e menomale che non ci sono interessi
(Dal Quotidiano della Calabria on line) Nel frattempo però nel centrodestra saltavano i nervi, anche a causa di rancori pregressi. Il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo e l'ex assessore Massimo Lomonaco, protagonista dell'inchiesta che ha travolto la precedente giunta (LEGGI), litigano fino ad arrivare alle botte. Entrambi fanno ricorso alle cure dei sanitari, chiamando in causa la polizia con l'accusa reciproca di aver iniziato la rissa. Ed entrambi sono poi finiti in ospedale. Abramo guarirà in 15 giorni, Lomonaco in 7.
Occhiuto si candida alla provincia?
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Re: Occhiuto si candida alla provincia?
La Provincia di Cosenza “regala” 800mila euro al patron Gerardo Smurra.
Una transazione da 800mila euro tra la Provincia di Cosenza e una società rossanese di nome Isital facilmente riconducibile al patron dell’azienda Simet, Gerardo Smurra. Soldi pubblici letteralmente regalati all’imprenditore del settore automobilistico attraverso una transazione che ha davvero dell’inverosimile per la consistenza della cifra.
L’espediente della transazione, del resto, è gettonatissimo da parte dei soliti maneggioni della politica e dell’imprenditoria. Di solito si applica alla sanità ma, come vediamo, ahinoi, ogni giorno, è una pratica che si espande a macchia d’olio e arricchisce costantemente gli amici degli amici.
Questa transazione, in particolare, è ancora più incredibile perché la società rossanese aveva addirittura perso la causa in due gradi di giudizio. Anche i bambini capirebbero che, in una situazione giudiziaria del genere, l’ultimo grado di giudizio in Cassazione sarebbe stato quasi una passeggiata. E invece, improvvisamente, con una determinazione dirigenziale del 25 settembre, scopriamo che la Provincia, magistralmente (si fa per dire…) consigliata dal leggendario avvocato del foro di Cosenza Benedetto Carratelli, massimo esperto in materia, si accolla sul groppone 800mila cucuzze da dare all’ingegnere Smurra.
Ma cerchiamo di ricostruire tutta questa intricata matassa.
Con un contratto di locazione del 1992 la società Isital ha locato alla Provincia di Cosenza il fabbricato di sua proprietà sito a Rossano adibito a Istituto Tecnico Scolastico Femminile.
Nel 2006 la società recede dal contratto e si apre un contenzioso, che dura circa sette anni. L’Isital ricorre presso il Tribunale di Cosenza per risarcimento danni, calcolati con accertamento tecnico preventivo presso il Tribunale di Rossano, provocati dalla Provincia all’immobile. Ma ricorre anche per il mancato pagamento dei canoni dovuti oltre interessi delle singole scadenze fino alla restituzione dell’immobile. E infine per il mancato godimento dell’immobile stesso.
Il Tribunale di Cosenza respinge la richiesta della società Isital in due circostanze e, come ultima ratio, ricorre in Cassazione richiedendo una declaratoria di inefficacia del recesso del contratto da parte della Provincia. Una specie di “mossa della disperazione” con pochissime speranze di successo.
I danni quantificati dalla società Isital ammontano a 1milione 777mila euro. Tutto lascia pensare a un buco nell’acqua quando ecco spuntare nelle segrete stanze della Provincia il leggendario Carratelli. Incredibile, ma vero. Alla vigilia dell’ultimo, scontatissimo grado di giudizio, la Provincia procede a una transazione guidata da uno dei “principi” del foro di Cosenza sulla base di 800mila euro (450mila euro entro trenta giorni dalla sottoscrizione e 350mila euro entro il 15 febbraio 2016) più la riconsegna dei locali in favore della Isital nello stato di fatto in cui si trovano.
A firmare questa assurda transazione sono l’amministratore delegato della Isital, che è proprio Gerardo Smurra, patron della Simet e per la Provincia i dirigenti Antonio Molinari, Giovanni De Rose e Giuseppe Nardi.
Lo spreco dei soldi pubblici, che quindi dovrebbero essere di tutti i cittadini, ha raggiunto ormai livelli intollerabili. Per giunta in un momento di crisi economica che non ha precedenti. E mentre la gente non sa come fare per arrivare alla fine del mese, i guadagni “leciti” per chi ha le solite entrature nei Palazzi del Potere aumentano sempre di più.
