per quello ci sono già pensionati e disoccupati nostri che lo fanno anche con gli scavi in mezzo alla stradasorDario ha scritto:se lo trovi, sinnò al massimo porti pulman di pensionati ca venanu pe guardà i lavurioriginalbruzy ha scritto:Giusto per la cronaca, tutti i giornali del mondo parlano di questo tesoro. Non porterà tanti turisti?
Caccia al tesoro di Alarico
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
Lode a te
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
Dici ca nottetempo, in prossimità del busento, localià rigardi, sarebbe stato avvistato nube che, con fare alquanto sospetto, si dirigeva sul luogo armato i picu e pala............................... Sarà forse per questo che non interviene più sul forum?? E' la sconcertante domanda che ci poniamo tutti...............
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
sorDario ha scritto:se lo trovi, sinnò al massimo porti pulman di pensionati ca venanu pe guardà i lavurioriginalbruzy ha scritto:Giusto per la cronaca, tutti i giornali del mondo parlano di questo tesoro. Non porterà tanti turisti?
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
Devo dire che non posso che trovarmi d'accordo con la rabbia e la delusione di chi ha elencato gli innumerevoli stati di degrado in cui versano molti bellissimi luoghi della nostra città oltre che tutte le problematiche riscontrabili un po in tutti gli ambiti... e chi dice che dovrebbero essere invece valorizzati per come meritano non potrebbe dire verità più di questa...
Ma non riesco a trovare un solo motivo valido x buttare nel dimenticatoio la storia di Alarico e tutto ciò che sta intorno...anzi forse questi primi passi si sarebbero dovuti muovere già un po di tempo fa...ma che dire, meglio tardi che mai ed aggiungo, speriamo la cosa non vada a morire senza alcun seguito ai proclami fatti...
Non riesco a capire perché contrapporre le due faccende, perché se nel primo caso il solito problema è il vile denaro, nel 2o caso il denaro c'entra poco e nulla, almeno per ora... per effettuare delle indagini preliminari e cercare di individuare un eventuale sito nel sottosuolo che possa avere le caratteristiche che lascino pensare che custodisca davvero le spoglie di Alarico non serve una montagna di denaro perché le indagini citate non sono certamente invasive, cioè non si scava, ma si agisce dall'esterno... con le tecnologie a nostra disposizione oggigiorno si possono riuscire a individuare delle discontinuità morfologiche e quindi anomalie del terreno magari causate da una elevata concentrazione di ferro, tipo armi che potrebbero essere state lasciate nel sito funerario, in zone in cui questa concentrazione non dovrebbe esserci... per questo, e rispondo a chi se lo chiedeva, è stato precettato un geologo e non un archeologo in questa prima fase... l'archeologo invece servirebbe in un'eventuale fase successiva, quando si dovrebbe scavare e riportare alla luce ciò che si cerca... ma questo presupporrebbe che in questa prima fase si sia giunti ad individuare davvero un potenziale sito in cui cercare...ma stiamo andando troppo in la con la mente...
Io credo che difficilmente si caverà il ragno dal buco, ma perché non provarci visto che non servono per ora risorse economiche ingenti???
Non si sottraggono quindi soldi alle altre opere ma sapete che potrebbe significare se si riuscisse a trovare la tomba, anche senza il legendario tesoro, ma solo con una quantità limitata di oggetti preziosi??? Potrebbe fungere da traino per tutto il resto e quindi potrebbe cambiare il volto della nostra amata città...
Ma non riesco a trovare un solo motivo valido x buttare nel dimenticatoio la storia di Alarico e tutto ciò che sta intorno...anzi forse questi primi passi si sarebbero dovuti muovere già un po di tempo fa...ma che dire, meglio tardi che mai ed aggiungo, speriamo la cosa non vada a morire senza alcun seguito ai proclami fatti...
Non riesco a capire perché contrapporre le due faccende, perché se nel primo caso il solito problema è il vile denaro, nel 2o caso il denaro c'entra poco e nulla, almeno per ora... per effettuare delle indagini preliminari e cercare di individuare un eventuale sito nel sottosuolo che possa avere le caratteristiche che lascino pensare che custodisca davvero le spoglie di Alarico non serve una montagna di denaro perché le indagini citate non sono certamente invasive, cioè non si scava, ma si agisce dall'esterno... con le tecnologie a nostra disposizione oggigiorno si possono riuscire a individuare delle discontinuità morfologiche e quindi anomalie del terreno magari causate da una elevata concentrazione di ferro, tipo armi che potrebbero essere state lasciate nel sito funerario, in zone in cui questa concentrazione non dovrebbe esserci... per questo, e rispondo a chi se lo chiedeva, è stato precettato un geologo e non un archeologo in questa prima fase... l'archeologo invece servirebbe in un'eventuale fase successiva, quando si dovrebbe scavare e riportare alla luce ciò che si cerca... ma questo presupporrebbe che in questa prima fase si sia giunti ad individuare davvero un potenziale sito in cui cercare...ma stiamo andando troppo in la con la mente...
