Affinché Salvatore possa di nuovo volare

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cosenza83
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da cosenza83 »

always fan ha scritto:Adesso bisogna solo aiutarlo, poi si potranno fare le analisi.
Adesso firmiamo, mandiamo mail alle iene, e a mezzo mondo!
SALVATORE LIBERO!
:good:
SALVATORE LIBERO!
Come uomo e come ultrà ha dato tanto alla curva credo che sia giusto ed umano firmare e poi sabato essere presenti per chi può alla manifestazione..
E come ha scritto Abba quello che è successo a lui un giorno può succedere a chiunque è bene riflettere su questo.
COSENZA PREVALE
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Vecchio Guardone
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da Vecchio Guardone »

La petizione si è arenata e non siamo neanche a metà strada.
Facciamo tutti un piccolo sforzo in più.
Diffondiamo il link

https://secure.avaaz.org/it/petition/a_ ... b&mobile=1
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Rey86
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da Rey86 »

Vecchio Guardone ha scritto:La petizione si è arenata e non siamo neanche a metà strada.
Facciamo tutti un piccolo sforzo in più.
Diffondiamo il link

https://secure.avaaz.org/it/petition/a_ ... b&mobile=1
:good:

è un tema delicato ma una cosa è certa questi tipi di provvedimenti ( cioè gli OPG) non sono la soluzione questo è poco ma sicuro!
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abba
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da abba »

Vecchio Guardone ha scritto:La petizione si è arenata e non siamo neanche a metà strada.
Facciamo tutti un piccolo sforzo in più.
Diffondiamo il link

https://secure.avaaz.org/it/petition/a_ ... b&mobile=1
:wink:
Credo che la manifestazione di sabato sia alle 17 e non alle 18 come avevo scritto nel primo post
Mi raccomando, presenti in massa, è una rivendicazione di civiltà
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da stefano1992 »

Firmiamo tutti!!!
Ci sedemmo dalla parte del torto, visto che tutti gli altri posti erano occupati(Bertolt Brecht)
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abba
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da abba »

firmate e fate firmare
e oggi pomeriggio corteo
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abba
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da abba »

up up up
ore 17, tribunale di cosenza
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marcello77
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da marcello77 »

“Cosenza, Inferno, andata e ritorno” per Salvatore.

