VERITA' PER DENIS!
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Re: VERITA' PER DENIS!
Bergamini, si riapre il caso? La famiglia chiede la riesumazione
Nuovi sviluppi sulla vicenda del calciatore del Cosenza morto la sera del 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico. Il procuratore capo Facciolla: "Ci sono zone d’ombra che creano sconcerto"
Si va verso l'ennesima, clamorosa, riapertura del caso Bergamini. È la sintesi di una giornata particolare vissuta da Donata, sorella del calciatore del Cosenza morto in circostanze misteriose la sera del 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico: accompagnata dall’avvocato Fabio Anselmo (legale pure della famiglia Cucchi e in Calabria c’era anche Ilaria, la sorella di Stefano, per dare solidarietà e forza alla ricerca di giustizia di un’altra famiglia colpita nel profondo dei sentimenti) ha incontrato a Castrovillari il nuovo capo della Procura, Eugenio Facciolla. Bocche cucite sui contenuti del faccia a faccia, giudicato "proficuo" dal legale. Al di là di sensazioni e parole non dette, la nuova inchiesta (sarebbe la terza) dovrebbe essere lo sbocco naturale di un percorso messo in moto da fatti non considerati (ecco quindi la novità necessaria per permettere alla Procura d’indagare ancora) dai vecchi inquirenti e dal gip che meno di un mese fa ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Anastasia e appoggiata dal vecchio capo procuratore Giacomantonio. Decisione giunta dopo oltre 9 mesi e non priva di criticità. Tra tutte la scelta di non eseguire nuovi esami (come suggerito dalla famiglia Bergamini) sul corpo del giocatore in modo da capire se fosse già morto al momento di essere sormontato dal camion. Un passaggio decisivo: se così fosse sarebbe spazzata via la tesi del suicidio sostenuta dai due ex indagati, Raffele Pisano (autista del mezzo pesante) e Isabella Internò (ex ragazza del giocatore). I tempi saranno stretti. Da capire se la riesumazione del corpo e i successivi esami (forse eseguiti dal professor Fineschi dell’università della Sapienza) saranno svolti dalla famiglia o direttamente dalla Procura. Quello che sembra chiaro è un fatto: Facciolla vuole scavare a fondo in questa storia. E per farlo dovrà riaprire l’inchiesta alla ricerca della verità.
Gazzetta dello SportQuesta foto che ritrae la parte superiore del cadavere di Donato Bergamini mostra un volto senza segni di trascinamento, che dunque contrasterebbe con la ricostruzione iniziale delle cause della morte. Lo scatto fa parte della perizia medico legale effettuata nel gennaio 1990 dal professor Francesco Maria Avato, lo stesso che ha contribuito a far riaprire il caso Pantani. La foto è arrivata alla Gazzetta dalla famiglia BergaminiLa tesi del suicidio, inizialmente supportata dal racconto di due testimoni presenti sulla Statale 106 nei pressi di Roseto Capo Spulico, è stata sempre confutata da parte dei familiari del calciatoreIsabella Internò, ex ragazza di Bergamini, e Raffaele Pisano, l’autista del camion, sono stati iscritti nel registro degli indagati, rispettivamente per omicidio volontario in concorso e per falsa testimonianza, nella nuova inchiesta aperta dalla Procura di Castrovillari nel 2011Bergamini, morto a 27 anni, ha indossato per ultima la maglia del Cosenza. ApIn Calabria era diventato in breve tempo un idolo per i tifosi. AnsaGazzetta dello Sport
ZONE D'OMBRA — "Il procuratore capo in un’intervista a Rai Sport ha fatto capire chiaramente di non credere molto alla versione del suicidio: «Bisognerebbe fare un salto nel passato - ha spiegato Facciolla - per rivedere circostanze, contesti e analizzare il tessuto sociale dell’epoca. Quel che è certo è che ci sono delle zone d’ombra che creano sconcerto. Come alcune lesioni di cui si parla e l’asfissia indotta da un sacchetto di plastica o da qualcosa del genere, che ho visto come qualcosa di molto forte. Ho qualche dubbio all’idea di poter pensare che un atleta che aveva un’affermazione professionale di un certo tipo, all’apice del successo, improvvisamente di punto in bianco decida di farla finita con una modalità così cruenta e repentina".
Francesco Ceniti-Alessandro Russo
http://www.gazzetta.it/Calcio/21-12-201 ... 2518.shtml
Nuovi sviluppi sulla vicenda del calciatore del Cosenza morto la sera del 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico. Il procuratore capo Facciolla: "Ci sono zone d’ombra che creano sconcerto"
Si va verso l'ennesima, clamorosa, riapertura del caso Bergamini. È la sintesi di una giornata particolare vissuta da Donata, sorella del calciatore del Cosenza morto in circostanze misteriose la sera del 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico: accompagnata dall’avvocato Fabio Anselmo (legale pure della famiglia Cucchi e in Calabria c’era anche Ilaria, la sorella di Stefano, per dare solidarietà e forza alla ricerca di giustizia di un’altra famiglia colpita nel profondo dei sentimenti) ha incontrato a Castrovillari il nuovo capo della Procura, Eugenio Facciolla. Bocche cucite sui contenuti del faccia a faccia, giudicato "proficuo" dal legale. Al di là di sensazioni e parole non dette, la nuova inchiesta (sarebbe la terza) dovrebbe essere lo sbocco naturale di un percorso messo in moto da fatti non considerati (ecco quindi la novità necessaria per permettere alla Procura d’indagare ancora) dai vecchi inquirenti e dal gip che meno di un mese fa ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm Anastasia e appoggiata dal vecchio capo procuratore Giacomantonio. Decisione giunta dopo oltre 9 mesi e non priva di criticità. Tra tutte la scelta di non eseguire nuovi esami (come suggerito dalla famiglia Bergamini) sul corpo del giocatore in modo da capire se fosse già morto al momento di essere sormontato dal camion. Un passaggio decisivo: se così fosse sarebbe spazzata via la tesi del suicidio sostenuta dai due ex indagati, Raffele Pisano (autista del mezzo pesante) e Isabella Internò (ex ragazza del giocatore). I tempi saranno stretti. Da capire se la riesumazione del corpo e i successivi esami (forse eseguiti dal professor Fineschi dell’università della Sapienza) saranno svolti dalla famiglia o direttamente dalla Procura. Quello che sembra chiaro è un fatto: Facciolla vuole scavare a fondo in questa storia. E per farlo dovrà riaprire l’inchiesta alla ricerca della verità.