Io credo che difficilmente si caverà il ragno dal buco, ma perché non provarci visto che non servono per ora risorse economiche ingenti???
Non si sottraggono quindi soldi alle altre opere ma sapete che potrebbe significare se si riuscisse a trovare la tomba, anche senza il legendario tesoro, ma solo con una quantità limitata di oggetti preziosi??? Potrebbe fungere da traino per tutto il resto e quindi potrebbe cambiare il volto della nostra amata città...
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
Anche al tg 1 ne hanno parlato :-) veramente una grande pubblicità :-) Per Cosenza :-) se poi prendiamo che al Colosseo vanno milioni di persone a vedere dove ci sono stati assassini feroci, ben venga
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
275 miliardi di euro, 15-20% del pil italiano, menorah, sacro graal....???? SBALORDITIVO !!!!!!! E ancora qualcuno pensa che non valga la pena investire qualche spicciolo??? Bah.........originalbruzy ha scritto:http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 85399.html
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
Sarebbe il più grande del mondo, post questo motivo la stampa internazionale se ne sta occupando. [img=http://s7.postimg.org/c9x8xouzr/FB_IMG_ ... 810380.jpg]cromosoma21 ha scritto:275 miliardi di euro, 15-20% del pil italiano, menorah, sacro graal....???? SBALORDITIVO !!!!!!! E ancora qualcuno pensa che non valga la pena investire qualche spicciolo??? Bah.........originalbruzy ha scritto:http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 85399.html
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
Ma non pensiamo a queste cifre esorbitanti ed oggetti fantasmagorici...cromosoma21 ha scritto:275 miliardi di euro, 15-20% del pil italiano, menorah, sacro graal....???? SBALORDITIVO !!!!!!! E ancora qualcuno pensa che non valga la pena investire qualche spicciolo??? Bah.........originalbruzy ha scritto:http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 85399.html
Io non credo che un esercito dopo aver saccheggiato Roma, alla morte del proprio re prendono tutte le ricchezze e le sotterraneo insieme alla salma restando come si suol dire curi "pezze aru cul*"... credo più verosimilmente che se tomba esistesse ancora da qualche parte, questa possa contenere si degli oggetti preziosi ma non tutto ciò che si dice...
Penso che sarebbe una manna dal cielo già se si trovasse la tomba con dentro delle armi del tempo e una limitata quantità di oggetti preziosi...
Magari...
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
Certo, Speroni, nessuno è in grado di conoscere l'esatto controvalore del tesoro di Alarico, ma è comunque molto significativo che si riportino cifre anche esorbitani o astronomiche perché comunque hanno il senso di fare riflettere, chi non lo immagina neanche, sulla maestosità del patrimonio in parola. Tesoro che poi sarà magari un centesimo delle cifre iperboliche sparate da fantasiosi giornalisti, ma comunque di un tesoro di enorme significato storico e se vogliamo economico si tratta. E, d'altro canto, come ben dici, anche il solo ritrovamento della tomba, con qualche monile, avrebbe la portata storica di una scoperta dal valore straordinario. Che poi vi sia o meno l'intera posta non sta a noi dirlo , non siamo esperti di usanze funerarie e religiose gotiche e, per quanto a noi venali materialisti possa sembrare assurdo, ci può stare che i celti attribuissero a tutto quel ben di Dio più un significato altamente spirituale che materiale. Poi, ai nostri occhi, appare più verosimile che non tutto il bottino venne sepolto con il re....... Quello che mi lascia intravedere un barlume di verità in questa leggenda e che mi colpisce è un detto degli anziani del luogo che perlerebbero appunto di un" tesoro brigantesco", dove l'etimologia di brigante vuol dire proprio "soldato a piedi"; in più la sepoltura a 20 metri sotto il suolo giustificherebbe l'introvabilità dello stesso anche da parte di improvvisati tombaroli della domenica. Se poi penso che la città di tro* si riteneva a gran torto non essere mai esistita se non appunto come leggenda il mio possibilismo aumenta anche di più......Speroni ha scritto:Ma non pensiamo a queste cifre esorbitanti ed oggetti fantasmagorici...cromosoma21 ha scritto:275 miliardi di euro, 15-20% del pil italiano, menorah, sacro graal....???? SBALORDITIVO !!!!!!! E ancora qualcuno pensa che non valga la pena investire qualche spicciolo??? Bah.........originalbruzy ha scritto:http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 85399.html
Io non credo che un esercito dopo aver saccheggiato Roma, alla morte del proprio re prendono tutte le ricchezze e le sotterraneo insieme alla salma restando come si suol dire curi "pezze aru cul*"... credo più verosimilmente che se tomba esistesse ancora da qualche parte, questa possa contenere si degli oggetti preziosi ma non tutto ciò che si dice...
