VERITA' PER DENIS!
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Re: VERITA' PER DENIS!
Archiviato il caso Bergamini: per il gip fu suicidio
Anslemo: "Una decisione che lascia basiti. Liquidate le nostre indagini difensive". Ma il nuovo procuratore apre uno spiraglio
“È una decisione che lascia basiti, con considerazioni che ritengo veramente disarmanti. La realtà che emerge dagli atti è molto diversa”. Fatica a contenere la delusione l’avvocato Fabio Anselmo, dopo la decisione del gip Annarita Grimaldi di Castrovillari di accogliere la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura dell’inchiesta per l’omicidio di Denis Bergamini. Il calciatore argentano in forza al Cosenza morto il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico, secondo il tribunale calabrese, si suicidò sotto le ruote del camion guidato da Raffaele Pisano, unico iscritto nel registro degli indagati insieme all’allora fidanzata di Bergamini Isabella Internò.
Una sentenza assurda per chi non ha mai creduto nella tesi dell’omicidio di Denis, descritto da tutti come un ragazzo innamorato della vita e che alla fine del 1989 stava attraversando un ottimo momento professionale, al punto che il nome del 27enne centrocampista di Boccaleone era finito anche sui taccuini di alcune importanti squadre italiane. Secondo la ex fidanzata Internò, in quella drammatica notte Denis stava guidando al suo fianco lungo la statale Ionica, quando si fermò in una piazzola di sosta e si lanciò ‘a pesce’ sotto le ruote di un camion in arrivo, guidato da Pisano, che affermò di non aver fatto in tempo a frenare o sterzare.
Un racconto che non ha mai convinto per nulla chi conosceva Denis, a partire dalla famiglia, che attraverso gli avvocati Eugenio Gallerani e Fabio Anselmo ha cercato per 26 anni di portare a galla la verità. Ma anche per gran parte dei cittadini di Cosenza, che a Denis hanno intitolato la curva dello stadio e una piazza della città. Ora l’unica speranza è che il nuovo capo procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, confermi i propositi dichiarati al proprio insediamento, quando affermò che “la famiglia Bergamini deve avere la verità”.
“Ora – commenta l’avvocato Anselmo – le parole pronunciate dal nuovo procuratore capo assumono un nuovo significato. Ci sono segnali importanti che spero vengano confermati e devo dire che il nostro appuntamento a Castrovillari già fissato per fine dicembre acquista particolare rilievo”. Il decreto di archiviazione insomma, fa capire il legale, non è affatto la fine della vicenda. Anzi, al suo interno sarebbero presenti ‘punti deboli’ su cui si potrebbe far leva per ribaltare la sentenza: “È un decreto di archiviazione a senso unico, con alcuni passaggi disarmanti. Si ipotizza addirittura che il povero Denis sia inciampato, quindi introducendo addirittura una terza versione difensiva in questa fase dell’inchiesta”. Ma il vero fianco scoperto del decreto, secondo Anselmo, è un altro: “C’è addirittura l’incertezza del fatto che la vittima fosse viva o morta prima di essere investita, e questo dovrebbe dire tutto. Si tratta di un dettaglio fondamentale da accertare, e abbiamo proposto possibili indagini tecniche per accertare il momento esatto della morte di Denis rispetto all’investimento, ma il gip le ha liquidate dicendo che sono sperimentali. Abbiamo superato oltre ogni limite, se pensiamo che viviamo in un momento in cui per far luce su un omicidio la scienza permette riesumazioni come quella di Willy Branchi”.
http://www.estense.com/?p=498498
Anslemo: "Una decisione che lascia basiti. Liquidate le nostre indagini difensive". Ma il nuovo procuratore apre uno spiraglio
“È una decisione che lascia basiti, con considerazioni che ritengo veramente disarmanti. La realtà che emerge dagli atti è molto diversa”. Fatica a contenere la delusione l’avvocato Fabio Anselmo, dopo la decisione del gip Annarita Grimaldi di Castrovillari di accogliere la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura dell’inchiesta per l’omicidio di Denis Bergamini. Il calciatore argentano in forza al Cosenza morto il 18 novembre 1989 a Roseto Capo Spulico, secondo il tribunale calabrese, si suicidò sotto le ruote del camion guidato da Raffaele Pisano, unico iscritto nel registro degli indagati insieme all’allora fidanzata di Bergamini Isabella Internò.
Una sentenza assurda per chi non ha mai creduto nella tesi dell’omicidio di Denis, descritto da tutti come un ragazzo innamorato della vita e che alla fine del 1989 stava attraversando un ottimo momento professionale, al punto che il nome del 27enne centrocampista di Boccaleone era finito anche sui taccuini di alcune importanti squadre italiane. Secondo la ex fidanzata Internò, in quella drammatica notte Denis stava guidando al suo fianco lungo la statale Ionica, quando si fermò in una piazzola di sosta e si lanciò ‘a pesce’ sotto le ruote di un camion in arrivo, guidato da Pisano, che affermò di non aver fatto in tempo a frenare o sterzare.