Gazzetta dello SportQuesta foto che ritrae la parte superiore del cadavere di Donato Bergamini mostra un volto senza segni di trascinamento, che dunque contrasterebbe con la ricostruzione iniziale delle cause della morte. Lo scatto fa parte della perizia medico legale effettuata nel gennaio 1990 dal professor Francesco Maria Avato, lo stesso che ha contribuito a far riaprire il caso Pantani. La foto è arrivata alla Gazzetta dalla famiglia BergaminiLa tesi del suicidio, inizialmente supportata dal racconto di due testimoni presenti sulla Statale 106 nei pressi di Roseto Capo Spulico, è stata sempre confutata da parte dei familiari del calciatoreIsabella Internò, ex ragazza di Bergamini, e Raffaele Pisano, l’autista del camion, sono stati iscritti nel registro degli indagati, rispettivamente per omicidio volontario in concorso e per falsa testimonianza, nella nuova inchiesta aperta dalla Procura di Castrovillari nel 2011Bergamini, morto a 27 anni, ha indossato per ultima la maglia del Cosenza. ApIn Calabria era diventato in breve tempo un idolo per i tifosi. AnsaGazzetta dello Sport
ZONE D'OMBRA — "Il procuratore capo in un’intervista a Rai Sport ha fatto capire chiaramente di non credere molto alla versione del suicidio: «Bisognerebbe fare un salto nel passato - ha spiegato Facciolla - per rivedere circostanze, contesti e analizzare il tessuto sociale dell’epoca. Quel che è certo è che ci sono delle zone d’ombra che creano sconcerto. Come alcune lesioni di cui si parla e l’asfissia indotta da un sacchetto di plastica o da qualcosa del genere, che ho visto come qualcosa di molto forte. Ho qualche dubbio all’idea di poter pensare che un atleta che aveva un’affermazione professionale di un certo tipo, all’apice del successo, improvvisamente di punto in bianco decida di farla finita con una modalità così cruenta e repentina".
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Re: VERITA' PER DENIS!
Caso Bergamini, faccia a faccia col pm della speranza
“Le prime impressioni? Molto positive: diciamo che non credo di essere venuto a Castrovillari a vuoto”. Sono parole che lasciano sperare quelle dell’avvocato Fabio Anselmo, che ieri mattina (lunedì) assieme a Donata Bergamini ha incontrato il nuovo procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla per discutere della nuova archiviazione dell’inchiesta sull’omicidio di Denis Bergamini, il calciatore argentano morto in circostanze misteriose nel novembre 1989 sulla statale Jonica, nei pressi di Capo Spoleto.
Una morte archiviata come semplice suicidio sia dopo la prima inchiesta che pochi mesi fa, in seguito alla riapertura delle indagini da parte della procura di Castrovillari. Ma il nuovo procuratore Facciolla, entrato in carica il 9 novembre, aveva fin da subito ridato speranza alla famiglia Bergamini affermando che “merita di conoscere la verità”. E l’incontro di ieri mattina sembra aver confermato le aspettative.
“Ciò che mi ha impressionato più positivamente – spiega Anselmo a Estense.com – è che il procuratore conosceva perfettamente le mie parole sugli ultimi sviluppi del processo Cucchi (che tornerà in appello dopo che la Cassazione ha annullato l’assoluzione per i medici, ndr). Uscendo gli ho detto che sono contento di riappropriarmi del ruolo fisiologico della parte di persona offesa, che è subalterno a quello della procura. Riguardo alle tempistiche posso solo dire no comment”. L’avvocato non si sbilancia sul contenuto esatto del colloquio, ma il senso delle sue parole è chiaro: per vent’anni sono stati i legali della famiglia Bergamini (Eugenio Gallerani e poi lo stesso Anselmo) a fornire alla magistratura gran parte degli spunti investigativi. Ma il nuovo procuratore sembra intenzionato a ristabilire i ruoli naturali degli inquirenti e della parte civile.
Una possibile svolta che ridà fiducia alla sorella di Denis, Donata Bergamini: “Sì – è la sua conferma -, le impressioni sono molto positive e ho notato che il procuratore ha grande stima per il nostro legale. Non posso dire quali saranno gli sviluppi, ma solo che per noi è stato un bellissimo incontro. Ora ho bisogno di fermarmi un attimo per riflettere sulle prossime mosse, per il momento dobbiamo ancora essere cauti. Abbiamo sempre portato avanti questa lotta per la verità, e voglio arrivare all’obiettivo. L’archiviazione è stata una doccia fredda, ma non ci fermerà”.
Ma quali sono state le aperture del procuratore verso la famiglia Bergamini? In questo caso siamo nel campo delle ipotesi, ma una chiave di lettura la fornisce il giornalista Francesco Mollo de Il Quotidiano del Sud, che ha intervistato Facciolla al termine dell’incontro. L’ipotesi è che anche la procura disponga nuovi accertamenti sul corpo di Denis, possibili grazie agli sviluppi tecnologici e non a casa richiesti da Anslemo anche per i casi di Stefano Cucchi e Willy Branchi. Il giudice Grimaldi che ha archiviato l’inchiesta Bergamini definiva queste indagini come “non accreditate presso la comunità scientifica”, ma il nuovo procuratore di Castrovillari potrebbe prendere la questione molto più sul serio. “La difesa – sono le sue parole dopo la domanda di Mollo – può proporre una serie di accertamenti, ma si tratta di indagini che può richiedere anche la procura. Diciamo che il colloquio meramente interlocutorio che si è svolto è servito per conoscere le posizioni, ma ciò non impedisce, a prescindere dalle posizioni della parte offesa, che la procura non muova i proprio passi e prenda iniziative autonomamente”.
http://www.estense.com/?p=503242
“Le prime impressioni? Molto positive: diciamo che non credo di essere venuto a Castrovillari a vuoto”. Sono parole che lasciano sperare quelle dell’avvocato Fabio Anselmo, che ieri mattina (lunedì) assieme a Donata Bergamini ha incontrato il nuovo procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla per discutere della nuova archiviazione dell’inchiesta sull’omicidio di Denis Bergamini, il calciatore argentano morto in circostanze misteriose nel novembre 1989 sulla statale Jonica, nei pressi di Capo Spoleto.
