parte”.
Nonostante la vittoria nell’ultimo turno, il Padova continua a navigare nelle parti basse della classifica. Nel successo dell’Ascoli bisogna sottolineare come si sia vista la mano del neo-tecnico Foscarini. Quali sono i primi punti da toccare quando si subentra a stagione in corso e si ha quindi poco tempo per preparare gli imminenti impegni?
“Quando subentri in un contesto dove regna la tensione, anche sotto l’aspetto dei rapporti, è importante mantenere un profilo di spessore ma, allo stesso tempo, entrare nello spogliatoio con grande tranquillità e chiarezza per dare dei punti di riferimento e delle aspettative diverse. Bisogna creare un percorso fatto di fiducia, di autostima e, perché no, alleggerire le teste dei calciatori, che potrebbero essere scossi da precedenti esperienze nelle quali qualcosa non ha funzionato. Il gruppo va coinvolto e stimolato”.
Statistiche alla mano, la sua più alta percentuale di vittorie in una singola stagione è datata 2003/2004, quando era sulla panchina del Messina. Al secondo posto in questa speciale classifica troviamo il Cosenza della stagione 2000/2001. I Lupi, nuovamente in cadetteria, sono invischiati nella lotta per non retrocedere, con una sola vittoria in dodici partite. Che prospettive dà alla squadra di Braglia?
“Un percorso sicuramente di sofferenza, vista la classifica attuale. Parliamo di una neopromossa che si è riaffacciata in Serie B dopo quindici anni e che sta pagando questo ritorno. Serve tempo, la squadra deve metabolizzare che la cadetteria non è la Serie C, mentre l’ambiente è abituato a questi palcoscenici vista la storia del club. Ci sono le condizioni per uscire da questa situazione difficile, e ritengo che il Cosenza abbia i mezzi per mantenere la categoria”.
Per concludere, parliamo di un’altra squadra da lei allenata in passato, seppur per poco tempo: la Salernitana. I campani sono attualmente al terzo posto in classifica: crede che potranno continuare ad avere questo rendimento?
“La Salernitana è partita senza grandi proclami, ma con la consapevolezza di poter fare bene. In panchina siede un allenatore di livello, il cui gioco non sarà spettacolare ma molto concreto, ed è questo che la Serie B richiede. I campani possono continuare su questa strada, anche perché alle spalle hanno una società pronta a fare anche ulteriori passi nel mercato di gennaio, vista la classifica e un obiettivo che potrebbe essere perseguito, perché la squadra si sta dimostrando all’altezza
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: Si può fare una B con solo 5 giocatori di categoria ???
Secondo Bortolo Muti, non uno qualunque, il Cosenza avrebbe i mezzi per salvarsi. Così in un’intervista rilasciata a pianetaserieb.it addirittura prima dei due successi di fila contro KR e PD.
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Il calcio come costante della propria esistenza. Tra la carriera da calciatore e quella da allenatore, il rettangolo verde ha occupato più di quarant’anni della vita di Bortolo Mutti. Tante le compagini guidate, in ogni categoria, dai dilettanti alla Serie A. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, sono stati diversi i temi discussi con l’esperto tecnico.
Uno dei temi più importanti del giorno è sicuramente l’addio di Maurizio Zamparini, che lascia dopo 16 anni il Palermo augurando buona fortuna alla compagine rosanero ma ritenendo di essere stato infangato. Lei che conosce il presidente e l’ambiente, che idea si è fatto di queste dichiarazioni?
“Il Palermo deve le proprie fortune a Zamparini per quello che ha fatto nel corso di questo suo lungo periodo di gestione. Ritengo che a livello imprenditoriale e sportivo il lavoro fatto sia stato davvero importante, dando lustro e struttura ad una realtà che era in grande difficoltà. Ero il tecnico della squadra quando cominciò l’era Zamparini, che pose fine alla gestione Sensi, per cui ho vissuto da vicino questo avvicendamento. Sono tornato poi sulla panchina dei siciliani qualche anno fa, ed ho avuto la fortuna di conoscere il presidente che, ribadisco, ha creato, sotto certi punti di vista, prestigio attorno al Palermo, con risultati degni di nota. Forse, da parte sua, è subentrata anche la stanchezza perché certe situazioni istituzionali non gli hanno dato una mano, e qualcosa è venuto a mancare. Lascia una squadra prima in classifica, quasi a voler chiudere in grande stile questo rapporto. Porterà dentro di sé, con molta probabilità, delle situazioni nelle quali crede di non aver ricevuto la giusta riconoscenza, ma sappiamo che questa non viene mai elargita in maniera esplicita. Anche la città, chiaramente, gli ha dato tanto, ma i matrimoni in questo mondo finiscono”.