-di Michele Santagata- Venerdì 6 Dicembre 2013, ore 19.30. Siamo davanti al grande cancello che separa il mondo dei vivi da quello dei morti che camminano : OPG di Barcellona pozzo di Gotto. Bussiamo. Qualche secondo e il cancello inizia a scorrere. Entriamo. Davanti a noi una visione che cozza con le aspettative: un bel giardino curato con tanti alberi. Non si direbbe proprio di essere entrati all’inferno. Secondo cancello. Siamo dentro: ufficio matricola. Il personale di custodia ci accoglie. Presentazioni e controllo dei documenti. Moduli da compilare, e tasche da svuotare. Ci informano che il direttore sta per arrivare. Nell’attesa solo frasi di circostanza. Arriva il comandante del personale della polizia penitenziaria. Si accerta che le autorizzazioni siano in regola, e dispone il “colloquio” con il detenuto Salvatore Iaccino. Le guardie ci scortano fin dentro una saletta destinata ai colloqui tra detenuti ed avvocati. Ci sediamo e restiamo in attesa. Qualche minuto, e a rompere il silenzio surreale che regna all’interno della struttura, è il rumore inconfondibile di chiavistelli che aprono e chiudono cancelli in ferro. Mi affaccio e vedo Salvatore fermo sull’uscio dell’ultimo cancello, esita, nonostante gli inviti dell’ agente penitenziario a seguirlo. Braccia conserte e posizione stabile, sembra quasi piantato a terra. Non si muove. Non ha capito il motivo di quella chiamata “fuori orario” in matricola. Chi conosce il carcere sa che essere chiamati fuori dagli orari stabili, spesso non è foriero di buone notizie. Capisco, e rompo gli indugi. Mi affaccio, e lo chiamo: salvatò simu nua. La reazione è istantanea. Come se avessi pronunciato una formula magica. Non mi vede ma ha capito. Inizia a volare. Pochi secondi, ultimo chiavistello, ed è lì con noi. Un abbraccio caloroso, di quelli che solo lui sa fare, scioglie la tensione. Ed è quasi sorriso. E’ sorpreso, felice, e continua ad abbracciarci. La saletta è quella tipica di ogni carcere, qualche sedia ed un tavolo. Ci sediamo. Ancora qualche secondo di silenzio, quasi come a “gustarsi” questo momento. Il carcerato conosce bene il valore di questi momenti. Tutto ciò che spezza la monotonia, del vivere recluso, è qualcosa di “straordinario” che va vissuto fino in fondo. L’emozione lascia spazio alle parole. E parte: “in questo posto sono tutti matti. Ho capito che ho sbagliato, ed ho deciso di curami, ma perfavore portatemi via da qui”. Queste le sue prime parole. Oltre al suo classico rituale : fumamu. Tiriamo fuori le sigarette, che gentilmente il personale di polizia ci ha lasciato portare. Stranamente non ne fumerà che una. E’ lucido. Ammupiato, sedato, per certi versi spento, ma lucido. Consapevole della sua realtà. Chiediamo subito, se sta bene, se ha subito violenze, se lo trattano bene. E lui ci rassicura. Il personale di polizia, dice, si limita solo a fornirgli la terapia. Fin quando “collabori”, non ci sono problemi. E’ stranito, positivamente, dalle tante cartoline che gli sono giunte. Tesse le lodi della città: Cosenza è la mia città, ed io ci vuagliu beni. Ci racconta come trascorre le sue giornate. Scrive, legge, e limita i rapporti con gli altri detenuti all’essenziale. E’ in cella con altre tre persone. Ma non fa altro che ripetere che qui sono tutti matti. Ci chiede di molti. Manda saluti a tutti. C’è anche spazio per qualche sorriso. Per qualche ricordo. Ci guarda incredulo. Ripercorre, la sua vita, soffermandosi su ciò che lo ha portato lì dentro. Comprende il significato dei suoi errori, sottolineando la sproporzionalità della “pena”. E’ disposto ad affrontare un percorso curativo, diverso da questo, in fondo, dice, non ho ammazzato nessuno. Non ci sta a passare per stalker, non era sua intenzione creare problemi a quella ragazza. Chiede scusa, ma sa che è troppo tardi. Chi lo conosce, sa che le sue parole sono vere. Profonde. Fa ammenda. E non si sottrae alle sue responsabilità. Come sempre. Paga in prima persona. Vorrebbe poter chiedere scusa, ma non sa come fare da quel luogo. Arriva il direttore. Si siede con noi ed iniziamo a discutere. Ha compreso bene la portata del caso, e lo stesso si mostra meravigliato di questa soluzione. Pone la sua valutazione professionale (è uno psichiatra), escludendo categoricamente, che per questo ragazzo l’OPG, è la cura migliore. Da anni, il direttore, si batte per chiudere questi luoghi. E’ una persona disponibile, affabile con Salvatore, prospetta una serie di soluzioni che se valutate attentamente possono “risolvere il caso”. Ci da speranza, da speranza a Salvatore. Sono quasi le 21,00. E’ l’ora della terapia, prima di andare a dormire. Ritorna il silenzio. E’ il momento dei saluti. E la tristezza ritorna prepotente. E lui a farci forza. Ha capito che non è solo. E questo è importante per lui. Chiede ancora scusa se ha offeso qualcuno, ma la rabbia certe volte proprio non riesce a controllarla, ma è solo esuberanza, mai violenza. Ci abbracciamo. Ci stringe fino a farci male. Un male che sa di amore. Dice: “Michè, ho imparato a contare fino 10. E da domani inizierò a contare i giorni che mi separano dal ritrovare il bene profondo che ho smarrito”. I cancelli si richiudono, e noi torniamo in silenzio nel mondo dei vivi.

http://www.newsdicalabria.com - 10/12/2013.
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da Vecchio Guardone »

Per scrivere a Salvatore si può mandare qui?

OPG di Barcellona P.G.
Via Vittorio Madia
98051 Barcellona Pozzo Di Gotto

La via dovrebbe essere corretta, ma su internet portano paesi diversi.
Alcuni San Antonio, altri Acquaficara altri proprio Barcellona Pozzo di Grotto

Qualcuno sa essere più preciso?
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raffadani
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da raffadani »

marcello77 ha scritto:“Cosenza, Inferno, andata e ritorno” per Salvatore.