Una morte archiviata come semplice suicidio sia dopo la prima inchiesta che pochi mesi fa, in seguito alla riapertura delle indagini da parte della procura di Castrovillari. Ma il nuovo procuratore Facciolla, entrato in carica il 9 novembre, aveva fin da subito ridato speranza alla famiglia Bergamini affermando che “merita di conoscere la verità”. E l’incontro di ieri mattina sembra aver confermato le aspettative.
“Ciò che mi ha impressionato più positivamente – spiega Anselmo a Estense.com – è che il procuratore conosceva perfettamente le mie parole sugli ultimi sviluppi del processo Cucchi (che tornerà in appello dopo che la Cassazione ha annullato l’assoluzione per i medici, ndr). Uscendo gli ho detto che sono contento di riappropriarmi del ruolo fisiologico della parte di persona offesa, che è subalterno a quello della procura. Riguardo alle tempistiche posso solo dire no comment”. L’avvocato non si sbilancia sul contenuto esatto del colloquio, ma il senso delle sue parole è chiaro: per vent’anni sono stati i legali della famiglia Bergamini (Eugenio Gallerani e poi lo stesso Anselmo) a fornire alla magistratura gran parte degli spunti investigativi. Ma il nuovo procuratore sembra intenzionato a ristabilire i ruoli naturali degli inquirenti e della parte civile.
Una possibile svolta che ridà fiducia alla sorella di Denis, Donata Bergamini: “Sì – è la sua conferma -, le impressioni sono molto positive e ho notato che il procuratore ha grande stima per il nostro legale. Non posso dire quali saranno gli sviluppi, ma solo che per noi è stato un bellissimo incontro. Ora ho bisogno di fermarmi un attimo per riflettere sulle prossime mosse, per il momento dobbiamo ancora essere cauti. Abbiamo sempre portato avanti questa lotta per la verità, e voglio arrivare all’obiettivo. L’archiviazione è stata una doccia fredda, ma non ci fermerà”.
Ma quali sono state le aperture del procuratore verso la famiglia Bergamini? In questo caso siamo nel campo delle ipotesi, ma una chiave di lettura la fornisce il giornalista Francesco Mollo de Il Quotidiano del Sud, che ha intervistato Facciolla al termine dell’incontro. L’ipotesi è che anche la procura disponga nuovi accertamenti sul corpo di Denis, possibili grazie agli sviluppi tecnologici e non a casa richiesti da Anslemo anche per i casi di Stefano Cucchi e Willy Branchi. Il giudice Grimaldi che ha archiviato l’inchiesta Bergamini definiva queste indagini come “non accreditate presso la comunità scientifica”, ma il nuovo procuratore di Castrovillari potrebbe prendere la questione molto più sul serio. “La difesa – sono le sue parole dopo la domanda di Mollo – può proporre una serie di accertamenti, ma si tratta di indagini che può richiedere anche la procura. Diciamo che il colloquio meramente interlocutorio che si è svolto è servito per conoscere le posizioni, ma ciò non impedisce, a prescindere dalle posizioni della parte offesa, che la procura non muova i proprio passi e prenda iniziative autonomamente”.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Io credo che, in sintesi, per la prima volta ci sia un pm che è pronto a fare il suo dovere ed a dare giustizia ad una famiglia che attende da 26 lunghissimi anni.
Impressione personale. Mi sembra inoltre che Facciolla conosca perfettamente la vicenda Bergamini, da vecchio tifoso del Cosenza quale si è sempre professato.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Marcè io ormai non mi faccio illusioni cercando di interpretare perchè la delusione per l'archiviazione è ancora troppo cocente ma..............l'impressione personale è identica alla tua.marcello77 ha scritto:Io credo che, in sintesi, per la prima volta ci sia un pm che è pronto a fare il suo dovere ed a dare giustizia ad una famiglia che attende da 26 lunghissimi anni.
Impressione personale. Mi sembra inoltre che Facciolla conosca perfettamente la vicenda Bergamini, da vecchio tifoso del Cosenza quale si è sempre professato.
Di certo ci vuole un' "INVENZIONE" nel senso di nuovo appiglio che normalmente dovrebbe cercare il procuratore (come giustamente scritto nel buon articolo di estense.com) ma che potrebbe esser suggerito o presentato dall'avvocato di famiglia ed in questo caso Fabio Anselmo (per quei pochi che non lo sapessero avvocato del caso Aldrovandi, Cucchi e tanti altri ancora) è la migliore soluzione possibile che la famiglia Bergamini potesse scegliere.
Incrociamo le dita per l'ennesima volta ;)
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Re: VERITA' PER DENIS!
marcello77 ha scritto:Io credo che, in sintesi, per la prima volta ci sia un pm che è pronto a fare il suo dovere ed a dare giustizia ad una famiglia che attende da 26 lunghissimi anni.
Impressione personale. Mi sembra inoltre che Facciolla conosca perfettamente la vicenda Bergamini, da vecchio tifoso del Cosenza quale si è sempre professato.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Generalmente sono pessimista, ma questa volta credo che ci sia qualche speranza in più rispetto al passato.rebelde ha scritto:Marcè io ormai non mi faccio illusioni cercando di interpretare perchè la delusione per l'archiviazione è ancora troppo cocente ma..............l'impressione personale è identica alla tua.marcello77 ha scritto:Io credo che, in sintesi, per la prima volta ci sia un pm che è pronto a fare il suo dovere ed a dare giustizia ad una famiglia che attende da 26 lunghissimi anni.
Impressione personale. Mi sembra inoltre che Facciolla conosca perfettamente la vicenda Bergamini, da vecchio tifoso del Cosenza quale si è sempre professato.
