qui Catania: a Cosenza per vincere!
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
Secondo me ieri abbiamo giocato davvero una buona partita, al cospetto di una squadra costruita per fare i miracoli. Ma il mio giudizio, così come quello di noi tutti, viene ad essere meno obiettivo a causa del pathos dato dalla passione del tifoso. Allora andiamo a leggere il giudizio di chi non la vede come noi, perché è dall'altra parte della barricata e, sorprendentemente...
(Tratto da catanista.eu)
Il dubbio consegna il pareggio, ma il dubbio rimane sul momento storico di questo Catania. Il Catania su una vespa 50 ha visto la borsetta Cosenza li a portata di mano e dal nulla la bordata di Plasmati ha incastrato mano e manico portandosi via un bottino che avevano sudato e conquistato i calabri con merito. Il calcio va cosi, ma non deve nascondere i grossi i problemi del momento degli uomini di Pancaro, tra personalità, difficoltà di manovra e una lentezza disarmante di pensiero e gamba.
La stoccata del dinoccolato Plasmati rende tutto meno amaro, e diventerà stucchevole sentire adesso la solita filastrocca che risulta stonata e priva di ogni fondamento da parte di Pancaro. Il calcio oggi viene visto e giudicato, magari saranno anche milioni gli allenatori sparsi per il mondo e tutti pronti con soluzioni tattiche perfette, ma questo Catania a differenza di ciò che dice il suo allenatore è pieno di problemi e non da oggi. Lento, impacciato, senza personalità, macchinoso, e tremendamente superficiale e nonostante questo oggi portava via un punto grazie solo alle sue individualità. Difficile sapere quando e come Pancaro ritroverà quella squadra che ha stupito nelle prime sette giornate, ma oggi se c’è una squadra che ha dimostrato qualcosa tra corsa, aggressione e gioco è il Cosenza
PRESSIONE COSENZA E ASSENZA DI FOSFORO PER IL CATANIA – Pressing pazzesco, ruggiva il Cosenza, ringhiava su ogni pallone e conquistava metri e pressione. Catania li messo bene in fase difensiva, ma più timido e accorto rispetto allo sfrontato padrone di casa. Il 4-4-2 del Cosenza è camuffato grazie al mobile Criaco folletto tra le linee e il non dare punti di riferimento da parte del giovane Vutov. Il lancio lungo invece è la strada intrapresa dagli etnei almeno nel primo quarto d’ora: Plasmati lotta, ma è Falcone l’uomo più vivace e scaltro nello sfruttare la palla gol ma il suo diagonale fa scuotere dal freddo gli oltre duecento tifosi del Catania presenti. Temperatura che sale perché la pressione dei calabresi è costante, soprattutto con Statella che massacrava l’impaurito Garufo, messo in mezzo, e questo apriva pericoli costanti dentro l’area. Intuizioni e giocate, quelle rare per il centrocampo dei rossazzurri molto compassati, mentre di giocate propizie sono pane quotidiano per il giovane Vutov intuitivo nel pescare Arrighini tutto solo e dimenticato da tutti ma non da S.Liverani che chiudeva la possibilità del vantaggio. Il paradosso in costruzione in casa Catania è lo stucchevole girar palla dei quattro difensori e la mancanza di verticale, smarcamento e protagonismo dei tre mediani di centrocampo mai nel vivo dell’azione. Cosi tutto diventava tremendamente difficile perché il blindo cosentino in non possesso non veniva mai scalfito dalla lentezza e prevedibilità etnea.
