Scopelliti spera di fare... tombola.
L'ex governatore, estromesso dalle istituzioni dopo la condanna nel "processo Fallara", si dedica alle attività ludiche. Appuntamento per lunedì 5 sul lungomare di Reggio Calabria.
Estromesso dalle istituzioni per via della condanna a sei anni per abuso di ufficio, all'ex governatore Peppe Scopelliti non è rimasto altro che dedicarsi alle attività ludiche. Nelle ultime ore dalla sua segreteria sono partiti gli inviti per la “tombolata tricolore”. L'appuntamento per amici e simpatizzanti è per il pomeriggio di lunedì 5 gennaio in un noto locale sul lungomare di Reggio Calabria. Sarà l'occasione giusta per uno scambio di auguri e, forse, anche per fare un po' il punto della situazione. Tante cose sono cambiate negli ultimi mesi. Scopelliti non solo è fuori dalla Regione e ha mancato l'elezione al Parlamento europeo, ma nel frattempo ha di fatto consumato il divorzio dal Nuovo centrodestra, fondando un movimento (“Reggio Futura”) che ha concorso – con buoni risultati – alle ultime comunali in riva allo Stretto.
E se la tombolata viene definita “tricolore” non è un caso perché nel simbolo di “Reggio Futura” compaiono proprio i tre colori della bandiera italiana. Insomma, il richiamo alla propria appartenenza politica non viene meno nemmeno nei momenti di svago. Per l'appuntamento sono stati precettati una serie di artisti della città tra cui il duo Battaglia-Misefari, con cui Scopelliti ha avuto sempre un feeling particolare. «Ricchi premi, spettacolo e tanti ospiti», c'è scritto nell'invito che è stato fatto recapitare a centinaia di persone. Non è specificato se per partecipare bisognerà versare una quota.
I maligni, ma sul punto dall'entourage di Scopelliti smentiscono seccamente, sostengono che l'occasione possa essere sfruttata per raccogliere fondi per il nuovo movimento. Che è sì partito da Reggio, ma che vuole mettere radici su tutto il territorio calabrese.
http://www.corrieredellacalabria.it - 02/01/2015.
il vostro amico scopelliti
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Re: il vostro amico scopelliti
Giusto per dovere di cronaca.
Assolti «perché il fatto non sussiste», i giudici scagionano Scopelliti e Tallini per la nomina Sarlo.
Nessuna irregolarità nella nomina a dirigente della moglie dell'ex giudice Giglio. L'ex governatore e l'ex assessore erano accusati di abuso d'ufficio.
Assolti perché il fatto non sussiste. E' questa la sentenza emessa dai giudici del tribunale di Catanzaro nei confronti dell'ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, e dell’ex assessore Domenico Tallini, attuale consigliere regionale di Fi, a conclusione del processo sulla nomina di Alessandra Sarlo a dirigente del Dipartimento controlli della Regione. I due erano accusati di abuso d’ufficio.
La decisione è stata assunta in serata da tribunale collegiale (Tiziana Macrì presidente, a latere Sergio Natale e Annamaria Raschellà, assistente Liliana Di Lieto). Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni. Il processo era scaturito dalla denuncia presentata dal dirigente regionale escluso, Luigi Bulotta.
Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a un anno ed otto mesi di reclusione e l’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Gerardo Dominijanni che ha coordinato le indagini insieme a Domenico Guarascio, la nomina di Alessandra Sarlo sarebbe avvenuta, nell’agosto 2011, in maniera irregolare dopo che un avviso interno non aveva portato all’individuazione di un candidato che avesse i requisiti per l'incarico nella nuova struttura controlli. Tallini era difeso dagli avvocati Enzo Ioppoli e Francesco Scalzi, Scopelliti dall'avvocato Aldo Labate.
La stessa Sarlo, nel 2010, è stata, per un breve periodo, commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. La dirigente regionale è la moglie del giudice Vincenzo Giglio, arrestato nel novembre 2011 nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano sulle attività in Lombardia della cosca Lampada della 'ndrangheta.