-di Michele Santagata- Venerdì 6 Dicembre 2013, ore 19.30. Siamo davanti al grande cancello che separa il mondo dei vivi da quello dei morti che camminano : OPG di Barcellona pozzo di Gotto. Bussiamo. Qualche secondo e il cancello inizia a scorrere. Entriamo. Davanti a noi una visione che cozza con le aspettative: un bel giardino curato con tanti alberi. Non si direbbe proprio di essere entrati all’inferno. Secondo cancello. Siamo dentro: ufficio matricola. Il personale di custodia ci accoglie. Presentazioni e controllo dei documenti. Moduli da compilare, e tasche da svuotare. Ci informano che il direttore sta per arrivare. Nell’attesa solo frasi di circostanza. Arriva il comandante del personale della polizia penitenziaria. Si accerta che le autorizzazioni siano in regola, e dispone il “colloquio” con il detenuto Salvatore Iaccino. Le guardie ci scortano fin dentro una saletta destinata ai colloqui tra detenuti ed avvocati. Ci sediamo e restiamo in attesa. Qualche minuto, e a rompere il silenzio surreale che regna all’interno della struttura, è il rumore inconfondibile di chiavistelli che aprono e chiudono cancelli in ferro. Mi affaccio e vedo Salvatore fermo sull’uscio dell’ultimo cancello, esita, nonostante gli inviti dell’ agente penitenziario a seguirlo. Braccia conserte e posizione stabile, sembra quasi piantato a terra. Non si muove. Non ha capito il motivo di quella chiamata “fuori orario” in matricola. Chi conosce il carcere sa che essere chiamati fuori dagli orari stabili, spesso non è foriero di buone notizie. Capisco, e rompo gli indugi. Mi affaccio, e lo chiamo: salvatò simu nua. La reazione è istantanea. Come se avessi pronunciato una formula magica. Non mi vede ma ha capito. Inizia a volare. Pochi secondi, ultimo chiavistello, ed è lì con noi. Un abbraccio caloroso, di quelli che solo lui sa fare, scioglie la tensione. Ed è quasi sorriso. E’ sorpreso, felice, e continua ad abbracciarci. La saletta è quella tipica di ogni carcere, qualche sedia ed un tavolo. Ci sediamo. Ancora qualche secondo di silenzio, quasi come a “gustarsi” questo momento. Il carcerato conosce bene il valore di questi momenti. Tutto ciò che spezza la monotonia, del vivere recluso, è qualcosa di “straordinario” che va vissuto fino in fondo. L’emozione lascia spazio alle parole. E parte: “in questo posto sono tutti matti. Ho capito che ho sbagliato, ed ho deciso di curami, ma perfavore portatemi via da qui”. Queste le sue prime parole. Oltre al suo classico rituale : fumamu. Tiriamo fuori le sigarette, che gentilmente il personale di polizia ci ha lasciato portare. Stranamente non ne fumerà che una. E’ lucido. Ammupiato, sedato, per certi versi spento, ma lucido. Consapevole della sua realtà. Chiediamo subito, se sta bene, se ha subito violenze, se lo trattano bene. E lui ci rassicura. Il personale di polizia, dice, si limita solo a fornirgli la terapia. Fin quando “collabori”, non ci sono problemi. E’ stranito, positivamente, dalle tante cartoline che gli sono giunte. Tesse le lodi della città: Cosenza è la mia città, ed io ci vuagliu beni. Ci racconta come trascorre le sue giornate. Scrive, legge, e limita i rapporti con gli altri detenuti all’essenziale. E’ in cella con altre tre persone. Ma non fa altro che ripetere che qui sono tutti matti. Ci chiede di molti. Manda saluti a tutti. C’è anche spazio per qualche sorriso. Per qualche ricordo. Ci guarda incredulo. Ripercorre, la sua vita, soffermandosi su ciò che lo ha portato lì dentro. Comprende il significato dei suoi errori, sottolineando la sproporzionalità della “pena”. E’ disposto ad affrontare un percorso curativo, diverso da questo, in fondo, dice, non ho ammazzato nessuno. Non ci sta a passare per stalker, non era sua intenzione creare problemi a quella ragazza. Chiede scusa, ma sa che è troppo tardi. Chi lo conosce, sa che le sue parole sono vere. Profonde. Fa ammenda. E non si sottrae alle sue responsabilità. Come sempre. Paga in prima persona. Vorrebbe poter chiedere scusa, ma non sa come fare da quel luogo. Arriva il direttore. Si siede con noi ed iniziamo a discutere. Ha compreso bene la portata del caso, e lo stesso si mostra meravigliato di questa soluzione. Pone la sua valutazione professionale (è uno psichiatra), escludendo categoricamente, che per questo ragazzo l’OPG, è la cura migliore. Da anni, il direttore, si batte per chiudere questi luoghi. E’ una persona disponibile, affabile con Salvatore, prospetta una serie di soluzioni che se valutate attentamente possono “risolvere il caso”. Ci da speranza, da speranza a Salvatore. Sono quasi le 21,00. E’ l’ora della terapia, prima di andare a dormire. Ritorna il silenzio. E’ il momento dei saluti. E la tristezza ritorna prepotente. E lui a farci forza. Ha capito che non è solo. E questo è importante per lui. Chiede ancora scusa se ha offeso qualcuno, ma la rabbia certe volte proprio non riesce a controllarla, ma è solo esuberanza, mai violenza. Ci abbracciamo. Ci stringe fino a farci male. Un male che sa di amore. Dice: “Michè, ho imparato a contare fino 10. E da domani inizierò a contare i giorni che mi separano dal ritrovare il bene profondo che ho smarrito”. I cancelli si richiudono, e noi torniamo in silenzio nel mondo dei vivi.