VEEMENZA COSENZA CON UN VUTOV IN PIU’ – Tra primo e secondo tempo non cambiava la trama del film, vedeva nuovi attori fuori Bergamelli dentro Ferrario e registrava mal di pancia e stanchezza in Plasmati reduce di guerra ferito e sgualcito che in stampelle guardava e chiamava Pancaro. Un brutto quarto d’ora per la comparsa Catania rispetto agli attori protagonisti del regista Roselli; il Cosenza tormentava la difesa avversaria, non dava punti di riferimento e menava le danze con mobilità e velocità. Arrivavano sempre prima i cosentini sul pallone con un Catania senza filtro e senza fiato. La doccia fredda per di più si materializza quando dal nulla Calil aveva sul piede il pallone divino ma Perina era perfetto. Dal gol sbagliato a quello subito, la logica nel calcio è scritta amplificato tutto anche dalla dormita di Musacci, colpo di testa maldestro, Ferrario e Agazzi goffi e Pelagatti senza fiato appeso alla maglia di Vutov. Per il Cosenza e il suo giovane talento era rigore e rosso di rabbia per Pelagatti, e l’uno a zero era solo un meritato vantaggio.
FULMINE PLASMATI – Il resto è quello che abbiamo raccontato, con quel pallone dentro l’area e quella posizione dubbia di Calil per la pizzicata verso la bordata di Plasmati. Conquista di qualcosa? Forse dal punto di vista morale, che tira su orgoglio e passione ma questo 2016 rimane ancora senza vittorie e ancora nebuloso come il futuro.
(Tratto da catanista.eu)
Il dubbio consegna il pareggio, ma il dubbio rimane sul momento storico di questo Catania. Il Catania su una vespa 50 ha visto la borsetta Cosenza li a portata di mano e dal nulla la bordata di Plasmati ha incastrato mano e manico portandosi via un bottino che avevano sudato e conquistato i calabri con merito. Il calcio va cosi, ma non deve nascondere i grossi i problemi del momento degli uomini di Pancaro, tra personalità, difficoltà di manovra e una lentezza disarmante di pensiero e gamba.
La stoccata del dinoccolato Plasmati rende tutto meno amaro, e diventerà stucchevole sentire adesso la solita filastrocca che risulta stonata e priva di ogni fondamento da parte di Pancaro. Il calcio oggi viene visto e giudicato, magari saranno anche milioni gli allenatori sparsi per il mondo e tutti pronti con soluzioni tattiche perfette, ma questo Catania a differenza di ciò che dice il suo allenatore è pieno di problemi e non da oggi. Lento, impacciato, senza personalità, macchinoso, e tremendamente superficiale e nonostante questo oggi portava via un punto grazie solo alle sue individualità. Difficile sapere quando e come Pancaro ritroverà quella squadra che ha stupito nelle prime sette giornate, ma oggi se c’è una squadra che ha dimostrato qualcosa tra corsa, aggressione e gioco è il Cosenza
PRESSIONE COSENZA E ASSENZA DI FOSFORO PER IL CATANIA – Pressing pazzesco, ruggiva il Cosenza, ringhiava su ogni pallone e conquistava metri e pressione. Catania li messo bene in fase difensiva, ma più timido e accorto rispetto allo sfrontato padrone di casa. Il 4-4-2 del Cosenza è camuffato grazie al mobile Criaco folletto tra le linee e il non dare punti di riferimento da parte del giovane Vutov. Il lancio lungo invece è la strada intrapresa dagli etnei almeno nel primo quarto d’ora: Plasmati lotta, ma è Falcone l’uomo più vivace e scaltro nello sfruttare la palla gol ma il suo diagonale fa scuotere dal freddo gli oltre duecento tifosi del Catania presenti. Temperatura che sale perché la pressione dei calabresi è costante, soprattutto con Statella che massacrava l’impaurito Garufo, messo in mezzo, e questo apriva pericoli costanti dentro l’area. Intuizioni e giocate, quelle rare per il centrocampo dei rossazzurri molto compassati, mentre di giocate propizie sono pane quotidiano per il giovane Vutov intuitivo nel pescare Arrighini tutto solo e dimenticato da tutti ma non da S.Liverani che chiudeva la possibilità del vantaggio. Il paradosso in costruzione in casa Catania è lo stucchevole girar palla dei quattro difensori e la mancanza di verticale, smarcamento e protagonismo dei tre mediani di centrocampo mai nel vivo dell’azione. Cosi tutto diventava tremendamente difficile perché il blindo cosentino in non possesso non veniva mai scalfito dalla lentezza e prevedibilità etnea.