Il Quotidiano della Calabria - 02 febbraio 2015.
Assolti «perché il fatto non sussiste», i giudici scagionano Scopelliti e Tallini per la nomina Sarlo.
Nessuna irregolarità nella nomina a dirigente della moglie dell'ex giudice Giglio. L'ex governatore e l'ex assessore erano accusati di abuso d'ufficio.
Assolti perché il fatto non sussiste. E' questa la sentenza emessa dai giudici del tribunale di Catanzaro nei confronti dell'ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, e dell’ex assessore Domenico Tallini, attuale consigliere regionale di Fi, a conclusione del processo sulla nomina di Alessandra Sarlo a dirigente del Dipartimento controlli della Regione. I due erano accusati di abuso d’ufficio.
La decisione è stata assunta in serata da tribunale collegiale (Tiziana Macrì presidente, a latere Sergio Natale e Annamaria Raschellà, assistente Liliana Di Lieto). Le motivazioni saranno rese note entro 90 giorni. Il processo era scaturito dalla denuncia presentata dal dirigente regionale escluso, Luigi Bulotta.
Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a un anno ed otto mesi di reclusione e l’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Gerardo Dominijanni che ha coordinato le indagini insieme a Domenico Guarascio, la nomina di Alessandra Sarlo sarebbe avvenuta, nell’agosto 2011, in maniera irregolare dopo che un avviso interno non aveva portato all’individuazione di un candidato che avesse i requisiti per l'incarico nella nuova struttura controlli. Tallini era difeso dagli avvocati Enzo Ioppoli e Francesco Scalzi, Scopelliti dall'avvocato Aldo Labate.
La stessa Sarlo, nel 2010, è stata, per un breve periodo, commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. La dirigente regionale è la moglie del giudice Vincenzo Giglio, arrestato nel novembre 2011 nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano sulle attività in Lombardia della cosca Lampada della 'ndrangheta.
Il Quotidiano della Calabria - 02 febbraio 2015.
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Re: il vostro amico scopelliti
Italcitrus, la Cassazione conferma la condanna di Scopelliti.
L'acquisto del capannone era inutile. E l'ex sindaco di Reggio dovrà risarcire la pubblica amministrazione con 300mila euro. Per questa vicenda era già stata ipotecata la casa dell'ex governatore.
È stata confermata dalla Cassazione la condanna erariale a risarcire la pubblica amministrazione con 300mila euro inflitta dalla Corte dei Conti a Giuseppe Scopelliti, ex sindaco di centrodestra di Reggio Calabria dal 2002 al 2010, per aver stipulato nel 2004 il contratto di acquisto dell'ex stabilimento di trasformazione degli agrumi "Italcitrus", in stato di totale abbandono e pieno di amianto, al prezzo di due milioni e mezzo di euro interamente a carico del Comune, cifra richiesta dall'imprenditore Emidio Francesco Falcone. I terreni acquistati e i capannoni non furono «mai riconvertiti, in seguito, ad alcuna utilizzazione proficua per la collettività», nonostante la necessità dell'acquisto fosse stata motivata per ospitare un "fantomatico" centro della Rai Scopelliti - «la cui azione era risultata trainante in tutta l'operazione», rileva la Suprema Corte nel verdetto 10814 - in primo grado era stato condannato dalla Corte dei Conti della Calabria, nel 2009, a risarcire il danno con 697.511 euro perché i giudici contabili avevano ritenuto che fosse stato corrisposto «un prezzo largamente superiore» al valore del bene immobiliare, oltre al fatto che era stato acquistato un bene «inutile rispetto all'interesse pubblico». In secondo grado, invece, la Corte dei Conti sezione centrale, nel 2014, aveva ridotto l'entità del risarcimento a 300mila euro dopo aver eliminato la prima voce di addebito per via «dell'incertezza del reale valore di mercato del complesso immobiliare, alla luce delle diverse stime espresse in più perizie», e lasciando fermo invece il secondo motivo di addebito relativo alla inutilità dell'acquisto. Per questa vicenda, è stata messa sotto ipoteca la casa coniugale di Scopelliti.
http://www.corrieredellacalabria.it - 25/05/2016.