Di certo ci vuole un' "INVENZIONE" nel senso di nuovo appiglio che normalmente dovrebbe cercare il procuratore (come giustamente scritto nel buon articolo di estense.com) ma che potrebbe esser suggerito o presentato dall'avvocato di famiglia ed in questo caso Fabio Anselmo (per quei pochi che non lo sapessero avvocato del caso Aldrovandi, Cucchi e tanti altri ancora) è la migliore soluzione possibile che la famiglia Bergamini potesse scegliere.
Incrociamo le dita per l'ennesima volta ;)
Come ho detto domenica a Marta, sono fiducioso.
L'unica possibilità che hanno per affossare nuovamente tutto è far trasferire Facciolla........così come fatto per i poliziotti nel 1994 e per i carabinieri del gruppo Z pochi anni fa.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Omicidio Bergamini, ecco come hanno ucciso Denis prima di stenderlo sull’asfalto.
Il primo contatto tra il nuovo procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla e Donata Bergamini è stato molto positivo. Diciamo pure che ha superato ogni più rosea previsione.
Nonostante l’indecente sortita mediatica di Isabella Internò, la principessa della menzogna, l’unico essere umano (?!?) che ancora insiste a difendere la tesi assurda del suicidio di Denis Bergamini, il neoprocuratore, incurante delle evidenti protezioni di questa signora, ha spiattellato in faccia a lei e ai suoi “protettori” le verità che emergono copiose da tutti gli atti di questa vergognosa vicenda.
Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire e far capire a voi che ci leggete perché sono importanti le dichiarazioni di Eugenio Facciolla.
Tutto parte dall’autopsia effettuata sul cadavere del nostro Campione.
Con inspiegabile ritardo, il pm Ottavio Abbate (uno dei principali responsabili dell’insabbiamento del processo) solo a gennaio del 1990, quindi un mese e mezzo dopo la morte di Denis, decide (bontà sua!) di far eseguire l’autopsia su Bergamini e ordina la riesumazione del corpo.
La perizia è condotta dal professor Avato, che scatta una serie di foto fondamentali e fa le sue ipotesi in una consulenza che avrebbe dovuto ripetere durante l’incidente probatorio, diventando una prova da utilizzare in un eventuale processo.
Ma questo non accade: il pm Abbate, che oltre ad insabbiare il processo, è legato mani e piedi a quei poteri forti che ancora oggi coprono gli assassini di Bergamini, ritiene di non dover ascoltare il professore Avato, durante l’incidente probatorio, e non vede l’ora di disfarsi del caso mandandolo al suo amico pretore di Trebisacce Antonino Mirabile, che nel 1991 assolverà il camionista Raffaele Pisano dall’accusa di omicidio colposo.
Dopo il pm Abbate, anche il pretore Mirabile sentenzia: Bergamini si è gettato sotto il camion. E poco importa se la foto scattata da Avato e la relazione medico-legale suggeriscano altre conclusioni, che hanno un nome molto diverso dal suicidio.
Il professore Avato fa notare sin dal principio che c’è stato un unico punto d’impatto tra l’autotreno e il calciatore. E come sia impossibile il trascinamento, come le ferite siano concentrate solo su una parte (il fianco destro) e riconducibili a un sormontamento del camion, vale a dire le ruote fatte passare sopra un corpo steso per terra (e già cadavere come diranno le recenti consulenze, a partire da quella del Ris).
Avato per spiegare meglio usa la metafora di un frutto schiacciato ed esploso. E’ quello accaduto alla parte destra del fianco di Bergamini. Ma sul resto del corpo il giocatore non presenta ferite, i vestiti (come dimostrano altre foto scattate sul posto da Barbuscio) sono intatti, le scarpe ben strette ai piedi, persino le calze sono su. E poi c’è il viso: secondo i testimoni Bergamini si sarebbe buttato a pesce sotto le ruote e poi trascinato. Questo è raccontato agli inquirenti, questo non è mai messo in dubbio nonostante il corpo di uno sfortunato ragazzo dica altro. Gli inquirenti non cambiano idea neppure dopo l’autopsia di Avato.
Anzi, quella perizia finisce dimenticata, l’incidente probatorio evaporato. Nessun credito viene dato all’autopsia effettuata dal dottor Francesco Maria Avato. Il pm Ottavio Abbate (che rimarrà al suo posto di presidente del Tribunale di Castrovillari fino a dopo la riapertura del caso Bergamini!!!) e il pretore Mirabile hanno evidentemente giocato sporco.
L’ASFISSIA CON UN SACCHETTO DI PLASTICA
Nel cadavere si riscontravano tracce di alcol etilico pari allo 0,6 e una sofferenza polmonare. Però il giovane era astemio e non ha mai avuto problemi respiratori. Qualcuno ipotizzerà un possibile uso di narcotico a danno della vittima. Ma la spiegazione è un’altra, secondo la perizia del dottore Bolino.
Nell’autopsia, il professore Avato evidenziava una certa qual sofferenza polmonare (aspetti congestizi e di edema, di enfisema acuto) e anche cardiaca. Questo induceva il perito Bolino a ipotizzare che Bergamini potesse essere stato asfissiato meccanicamente magari mediante l’applicazione di un sacchetto di plastica aderente al volto. Ciò avrebbe comportato una morte rapida con rapido stato di sofferenza anossica, tale da consentire il posizionamento del corpo sul manto stradale ad opera di terzi. E’ per questo che non ci sono tracce di condotta difensiva, anche istintiva.
E’ evidente che in questa operazione sono state coinvolte più persone in grado di sopraffare fisicamente la vittima.
“Abbiamo rappresentato al gip l’opportunità di fare degli esami – ha detto l’avvocato Fabio Anselmo -. Facendo la riesumazione e sottoponendo a Tac il corpo del povero Bergamini si potrebbero ottenere risultati inaspettati”.
In particolare si cerca di capire se Denis fosse ancora vivo o già morto al momento in cui venne sormontato dal camion. “Potrebbe anche dire quanto tempo prima era morto”, aggiunge il legale.
E Anselmo ribadisce che l’anatomopatologo Bolino ha avanzato l’ipotesi che Bergamini fosse stato prima soffocato con un sacchetto di plastica per essere poi steso sulla strada.