VEEMENZA COSENZA CON UN VUTOV IN PIU’ – Tra primo e secondo tempo non cambiava la trama del film, vedeva nuovi attori fuori Bergamelli dentro Ferrario e registrava mal di pancia e stanchezza in Plasmati reduce di guerra ferito e sgualcito che in stampelle guardava e chiamava Pancaro. Un brutto quarto d’ora per la comparsa Catania rispetto agli attori protagonisti del regista Roselli; il Cosenza tormentava la difesa avversaria, non dava punti di riferimento e menava le danze con mobilità e velocità. Arrivavano sempre prima i cosentini sul pallone con un Catania senza filtro e senza fiato. La doccia fredda per di più si materializza quando dal nulla Calil aveva sul piede il pallone divino ma Perina era perfetto. Dal gol sbagliato a quello subito, la logica nel calcio è scritta amplificato tutto anche dalla dormita di Musacci, colpo di testa maldestro, Ferrario e Agazzi goffi e Pelagatti senza fiato appeso alla maglia di Vutov. Per il Cosenza e il suo giovane talento era rigore e rosso di rabbia per Pelagatti, e l’uno a zero era solo un meritato vantaggio.
FULMINE PLASMATI – Il resto è quello che abbiamo raccontato, con quel pallone dentro l’area e quella posizione dubbia di Calil per la pizzicata verso la bordata di Plasmati. Conquista di qualcosa? Forse dal punto di vista morale, che tira su orgoglio e passione ma questo 2016 rimane ancora senza vittorie e ancora nebuloso come il futuro.
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
Caro Ferro, non basterà la cronaca dei catanesi a dare uno squarcio di luce, io sono davvero demoralizzato per l'accanimento che molti tifosi hanno verso questi giocatori e questo mister, autori fino ad ora di un'annata al limite, se non oltre, delle loro possibilità.Ferro da Milano ha scritto:Secondo me ieri abbiamo giocato davvero una buona partita, al cospetto di una squadra costruita per fare i miracoli. Ma il mio giudizio, così come quello di noi tutti, viene ad essere meno obiettivo a causa del pathos dato dalla passione del tifoso. Allora andiamo a leggere il giudizio di chi non la vede come noi, perché è dall'altra parte della barricata e, sorprendentemente...
(Tratto da catanista.eu)
Il dubbio consegna il pareggio, ma il dubbio rimane sul momento storico di questo Catania. Il Catania su una vespa 50 ha visto la borsetta Cosenza li a portata di mano e dal nulla la bordata di Plasmati ha incastrato mano e manico portandosi via un bottino che avevano sudato e conquistato i calabri con merito. Il calcio va cosi, ma non deve nascondere i grossi i problemi del momento degli uomini di Pancaro, tra personalità, difficoltà di manovra e una lentezza disarmante di pensiero e gamba.