L'acquisto del capannone era inutile. E l'ex sindaco di Reggio dovrà risarcire la pubblica amministrazione con 300mila euro. Per questa vicenda era già stata ipotecata la casa dell'ex governatore.
È stata confermata dalla Cassazione la condanna erariale a risarcire la pubblica amministrazione con 300mila euro inflitta dalla Corte dei Conti a Giuseppe Scopelliti, ex sindaco di centrodestra di Reggio Calabria dal 2002 al 2010, per aver stipulato nel 2004 il contratto di acquisto dell'ex stabilimento di trasformazione degli agrumi "Italcitrus", in stato di totale abbandono e pieno di amianto, al prezzo di due milioni e mezzo di euro interamente a carico del Comune, cifra richiesta dall'imprenditore Emidio Francesco Falcone. I terreni acquistati e i capannoni non furono «mai riconvertiti, in seguito, ad alcuna utilizzazione proficua per la collettività», nonostante la necessità dell'acquisto fosse stata motivata per ospitare un "fantomatico" centro della Rai Scopelliti - «la cui azione era risultata trainante in tutta l'operazione», rileva la Suprema Corte nel verdetto 10814 - in primo grado era stato condannato dalla Corte dei Conti della Calabria, nel 2009, a risarcire il danno con 697.511 euro perché i giudici contabili avevano ritenuto che fosse stato corrisposto «un prezzo largamente superiore» al valore del bene immobiliare, oltre al fatto che era stato acquistato un bene «inutile rispetto all'interesse pubblico». In secondo grado, invece, la Corte dei Conti sezione centrale, nel 2014, aveva ridotto l'entità del risarcimento a 300mila euro dopo aver eliminato la prima voce di addebito per via «dell'incertezza del reale valore di mercato del complesso immobiliare, alla luce delle diverse stime espresse in più perizie», e lasciando fermo invece il secondo motivo di addebito relativo alla inutilità dell'acquisto. Per questa vicenda, è stata messa sotto ipoteca la casa coniugale di Scopelliti.
http://www.corrieredellacalabria.it - 25/05/2016.
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Re: il vostro amico scopelliti
‘Mamma Santissima’, nelle intercettazioni i nomi di Gasparri e Alemanno.
Nelle carte dell’indagine condotta stamane dal Ros e dai Carabinieri di Reggio Calabria e coordinata dalla Procura della Repubblica Direzione distrettuale antimafia figurano anche i nomi dei due politici.
Ci sono i nomi del vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, e dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nelle carte dell’indagine ‘Mamma Santissima’, condotta stamane dal Ros e dai Carabinieri di Reggio Calabria e coordinata dalla Procura della Repubblica Direzione distrettuale antimafia (leggi qui). I due politici, nessuno dei quali risulta indagato, vengono citati più volte per confermare l’ipotesi accusatoria, ovvero la capacità di a Paolo Romeo e Alberto Sarra, arrestati in quanto ritenuti componenti della struttura segreta che fiancheggiava il vertice della ‘ndrangheta reggina, di imporre loro uomini di fiducia nelle istituzioni. I nomi dei due esponenti politici nazionali ricorrono in diverse intercettazioni con riferimento alla tornata elettorale del 2004, per il rinnovo del parlamento europeo. Nel collegio meridionale, i candidati di riferimento del centro-destra erano Gasparri, Alemanno e Umberto Pirilli, che era all’epoca assessore regionale in Calabria. I primi due, pur avendo vinto le elezioni, rinunciarono a favore di Pirilli. In una conversazione tra Romeo e Sarra, il primo chiariva che il secondo doveva entrare in consiglio regionale, con la prospettiva di fare l’assessore in seguito a un rimpasto “perché Peppino ha già posto il problema a Gasparri” ossia “che la provincia di Reggio non può restare senza assessore”.
