il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Addù re rè, s'è di ricoglia! Senza se e senza ma!
Ma perché non possiamo essere semplicemente dei tifosi sereni? Ogni giorno ce n'è una nuova! Cosenza, infinita... sofferenza!
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
il trofeo è del Cosenza calcio ......deve tornare subito a casa ....
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Qui dovrebbe essere qualche storico tifoso a farsi sentire ed imporsi affinché ritorni il trofeo a casa!
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Vogliamo la bacheca con tutti i trofei vinti +le coppe varie che si danno quando si vincono i vari campionati
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Dal sito de "L'Unità" c'è una vecchia notizia che ricorda la vicenda dell'Anglo-italiano................
Il Toro rivince la Coppa Italia del '43 Comprata da Christie's per 60mila dollari: si chiude il «giallo», ma era già granata...
di Massimo De Marzi
La Coppa Italia del Grande Torino torna a casa. Dopo quaranta giorni di discussioni e polemiche, che avevano portato addirittura all'apertura di un'inchiesta, nel momento in cui si era saputo che il prezioso cimelio sarebbe stato "battuto" da Christie's, ieri mattina il Torino calcio ha ripreso possesso del trofeo, pagando 60 mila euro (40 mila sterline) alla casa d'aste londinese. La memoria di Valentino Mazzola e compagni, insomma, non sarà sporcata. Il gioiello di famiglia non è finito nella bacheca di un collezionista privato, magari di fede granata. La Coppa Italia del 1943 rappresenta un pezzo di storia, visto che in quella stagione il Torino (che di lì a poco sarebbe diventato Grande) fu la prima formazione italiana a centrare l'accoppiata scudetto-coppa. Ma come è stato possibile che una rarità del genere sia finita al centro di un'asta? È doveroso un riepilogo. Il 13 agosto si diffonde una notizia clamorosa: il 24 settembre a Londra sarebbe stata messa all'asta la Coppa Italia vinta dal Grande Torino. Subito si pensa alla "bufala", qualcuno ritiene che chi ha messo in giro questa voce sia stato vittima di un colpo di sole. Invece è tutto terribilmente vero, come viene confermato da Christie's. Si scopre così che il trofeo, che in questi anni era stato ammirato nel corso di diverse mostre organizzate da club di tifosi (l'ultimo caso ad Alpignano in aprile), in realtà non apparteneva più alla società granata. Ne rivendica la proprietà Natalino Fossati, giocatore del Toro anni ‘60 e ‘70. Fossati dichiara di averla ricevuta come premio dall'ex presidente del Torino, Orfeo Pianelli, dopo il successo granata nella Coppa Italia del 1971 (Milan battuto ai rigori nella finale di Genova). Peccato che questa versione dei fatti non venga confermata da Pianelli e dalla figlia Cristina, che assiste l'82enne ex patron del Torino, da anni residente in Costa Azzurra. Fossati insiste nel dire che la Coppa ha fatto bella mostra di sé per anni nella sua abitazione, mostra delle foto che lo testimoniano e dichiara di aver ceduto il trofeo qualche tempo fa ad un amico in difficoltà. La vendita a terzi, però, non risulta vera, secondo le indagini svolte dai collaboratori di Raffaele Guariniello. Sì, perché il polverone suscitato dalla vicenda ha portato nel frattempo all'apertura di un'inchiesta da parte della Procura di Torino, che mira a scoprire se vi siano stati eventuali reati, dal momento che una dozzina di altre coppe e trofei della società granata sarebbe andata perduta nel corso degli anni, complice anche il furto (avvenuto in circostanze abbastanza misteriose nella primavera del 2000). Si assiste ad una lunga sfilati di testimoni eccellenti (giocatori e dirigenti del Torino di ieri e di oggi), i carabinieri acquisiscono