Questa tesi è stata finalmente presa in seria considerazione da un magistrato che non risponde alle logiche deviate di Ottavio Abbate, Antonino Mirabile e del pavido Franco Giacomantonio. Certo, è ancora presto per dire che l’aria è definitivamente cambiata. Ma non c’è dubbio che Isabella Internò e i suoi protettori hanno ripreso a passare giornate difficili.
Il loro castello d’argilla prima o poi cadrà. Questa terra è in mano ai poteri forti ma questo omicidio è una delle pagine più nere della nostra storia. E non può rimanere impunito.
http://www.iacchite.com - 23/12/2015.
Il primo contatto tra il nuovo procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla e Donata Bergamini è stato molto positivo. Diciamo pure che ha superato ogni più rosea previsione.
Nonostante l’indecente sortita mediatica di Isabella Internò, la principessa della menzogna, l’unico essere umano (?!?) che ancora insiste a difendere la tesi assurda del suicidio di Denis Bergamini, il neoprocuratore, incurante delle evidenti protezioni di questa signora, ha spiattellato in faccia a lei e ai suoi “protettori” le verità che emergono copiose da tutti gli atti di questa vergognosa vicenda.
Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire e far capire a voi che ci leggete perché sono importanti le dichiarazioni di Eugenio Facciolla.
Tutto parte dall’autopsia effettuata sul cadavere del nostro Campione.
Con inspiegabile ritardo, il pm Ottavio Abbate (uno dei principali responsabili dell’insabbiamento del processo) solo a gennaio del 1990, quindi un mese e mezzo dopo la morte di Denis, decide (bontà sua!) di far eseguire l’autopsia su Bergamini e ordina la riesumazione del corpo.
La perizia è condotta dal professor Avato, che scatta una serie di foto fondamentali e fa le sue ipotesi in una consulenza che avrebbe dovuto ripetere durante l’incidente probatorio, diventando una prova da utilizzare in un eventuale processo.
Ma questo non accade: il pm Abbate, che oltre ad insabbiare il processo, è legato mani e piedi a quei poteri forti che ancora oggi coprono gli assassini di Bergamini, ritiene di non dover ascoltare il professore Avato, durante l’incidente probatorio, e non vede l’ora di disfarsi del caso mandandolo al suo amico pretore di Trebisacce Antonino Mirabile, che nel 1991 assolverà il camionista Raffaele Pisano dall’accusa di omicidio colposo.
Dopo il pm Abbate, anche il pretore Mirabile sentenzia: Bergamini si è gettato sotto il camion. E poco importa se la foto scattata da Avato e la relazione medico-legale suggeriscano altre conclusioni, che hanno un nome molto diverso dal suicidio.
Il professore Avato fa notare sin dal principio che c’è stato un unico punto d’impatto tra l’autotreno e il calciatore. E come sia impossibile il trascinamento, come le ferite siano concentrate solo su una parte (il fianco destro) e riconducibili a un sormontamento del camion, vale a dire le ruote fatte passare sopra un corpo steso per terra (e già cadavere come diranno le recenti consulenze, a partire da quella del Ris).
Avato per spiegare meglio usa la metafora di un frutto schiacciato ed esploso. E’ quello accaduto alla parte destra del fianco di Bergamini. Ma sul resto del corpo il giocatore non presenta ferite, i vestiti (come dimostrano altre foto scattate sul posto da Barbuscio) sono intatti, le scarpe ben strette ai piedi, persino le calze sono su. E poi c’è il viso: secondo i testimoni Bergamini si sarebbe buttato a pesce sotto le ruote e poi trascinato. Questo è raccontato agli inquirenti, questo non è mai messo in dubbio nonostante il corpo di uno sfortunato ragazzo dica altro. Gli inquirenti non cambiano idea neppure dopo l’autopsia di Avato.
Anzi, quella perizia finisce dimenticata, l’incidente probatorio evaporato. Nessun credito viene dato all’autopsia effettuata dal dottor Francesco Maria Avato. Il pm Ottavio Abbate (che rimarrà al suo posto di presidente del Tribunale di Castrovillari fino a dopo la riapertura del caso Bergamini!!!) e il pretore Mirabile hanno evidentemente giocato sporco.
L’ASFISSIA CON UN SACCHETTO DI PLASTICA
Nel cadavere si riscontravano tracce di alcol etilico pari allo 0,6 e una sofferenza polmonare. Però il giovane era astemio e non ha mai avuto problemi respiratori. Qualcuno ipotizzerà un possibile uso di narcotico a danno della vittima. Ma la spiegazione è un’altra, secondo la perizia del dottore Bolino.
Nell’autopsia, il professore Avato evidenziava una certa qual sofferenza polmonare (aspetti congestizi e di edema, di enfisema acuto) e anche cardiaca. Questo induceva il perito Bolino a ipotizzare che Bergamini potesse essere stato asfissiato meccanicamente magari mediante l’applicazione di un sacchetto di plastica aderente al volto. Ciò avrebbe comportato una morte rapida con rapido stato di sofferenza anossica, tale da consentire il posizionamento del corpo sul manto stradale ad opera di terzi. E’ per questo che non ci sono tracce di condotta difensiva, anche istintiva.
E’ evidente che in questa operazione sono state coinvolte più persone in grado di sopraffare fisicamente la vittima.
“Abbiamo rappresentato al gip l’opportunità di fare degli esami – ha detto l’avvocato Fabio Anselmo -. Facendo la riesumazione e sottoponendo a Tac il corpo del povero Bergamini si potrebbero ottenere risultati inaspettati”.
In particolare si cerca di capire se Denis fosse ancora vivo o già morto al momento in cui venne sormontato dal camion. “Potrebbe anche dire quanto tempo prima era morto”, aggiunge il legale.
E Anselmo ribadisce che l’anatomopatologo Bolino ha avanzato l’ipotesi che Bergamini fosse stato prima soffocato con un sacchetto di plastica per essere poi steso sulla strada.
Questa tesi è stata finalmente presa in seria considerazione da un magistrato che non risponde alle logiche deviate di Ottavio Abbate, Antonino Mirabile e del pavido Franco Giacomantonio. Certo, è ancora presto per dire che l’aria è definitivamente cambiata. Ma non c’è dubbio che Isabella Internò e i suoi protettori hanno ripreso a passare giornate difficili.