Un racconto che non ha mai convinto per nulla chi conosceva Denis, a partire dalla famiglia, che attraverso gli avvocati Eugenio Gallerani e Fabio Anselmo ha cercato per 26 anni di portare a galla la verità. Ma anche per gran parte dei cittadini di Cosenza, che a Denis hanno intitolato la curva dello stadio e una piazza della città. Ora l’unica speranza è che il nuovo capo procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, confermi i propositi dichiarati al proprio insediamento, quando affermò che “la famiglia Bergamini deve avere la verità”.
“Ora – commenta l’avvocato Anselmo – le parole pronunciate dal nuovo procuratore capo assumono un nuovo significato. Ci sono segnali importanti che spero vengano confermati e devo dire che il nostro appuntamento a Castrovillari già fissato per fine dicembre acquista particolare rilievo”. Il decreto di archiviazione insomma, fa capire il legale, non è affatto la fine della vicenda. Anzi, al suo interno sarebbero presenti ‘punti deboli’ su cui si potrebbe far leva per ribaltare la sentenza: “È un decreto di archiviazione a senso unico, con alcuni passaggi disarmanti. Si ipotizza addirittura che il povero Denis sia inciampato, quindi introducendo addirittura una terza versione difensiva in questa fase dell’inchiesta”. Ma il vero fianco scoperto del decreto, secondo Anselmo, è un altro: “C’è addirittura l’incertezza del fatto che la vittima fosse viva o morta prima di essere investita, e questo dovrebbe dire tutto. Si tratta di un dettaglio fondamentale da accertare, e abbiamo proposto possibili indagini tecniche per accertare il momento esatto della morte di Denis rispetto all’investimento, ma il gip le ha liquidate dicendo che sono sperimentali. Abbiamo superato oltre ogni limite, se pensiamo che viviamo in un momento in cui per far luce su un omicidio la scienza permette riesumazioni come quella di Willy Branchi”.
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Re: VERITA' PER DENIS!
vergognoso!!! ma come si fa ad archiviare?
speriamo che facciolla porti davvero alla verità e alla giustizia seriamente.
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Re: VERITA' PER DENIS!
ma ancora ha il coraggio di parlare quell'assassina? si dice massacrata dai media ma perfavore!Vergogna!
Verità per Denis , speriamo facciolla faccia il suo dovere sul serio!
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Re: VERITA' PER DENIS!
Omicidio Bergamini, tutte le menzogne di Isabella Internò e dei suoi protettori.
Ieri mattina sull’organo di informazione dei potenti, già giornale del ponte, organo ufficiale delle procure più corrotte d’Italia, la signora Isabella Internò in Conte è tornata ad infangare la memoria di Denis Bergamini.
Non vale neanche la pena di scendere nel merito delle sue farneticazioni rese possibili da un sistema di informazione prono e servile ad ogni tipo di poteri forti.
Replicheremo pubblicando il ricorso con il quale un grande magistrato, Aldo Fiale, sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Catanzaro, nel 1991, aveva bollato la credibilità di questa signora. Sì, perché la procura di Castrovillari non aveva inteso neanche proporre ricorso contro la sentenza della pretura di Trebisacce. Collusa com’era con gli assassini del calciatore del Cosenza.
LE MENZOGNE DI ISABELLA INTERNO’
Il 4 luglio 1991 il pretore di Trebisacce Antonino Mirabile assolve il camionista Raffaele Pisano “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di omicidio .
Il pretore considera del tutto credibile la versione dei fatti ricostruita nella quasi totalità attraverso la testimonianza chiave di Isabella Internò.
“La ragazza – si legge nella sentenza -, quando aveva avuto tutto il tempo per riflettere, pur conscia e consapevole di poter essere ritenuta in qualche modo moralmente responsabile (a cagione della pregressa relazione sentimentale ormai interrotta) della morte del giovane calciatore benvoluto dalla tifoseria cosentina e corteggiato dalle ragazze, ha ancora sostenuto convincentemente la tesi del suicidio, mentre invece, attese la evidente e pregiudizievole pubblicità negativa e la risonanza che il fatto ha avuto… avrebbe avuto, per così dire, interesse a sostenere comodamente la tesi dell’omicidio colposo, di un sinistro stradale”.
La procura generale di Catanzaro presenta appello. Ecco cosa scrive il sostituto procuratore generale Aldo Fiale nel ricorso.