Nel corso della sua trentennale esperienza in panchina, ha avuto la possibilità di allenare anche il Livorno, attualmente fanalino di coda in cadetteria. C’è chi ha parlato di limiti tecnici, chi di una situazione societaria che non ha aiutato. Ritiene che vi sia una causa in particolar modo oppure un insieme di circostanze negative?
“Mi dispiace per Lucarelli, che era pieno di entusiasmo all’idea di guidare la squadra della sua città. Anche qui parliamo di un presidente, Spinelli, che ha dato tanto per la causa, forse ottenendo meno di quanto sperato. Al contempo, forse, l’approccio al campionato non è stato valutato correttamente, in termini di valori tecnici da mettere in campo. Questo potrebbe quindi aver destabilizzato l’inizio di stagione del club. Non so di chi possa essere la responsabilità, se della società, che potrebbe non aver dato mandato di fare un certo percorso in sede di mercato, oppure delle scelte, seppur condivise, rivelatesi poi sbagliate, dando il colpo di grazia a Spinelli, con la seguente decisione di farsi da parte”.
Nonostante la vittoria nell’ultimo turno, il Padova continua a navigare nelle parti basse della classifica. Nel successo dell’Ascoli bisogna sottolineare come si sia vista la mano del neo-tecnico Foscarini. Quali sono i primi punti da toccare quando si subentra a stagione in corso e si ha quindi poco tempo per preparare gli imminenti impegni?
“Quando subentri in un contesto dove regna la tensione, anche sotto l’aspetto dei rapporti, è importante mantenere un profilo di spessore ma, allo stesso tempo, entrare nello spogliatoio con grande tranquillità e chiarezza per dare dei punti di riferimento e delle aspettative diverse. Bisogna creare un percorso fatto di fiducia, di autostima e, perché no, alleggerire le teste dei calciatori, che potrebbero essere scossi da precedenti esperienze nelle quali qualcosa non ha funzionato. Il gruppo va coinvolto e stimolato”.
Statistiche alla mano, la sua più alta percentuale di vittorie in una singola stagione è datata 2003/2004, quando era sulla panchina del Messina. Al secondo posto in questa speciale classifica troviamo il Cosenza della stagione 2000/2001. I Lupi, nuovamente in cadetteria, sono invischiati nella lotta per non retrocedere, con una sola vittoria in dodici partite. Che prospettive dà alla squadra di Braglia?
“Un percorso sicuramente di sofferenza, vista la classifica attuale. Parliamo di una neopromossa che si è riaffacciata in Serie B dopo quindici anni e che sta pagando questo ritorno. Serve tempo, la squadra deve metabolizzare che la cadetteria non è la Serie C, mentre l’ambiente è abituato a questi palcoscenici vista la storia del club. Ci sono le condizioni per uscire da questa situazione difficile, e ritengo che il Cosenza abbia i mezzi per mantenere la categoria”.
Per concludere, parliamo di un’altra squadra da lei allenata in passato, seppur per poco tempo: la Salernitana. I campani sono attualmente al terzo posto in classifica: crede che potranno continuare ad avere questo rendimento?
“La Salernitana è partita senza grandi proclami, ma con la consapevolezza di poter fare bene. In panchina siede un allenatore di livello, il cui gioco non sarà spettacolare ma molto concreto, ed è questo che la Serie B richiede. I campani possono continuare su questa strada, anche perché alle spalle hanno una società pronta a fare anche ulteriori passi nel mercato di gennaio, vista la classifica e un obiettivo che potrebbe essere perseguito, perché la squadra si sta dimostrando all’altezza
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Il calcio come costante della propria esistenza. Tra la carriera da calciatore e quella da allenatore, il rettangolo verde ha occupato più di quarant’anni della vita di Bortolo Mutti. Tante le compagini guidate, in ogni categoria, dai dilettanti alla Serie A. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, sono stati diversi i temi discussi con l’esperto tecnico.
Uno dei temi più importanti del giorno è sicuramente l’addio di Maurizio Zamparini, che lascia dopo 16 anni il Palermo augurando buona fortuna alla compagine rosanero ma ritenendo di essere stato infangato. Lei che conosce il presidente e l’ambiente, che idea si è fatto di queste dichiarazioni?