Penso che sarebbe una manna dal cielo già se si trovasse la tomba con dentro delle armi del tempo e una limitata quantità di oggetti preziosi...
Magari...
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
Fondamentalmente d'accordo... anche se sembra una ricerca con punti di partenza poco solidi (se ci fossero state prove chiare e certe si sarebbe ritrovato tutto da decenni se non da più tempo) bisogna provare a fare delle indagini e studi per verificare se la possibilità del ritrovamento esiste davvero...cromosoma21 ha scritto:Certo, Speroni, nessuno è in grado di conoscere l'esatto controvalore del tesoro di Alarico, ma è comunque molto significativo che si riportino cifre anche esorbitani o astronomiche perché comunque hanno il senso di fare riflettere, chi non lo immagina neanche, sulla maestosità del patrimonio in parola. Tesoro che poi sarà magari un centesimo delle cifre iperboliche sparate da fantasiosi giornalisti, ma comunque di un tesoro di enorme significato storico e se vogliamo economico si tratta. E, d'altro canto, come ben dici, anche il solo ritrovamento della tomba, con qualche monile, avrebbe la portata storica di una scoperta dal valore straordinario. Che poi vi sia o meno l'intera posta non sta a noi dirlo , non siamo esperti di usanze funerarie e religiose gotiche e, per quanto a noi venali materialisti possa sembrare assurdo, ci può stare che i celti attribuissero a tutto quel ben di Dio più un significato altamente spirituale che materiale. Poi, ai nostri occhi, appare più verosimile che non tutto il bottino venne sepolto con il re....... Quello che mi lascia intravedere un barlume di verità in questa leggenda e che mi colpisce è un detto degli anziani del luogo che perlerebbero appunto di un" tesoro brigantesco", dove l'etimologia di brigante vuol dire proprio "soldato a piedi"; in più la sepoltura a 20 metri sotto il suolo giustificherebbe l'introvabilità dello stesso anche da parte di improvvisati tombaroli della domenica. Se poi penso che la città di tro* si riteneva a gran torto non essere mai esistita se non appunto come leggenda il mio possibilismo aumenta anche di più......Speroni ha scritto:Ma non pensiamo a queste cifre esorbitanti ed oggetti fantasmagorici...cromosoma21 ha scritto:275 miliardi di euro, 15-20% del pil italiano, menorah, sacro graal....???? SBALORDITIVO !!!!!!! E ancora qualcuno pensa che non valga la pena investire qualche spicciolo??? Bah.........originalbruzy ha scritto:http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 85399.html
Io non credo che un esercito dopo aver saccheggiato Roma, alla morte del proprio re prendono tutte le ricchezze e le sotterraneo insieme alla salma restando come si suol dire curi "pezze aru cul*"... credo più verosimilmente che se tomba esistesse ancora da qualche parte, questa possa contenere si degli oggetti preziosi ma non tutto ciò che si dice...
Penso che sarebbe una manna dal cielo già se si trovasse la tomba con dentro delle armi del tempo e una limitata quantità di oggetti preziosi...
Magari...
Poi se si ritrova qualcosa tutto va a vantaggio della città di Cosenza e della storia di tutta la civiltà occidentale... se poi si trovasse ciò che la legenda narra allora sarebbe un cappotto...
Ma ciò che è certo è che è giusto provare a indagare...perché se la storia dice che Alarico è morto a Cosenza e sepolto a Cosenza ci sono altissime possibilità che la tomba sia davvero qui, e quindi aspetta di essere riportata alla luce...
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
Che la tomba sia qui è certo (mica se lo portavano appresso), il dubbio è sul tesoro, almeno nella sua interezza
Vai su Amazon.it, cerca OMBRA, autore Pierfrancesco Iorio, compralo a 2,99 € e recensiscilo con 5 stelle. Se ti servissero altri motivi, sappi che vi si parla malissimo di Catanzaro.