La stoccata del dinoccolato Plasmati rende tutto meno amaro, e diventerà stucchevole sentire adesso la solita filastrocca che risulta stonata e priva di ogni fondamento da parte di Pancaro. Il calcio oggi viene visto e giudicato, magari saranno anche milioni gli allenatori sparsi per il mondo e tutti pronti con soluzioni tattiche perfette, ma questo Catania a differenza di ciò che dice il suo allenatore è pieno di problemi e non da oggi. Lento, impacciato, senza personalità, macchinoso, e tremendamente superficiale e nonostante questo oggi portava via un punto grazie solo alle sue individualità. Difficile sapere quando e come Pancaro ritroverà quella squadra che ha stupito nelle prime sette giornate, ma oggi se c’è una squadra che ha dimostrato qualcosa tra corsa, aggressione e gioco è il Cosenza
PRESSIONE COSENZA E ASSENZA DI FOSFORO PER IL CATANIA – Pressing pazzesco, ruggiva il Cosenza, ringhiava su ogni pallone e conquistava metri e pressione. Catania li messo bene in fase difensiva, ma più timido e accorto rispetto allo sfrontato padrone di casa. Il 4-4-2 del Cosenza è camuffato grazie al mobile Criaco folletto tra le linee e il non dare punti di riferimento da parte del giovane Vutov. Il lancio lungo invece è la strada intrapresa dagli etnei almeno nel primo quarto d’ora: Plasmati lotta, ma è Falcone l’uomo più vivace e scaltro nello sfruttare la palla gol ma il suo diagonale fa scuotere dal freddo gli oltre duecento tifosi del Catania presenti. Temperatura che sale perché la pressione dei calabresi è costante, soprattutto con Statella che massacrava l’impaurito Garufo, messo in mezzo, e questo apriva pericoli costanti dentro l’area. Intuizioni e giocate, quelle rare per il centrocampo dei rossazzurri molto compassati, mentre di giocate propizie sono pane quotidiano per il giovane Vutov intuitivo nel pescare Arrighini tutto solo e dimenticato da tutti ma non da S.Liverani che chiudeva la possibilità del vantaggio. Il paradosso in costruzione in casa Catania è lo stucchevole girar palla dei quattro difensori e la mancanza di verticale, smarcamento e protagonismo dei tre mediani di centrocampo mai nel vivo dell’azione. Cosi tutto diventava tremendamente difficile perché il blindo cosentino in non possesso non veniva mai scalfito dalla lentezza e prevedibilità etnea.
VEEMENZA COSENZA CON UN VUTOV IN PIU’ – Tra primo e secondo tempo non cambiava la trama del film, vedeva nuovi attori fuori Bergamelli dentro Ferrario e registrava mal di pancia e stanchezza in Plasmati reduce di guerra ferito e sgualcito che in stampelle guardava e chiamava Pancaro. Un brutto quarto d’ora per la comparsa Catania rispetto agli attori protagonisti del regista Roselli; il Cosenza tormentava la difesa avversaria, non dava punti di riferimento e menava le danze con mobilità e velocità. Arrivavano sempre prima i cosentini sul pallone con un Catania senza filtro e senza fiato. La doccia fredda per di più si materializza quando dal nulla Calil aveva sul piede il pallone divino ma Perina era perfetto. Dal gol sbagliato a quello subito, la logica nel calcio è scritta amplificato tutto anche dalla dormita di Musacci, colpo di testa maldestro, Ferrario e Agazzi goffi e Pelagatti senza fiato appeso alla maglia di Vutov. Per il Cosenza e il suo giovane talento era rigore e rosso di rabbia per Pelagatti, e l’uno a zero era solo un meritato vantaggio.
FULMINE PLASMATI – Il resto è quello che abbiamo raccontato, con quel pallone dentro l’area e quella posizione dubbia di Calil per la pizzicata verso la bordata di Plasmati. Conquista di qualcosa? Forse dal punto di vista morale, che tira su orgoglio e passione ma questo 2016 rimane ancora senza vittorie e ancora nebuloso come il futuro.
Invece di raccogliersi attorno ad un gruppo che sta facendo benissimo non si tralascia occasione per criticare, quasi sempre senza ragione, come per le sostituzioni di ieri, tutte obbligatorie e senza vere alternative.
Invece di mettere in luce la partita egregia fatta fino al gol si enfatizzano gli ultimi venti minuti probabilmente dovuti ad un rilassamento psicologico ed un piccolo calo fisico dopo settanta minuti intensissimi.
Si dice che Roselli sia un cacasotto quando la sua squadra ha sempre cercato l'affondo in ogni momento, per esempio l'espulsione di Tedeschi nasce dal tentativo, sbagliato, di Perina di impostare subito l'azione d"attacco o la palla persa da Guerriera che fa nascere il pareggio e che invece una squadra difensivista avrebbe gestito buttandola magari fuori.