“Il Palermo deve le proprie fortune a Zamparini per quello che ha fatto nel corso di questo suo lungo periodo di gestione. Ritengo che a livello imprenditoriale e sportivo il lavoro fatto sia stato davvero importante, dando lustro e struttura ad una realtà che era in grande difficoltà. Ero il tecnico della squadra quando cominciò l’era Zamparini, che pose fine alla gestione Sensi, per cui ho vissuto da vicino questo avvicendamento. Sono tornato poi sulla panchina dei siciliani qualche anno fa, ed ho avuto la fortuna di conoscere il presidente che, ribadisco, ha creato, sotto certi punti di vista, prestigio attorno al Palermo, con risultati degni di nota. Forse, da parte sua, è subentrata anche la stanchezza perché certe situazioni istituzionali non gli hanno dato una mano, e qualcosa è venuto a mancare. Lascia una squadra prima in classifica, quasi a voler chiudere in grande stile questo rapporto. Porterà dentro di sé, con molta probabilità, delle situazioni nelle quali crede di non aver ricevuto la giusta riconoscenza, ma sappiamo che questa non viene mai elargita in maniera esplicita. Anche la città, chiaramente, gli ha dato tanto, ma i matrimoni in questo mondo finiscono”.
Nel corso della sua trentennale esperienza in panchina, ha avuto la possibilità di allenare anche il Livorno, attualmente fanalino di coda in cadetteria. C’è chi ha parlato di limiti tecnici, chi di una situazione societaria che non ha aiutato. Ritiene che vi sia una causa in particolar modo oppure un insieme di circostanze negative?
“Mi dispiace per Lucarelli, che era pieno di entusiasmo all’idea di guidare la squadra della sua città. Anche qui parliamo di un presidente, Spinelli, che ha dato tanto per la causa, forse ottenendo meno di quanto sperato. Al contempo, forse, l’approccio al campionato non è stato valutato correttamente, in termini di valori tecnici da mettere in campo. Questo potrebbe quindi aver destabilizzato l’inizio di stagione del club. Non so di chi possa essere la responsabilità, se della società, che potrebbe non aver dato mandato di fare un certo percorso in sede di mercato, oppure delle scelte, seppur condivise, rivelatesi poi sbagliate, dando il colpo di grazia a Spinelli, con la seguente decisione di farsi da parte”.
Nonostante la vittoria nell’ultimo turno, il Padova continua a navigare nelle parti basse della classifica. Nel successo dell’Ascoli bisogna sottolineare come si sia vista la mano del neo-tecnico Foscarini. Quali sono i primi punti da toccare quando si subentra a stagione in corso e si ha quindi poco tempo per preparare gli imminenti impegni?
“Quando subentri in un contesto dove regna la tensione, anche sotto l’aspetto dei rapporti, è importante mantenere un profilo di spessore ma, allo stesso tempo, entrare nello spogliatoio con grande tranquillità e chiarezza per dare dei punti di riferimento e delle aspettative diverse. Bisogna creare un percorso fatto di fiducia, di autostima e, perché no, alleggerire le teste dei calciatori, che potrebbero essere scossi da precedenti esperienze nelle quali qualcosa non ha funzionato. Il gruppo va coinvolto e stimolato”.
Statistiche alla mano, la sua più alta percentuale di vittorie in una singola stagione è datata 2003/2004, quando era sulla panchina del Messina. Al secondo posto in questa speciale classifica troviamo il Cosenza della stagione 2000/2001. I Lupi, nuovamente in cadetteria, sono invischiati nella lotta per non retrocedere, con una sola vittoria in dodici partite. Che prospettive dà alla squadra di Braglia?
“Un percorso sicuramente di sofferenza, vista la classifica attuale. Parliamo di una neopromossa che si è riaffacciata in Serie B dopo quindici anni e che sta pagando questo ritorno. Serve tempo, la squadra deve metabolizzare che la cadetteria non è la Serie C, mentre l’ambiente è abituato a questi palcoscenici vista la storia del club. Ci sono le condizioni per uscire da questa situazione difficile, e ritengo che il Cosenza abbia i mezzi per mantenere la categoria”.
Per concludere, parliamo di un’altra squadra da lei allenata in passato, seppur per poco tempo: la Salernitana. I campani sono attualmente al terzo posto in classifica: crede che potranno continuare ad avere questo rendimento?
“La Salernitana è partita senza grandi proclami, ma con la consapevolezza di poter fare bene. In panchina siede un allenatore di livello, il cui gioco non sarà spettacolare ma molto concreto, ed è questo che la Serie B richiede. I campani possono continuare su questa strada, anche perché alle spalle hanno una società pronta a fare anche ulteriori passi nel mercato di gennaio, vista la classifica e un obiettivo che potrebbe essere perseguito, perché la squadra si sta dimostrando all’altezza
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!