documenti preziosi dopo una missione a Londra da Christie's, infine si scopre che è stato lo stesso Fossati a cedere la coppa alla nota casa d'aste inglese, che fissa il prezzo del cimelio in 52 mila euro. Lo stupore e l'indignazione dei tifosi granata lascia il posto alle iniziative, così si scopre che un appassionato di Verbania si è impegnato a versare 10 mila euro, un altro annuncia di aver aperto un conto corrente sul quale far pervenire delle offerte, il sindaco di Torino Chiamparino, l'assessore allo sport Montabone e il deputato della Margherita Merlo si fanno promotori di iniziative e di collette per il recupero della coppa. Il Torino Calcio, dopo aver manifestato l'intenzione (poi abbandonata) di bloccare la vendita del trofeo, decide di scendere in campo per riavere il trofeo. Il patron Franco Cimminelli, accusato dai tifosi di non aver abbastanza a cuore la storia granata, dichiara ai suoi collaboratori di voler fare di tutto per riportare a Torino la coppa. Ieri mattina i rappresentanti della società, il presidente Romero e il vice Simone Cimminelli, figlio del proprietario, hanno partecipato all'asta dalla sede torinese di Christie's in via Maria Vittoria, lasciando alla responsabile Marinella Guglielmi il compito di effettuare le offerte via telefono. «Siamo soddisfatti, possiamo dire: missione compiuta» ha spiegato Romero. «Abbiamo riportato a casa un cimelio che sarà tra i pezzi pregiati del Museo del Torino, che verrà costruito nell'area dove sorgeva lo stadio Filadelfia». Il lotto numero 67, la Coppa Italia del 1943, è stata ceduta al Torino Calcio per 60 mila euro. Capitan Mazzola, da lassù, avrà tirato un sospiro di sollievo…
Quello che mi chiedo è si l'anglo italiano finiscissa all'asta, chini s'accattassa e soprattutto quannu valissa ???????
Il Toro rivince la Coppa Italia del '43 Comprata da Christie's per 60mila dollari: si chiude il «giallo», ma era già granata...
di Massimo De Marzi
La Coppa Italia del Grande Torino torna a casa. Dopo quaranta giorni di discussioni e polemiche, che avevano portato addirittura all'apertura di un'inchiesta, nel momento in cui si era saputo che il prezioso cimelio sarebbe stato "battuto" da Christie's, ieri mattina il Torino calcio ha ripreso possesso del trofeo, pagando 60 mila euro (40 mila sterline) alla casa d'aste londinese. La memoria di Valentino Mazzola e compagni, insomma, non sarà sporcata. Il gioiello di famiglia non è finito nella bacheca di un collezionista privato, magari di fede granata. La Coppa Italia del 1943 rappresenta un pezzo di storia, visto che in quella stagione il Torino (che di lì a poco sarebbe diventato Grande) fu la prima formazione italiana a centrare l'accoppiata scudetto-coppa. Ma come è stato possibile che una rarità del genere sia finita al centro di un'asta? È doveroso un riepilogo. Il 13 agosto si diffonde una notizia clamorosa: il 24 settembre a Londra sarebbe stata messa all'asta la Coppa Italia vinta dal Grande Torino. Subito si pensa alla "bufala", qualcuno ritiene che chi ha messo in giro questa voce sia stato vittima di un colpo di sole. Invece è tutto terribilmente vero, come viene confermato da Christie's. Si scopre così che il trofeo, che in questi anni era stato ammirato nel corso di diverse mostre organizzate da club di tifosi (l'ultimo caso ad Alpignano in aprile), in realtà non apparteneva più alla società granata. Ne rivendica la proprietà Natalino Fossati, giocatore del Toro anni ‘60 e ‘70. Fossati dichiara di averla ricevuta come premio dall'ex presidente del Torino, Orfeo Pianelli, dopo il successo granata nella Coppa Italia del 1971 (Milan battuto ai rigori nella finale di Genova). Peccato che questa versione dei fatti non venga confermata da Pianelli e dalla figlia