Sono davvero demoralizzato, questo gruppo non merita i tifosicchi che ha.
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
Più che altro é inutile discutere sui cambi perché ognuno di noi avrebbe fatto cose diverse. Siamo stati sfortunati per l'infortunio di statella che con ciancio creava pericoli costanti sulla sinistra costringendo il catania ad arretrare mentre con l'entrata di pinna (che ha divorato una occasione allucinante) é innegabile che abbiamo arretrato il nostro raggio d'azione anche se ha spinto pure lui (ma ovviamente non é statella in fase offensiva).
Poi, ripeto, il loro gol in fuorigioco rilevato dal guardalinee ma convalidato dall'arbitro mi fa incazzare.
E poi a cinque minuti dalla fine bisogna avere cambi adeguati per rompere il gioco avversario e ipotecare la vittoria.
Urgono acquisti.
Poi, ripeto, il loro gol in fuorigioco rilevato dal guardalinee ma convalidato dall'arbitro mi fa incazzare.
E poi a cinque minuti dalla fine bisogna avere cambi adeguati per rompere il gioco avversario e ipotecare la vittoria.
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In Calabria solo lupi
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
E su, dai, non essere così severo. Il tifoso è uomo di pancia e tutti siamo allenatori, si sa. Se leggi i commenti dei catanesi, su Pancaro, allora che diresti? Sto povero cristo è arrivato a CT l'estate scorsa in un ambiente destabilizzato, con una squadra costruita ex novo (certo, con signori giocatori) con -11 punti in classifica. Ha fatto 30 punti e lo criticano come se ne avesse fatti 10. E stiamo parlando di tifosi dal "palato fino", abituati alla A. Mentre noi abbiamo alle spalle un decennio di dilettantismo! La verità è che non esiste tifoso da dilettante o da professionisti , ma gente che ama in modo viscerale e vorrebbe vedere la propria squadra vincere sempre. Quindi i tifosi dei Lupi, non sono peggiori di quelli etnei o di quelli della Juve (che quest'anno dopo le prime giornate avrebbero volentieri impalato chi, appena pochi mesi prima aveva regalato loro l'ennesimo scudetto e la finale Champions).
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
Comunque, se mai si fosse smorzato l'entusiasmo per la mancata vittoria di ieri....dico a tutti che i lupi si faranno valere a cominciare da mercoledì.
Abbiamo una partita in meno e con tre punti in puglia torneremmo a ridosso delle prime.
Ottimismo ca guardatr che u catania na arrobbatu a partita mica abbiamo preso 5 gol!
Abbiamo una partita in meno e con tre punti in puglia torneremmo a ridosso delle prime.
Ottimismo ca guardatr che u catania na arrobbatu a partita mica abbiamo preso 5 gol!
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
Se mi consenti i paragoni li faccio con chi è meglio, non peggio, io ho un concetto diverso del tifoso le cui critiche, spesso assurde, dettate dalla passione, devono rimanere confinate dentro i novanta minuti, lì accetto anche chi pur non capendo nulla, dice male a destra e a manca, quando poi a certe uscite si vuol dare il vestito di analisi sopraffine, invece di far sentire alla squadra la vicinanza, allora scrivo le cose che ho scritto.Ferro da Milano ha scritto:E su, dai, non essere così severo. Il tifoso è uomo di pancia e tutti siamo allenatori, si sa. Se leggi i commenti dei catanesi, su Pancaro, allora che diresti? Sto povero cristo è arrivato a CT l'estate scorsa in un ambiente destabilizzato, con una squadra costruita ex novo (certo, con signori giocatori) con -11 punti in classifica. Ha fatto 30 punti e lo criticano come se ne avesse fatti 10. E stiamo parlando di tifosi dal "palato fino", abituati alla A. Mentre noi abbiamo alle spalle un decennio di dilettantismo! La verità è che non esiste tifoso da dilettante o da professionisti , ma gente che ama in modo viscerale e vorrebbe vedere la propria squadra vincere sempre. Quindi i tifosi dei Lupi, non sono peggiori di quelli etnei o di quelli della Juve (che quest'anno dopo le prime giornate avrebbero volentieri impalato chi, appena pochi mesi prima aveva regalato loro l'ennesimo scudetto e la finale Champions).