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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da Cdf »

dopo tutto il burdello immediato alla reclusione del nostro salvatore iaccino alias uccello, oggi il silenzio la fa da padrona. Ci sono novità in merito? si dicevo che a breve potesse essere trasferito a cosenza ed invece ...
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da abba »

Cdf ha scritto:dopo tutto il burdello immediato alla reclusione del nostro salvatore iaccino alias uccello, oggi il silenzio la fa da padrona. Ci sono novità in merito? si dicevo che a breve potesse essere trasferito a cosenza ed invece ...
c'è un ordinanza del tribunale di cosenza che impone il trasferimento in una struttura della provincia entro il 15 marzo
Il silenzio non è disinteresse, semplicemente se le date sono fissate non si può fare altro
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da Cdf »

speriamo bene allora
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Re: Affinché Salvatore possa di nuovo volare

Messaggio da marcello77 »

Uccello 'semi-libero', dall'ospedale psichiatrico giudiziario a Borgo dei Mastri.

Uccello non vola più tra gli spalti della curva Denis Bergamini.

Salvatore Iaccino, denunciato per stalking da una vicina di casa, dopo le tante traversie giudiziarie subite nel corso della propria vita, si ritrova oggi ad essere ospitato dalla casa di cura Borgo dei Mastri. La sua posizione è al vaglio dei periti che dovranno decidere in merito alla sua pericolosità sociale. Recluso per circa quattro mesi nell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, Salvatore è stato affidato alle cure dei sanitari di Piano Lago. Arginato l'incubo dell'OPG, struttura dichiarata peraltro incostituzionale, resta quello delle terapie farmacologiche che negli anni hanno compromesso le sue funzioni motorie. Salvatore pare non accetti di buon grado di sottoporsi all'assunzione di psicofarmaci. Eppure continua a migliorare. A dirlo è il suo legale, l'avvocato Nicotera, dalla cui voce trapela la soddisfazione di essere riuscito a strappare dalle grinfie di quello che erano un tempo chiamati manicomi criminali, il noto ultras rossoblù. "Iaccino - afferma Nicotera - ha dei problemi di salute mentale, questo è noto. Oggi però vedo che è molto migliorato. E' lucido, ragionevole. Dialoga e colloquia con cognizione di causa. Sono stati gli stessi sanitari dell'OPG di Barcellona Pozzo di Gotto a dire che quello non era il luogo adatto per lui e che doveva essere trasferito in una struttura meno afflittiva. Pasqua e pasquetta li ha trascorsi a casa con i suoi familiari. Ora siamo in attesa della sentenza di primo grado, ma non è detto che la ragazza voglia andare a processo. Potrebbe anche essere intenzionata a ritirare la querela". A disporre la detenzione di Salvatore nell'OPG siciliano era stato il pubblico ministero Di Maio su richiesta del gip Branda.

Maria Teresa Improta - http://www.quicosenza.it - 15 Maggio 2014.
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