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Nube di Tempesta ha scritto: giovedì 14 febbraio 2019, 11:50
Intanto si mette in luce su Facebook il geniale cabarettista Alessio Spadafora, catanzarese, mi dicono avvocato, che in una pubblica discussione in un gruppo qualsiasi dedicato alla sua città, commentando le differenze tra Catanzaro e Amsterdam (sì, sul serio), ha voluto ricordare che ad Amsterdam "ci sono le vetrine dove lavora la mamma di Marulla".
Ricordatemi a quale età s'avìssa 'i mint* sìansi...
Poveri trogloditi. Mi fanno pena
GIGI MARULLA NEL CUORE!!! 28/08/2016 catanzaro - COSENZA 0-3
(loro si autocelebrano come educatissimi, civilissimi, mirabilissimi... e ra put* di mamme loro!)
Riceviamo e pubblichiamo (catanzaroinforma).
Sono un tifoso del Catanzaro fin dai tempi della prima serie A ed ho seguito la squadra anche negli anni bui che si sono succeduti nell’ultimo decennio. È quindi una passione che mi spinge a trascurare qualsiasi altra iniziativa che possa svolgersi in concomitanza con la partita.
Anche ieri ovviamente ero allo stadio per assistere all’importante incontro Catanzaro Catania. Non parlerò della scottante sconfitta, ne’ di come ha giocato la squadra.
Ma vorrei fare qualche commento su un aspetto particolare della gara: la presenza in campo di un guardalinea donna.
Siamo nel XXI secolo e le nostre società, specialmente quelle occidentali, hanno avuto, grazie al movimento femminista e quindi a tante donne che in tutto il mondo si sono battute per affermare i propri diritti, un forte avanzamento sociale e culturale. Tanto è vero che moltissime donne sono occupate in lavori intellettuali e manuali di grande impegno.
Ma purtroppo l’avanzamento culturale non è sempre omogeneo ma in molte aree o zone ancora sono presenti sottoculture razziste discriminanti e sessiste. È proprio quello che è successo ieri durante l’intera partita quando singole persone o gruppi hanno ripetutamente offeso e insultato la guardalinee chiamandola continuamente “put*” oppure inveendo contro di lei dicendole di tornare a casa a cucinare o a fare le pulizie.
Questo potrebbe essere un retaggio culturale inconscio di molti uomini che vorrebbero rivedere la donna relegata alle vecchie incombenze casalinghe. Quindi uomini che pur si definiscono emancipati e al passo coi tempi hanno oggi sfoderato un sessismo contro la malcapitata indicativo di livelli culturali molto bassi.
Il secondo aspetto che vorrei sottolineare riguarda questa volta le donne che oggi in tante erano presenti allo stadio: nessuna di loro, per lo meno nella mia zona in Tribuna Ovest, si è ribellata o ha osato dire qualcosa in difesa della guardialinee.
Ho visto mogli sorridere quando i loro mariti partivano con gli insulti a ripetizione, credo che alzarsi e protestare e quindi difendere un’altra donna sarebbe stata una dimostrazione educativa e di alta pedagogia verso i loro mariti o compagni o amici in quel momento decerebrati.
Se non parte dalla stessa donna la difesa di un’altra donna ciò vuol dire che manca la coscienza di appartenere ad un genere che non merita questo tipo di problemi.
Il terzo e ultimo punto riguarda la presenza all’interno del campo di gioco di giocatori di colore anche loro insultati per il loro colore della pelle. Gridare bastardo negro (nelle società civili i termini usati sono nero o uomo di colore perché non hanno connotati razzisti) o “niguru o niguruna” come si dice nel nostro bellissimo dialetto comporta anche in questo caso che siamo di fronte ad una temibile sottocultura che non ha ovviamente il rispetto della dignità di se stessi e degli altri (concetto questo molto caro ad una filosofa del calibro di Simone Weil). Che fare? Iniziare con se stessi un percorso di presa di coscienza o ,come direbbe il grande pedagogista Paulo Freire un percorso di “coscientizzazione” per indicare il metodo pedagogico che cerca di dare all’uomo l ‘opportunità di riscoprirsi attraverso la riflessione sul processo della sua esistenza. Insomma evitiamo queste “basse” sceneggiate soprattutto alla presenza di bambini che anche loro erano in tanti oggi pomeriggio. Ho sentito un bambino ripetere la parola “put*” dopo che il padre l’aveva appena urlata. Spero che queste poche considerazioni possano servire da stimolo a guardare dentro se stessi e ad esternare in luoghi pubblici maturità ed intelligenza. Forza Catanzaro.
di Giuseppe Nicoletti, *Medico e tifoso del Catanzaro
Nube di Tempesta ha scritto: giovedì 14 febbraio 2019, 11:50
Intanto si mette in luce su Facebook il geniale cabarettista Alessio Spadafora, catanzarese, mi dicono avvocato, che in una pubblica discussione in un gruppo qualsiasi dedicato alla sua città, commentando le differenze tra Catanzaro e Amsterdam (sì, sul serio), ha voluto ricordare che ad Amsterdam "ci sono le vetrine dove lavora la mamma di Marulla".
Ricordatemi a quale età s'avìssa 'i mint* sìansi...
che - guarda caso - sono le stesse dove lavorano le mamme di simmaco e di palanca......
Onore a Giuseppe Nicoletti, che sia tifoso del Catanzaro o del Cosenza o della Reggina importa poco, ha detto cose sacrosante e io da calabrese sono con lui! Le persone civili e perbene di ogni latitudine sono con lui.