Il perito dott. Coscarelli ha accertato che per il camionista l’avvistabilità del pedone con il solo ausilio dei fari anabbaglianti era di 50-60 metri e, con l’ausilio dei fari abbaglianti, decisamente superiore. Lo stesso camionista, del resto, ha confermato, senza possibilità di equivoco, che Bergamini, al momento dell’impatto, si trovava in piedi sulla platea stradale.
Se Pisano, pertanto, fosse appena attento, avrebbe avvistato la vittima a non meno di 60 metri di distanza, e fin dal momento di tale avvistamento avrebbe potuto porre in essere tutti quegli elementari comportamenti di prudenza che sono doverosi in una situazione siffatta: adeguamento della condotta di marcia; uso reiterato e prolungato del segnale acustico; spostamento a sinistra nella propria corsia di marcia; arresto del veicolo di fronte alla persistenza del pedone nell’occupare la sede stradale…
ISABELLA E IL TUFFO
La teste Isabella Internò, frastornata dall’improvviso accaduto, stravolta e angosciata, ebbe la sensazione che Bergamini si fosse tuffato sotto le ruote di un grosso automezzo, con lo stesso atteggiamento che si assume quando si fanno i tuffi in piscina.
Tuttavia, se così fosse, avrebbe impattato con il capo e con le braccia contro una parte di fiancata del camion e ne avremmo trovato le tracce sul suo cadavere. Nessuna lesione, invece, è stata individuata. Anche la versione fornita dal camionista – nel tentativo di ricalcare quella della ragazza – appare ingenuamente non veritiera.
Pisano ha affermato che la Maserati di Bergamini era in sosta a circa 3-4 metri dalla striscia gialla che delimita la carreggiata e il giovane era in piedi vicino allo sportello anteriore sinistro dell’autovettura.
Quegli, poi, appena l’autocarro giunse alla sua altezza, con un gesto fulmineo si lanciò (come colpito da un raptus improvviso) sotto la ruota anteriore destra dell’automezzo. Se questa versione fosse vera, Bergamini avrebbe improvvisamente spiccato un impossibile e incredibile balzo di circa 5 metri. Appare chiaro allora che il camionista si è adeguato alla prospettazione (per lui comoda) del “tuffo” enunciata da Isabella Internò; ha però esagerato ed è stato smentito dalle risultanze…
Il primo giudice ha aderito acriticamente alla ipotesi del suicidio prospettata da Isabella Internò e non ha colto tutte le contraddizioni e le imprecisioni che si rinvengono nella deposizione di lei, assunta a elemento decisivo della vicenda. La ragazza ha riferito frasi pronunziate da Bergamini e subito dopo le ha smentite, non ha mai detto però che il giovane le abbia espresso il proposito di suicidarsi.
Ma perché poi Bergamini avrebbe desiderato suicidarsi? Era giovane, aveva successo, ragazze e denaro. Parenti, amici e compagni di squadra hanno concordemente riferito la sua grande volontà di vivere e della sua voglia di giocare una grande partita il giorno successivo.
Dov’è allora quel “mal di vivere” che conduce al suicidio? Non ci si uccide portandosi un testimone appresso e non ci si suicida davanti a terzi. E’ una conclusione, questa, che gli studiosi traggono anche dall’analisi statistica del fenomeno. Il suicidio è una invenzione distruttiva dell’io, che non ammette spettatori…
Fin qui il magistrato Fiale.
Ma qualcuno aveva deciso che non doveva essere così. Una procura complice e connivente con un pm, Ottavio Abbate, che non svolse nessuna indagine. Un passaggio di consegne ad un pretore, a Trebisacce, perché l’ipotesi di reato di omicidio colposo sposta anche il luogo del processo. Dopo il disastro delle indagini, però. E il pretore Antonino Mirabile conferma il suicidio. Così come farà la Corte d’Appello di Catanzaro nonostante il bel ricorso di Fiale.
Ci dev’essere per forza un regista deviato che mette in piedi la catena. Un regista che è per forza di cose compromesso e che per portare l’accordo fino in fondo deve continuare a coprire gli assassini di Denis Bergamini.
Checchè ne dica Isabella di tro*.
http://www.iacchite.com - 16/12/2015.
Ieri mattina sull’organo di informazione dei potenti, già giornale del ponte, organo ufficiale delle procure più corrotte d’Italia, la signora Isabella Internò in Conte è tornata ad infangare la memoria di Denis Bergamini.
Non vale neanche la pena di scendere nel merito delle sue farneticazioni rese possibili da un sistema di informazione prono e servile ad ogni tipo di poteri forti.
Replicheremo pubblicando il ricorso con il quale un grande magistrato, Aldo Fiale, sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Catanzaro, nel 1991, aveva bollato la credibilità di questa signora. Sì, perché la procura di Castrovillari non aveva inteso neanche proporre ricorso contro la sentenza della pretura di Trebisacce. Collusa com’era con gli assassini del calciatore del Cosenza.