Una società alla quale non sarebbe toccato un solo euro in virtù di ben due giudizi persi, con il cambio della guardia alla guida della Provincia di Cosenza (sapete tutti chi è il presidente), si vede aprire le porte di una transazione che non ha davvero nessuna logica.
Il leggendario avvocato, specialista in transazioni, si becca anche 25mila euro per il “disturbo” mentre il presidente (che conoscete tutti) si è guardato bene dal firmare la deternina lasciando al suo posto i soliti dirigenti di turno (due dei quali facilmente riconducibili alla sua “corte dei miracoli”) in modo da far prendere a loro la responsabilità nei confronti dei cittadini e soprattutto della Corte dei Conti e per poter dire, come al solito, che lui non ne sapeva niente.
Della serie: continuiamo così, facciamoci del male!
http://www.iacchite.com - 14/10/2015.
Mi raccomando. Il problema dell'Italia sono gli immigrati puzzolenti, che ci rubano il lavoro e violentano le nostre donne........
Salvini docet.
Una transazione da 800mila euro tra la Provincia di Cosenza e una società rossanese di nome Isital facilmente riconducibile al patron dell’azienda Simet, Gerardo Smurra. Soldi pubblici letteralmente regalati all’imprenditore del settore automobilistico attraverso una transazione che ha davvero dell’inverosimile per la consistenza della cifra.
L’espediente della transazione, del resto, è gettonatissimo da parte dei soliti maneggioni della politica e dell’imprenditoria. Di solito si applica alla sanità ma, come vediamo, ahinoi, ogni giorno, è una pratica che si espande a macchia d’olio e arricchisce costantemente gli amici degli amici.
Questa transazione, in particolare, è ancora più incredibile perché la società rossanese aveva addirittura perso la causa in due gradi di giudizio. Anche i bambini capirebbero che, in una situazione giudiziaria del genere, l’ultimo grado di giudizio in Cassazione sarebbe stato quasi una passeggiata. E invece, improvvisamente, con una determinazione dirigenziale del 25 settembre, scopriamo che la Provincia, magistralmente (si fa per dire…) consigliata dal leggendario avvocato del foro di Cosenza Benedetto Carratelli, massimo esperto in materia, si accolla sul groppone 800mila cucuzze da dare all’ingegnere Smurra.
Ma cerchiamo di ricostruire tutta questa intricata matassa.
Con un contratto di locazione del 1992 la società Isital ha locato alla Provincia di Cosenza il fabbricato di sua proprietà sito a Rossano adibito a Istituto Tecnico Scolastico Femminile.
Nel 2006 la società recede dal contratto e si apre un contenzioso, che dura circa sette anni. L’Isital ricorre presso il Tribunale di Cosenza per risarcimento danni, calcolati con accertamento tecnico preventivo presso il Tribunale di Rossano, provocati dalla Provincia all’immobile. Ma ricorre anche per il mancato pagamento dei canoni dovuti oltre interessi delle singole scadenze fino alla restituzione dell’immobile. E infine per il mancato godimento dell’immobile stesso.
Il Tribunale di Cosenza respinge la richiesta della società Isital in due circostanze e, come ultima ratio, ricorre in Cassazione richiedendo una declaratoria di inefficacia del recesso del contratto da parte della Provincia. Una specie di “mossa della disperazione” con pochissime speranze di successo.
I danni quantificati dalla società Isital ammontano a 1milione 777mila euro. Tutto lascia pensare a un buco nell’acqua quando ecco spuntare nelle segrete stanze della Provincia il leggendario Carratelli. Incredibile, ma vero. Alla vigilia dell’ultimo, scontatissimo grado di giudizio, la Provincia procede a una transazione guidata da uno dei “principi” del foro di Cosenza sulla base di 800mila euro (450mila euro entro trenta giorni dalla sottoscrizione e 350mila euro entro il 15 febbraio 2016) più la riconsegna dei locali in favore della Isital nello stato di fatto in cui si trovano.
A firmare questa assurda transazione sono l’amministratore delegato della Isital, che è proprio Gerardo Smurra, patron della Simet e per la Provincia i dirigenti Antonio Molinari, Giovanni De Rose e Giuseppe Nardi.