Il loro castello d’argilla prima o poi cadrà. Questa terra è in mano ai poteri forti ma questo omicidio è una delle pagine più nere della nostra storia. E non può rimanere impunito.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Si già 'mbriacaabba ha scritto:io lo avevo postato per sbaglio sul topic di capodanno
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Re: VERITA' PER DENIS!
ho il raffreddore, la mattina latte caldo e cognacmarcello77 ha scritto:Si già 'mbriacaabba ha scritto:io lo avevo postato per sbaglio sul topic di capodanno
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Re: VERITA' PER DENIS!
Omicidio Bergamini, Facciolla a Dribbling elenca tutte le negligenze del pm Ottavio Abbate.
L’omicidio Bergamini approda anche su “Dribbling”, la popolare trasmissione del sabato pomeriggio di Raidue che affronta i temi sociali dello sport.
L’inviato della Rai Nuccio De Simone, tra l’altro cosentino, ha fatto un buon lavoro. Ha dato voce al neoprocuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla e così, dopo aver ascoltato la sintesi trasmessa nell’immediatezza del primo colloquio del magistrato con Donata Bergamini e gli avvocati Fabio Anselmo e Sabrina Rondinelli, abbiamo sentito anche il resto.
Facciolla è partito da lontano e finalmente abbiamo sentito con le nostre orecchie un magistrato con gli attributi che rinfaccia a chiare lettere a chi (non) ha fatto le indagini, tutte le nefandezze di cui si sono macchiati. In primis al signor Ottavio Abbate, all’epoca pubblico ministero del caso Bergamini, successivamente addirittura presidente del Tribunale di Castrovillari e oggi in “villeggiatura” a Campobasso. Un personaggio che deve avere molti santi in paradiso, per usare un eufemismo.
Ma torniamo a Facciolla, che ha risposto alle domande del giornalista con altri inquietanti punti interrogativi. “Perché l’allontanamento improvviso di Denis Bergamini dal ritiro il giorno prima della partita? E perché non si è fatta luce sugli incontri che ha avuto all’esterno del cinema Garden di Rende? E perché non si sono chiariti fino in fondo i motivi della “fuga” con l’ex fidanzata? Sono tutti campi inquietanti, lati occulti che dovevano essere scandagliati e non lo sono stati. Partendo anche da chi era a contatto diretto con Bergamini e non ha detto tutto ciò che doveva dire…”.
Facciolla, dunque, non crede ad una parola di quanto ha affermato e afferma ancora Isabella Internò alias la principessa della menzogna o Isabella di tro*, la vera responsabile morale dell’omicidio di Denis Bergamini. Anche se non l’ha mai nominata.
Così come non ha mai nominato il pm dell’epoca Ottavio Abbate, al quale però ha addossato tutte le sue gravissime responsabilità. Gli saranno fischiate le orecchie a questo magistrato “deviato”, accusato a più riprese dal senatore Salvatore Frasca (come del resto tutti i suoi colleghi del tempo a Castrovillari) di essere colluso con il clan Cirillo.
“Ci sono state gravi negligenze, chiamiamole così – ha tuonato Facciolla -, cose che non sono andate nel verso giusto… L’autopsia andava fatta subito non dopo quaranta giorni e la ricostruzione dinamica dei fatti andava analizzata subito, nell’immediatezza dei fatti e invece non è andata così…”.
La Rai quindi ha riproposto la parte dell’intervista nella quale Facciolla ricordava la perizia del professore Bolino nella quale si evidenziavano i chiari segni di asfissia nei polmoni del calciatore, provocati probabilmente dagli assassini di Denis con un sacchetto di plastica applicato sul volto del calciatore.
Dichiarazioni molto gravi che dovrebbero indurre finalmente qualcuno a valutare e verificare i motivi per i quali il magistrato Abbate agì in questa maniera. Non è possibile che continui a svernare a Campobasso così, senza colpo ferire. Prima o poi qualcuno arriverà a chiedergliene conto e si scopriranno ancora altri altarini, che coinvolgono gravemente anche personaggi di Castrovillari che si credono onnipotenti.
Tempo al tempo.
http://www.iacchite.com - 11/01/2016.
L’omicidio Bergamini approda anche su “Dribbling”, la popolare trasmissione del sabato pomeriggio di Raidue che affronta i temi sociali dello sport.
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Facciolla è partito da lontano e finalmente abbiamo sentito con le nostre orecchie un magistrato con gli attributi che rinfaccia a chiare lettere a chi (non) ha fatto le indagini, tutte le nefandezze di cui si sono macchiati. In primis al signor Ottavio Abbate, all’epoca pubblico ministero del caso Bergamini, successivamente addirittura presidente del Tribunale di Castrovillari e oggi in “villeggiatura” a Campobasso. Un personaggio che deve avere molti santi in paradiso, per usare un eufemismo.
Ma torniamo a Facciolla, che ha risposto alle domande del giornalista con altri inquietanti punti interrogativi. “Perché l’allontanamento improvviso di Denis Bergamini dal ritiro il giorno prima della partita? E perché non si è fatta luce sugli incontri che ha avuto all’esterno del cinema Garden di Rende? E perché non si sono chiariti fino in fondo i motivi della “fuga” con l’ex fidanzata? Sono tutti campi inquietanti, lati occulti che dovevano essere scandagliati e non lo sono stati. Partendo anche da chi era a contatto diretto con Bergamini e non ha detto tutto ciò che doveva dire…”.
Facciolla, dunque, non crede ad una parola di quanto ha affermato e afferma ancora Isabella Internò alias la principessa della menzogna o Isabella di tro*, la vera responsabile morale dell’omicidio di Denis Bergamini. Anche se non l’ha mai nominata.
Così come non ha mai nominato il pm dell’epoca Ottavio Abbate, al quale però ha addossato tutte le sue gravissime responsabilità. Gli saranno fischiate le orecchie a questo magistrato “deviato”, accusato a più riprese dal senatore Salvatore Frasca (come del resto tutti i suoi colleghi del tempo a Castrovillari) di essere colluso con il clan Cirillo.