LE MENZOGNE DI ISABELLA INTERNO’
Il 4 luglio 1991 il pretore di Trebisacce Antonino Mirabile assolve il camionista Raffaele Pisano “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di omicidio .
Il pretore considera del tutto credibile la versione dei fatti ricostruita nella quasi totalità attraverso la testimonianza chiave di Isabella Internò.
“La ragazza – si legge nella sentenza -, quando aveva avuto tutto il tempo per riflettere, pur conscia e consapevole di poter essere ritenuta in qualche modo moralmente responsabile (a cagione della pregressa relazione sentimentale ormai interrotta) della morte del giovane calciatore benvoluto dalla tifoseria cosentina e corteggiato dalle ragazze, ha ancora sostenuto convincentemente la tesi del suicidio, mentre invece, attese la evidente e pregiudizievole pubblicità negativa e la risonanza che il fatto ha avuto… avrebbe avuto, per così dire, interesse a sostenere comodamente la tesi dell’omicidio colposo, di un sinistro stradale”.
La procura generale di Catanzaro presenta appello. Ecco cosa scrive il sostituto procuratore generale Aldo Fiale nel ricorso.
Il perito dott. Coscarelli ha accertato che per il camionista l’avvistabilità del pedone con il solo ausilio dei fari anabbaglianti era di 50-60 metri e, con l’ausilio dei fari abbaglianti, decisamente superiore. Lo stesso camionista, del resto, ha confermato, senza possibilità di equivoco, che Bergamini, al momento dell’impatto, si trovava in piedi sulla platea stradale.
Se Pisano, pertanto, fosse appena attento, avrebbe avvistato la vittima a non meno di 60 metri di distanza, e fin dal momento di tale avvistamento avrebbe potuto porre in essere tutti quegli elementari comportamenti di prudenza che sono doverosi in una situazione siffatta: adeguamento della condotta di marcia; uso reiterato e prolungato del segnale acustico; spostamento a sinistra nella propria corsia di marcia; arresto del veicolo di fronte alla persistenza del pedone nell’occupare la sede stradale…
ISABELLA E IL TUFFO
La teste Isabella Internò, frastornata dall’improvviso accaduto, stravolta e angosciata, ebbe la sensazione che Bergamini si fosse tuffato sotto le ruote di un grosso automezzo, con lo stesso atteggiamento che si assume quando si fanno i tuffi in piscina.
Tuttavia, se così fosse, avrebbe impattato con il capo e con le braccia contro una parte di fiancata del camion e ne avremmo trovato le tracce sul suo cadavere. Nessuna lesione, invece, è stata individuata. Anche la versione fornita dal camionista – nel tentativo di ricalcare quella della ragazza – appare ingenuamente non veritiera.
Pisano ha affermato che la Maserati di Bergamini era in sosta a circa 3-4 metri dalla striscia gialla che delimita la carreggiata e il giovane era in piedi vicino allo sportello anteriore sinistro dell’autovettura.
Quegli, poi, appena l’autocarro giunse alla sua altezza, con un gesto fulmineo si lanciò (come colpito da un raptus improvviso) sotto la ruota anteriore destra dell’automezzo. Se questa versione fosse vera, Bergamini avrebbe improvvisamente spiccato un impossibile e incredibile balzo di circa 5 metri. Appare chiaro allora che il camionista si è adeguato alla prospettazione (per lui comoda) del “tuffo” enunciata da Isabella Internò; ha però esagerato ed è stato smentito dalle risultanze…
Il primo giudice ha aderito acriticamente alla ipotesi del suicidio prospettata da Isabella Internò e non ha colto tutte le contraddizioni e le imprecisioni che si rinvengono nella deposizione di lei, assunta a elemento decisivo della vicenda. La ragazza ha riferito frasi pronunziate da Bergamini e subito dopo le ha smentite, non ha mai detto però che il giovane le abbia espresso il proposito di suicidarsi.
Ma perché poi Bergamini avrebbe desiderato suicidarsi? Era giovane, aveva successo, ragazze e denaro. Parenti, amici e compagni di squadra hanno concordemente riferito la sua grande volontà di vivere e della sua voglia di giocare una grande partita il giorno successivo.
Dov’è allora quel “mal di vivere” che conduce al suicidio? Non ci si uccide portandosi un testimone appresso e non ci si suicida davanti a terzi. E’ una conclusione, questa, che gli studiosi traggono anche dall’analisi statistica del fenomeno. Il suicidio è una invenzione distruttiva dell’io, che non ammette spettatori…
Fin qui il magistrato Fiale.