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Re: Caccia al tesoro di Alarico
Prego notare la data dell'articolo...
Le antiche leggende appaiono come notizie “giornalistiche” fossilizzate. Imprigionate nella tradizione orale dei popoli, custodiscono piccole verità e gigantesche bugie, rotolando sul sentiero del tempo. Per i cosentini, la ricerca del tesoro di Alarico rappresenta una scommessa. È come giocare al superenalotto. Con poche lire si può sognare di conquistare una fortuna. Dalla roccia avara di una terra che non ha mai prodotto ricchezza, si vorrebbe ricavare il segreto per cancellare secoli di povertà. Il comunicato stampa diramato dall’amministrazione comunale pochi giorni fa, ha provocato un effetto prevedibile. Desta scalpore ed entusiasmo il fatto che qualcuno sia nuovamente disponibile ad investire in un’impresa così ardua. Un mistero che continuerà a tormentare il sonno degli storiografi.
A Mendicino, dove due fratelli dal cognome carico di significato – Bosco – hanno individuato la presunta sepoltura del Re dei Visigoti, potrebbero riposare le ossa di un uomo che guidò il saccheggio di Roma. Al fascino della lotta per strappare un segreto alla storia, si unisce la speranza di ritrovare i tesori rubati ai romani, custoditi, secondo la leggenda, nel sepolcro di Alarico. Scavando nel mito del guerriero imbattibile, è possibile recuperare le tracce materiali di una vicenda umana reale e concreta. Alarico era anzitutto un condottiero, stroncato nei pressi di Cosenza, nel 410 Dopo Cristo, dalla malaria o da una freccia di un bruzio romanizzato. Gli archeologi hanno tentato, in diverse circostanze, di restituire un fondamento storico alla leggenda.
Le spedizioni più significative risalgono all’età neoclassica, e più precisamente al 1744. In quel periodo, gli studiosi erano intenti a rovistare nella lava solidificata di Pompei, ansiosi di riscoprire i fasti di una civiltà aulica e proiettata verso i grandi valori dell’umanità. Sulle mura, invece, trovarono molti simboli fallici e segni inequivocabili di una società tendente al vizio.
A Cosenza rimasero con un pugno di mosche in mano. Così come uscirono sconfitti gli archeologi che tornarono alla carica nel 1860 e nella prima metà del ‘900. L’applicazione rigida delle indicazioni leggendarie ha sempre depistato gli esperti. Se, infatti, i Visigoti avessero seppellito il loro Re alla confluenza dei fiumi Crati e Busento, avrebbero dovuto uccidere tutti i cosentini, perché sarebbe stato impossibile impedire ai tantissimi testimoni, abitanti sul colle Pancrazio, di osservare la scena. La caccia al tesoro ha vissuto fasi alterne. L’ipotesi della grotta di Mendicino ha almeno due precedenti rilevanti. Il primo è relativo ad un tumulo che sorge nei pressi di Domanico, vicino al torrente “Piedimonte”, affluente del Busento. Il secondo sito è localizzato a Bisignano, in contrada Grifone, a pochi chilometri dall’autostrada Salerno-Reggio Calabria. In quella zona esiste una piccola altura artificiale, che ha insospettito gli studiosi. In entrambi i casi sono state effettuate ricerche, ma gli scavi non hanno portato ad alcun rinvenimento. Un’ultima ipotesi scientifica appartiene a Luigi Tancredi che individuò un’ubicazione remota per la tomba di Alarico: 200 chilometri a nord di Cosenza, nel golfo di Policastro, dove sfocia il Bussento, un fiume diverso dal nostro Busento.
Gli scavi di Mendicino si inseriranno nel percorso di una ricerca che va avanti da secoli. Per uno scherzo del destino, quasi certamente il carattere poco attendibile di questa nuova ipotesi, risalente a circa dieci anni fa, è dato proprio da un elemento che ha stimolato l’intervento degli studiosi: la croce posta nei pressi delle grotte. I Visigoti erano un popolo poco incline a farsi crocifiggere e dovevano avere enorme diffidenza verso quel simbolo che era stato causa di tante sciagure per i romani. Tuttavia, per i cosentini la riapertura di una finestra ideale sul passato rimane un fatto positivo, perché pone la coscienza popolare in un continuo rapporto con il fluire della storia. E soprattutto dimostra che il tempo non contribuisce a migliorare, né a peggiorare, i caratteri dell’umanità. Quanti “Alarico” esistono nelle strade d’Europa?