“Ci sono state gravi negligenze, chiamiamole così – ha tuonato Facciolla -, cose che non sono andate nel verso giusto… L’autopsia andava fatta subito non dopo quaranta giorni e la ricostruzione dinamica dei fatti andava analizzata subito, nell’immediatezza dei fatti e invece non è andata così…”.
La Rai quindi ha riproposto la parte dell’intervista nella quale Facciolla ricordava la perizia del professore Bolino nella quale si evidenziavano i chiari segni di asfissia nei polmoni del calciatore, provocati probabilmente dagli assassini di Denis con un sacchetto di plastica applicato sul volto del calciatore.
Dichiarazioni molto gravi che dovrebbero indurre finalmente qualcuno a valutare e verificare i motivi per i quali il magistrato Abbate agì in questa maniera. Non è possibile che continui a svernare a Campobasso così, senza colpo ferire. Prima o poi qualcuno arriverà a chiedergliene conto e si scopriranno ancora altri altarini, che coinvolgono gravemente anche personaggi di Castrovillari che si credono onnipotenti.
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Re: VERITA' PER DENIS!
La famiglia Bergamini chiede di riaprire il caso sul calciatore scomparso.
Ad accompagnare la gemella di Denis, il legale ed Ilaria Cucchi sorella di Stefano, il ragazzo morto nel 2009 in carcere ad una settimana dal suo arresto.
CASTROVILLARI (CS) – Donata Bergamini, la sorella del calciatore Donato Denis Bergamini, deceduto, in circostanze mai chiarite, il 18 novembre 1989 lungo la statale 106, a Roseto Capo Spulico, è giunta nella Procura della Repubblica di Castrovillari accompagnata dal suo legale, l’avvocato Fabio Anselmo, per incontrare il Procuratore, Eugenio Facciolla, e chiedere la riapertura delle indagini sulla morte del fratello. Con Donata Bergamini e Fabio Anselmo c’è anche Ilaria Cucchi. La richiesta di riaprire le indagini arriva dopo che, nel dicembre scorso, è stata archiviata l’inchiesta che vedeva coinvolti, l’ex fidanzata del calciatore, Isabella Ierinò, accusata di concorso in omicidio, ed il camionista Raffaele Pisano, per favoreggiamento e false dichiarazioni. Dopo l’ulteriore archiviazione dell’inchiesta sulla morte del calciatore, riaperta nel 2011, il procuratore Facciolla aveva incontrato i familiari di Bergamini e si era detto disponibile a riaprire le indagini in presenza di nuovi elementi.
Ilaria Cucchi sorella di Stefano, il ragazzo morto nel 2009 in carcere ad una settimana dal suo arresto all’arrivo a Castrovillari ha affermato: “Sono qui oggi per la mia amicizia e per il mio legame con Donata per il fatto che abbiamo capito bene quanto è importante essere unite. Non bisogna affrontare questi percorsi difficili da sole”. Donata Bergamini ha affermato che “la conoscenza con Ilaria è datata nel tempo. Nel 2009 stavamo organizzando una manifestazione per Denis a Cosenza, la prima dopo la chiusura del primo processo, davanti al tribunale di Cosenza quando arrivò la notizia della morte di Stefano Cucchi. Tutti siamo rimasti sconvolti perché dicevano che Stefano fosse morto di morte naturale quando invece sul suo corpo c’erano i segni di una violenza. Entrambe siamo state ingannate”.
http://www.quicosenza.it - 25/02/2016.
Ad accompagnare la gemella di Denis, il legale ed Ilaria Cucchi sorella di Stefano, il ragazzo morto nel 2009 in carcere ad una settimana dal suo arresto.
CASTROVILLARI (CS) – Donata Bergamini, la sorella del calciatore Donato Denis Bergamini, deceduto, in circostanze mai chiarite, il 18 novembre 1989 lungo la statale 106, a Roseto Capo Spulico, è giunta nella Procura della Repubblica di Castrovillari accompagnata dal suo legale, l’avvocato Fabio Anselmo, per incontrare il Procuratore, Eugenio Facciolla, e chiedere la riapertura delle indagini sulla morte del fratello. Con Donata Bergamini e Fabio Anselmo c’è anche Ilaria Cucchi. La richiesta di riaprire le indagini arriva dopo che, nel dicembre scorso, è stata archiviata l’inchiesta che vedeva coinvolti, l’ex fidanzata del calciatore, Isabella Ierinò, accusata di concorso in omicidio, ed il camionista Raffaele Pisano, per favoreggiamento e false dichiarazioni. Dopo l’ulteriore archiviazione dell’inchiesta sulla morte del calciatore, riaperta nel 2011, il procuratore Facciolla aveva incontrato i familiari di Bergamini e si era detto disponibile a riaprire le indagini in presenza di nuovi elementi.
Ilaria Cucchi sorella di Stefano, il ragazzo morto nel 2009 in carcere ad una settimana dal suo arresto all’arrivo a Castrovillari ha affermato: “Sono qui oggi per la mia amicizia e per il mio legame con Donata per il fatto che abbiamo capito bene quanto è importante essere unite. Non bisogna affrontare questi percorsi difficili da sole”. Donata Bergamini ha affermato che “la conoscenza con Ilaria è datata nel tempo. Nel 2009 stavamo organizzando una manifestazione per Denis a Cosenza, la prima dopo la chiusura del primo processo, davanti al tribunale di Cosenza quando arrivò la notizia della morte di Stefano Cucchi. Tutti siamo rimasti sconvolti perché dicevano che Stefano fosse morto di morte naturale quando invece sul suo corpo c’erano i segni di una violenza. Entrambe siamo state ingannate”.
http://www.quicosenza.it - 25/02/2016.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Omicidio Bergamini, chiesta una nuova perizia medico-legale
Consegnata nelle mani del Procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, l’istanza formale per una nuova perizia medico legale sul cadavere del calciatore del Cosenza, Denis Bergamini.
Una richiesta che inevitabilmente comporterà, se accolta, la riesumazione della salma e conseguentemente la riapertura dell’indagine, chiusa dopo l’archiviazione decisa dal giudice per le indagini preliminari alcuni mesi fa.
Nello specifico la richiesta evidenzia la necessità di «determinare l’esatta descrizione e oggettivazione delle lesioni scheletriche nel cadavere di Bergamini» e «la valutazione della vitalità delle lesioni cutanee e ossee riscontrate nel corpo».