Ma qualcuno aveva deciso che non doveva essere così. Una procura complice e connivente con un pm, Ottavio Abbate, che non svolse nessuna indagine. Un passaggio di consegne ad un pretore, a Trebisacce, perché l’ipotesi di reato di omicidio colposo sposta anche il luogo del processo. Dopo il disastro delle indagini, però. E il pretore Antonino Mirabile conferma il suicidio. Così come farà la Corte d’Appello di Catanzaro nonostante il bel ricorso di Fiale.
Ci dev’essere per forza un regista deviato che mette in piedi la catena. Un regista che è per forza di cose compromesso e che per portare l’accordo fino in fondo deve continuare a coprire gli assassini di Denis Bergamini.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Mi sconvolge solo che la signora abbia atteso 15 giorni per farsi sentire
Magari è il tempo che serve per trovare un ghost writer...
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Re: VERITA' PER DENIS!
A me è sembrato piuttosto un comunicato ufficiale della Procura.abba ha scritto:Mi sconvolge solo che la signora abbia atteso 15 giorni per farsi sentire
Magari è il tempo che serve per trovare un ghost writer...
Sembra quasi che lei abbia dovuto spiegare il perchè dell'archiviazione e non la Procura stessa.
Jamu Facciolla, facci un goal
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Re: VERITA' PER DENIS!
O magari un avvertimento...marcello77 ha scritto:A me è sembrato piuttosto un comunicato ufficiale della Procura.abba ha scritto:Mi sconvolge solo che la signora abbia atteso 15 giorni per farsi sentire
Magari è il tempo che serve per trovare un ghost writer...
Sembra quasi che lei abbia dovuto spiegare il perchè dell'archiviazione e non la Procura stessa.
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Spero che Facciolla mi sorprenda
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Re: VERITA' PER DENIS!
Ho fiducia in Facciollamarcello77 ha scritto:A me è sembrato piuttosto un comunicato ufficiale della Procura.abba ha scritto:Mi sconvolge solo che la signora abbia atteso 15 giorni per farsi sentire
Magari è il tempo che serve per trovare un ghost writer...
Sembra quasi che lei abbia dovuto spiegare il perchè dell'archiviazione e non la Procura stessa.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Omicidio Bergamini, primo contatto con Facciolla per Donata e l’avvocato Anselmo.
Non dev’essere stato facile per Donata Bergamini tornare in quella maledetta procura di Castrovillari dove quel magistrato così piccolo e pavido il 23 febbraio scorso ha fatto i salti mortali per archiviare la riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Denis Bergamini.
Ma quel magistrato piccolo e pavido non c’è più. Ora c’è un magistrato cosentino a dirigere la procura di Castrovillari. Si chiama Eugenio Facciolla e stamattina ha ricevuto Donata insieme all’avvocato Fabio Anselmo e alla sua collaboratrice calabrese Sabrina Rondinelli.
Al di là di quelle che possono essere le dichiarazioni di circostanza rispetto ad un incontro informale, c’è comunque da sottolineare che Facciolla si è esposto affermando che è disponibile a valutare elementi nuovi. Anche se sa bene qual è la posta in gioco.
La protezione di Isabella Internò, che dura ormai da decenni, è decisamente difficile da superare. I poteri forti che stanno dietro a questo omicidio sono ancora vivi e vegeti e Facciolla lo sa.
Sa bene che la procura di Castrovillari è stata ed è ancora il ricettacolo di interessi inconfessabili e di misteri gravissimi, per i quali ci sono responsabilità precise di uomini dello stato che non solo non hanno fatto il loro dovere ma hanno depistato le indagini e continuano a far sentire la loro squallida presenza.
La verità, prima ancora che sulle perizie (già chiarissime, del resto) la si deve ricercare nelle dinamiche che hanno portato all’affossamento delle indagini prima e dei processi poi. A Castrovillari in molti conoscono la verità e non solo non la dicono ma fanno di tutto per non farla uscire fuori.
Facciolla ha una grossa responsabilità. Sapremo presto se il magistrato battagliero, che ha combattuto in prima linea contro la corruzione e le deviazioni della magistratura, è rimasto ancora identico o se qualcuno è riuscito a “normalizzarlo”. Su questo non faremo sconti neanche a lui, grazie al quale, attraverso il dossier Lupacchini, siamo venuti a conoscenza dei veri segreti della città di Cosenza. I segreti dei poteri forti, non dei boss.
Isabella Internò è sicuramente coperta da magistrati infedeli, corrotti e compromessi. Ma anche da “colletti bianchi” che si travestono da avvocati per riciclare soldi sporchi.
Oggi non è il caso di affrontare di petto il problema, lo faremo presto.
http://www.iacchite.com - 21/12/2015.
Non dev’essere stato facile per Donata Bergamini tornare in quella maledetta procura di Castrovillari dove quel magistrato così piccolo e pavido il 23 febbraio scorso ha fatto i salti mortali per archiviare la riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Denis Bergamini.