Ho letto, a distanza di ore, cose invereconde di una delle migliori partite del Cosenza pareggiata solo per una concomitanza di errori individuali e arbitrali ma che dovrebbe invece dare la misura di quanto motivato, coeso e anche forte sia il gruppo al quale si può solo addebitare di non essere abbastanza numeroso. Gli inevitabili errori sempre davanti alle cose buone, se vuoi ne possiamo fare anche un'analisi di altro tipo, ma è assai deludente: dove è finito quel tifo che si diceva essere unico? Probabilmente non c'è mai stato e ora che comunque si è rarefatto viene fuori un'anima che non mi piace per niente.
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
Libero di pensarla come vuoi e di fare i paragoni con chi meglio ritieni, ci mancherebbe altro! Cercavo di dirti, con i paragoni che ho fatto io, che il tifoso medio ragiona di pancia (anche a bocce ferme ed a mente fredda). Per quanto riguarda la mentalità del nostro tifo e la sua presunta superiorità, beh, se da un lato essa sí è deteriorata alquanto (basti vedere le presenze al San Vito Marulla), prova ne sia la spaccatura che continuiamo vergognosamente a vedere in ogni gara interna tra tesserati e non, dall'altro continua ad esserci e ad esprimersi per quello che è tradizione da noi, oltre le mura dello stadio, nel sociale. E questo spirito ancora vivo e conservato, per fortuna mi rende orgoglioso e conscio di essere al fianco di una tifoseria "diversa" dalle altre, non perché i suoi supporters non facciano commenti da bar, ma perché, ad esempio, cambiano settore dello stadio per essere vicini ai meno fortunati permettendo loro di vivere la passione del tifo direttamente e non da spettatori. Ma potrei continuare con mille altri esempi, dalla Terra di Piero all'impegno di gente come Canaletta o Padre Fedele, solo per citarne alcuni che, senza ombra di dubbi ci danno motivo per essere orgogliosi di un movimento che, pur ridimensionato rispetto al passato, rimane sempre vivo e ruota attorno al nostro Cosenza.
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
Trecento persone più che degne non fanno una tifoseria e il problema non sono i commenti da bar.
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
il tifo unito e bello a cosenza è morto,ormai ognuno pensa ai caz** suoi e ideali suoiembedded ha scritto:Se mi consenti i paragoni li faccio con chi è meglio, non peggio, io ho un concetto diverso del tifoso le cui critiche, spesso assurde, dettate dalla passione, devono rimanere confinate dentro i novanta minuti, lì accetto anche chi pur non capendo nulla, dice male a destra e a manca, quando poi a certe uscite si vuol dare il vestito di analisi sopraffine, invece di far sentire alla squadra la vicinanza, allora scrivo le cose che ho scritto.Ferro da Milano ha scritto:E su, dai, non essere così severo. Il tifoso è uomo di pancia e tutti siamo allenatori, si sa. Se leggi i commenti dei catanesi, su Pancaro, allora che diresti? Sto povero cristo è arrivato a CT l'estate scorsa in un ambiente destabilizzato, con una squadra costruita ex novo (certo, con signori giocatori) con -11 punti in classifica. Ha fatto 30 punti e lo criticano come se ne avesse fatti 10. E stiamo parlando di tifosi dal "palato fino", abituati alla A. Mentre noi abbiamo alle spalle un decennio di dilettantismo! La verità è che non esiste tifoso da dilettante o da professionisti , ma gente che ama in modo viscerale e vorrebbe vedere la propria squadra vincere sempre. Quindi i tifosi dei Lupi, non sono peggiori di quelli etnei o di quelli della Juve (che quest'anno dopo le prime giornate avrebbero volentieri impalato chi, appena pochi mesi prima aveva regalato loro l'ennesimo scudetto e la finale Champions).