La consulenza tecnica richiesta è, quindi, necessaria per verificare causa e mezzi del decesso di Bergamini. Si tratta di una sorta di Tac con la quale si può verificare senza possibilità di equivoci se Denis era già morto quando è stato adagiato sull’asfalto e sormontato dal camion. Ma anche stabilire l’ora della morte, elemento importantissimo per le indagini.
A svolgere la perizia saranno Emanuela Turilazzi (professore ordinario di Medicina legale all’Università di Foggia) e Vittorio Fineschi (direttore della Scuola di specializzazione in Medicina legale presso la Sapienza di Roma).
Donata Bergamini ha affermato che “l’incontro con il procuratore Facciolla è stato un colloquio in cui si è avuta la possibilità di interloquire. Sono estremamente soddisfatta”.
Il legale della famiglia ha reso noto che “oggi abbiamo formalizzato un’istanza con la quale abbiamo chiesto di effettuare nuovi accertamenti medico legali. Certamente dovranno passare attraverso la riesumazione della salma”.
Il procuratore Eugenio Facciolla ha affermato che “è stata presentata una richiesta di riapertura delle indagini molto articolata”.
http://www.iacchite.com/omicidio-bergam ... co-legale/
Consegnata nelle mani del Procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, l’istanza formale per una nuova perizia medico legale sul cadavere del calciatore del Cosenza, Denis Bergamini.
Una richiesta che inevitabilmente comporterà, se accolta, la riesumazione della salma e conseguentemente la riapertura dell’indagine, chiusa dopo l’archiviazione decisa dal giudice per le indagini preliminari alcuni mesi fa.
Nello specifico la richiesta evidenzia la necessità di «determinare l’esatta descrizione e oggettivazione delle lesioni scheletriche nel cadavere di Bergamini» e «la valutazione della vitalità delle lesioni cutanee e ossee riscontrate nel corpo».
La consulenza tecnica richiesta è, quindi, necessaria per verificare causa e mezzi del decesso di Bergamini. Si tratta di una sorta di Tac con la quale si può verificare senza possibilità di equivoci se Denis era già morto quando è stato adagiato sull’asfalto e sormontato dal camion. Ma anche stabilire l’ora della morte, elemento importantissimo per le indagini.
A svolgere la perizia saranno Emanuela Turilazzi (professore ordinario di Medicina legale all’Università di Foggia) e Vittorio Fineschi (direttore della Scuola di specializzazione in Medicina legale presso la Sapienza di Roma).
Donata Bergamini ha affermato che “l’incontro con il procuratore Facciolla è stato un colloquio in cui si è avuta la possibilità di interloquire. Sono estremamente soddisfatta”.
Il legale della famiglia ha reso noto che “oggi abbiamo formalizzato un’istanza con la quale abbiamo chiesto di effettuare nuovi accertamenti medico legali. Certamente dovranno passare attraverso la riesumazione della salma”.
Il procuratore Eugenio Facciolla ha affermato che “è stata presentata una richiesta di riapertura delle indagini molto articolata”.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Omicidio Bergamini, Donata a Castrovillari: “Denis avrà giustizia”
Donata Bergamini, la sorella del calciatore Denis Bergamini, ucciso il 18 novembre 1989 lungo la statale 106, a Roseto Capo Spulico, è giunta nella Procura della Repubblica di Castrovillari accompagnata dal suo legale, l’avvocato Fabio Anselmo, per incontrare il procuratore, Eugenio Facciolla.
Il nuovo faccia a faccia ad un mese circa dal primo incontro che avevano avuto per chiedere ufficialmente la riapertura delle indagini sulla morte del fratello.
L’iter giudiziario, che ha di fatto insabbiato per tutti questi anni un gravissimo e barbaro omicidio, è una delle più terribili vergogne della nostra realtà.
isa
Isabella Internò, l’ex fidanzata di Denis Bergamini, unica testimone di quello che ancora continua a ritenere un suicidio, era stata indagata per concorso in omicidio volontario ma poi era stata “salvata” dall’archiviazione decisa dall’ex procuratore Giacomantonio. Ma con Facciolla la musica sembra finalmente cambiata.
Con Donata Bergamini e l’avvocato Fabio Anselmo c’è anche Ilaria Cucchi.
Qualche minuto fa sul suo profilo FB, Donata Bergamini ha scritto:
“Castrovillari, oggi è il giorno della svolta. Denis avrà giustizia, ora mi sento di dirlo”.
http://www.iacchite.com/omicidio-bergam ... giustizia/
Donata Bergamini, la sorella del calciatore Denis Bergamini, ucciso il 18 novembre 1989 lungo la statale 106, a Roseto Capo Spulico, è giunta nella Procura della Repubblica di Castrovillari accompagnata dal suo legale, l’avvocato Fabio Anselmo, per incontrare il procuratore, Eugenio Facciolla.
Il nuovo faccia a faccia ad un mese circa dal primo incontro che avevano avuto per chiedere ufficialmente la riapertura delle indagini sulla morte del fratello.
L’iter giudiziario, che ha di fatto insabbiato per tutti questi anni un gravissimo e barbaro omicidio, è una delle più terribili vergogne della nostra realtà.
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Isabella Internò, l’ex fidanzata di Denis Bergamini, unica testimone di quello che ancora continua a ritenere un suicidio, era stata indagata per concorso in omicidio volontario ma poi era stata “salvata” dall’archiviazione decisa dall’ex procuratore Giacomantonio. Ma con Facciolla la musica sembra finalmente cambiata.
Con Donata Bergamini e l’avvocato Fabio Anselmo c’è anche Ilaria Cucchi.
Qualche minuto fa sul suo profilo FB, Donata Bergamini ha scritto:
“Castrovillari, oggi è il giorno della svolta. Denis avrà giustizia, ora mi sento di dirlo”.
http://www.iacchite.com/omicidio-bergam ... giustizia/
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Re: VERITA' PER DENIS!
Tempo di dichiarazione dei redditi (per chi li ha...)
Anche quest'anno è possibile devolvere il 5*1000 all'Associazione Verità per Denis, per aiutare chi cerca Giustizia da 27 anni
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