Cristina, che assiste l'82enne ex patron del Torino, da anni residente in Costa Azzurra. Fossati insiste nel dire che la Coppa ha fatto bella mostra di sé per anni nella sua abitazione, mostra delle foto che lo testimoniano e dichiara di aver ceduto il trofeo qualche tempo fa ad un amico in difficoltà. La vendita a terzi, però, non risulta vera, secondo le indagini svolte dai collaboratori di Raffaele Guariniello. Sì, perché il polverone suscitato dalla vicenda ha portato nel frattempo all'apertura di un'inchiesta da parte della Procura di Torino, che mira a scoprire se vi siano stati eventuali reati, dal momento che una dozzina di altre coppe e trofei della società granata sarebbe andata perduta nel corso degli anni, complice anche il furto (avvenuto in circostanze abbastanza misteriose nella primavera del 2000). Si assiste ad una lunga sfilati di testimoni eccellenti (giocatori e dirigenti del Torino di ieri e di oggi), i carabinieri acquisiscono documenti preziosi dopo una missione a Londra da Christie's, infine si scopre che è stato lo stesso Fossati a cedere la coppa alla nota casa d'aste inglese, che fissa il prezzo del cimelio in 52 mila euro. Lo stupore e l'indignazione dei tifosi granata lascia il posto alle iniziative, così si scopre che un appassionato di Verbania si è impegnato a versare 10 mila euro, un altro annuncia di aver aperto un conto corrente sul quale far pervenire delle offerte, il sindaco di Torino Chiamparino, l'assessore allo sport Montabone e il deputato della Margherita Merlo si fanno promotori di iniziative e di collette per il recupero della coppa. Il Torino Calcio, dopo aver manifestato l'intenzione (poi abbandonata) di bloccare la vendita del trofeo, decide di scendere in campo per riavere il trofeo. Il patron Franco Cimminelli, accusato dai tifosi di non aver abbastanza a cuore la storia granata, dichiara ai suoi collaboratori di voler fare di tutto per riportare a Torino la coppa. Ieri mattina i rappresentanti della società, il presidente Romero e il vice Simone Cimminelli, figlio del proprietario, hanno partecipato all'asta dalla sede torinese di Christie's in via Maria Vittoria, lasciando alla responsabile Marinella Guglielmi il compito di effettuare le offerte via telefono. «Siamo soddisfatti, possiamo dire: missione compiuta» ha spiegato Romero. «Abbiamo riportato a casa un cimelio che sarà tra i pezzi pregiati del Museo del Torino, che verrà costruito nell'area dove sorgeva lo stadio Filadelfia». Il lotto numero 67, la Coppa Italia del 1943, è stata ceduta al Torino Calcio per 60 mila euro. Capitan Mazzola, da lassù, avrà tirato un sospiro di sollievo…
Quello che mi chiedo è si l'anglo italiano finiscissa all'asta, chini s'accattassa e soprattutto quannu valissa ???????
POCA CUMBIDENZA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Chini vò capire capiscia...............
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Ritengo sia una puttanata colossale. Dove mai si è visto che una società regala un trofeo ad un allenatore??? Siccome noi ne avevamo tanti. Quei pochissimi che abbiamo, li regaliamo???originalbruzy ha scritto:Come già detto sopra, pare che la società l'abbia regalato all'allenatore come dono, boh...mi è stato riferito da un giornalista di Cosenza molto attento da anni alle vicissitudini del CosenzaIl Giustiziere ha scritto:e picchì l'avissa de petrillo? che senso ha questo?
Molto probabile che la famiglia Pagliuso si sia appropriata indebitamente dei nostri trofei. Per la serie: "U Cusenza è u miu e fazzu chiru ca cazzu mi piacia".
E' nella natura di quelle persone depredare. Prima la casse societarie, con il conseguente fallimento e poi i trofei.
E naturalmente è stato il miglior presidente della storia del Cosenza.........