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 15 luglio 1999
Le antiche leggende appaiono come notizie “giornalistiche” fossilizzate. Imprigionate nella tradizione orale dei popoli, custodiscono piccole verità e gigantesche bugie, rotolando sul sentiero del tempo. Per i cosentini, la ricerca del tesoro di Alarico rappresenta una scommessa. È come giocare al superenalotto. Con poche lire si può sognare di conquistare una fortuna. Dalla roccia avara di una terra che non ha mai prodotto ricchezza, si vorrebbe ricavare il segreto per cancellare secoli di povertà. Il comunicato stampa diramato dall’amministrazione comunale pochi giorni fa, ha provocato un effetto prevedibile. Desta scalpore ed entusiasmo il fatto che qualcuno sia nuovamente disponibile ad investire in un’impresa così ardua. Un mistero che continuerà a tormentare il sonno degli storiografi.
A Mendicino, dove due fratelli dal cognome carico di significato – Bosco – hanno individuato la presunta sepoltura del Re dei Visigoti, potrebbero riposare le ossa di un uomo che guidò il saccheggio di Roma. Al fascino della lotta per strappare un segreto alla storia, si unisce la speranza di ritrovare i tesori rubati ai romani, custoditi, secondo la leggenda, nel sepolcro di Alarico. Scavando nel mito del guerriero imbattibile, è possibile recuperare le tracce materiali di una vicenda umana reale e concreta. Alarico era anzitutto un condottiero, stroncato nei pressi di Cosenza, nel 410 Dopo Cristo, dalla malaria o da una freccia di un bruzio romanizzato. Gli archeologi hanno tentato, in diverse circostanze, di restituire un fondamento storico alla leggenda.
Le spedizioni più significative risalgono all’età neoclassica, e più precisamente al 1744. In quel periodo, gli studiosi erano intenti a rovistare nella lava solidificata di Pompei, ansiosi di riscoprire i fasti di una civiltà aulica e proiettata verso i grandi valori dell’umanità. Sulle mura, invece, trovarono molti simboli fallici e segni inequivocabili di una società tendente al vizio.
A Cosenza rimasero con un pugno di mosche in mano. Così come uscirono sconfitti gli archeologi che tornarono alla carica nel 1860 e nella prima metà del ‘900. L’applicazione rigida delle indicazioni leggendarie ha sempre depistato gli esperti. Se, infatti, i Visigoti avessero seppellito il loro Re alla confluenza dei fiumi Crati e Busento, avrebbero dovuto uccidere tutti i cosentini, perché sarebbe stato impossibile impedire ai tantissimi testimoni, abitanti sul colle Pancrazio, di osservare la scena. La caccia al tesoro ha vissuto fasi alterne. L’ipotesi della grotta di Mendicino ha almeno due precedenti rilevanti. Il primo è relativo ad un tumulo che sorge nei pressi di Domanico, vicino al torrente “Piedimonte”, affluente del Busento. Il secondo sito è localizzato a Bisignano, in contrada Grifone, a pochi chilometri dall’autostrada Salerno-Reggio Calabria. In quella zona esiste una piccola altura artificiale, che ha insospettito gli studiosi. In entrambi i casi sono state effettuate ricerche, ma gli scavi non hanno portato ad alcun rinvenimento. Un’ultima ipotesi scientifica appartiene a Luigi Tancredi che individuò un’ubicazione remota per la tomba di Alarico: 200 chilometri a nord di Cosenza, nel golfo di Policastro, dove sfocia il Bussento, un fiume diverso dal nostro Busento.
Gli scavi di Mendicino si inseriranno nel percorso di una ricerca che va avanti da secoli. Per uno scherzo del destino, quasi certamente il carattere poco attendibile di questa nuova ipotesi, risalente a circa dieci anni fa, è dato proprio da un elemento che ha stimolato l’intervento degli studiosi: la croce posta nei pressi delle grotte. I Visigoti erano un popolo poco incline a farsi crocifiggere e dovevano avere enorme diffidenza verso quel simbolo che era stato causa di tante sciagure per i romani. Tuttavia, per i cosentini la riapertura di una finestra ideale sul passato rimane un fatto positivo, perché pone la coscienza popolare in un continuo rapporto con il fluire della storia. E soprattutto dimostra che il tempo non contribuisce a migliorare, né a peggiorare, i caratteri dell’umanità. Quanti “Alarico” esistono nelle strade d’Europa?
Claudio Dionesalvi
Il Domani, 15 luglio 1999
Lode a te