Ma quel magistrato piccolo e pavido non c’è più. Ora c’è un magistrato cosentino a dirigere la procura di Castrovillari. Si chiama Eugenio Facciolla e stamattina ha ricevuto Donata insieme all’avvocato Fabio Anselmo e alla sua collaboratrice calabrese Sabrina Rondinelli.
Al di là di quelle che possono essere le dichiarazioni di circostanza rispetto ad un incontro informale, c’è comunque da sottolineare che Facciolla si è esposto affermando che è disponibile a valutare elementi nuovi. Anche se sa bene qual è la posta in gioco.
La protezione di Isabella Internò, che dura ormai da decenni, è decisamente difficile da superare. I poteri forti che stanno dietro a questo omicidio sono ancora vivi e vegeti e Facciolla lo sa.
Sa bene che la procura di Castrovillari è stata ed è ancora il ricettacolo di interessi inconfessabili e di misteri gravissimi, per i quali ci sono responsabilità precise di uomini dello stato che non solo non hanno fatto il loro dovere ma hanno depistato le indagini e continuano a far sentire la loro squallida presenza.
La verità, prima ancora che sulle perizie (già chiarissime, del resto) la si deve ricercare nelle dinamiche che hanno portato all’affossamento delle indagini prima e dei processi poi. A Castrovillari in molti conoscono la verità e non solo non la dicono ma fanno di tutto per non farla uscire fuori.
Facciolla ha una grossa responsabilità. Sapremo presto se il magistrato battagliero, che ha combattuto in prima linea contro la corruzione e le deviazioni della magistratura, è rimasto ancora identico o se qualcuno è riuscito a “normalizzarlo”. Su questo non faremo sconti neanche a lui, grazie al quale, attraverso il dossier Lupacchini, siamo venuti a conoscenza dei veri segreti della città di Cosenza. I segreti dei poteri forti, non dei boss.
Isabella Internò è sicuramente coperta da magistrati infedeli, corrotti e compromessi. Ma anche da “colletti bianchi” che si travestono da avvocati per riciclare soldi sporchi.
Oggi non è il caso di affrontare di petto il problema, lo faremo presto.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Morte Bergamini, incontro in Procura a Castrovillari
Verso la riapertura del caso: possibile riesumazione
Il legale della famiglia del calciatore del Cosenza ha incontrato i magistrati alla presenza della sorella della vittima e di Ilaria Cucchi
di FRANCESCO MOLLO
CASTROVILLARI (CS) – Sul caso di Donato Bergamini ci sono zone d’ombra che sono rimaste tali e che potrebbero motivarne una riapertura, ma tutto va fatto nelle corrette forme di rito. L’inchiesta sulla morte del centrocampista del Cosenza, trovato senza vita la sera del 18 novembre 1989 davanti a un camion sulla statale 106 jonica, nei pressi di Roseto Capo Spulico, per il nuovo procuratore di Castrovillari si può riaprire.
Oggi Eugenio Facciolla ha incontrato la sorella di Denis, Donata Bergamini, e l’avvocato Fabio Anselmo, che assiste la famiglia ferrarese in questa nuova fase e nelle richiesta di rivalutare gli elementi negli atti che non sono stati valutati bene dal giudice che ha archiviato l’inchiesta aperta nel 2011 (LEGGI L'ARCHIVIAZIONE).
LA LETTERA DELLA EX FIDANZATA CHE PARLA DI SPECULAZIONI
Ad accompagnare la donna e il legale c’era anche Ilaria Cucchi, la tenace sorella di Stefano, il geometra arrestato il 15 ottobre 2009 e deceduto dopo una settimana all’ospedale Pertini di Roma; caso di mancata giustizia – ci cui si occupa lo stesso avvocato Anselmo - per il quale la Cassazione ha recentemente annullato l’assoluzione di cinque medici, disponendo un appello-bis per omicidio colposo.
Secondo quanto è trapelato, Facciolla ha evidenziato di non avere elementi certi sul fatto che Bergamini si sia o meno suicidato, esprimendo dubbi sull'ipotesi che lo stesso calciatore possa essersi tolto la vita in un momento in cui era all'apice del successo, aggiungendo però anche dubbi sull'ipotesi di un complotto.
Il procuratore ha spiegato che la richiesta avanzata dal legale della famiglia comporterebbe un’attività di indagine particolarmente invasiva, come lo può essere la riesumazione dei resti del povero calciatore di Boccaleone d’Argenta, ma consentirebbe di stabilire definitivamente se le lesioni riportate da Bergamini siano state vitali o non vitali al momento dell’impatto col camion che lo ha travolto e, dunque, se siano riconducibili all’azione del mezzo, secondo quanto raccontato dai due testimoni oculari all’epoca dei fatti e indagati dell’inchiesta per omicidio volontario appena archiviata: l’ex fidanzata di Denis, Isabella Anna Internò, che era con lui quel sabato pomeriggio, e l’ex camionista di Rosarno, Raffaele Pisano, che era alla guida del mezzo pesante.