Secondo l’accusa, Alberto Sarra aveva appoggiato Pirilli e Alemanno, secondo un disegno condiviso con Paolo Romeo, che miravano da un lato a consentire a Sarra di assumere un incarico da assessore regionale, e dall’altro a impedire a Giuseppe Scopelliti di abbandonare l’incarico di sindaco di Reggio Calabria, che suo malgrado aveva dovuto accettare, per candidarsi alle europee. In quell’occasione, l’attuale senatore Antonio Caridi, anch’egli destinatario di una misura cautelare non eseguita in attesa dell’autorizzazione del Senato, avrebbe appoggiato Gasparri. Sarra nel 2002 subentrò a Scopelliti come consigliere regionale. Successivamente, nel 2004, a seguito della sua elezione al Parlamento europeo dopo la rinuncia di Fini, Gasparri e Alemanno, subentrò a Pirilli nell’incarico di assessore regionale. Il nome di Gasparri, inoltre, viene fatto ai pm da un collaboratore di giustizia, Salvatore Aiello, direttore operativo della società mista ‘Fata Morgana’, in merito a un’assunzione che il sindaco Scopelliti avrebbe chiesto per un cameriere di un noto bar, che secondo quanto dichiarato dal collaboratore era ‘amico intimo’ di Gasparri.
Perquisita la casa di Scopelliti
I carabinieri del Ros e quelli del Reparto operativo di Reggio Calabria hanno eseguito una trentina di perquisizioni. Le perquisizioni si sono svolte anche a casa e nell’ufficio dell’ex presidente della Giunta regionale di centrodestra Giuseppe Scopelliti. Scopelliti, secondo i magistrati della Dda reggina, sarebbe stato sostenuto in più elezioni dal direttorio della ‘ndrangheta in quanto ritenuto “gestibile”. Gli inquirenti non hanno voluto dire se Scopelliti sia indagato o meno.
L’ordigno realizzato con tre panetti di tritolo confezionati con un nastro adesivo ma privi di innesco, trovati nell’ottobre del 2004 in un bagno del Comune di Reggio Calabria quando Giuseppe Scopelliti era sindaco, viene riletto adesso dagli investigatori alla luce delle risultanze dell’inchiesta Mamma Santissima. Secondo gli investigatori, quell’esplosivo sarebbe stato un avvertimento che arrivava dal gruppo Romeo-De Stefano per ottenere un duplice effetto: da una parte condizionarlo e dall’altro per configurarlo come un amministratore bersaglio della ‘ndrangheta favorendone l’ascesa politica.
http://www.quicosenza.it - 15/07/2016.
Al di là della notizia, faccio due veloci riflessioni.
Dove sono finiti tutti i sostenitori del camerata amaranto, che il giorno dopo la vittoria alle elezioni del 2010, gli strinsero la mano su Corso Mazzini??? Non parlo dei politici, poichè alcuni (Orsomarso, Vigna) ancora gli sbavano dietro, ma dei tanti cittadini di Cosenza, estasiati dal giovane camerata reggino. Molti erano pure qui sul Forum......
Altra considerazione, forse più importante, è che spero sempre in un'indagine del genere qui a Cosenza. Un'inchiesta che porti alla luce gli accordi fra la malavita, il potere politico, imprenditoriale e massonico. Difficile, ma sperare non costa nulla..........
Nelle carte dell’indagine condotta stamane dal Ros e dai Carabinieri di Reggio Calabria e coordinata dalla Procura della Repubblica Direzione distrettuale antimafia figurano anche i nomi dei due politici.