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Tu ritieni quello che vuoi,ma mi sa che corrisponde a veritàmarcello77 ha scritto:Ritengo sia una puttanata colossale. Dove mai si è visto che una società regala un trofeo ad un allenatore??? Siccome noi ne avevamo tanti. Quei pochissimi che abbiamo, li regaliamo???originalbruzy ha scritto:Come già detto sopra, pare che la società l'abbia regalato all'allenatore come dono, boh...mi è stato riferito da un giornalista di Cosenza molto attento da anni alle vicissitudini del CosenzaIl Giustiziere ha scritto:e picchì l'avissa de petrillo? che senso ha questo?
Molto probabile che la famiglia Pagliuso si sia appropriata indebitamente dei nostri trofei. Per la serie: "U Cusenza è u miu e fazzu chiru ca cazzu mi piacia".
E' nella natura di quelle persone depredare. Prima la casse societarie, con il conseguente fallimento e poi i trofei.
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
La cosa più semplice sarebbe una mossa ufficiale della attuale società. Guarascio e occhiuto possono richiedere ufficialmente la coppa a pagliuso e/o de Petrillo.
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Si commissiona una replica del trofeo e la si dà in cambio dell'originale.
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Giovà, ufficialmente quello che sappiamo è che il trofeo lo ha rubato Pagliuso. Lo sappiamo dalle dichiarazioni dell'ass. Vigna. Che tra l'altro ha fatto passare il messia come un benefattore, il quale vuole restituire la refurtiva alla città.originalbruzy ha scritto:Tu ritieni quello che vuoi,ma mi sa che corrisponde a verità
Possiamo, dunque, soltanto discutere su tale affermazione.
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Non posso farti il nome del giornalista per educazione, ma ti garantisco che è sicuro di quello che dice. Onestamente io non lo so, ho solo riportato. Però tu lo conosci molto benemarcello77 ha scritto:Giovà, ufficialmente quello che sappiamo è che il trofeo lo ha rubato Pagliuso. Lo sappiamo dalle dichiarazioni dell'ass. Vigna. Che tra l'altro ha fatto passare il messia come un benefattore, il quale vuole restituire la refurtiva alla città.originalbruzy ha scritto:Tu ritieni quello che vuoi,ma mi sa che corrisponde a verità
Possiamo, dunque, soltanto discutere su tale affermazione.
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Se il giornalista in questione ritiene la notizia fondata ed attendibile, allora perchè non scrive un articolo o emette un comunicato???originalbruzy ha scritto:Non posso farti il nome del giornalista per educazione, ma ti garantisco che è sicuro di quello che dice. Onestamente io non lo so, ho solo riportato. Però tu lo conosci molto benemarcello77 ha scritto:Giovà, ufficialmente quello che sappiamo è che il trofeo lo ha rubato Pagliuso. Lo sappiamo dalle dichiarazioni dell'ass. Vigna. Che tra l'altro ha fatto passare il messia come un benefattore, il quale vuole restituire la refurtiva alla città.originalbruzy ha scritto:Tu ritieni quello che vuoi,ma mi sa che corrisponde a verità
Possiamo, dunque, soltanto discutere su tale affermazione.
Attualmente, l'unica notizia certa è che il trofeo lo ha Pagliuso.......fonte ass. Vigna.
Se ciò non corrisponde a verità, allora il messia faccia una smentita.
Fino ad allora, io prenderò per buona questa tesi
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Para ca Pagliusu abbia fatto testamento. A morte sua riavremo il trofeo...
CA TI VO CADA A LINGUA QUANNU LICCHI U cul* A GUARASCIU!
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Alla domanda di chi e' la coppa, una possibile risposta sarebbe" e'dde Petrillo".Il Giustiziere ha scritto: venerdì 1 maggio 2015, 11:16 e picchì l'avissa de petrillo? che senso ha questo?
29 maggio 2020:"Io non sono mai retrocesso!
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Re: il trofeo dell'anglo-italiano deve tornare a casa.
Ma mki dè sta minkiata?il trofeo è della società e di tutti noi tifosi..quindi torna a casa lassie...
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