«Bisognerebbe fare un salto nel passato - ha spiegato Facciolla - per analizzare il tessuto sociale dell’epoca. Quel che è certo è che ci sono delle zone d’ombra che creano sconcerto. Come alcune lesioni di cui si parla e l’asfissia indotta da un sacchetto di plastica o da qualcosa del genere, che ho visto come qualcosa di molto forte. Ho qualche dubbio all’idea di poter pensare che un atleta che aveva un’affermazione di un certo tipo, all’apice del successo, improvvisamente di punto in bianco decida di farla finita con una modalità così cruenta e repentina».
Al di là della procedura, il magistrato ha definito l’incontro “proficuo” e caratterizzato dalla grande «serenità con la quale la parte ha preso contezza delle difficoltà che il caso stesso presenta».
A fine gennaio si terrà il prossino incontro tra il procuratore Facciolla e l’avvocato Anselmo, al termine di un periodo necessario al magistrato per prendere contezza del corposo fascicolo dell’inchiesta aperta e chiusa dal suo predecessore senza esito.
Lunedì 21 Dicembre 2015 19:19
http://www.ilquotidianoweb.it/news/cron ... ocura.html
Verso la riapertura del caso: possibile riesumazione
Il legale della famiglia del calciatore del Cosenza ha incontrato i magistrati alla presenza della sorella della vittima e di Ilaria Cucchi
di FRANCESCO MOLLO
CASTROVILLARI (CS) – Sul caso di Donato Bergamini ci sono zone d’ombra che sono rimaste tali e che potrebbero motivarne una riapertura, ma tutto va fatto nelle corrette forme di rito. L’inchiesta sulla morte del centrocampista del Cosenza, trovato senza vita la sera del 18 novembre 1989 davanti a un camion sulla statale 106 jonica, nei pressi di Roseto Capo Spulico, per il nuovo procuratore di Castrovillari si può riaprire.
Oggi Eugenio Facciolla ha incontrato la sorella di Denis, Donata Bergamini, e l’avvocato Fabio Anselmo, che assiste la famiglia ferrarese in questa nuova fase e nelle richiesta di rivalutare gli elementi negli atti che non sono stati valutati bene dal giudice che ha archiviato l’inchiesta aperta nel 2011 (LEGGI L'ARCHIVIAZIONE).
LA LETTERA DELLA EX FIDANZATA CHE PARLA DI SPECULAZIONI
Ad accompagnare la donna e il legale c’era anche Ilaria Cucchi, la tenace sorella di Stefano, il geometra arrestato il 15 ottobre 2009 e deceduto dopo una settimana all’ospedale Pertini di Roma; caso di mancata giustizia – ci cui si occupa lo stesso avvocato Anselmo - per il quale la Cassazione ha recentemente annullato l’assoluzione di cinque medici, disponendo un appello-bis per omicidio colposo.
Secondo quanto è trapelato, Facciolla ha evidenziato di non avere elementi certi sul fatto che Bergamini si sia o meno suicidato, esprimendo dubbi sull'ipotesi che lo stesso calciatore possa essersi tolto la vita in un momento in cui era all'apice del successo, aggiungendo però anche dubbi sull'ipotesi di un complotto.
Il procuratore ha spiegato che la richiesta avanzata dal legale della famiglia comporterebbe un’attività di indagine particolarmente invasiva, come lo può essere la riesumazione dei resti del povero calciatore di Boccaleone d’Argenta, ma consentirebbe di stabilire definitivamente se le lesioni riportate da Bergamini siano state vitali o non vitali al momento dell’impatto col camion che lo ha travolto e, dunque, se siano riconducibili all’azione del mezzo, secondo quanto raccontato dai due testimoni oculari all’epoca dei fatti e indagati dell’inchiesta per omicidio volontario appena archiviata: l’ex fidanzata di Denis, Isabella Anna Internò, che era con lui quel sabato pomeriggio, e l’ex camionista di Rosarno, Raffaele Pisano, che era alla guida del mezzo pesante.
«Bisognerebbe fare un salto nel passato - ha spiegato Facciolla - per analizzare il tessuto sociale dell’epoca. Quel che è certo è che ci sono delle zone d’ombra che creano sconcerto. Come alcune lesioni di cui si parla e l’asfissia indotta da un sacchetto di plastica o da qualcosa del genere, che ho visto come qualcosa di molto forte. Ho qualche dubbio all’idea di poter pensare che un atleta che aveva un’affermazione di un certo tipo, all’apice del successo, improvvisamente di punto in bianco decida di farla finita con una modalità così cruenta e repentina».