Ho letto, a distanza di ore, cose invereconde di una delle migliori partite del Cosenza pareggiata solo per una concomitanza di errori individuali e arbitrali ma che dovrebbe invece dare la misura di quanto motivato, coeso e anche forte sia il gruppo al quale si può solo addebitare di non essere abbastanza numeroso. Gli inevitabili errori sempre davanti alle cose buone, se vuoi ne possiamo fare anche un'analisi di altro tipo, ma è assai deludente: dove è finito quel tifo che si diceva essere unico? Probabilmente non c'è mai stato e ora che comunque si è rarefatto viene fuori un'anima che non mi piace per niente.
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
Ma che esempio é...??? Ma chi ha scritto questo articolo??? Non ci posso credereFerro da Milano ha scritto:...
(Tratto da catanista.eu)
. Il Catania su una vespa 50 ha visto la borsetta Cosenza li a portata di mano e dal nulla la bordata di Plasmati ha incastrato mano e manico portandosi via un bottino .
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
se il tifo non si unisce e si sta ancora divisi in famiglia,tra curva e tribuna,direi che non ha proprio senso parlare di tifo unito o meno unito...poi che vuol dire che non si può criticare,specie se le cose sono evidenti?
certo criticare per rompere le pal**,é inaccettabile..ma criticare per far notare determinate criticità (rosa corta cortissima) ci sta eccome..perché se roselli é stato bravissimo a far rendete al meglio determinati giocatori ma poi al primo infortunio/squalifica non sai chi schierare...allora le critiche te le pigli e ci stanno tutte.
ovviamente i calciatori non hanno alcuna colpa..a parte raimondi che le critiche onestamente se le é cercate.
poi sta cosa che ci sono tifosi migliori e peggiori dovrebbe finire,ogni tifoso pensa tifa e critica quando e come crede,siamo tutti uguali e ognuno dovrebbe avere rispetto per l'opinione altrui..ci sta controbattere e discutere ma sempre con rispetto e ascoltando l'altra campana...siamo su un forum,se un parramu ca addi avissimi parrà?
smaltiamo l'incazzatura e andiamo a punire il martina,anche loro ladri d'eccezione e Luard*.
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certo criticare per rompere le pal**,é inaccettabile..ma criticare per far notare determinate criticità (rosa corta cortissima) ci sta eccome..perché se roselli é stato bravissimo a far rendete al meglio determinati giocatori ma poi al primo infortunio/squalifica non sai chi schierare...allora le critiche te le pigli e ci stanno tutte.
ovviamente i calciatori non hanno alcuna colpa..a parte raimondi che le critiche onestamente se le é cercate.
poi sta cosa che ci sono tifosi migliori e peggiori dovrebbe finire,ogni tifoso pensa tifa e critica quando e come crede,siamo tutti uguali e ognuno dovrebbe avere rispetto per l'opinione altrui..ci sta controbattere e discutere ma sempre con rispetto e ascoltando l'altra campana...siamo su un forum,se un parramu ca addi avissimi parrà?
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con nessuna dirigenza solo per l'amore del cosenza..'ncarogna sempre
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Re: qui Catania: a Cosenza per vincere!
Bruzy Style ha scritto:Ma che esempio é...??? Ma chi ha scritto questo articolo??? Non ci posso credereFerro da Milano ha scritto:...
(Tratto da catanista.eu)
. Il Catania su una vespa 50 ha visto la borsetta Cosenza li a portata di mano e dal nulla la bordata di Plasmati ha incastrato mano e manico portandosi via un bottino .
Sì, metafora un po' azzardata e abbastanza colorita, ma è per dire che ci hanno letteralmente RUBATO (questo intende il giornalista), scippato la partita. Ed in effetti, a 6 minuti dal termine e 11 contro 10, ci sta!
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!