Ci sono i nomi del vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, e dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nelle carte dell’indagine ‘Mamma Santissima’, condotta stamane dal Ros e dai Carabinieri di Reggio Calabria e coordinata dalla Procura della Repubblica Direzione distrettuale antimafia (leggi qui). I due politici, nessuno dei quali risulta indagato, vengono citati più volte per confermare l’ipotesi accusatoria, ovvero la capacità di a Paolo Romeo e Alberto Sarra, arrestati in quanto ritenuti componenti della struttura segreta che fiancheggiava il vertice della ‘ndrangheta reggina, di imporre loro uomini di fiducia nelle istituzioni. I nomi dei due esponenti politici nazionali ricorrono in diverse intercettazioni con riferimento alla tornata elettorale del 2004, per il rinnovo del parlamento europeo. Nel collegio meridionale, i candidati di riferimento del centro-destra erano Gasparri, Alemanno e Umberto Pirilli, che era all’epoca assessore regionale in Calabria. I primi due, pur avendo vinto le elezioni, rinunciarono a favore di Pirilli. In una conversazione tra Romeo e Sarra, il primo chiariva che il secondo doveva entrare in consiglio regionale, con la prospettiva di fare l’assessore in seguito a un rimpasto “perché Peppino ha già posto il problema a Gasparri” ossia “che la provincia di Reggio non può restare senza assessore”.
Secondo l’accusa, Alberto Sarra aveva appoggiato Pirilli e Alemanno, secondo un disegno condiviso con Paolo Romeo, che miravano da un lato a consentire a Sarra di assumere un incarico da assessore regionale, e dall’altro a impedire a Giuseppe Scopelliti di abbandonare l’incarico di sindaco di Reggio Calabria, che suo malgrado aveva dovuto accettare, per candidarsi alle europee. In quell’occasione, l’attuale senatore Antonio Caridi, anch’egli destinatario di una misura cautelare non eseguita in attesa dell’autorizzazione del Senato, avrebbe appoggiato Gasparri. Sarra nel 2002 subentrò a Scopelliti come consigliere regionale. Successivamente, nel 2004, a seguito della sua elezione al Parlamento europeo dopo la rinuncia di Fini, Gasparri e Alemanno, subentrò a Pirilli nell’incarico di assessore regionale. Il nome di Gasparri, inoltre, viene fatto ai pm da un collaboratore di giustizia, Salvatore Aiello, direttore operativo della società mista ‘Fata Morgana’, in merito a un’assunzione che il sindaco Scopelliti avrebbe chiesto per un cameriere di un noto bar, che secondo quanto dichiarato dal collaboratore era ‘amico intimo’ di Gasparri.
Perquisita la casa di Scopelliti
I carabinieri del Ros e quelli del Reparto operativo di Reggio Calabria hanno eseguito una trentina di perquisizioni. Le perquisizioni si sono svolte anche a casa e nell’ufficio dell’ex presidente della Giunta regionale di centrodestra Giuseppe Scopelliti. Scopelliti, secondo i magistrati della Dda reggina, sarebbe stato sostenuto in più elezioni dal direttorio della ‘ndrangheta in quanto ritenuto “gestibile”. Gli inquirenti non hanno voluto dire se Scopelliti sia indagato o meno.
L’ordigno realizzato con tre panetti di tritolo confezionati con un nastro adesivo ma privi di innesco, trovati nell’ottobre del 2004 in un bagno del Comune di Reggio Calabria quando Giuseppe Scopelliti era sindaco, viene riletto adesso dagli investigatori alla luce delle risultanze dell’inchiesta Mamma Santissima. Secondo gli investigatori, quell’esplosivo sarebbe stato un avvertimento che arrivava dal gruppo Romeo-De Stefano per ottenere un duplice effetto: da una parte condizionarlo e dall’altro per configurarlo come un amministratore bersaglio della ‘ndrangheta favorendone l’ascesa politica.
http://www.quicosenza.it - 15/07/2016.
Al di là della notizia, faccio due veloci riflessioni.
Dove sono finiti tutti i sostenitori del camerata amaranto, che il giorno dopo la vittoria alle elezioni del 2010, gli strinsero la mano su Corso Mazzini??? Non parlo dei politici, poichè alcuni (Orsomarso, Vigna) ancora gli sbavano dietro, ma dei tanti cittadini di Cosenza, estasiati dal giovane camerata reggino. Molti erano pure qui sul Forum......
Altra considerazione, forse più importante, è che spero sempre in un'indagine del genere qui a Cosenza. Un'inchiesta che porti alla luce gli accordi fra la malavita, il potere politico, imprenditoriale e massonico. Difficile, ma sperare non costa nulla..........
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