Al di là della procedura, il magistrato ha definito l’incontro “proficuo” e caratterizzato dalla grande «serenità con la quale la parte ha preso contezza delle difficoltà che il caso stesso presenta».
A fine gennaio si terrà il prossino incontro tra il procuratore Facciolla e l’avvocato Anselmo, al termine di un periodo necessario al magistrato per prendere contezza del corposo fascicolo dell’inchiesta aperta e chiusa dal suo predecessore senza esito.
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Re: VERITA' PER DENIS!
Caso Bergamini: Intervista ad Eugenio Facciolla - RaiSport
http://www.raisport.rai.it/dl/raiSport/ ... 89d25.html
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Re: VERITA' PER DENIS!
Omicidio Bergamini, parla Facciolla: “La perizia sulle tracce di asfissia è una spinta in avanti”.
RaiSport ha mandato in onda alle 18 un’intervista realizzata da Nuccio De Simone al procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla sul caso Bergamini.
Facciolla, dopo aver esordito affermando che “non esclude la riapertura del caso”, ha risposto in maniera articolata alle altre domande, tracciando un quadro finalmente veritiero rispetto all’omicidio di Denis Bergamini.
“Sarebbe opportuno fare un salto a quegli anni e in parallelo su quello che era il contorno degli accadimenti sociali di rilievo in quel periodo a Cosenza. Ci sono delle zone d’ombra ed era su queste che si doveva scandagliare”.
Ma il passaggio più importante si riferisce ad una delle tante perizie che stanno lì a dimostrare come Denis sia stato assassinato.
“C’è un passaggio della perizia di uno dei periti incaricati nella quale si parlava di lesioni non vitali dovute probabilmente ad asfissia indotta da un sacchetto di plastica o qualcosa del genere. Ecco, io ho visto questo particolare come qualcosa di molto forte, una spinta in avanti”. Facciolla si riferisce ad una importante perizia nella quale si rileva una sofferenza polmonare di Bergamini, probabilmente provocata da un tentativo di asfissiarlo per impedirne qualche reazione. E’ verosimile che i suoi assassini lo abbiano indebolito così prima di ucciderlo. E ascoltarlo dalla voce di Facciolla è stato un momento importante.
Infine, i logici dubbi sul “suicidio” di un calciatore all’apice del successo e senza nessun problema di sorta.
Una dichiarazione incoraggiante. Che sa tanto di risposta anche alle incaute e farneticanti dichiarazioni di qualche giorno fa rilasciate da Isabella Internò, l’unica a sostenere ancora la tesi del suicidio e inspiegabilmente non mandata a processo per concorso in omicidio volontario.
http://www.iacchite.com - 21/12/2015.
RaiSport ha mandato in onda alle 18 un’intervista realizzata da Nuccio De Simone al procuratore della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla sul caso Bergamini.
Facciolla, dopo aver esordito affermando che “non esclude la riapertura del caso”, ha risposto in maniera articolata alle altre domande, tracciando un quadro finalmente veritiero rispetto all’omicidio di Denis Bergamini.
“Sarebbe opportuno fare un salto a quegli anni e in parallelo su quello che era il contorno degli accadimenti sociali di rilievo in quel periodo a Cosenza. Ci sono delle zone d’ombra ed era su queste che si doveva scandagliare”.
Ma il passaggio più importante si riferisce ad una delle tante perizie che stanno lì a dimostrare come Denis sia stato assassinato.
“C’è un passaggio della perizia di uno dei periti incaricati nella quale si parlava di lesioni non vitali dovute probabilmente ad asfissia indotta da un sacchetto di plastica o qualcosa del genere. Ecco, io ho visto questo particolare come qualcosa di molto forte, una spinta in avanti”. Facciolla si riferisce ad una importante perizia nella quale si rileva una sofferenza polmonare di Bergamini, probabilmente provocata da un tentativo di asfissiarlo per impedirne qualche reazione. E’ verosimile che i suoi assassini lo abbiano indebolito così prima di ucciderlo. E ascoltarlo dalla voce di Facciolla è stato un momento importante.
Infine, i logici dubbi sul “suicidio” di un calciatore all’apice del successo e senza nessun problema di sorta.
Una dichiarazione incoraggiante. Che sa tanto di risposta anche alle incaute e farneticanti dichiarazioni di qualche giorno fa rilasciate da Isabella Internò, l’unica a sostenere ancora la tesi del suicidio e inspiegabilmente non mandata a processo per concorso in omicidio volontario.
http://www.iacchite.com - 21/12/2015.
ODIO ETERNO AL CALCIO MODERNO!!!