Lo spreco dei soldi pubblici, che quindi dovrebbero essere di tutti i cittadini, ha raggiunto ormai livelli intollerabili. Per giunta in un momento di crisi economica che non ha precedenti. E mentre la gente non sa come fare per arrivare alla fine del mese, i guadagni “leciti” per chi ha le solite entrature nei Palazzi del Potere aumentano sempre di più.
Una società alla quale non sarebbe toccato un solo euro in virtù di ben due giudizi persi, con il cambio della guardia alla guida della Provincia di Cosenza (sapete tutti chi è il presidente), si vede aprire le porte di una transazione che non ha davvero nessuna logica.
Il leggendario avvocato, specialista in transazioni, si becca anche 25mila euro per il “disturbo” mentre il presidente (che conoscete tutti) si è guardato bene dal firmare la deternina lasciando al suo posto i soliti dirigenti di turno (due dei quali facilmente riconducibili alla sua “corte dei miracoli”) in modo da far prendere a loro la responsabilità nei confronti dei cittadini e soprattutto della Corte dei Conti e per poter dire, come al solito, che lui non ne sapeva niente.
Della serie: continuiamo così, facciamoci del male!
http://www.iacchite.com - 14/10/2015.
Mi raccomando. Il problema dell'Italia sono gli immigrati puzzolenti, che ci rubano il lavoro e violentano le nostre donne........
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Re: Occhiuto si candida alla provincia?
Provincia, Occhiuto deve cacciare l’amico di Morrone. Il sindaco di Crosia scrive al prefetto.
Ancora grattacapi per quel cazzaro di Mario Occhiuto. Questa volta i problemi si riferiscono alla sua qualifica di presidente della Provincia.
C’è un consigliere provinciale, tale Pietro Lucisano di Rossano, che era stato eletto in quanto consigliere comunale di Rossano. Poiché, come tutti sanno, a Rossano un folto gruppo di consiglieri comunali si è dimesso per arrivare all’obiettivo della “caduta” del sindaco Antoniotti, il signor Lucisano è contestualmente decaduto dalla carica di consigliere provinciale.
E il presidente-cazzaro, come da legge e da regolamento, avrebbe dovuto convocare il consiglio provinciale entro dieci giorni dalla decadenza di Lucisano per surrogarlo con il primo dei non eletti.
Occhiuto, ovviamente (lui ha una specie di idiosincrasia per le leggi “normali” perché crede che a Cosenza e provincia le leggi le possano fare direttamente lui insieme al procuratore Granieri…), non ha ottemperato a quanto prescrivono i regolamenti. Perché mai?
Per ogni comportamento di Occhiuto c’è un perché. Il signor Lucisano, infatti, è un seguace del verbo del leggendario Ennio Morrone e il “padrino politico” ha detto chiaramente ad Occhiuto che il suo amico non si tocca. Anche se la legge dice il contrario.
Morrone l’ha finanche dichiarato sulla stampa di regime, al suo “scendiletto” preferito ovvero Attilio Sabato (il megadirettore galattico di Ten). Lucisano resta al suo posto e non vi permettete ad avanzare istanze di decadenza.
Ora, se Morrone può influenzare facilmente Occhiuto per motivazioni che riguardano la sua (pessima) sindacatura, è chiaro che non può controllare il pensiero di tutti, specialmente di colui che deve entrare al posto del suo amico in consiglio provinciale.
E così Antonio Russo, sindaco di Crosia, che deve subentrare per legge a Lucisano, attesi invano i canonici dieci giorni, ha preso carta e penna e ha scritto un sacrosanto esposto-denuncia al prefetto e al procuratore della Repubblica. Che saranno sempre sotto la “zampa” di Occhiuto ma che devono rendere conto anche al ministro dell’Interno, che, per somma sfortuna di Occhiuto e Morrone, non è proprio allineato alle loro posizioni. Anzi, essendo compagno di partito del Cinghiale, ha tutto l’interesse a calcare la mano su Mario il cazzaro.
Ma andiamo a leggere cosa c’è scritto nell’esposto di Antonio Russo.
“Il signor Pietro Lucisano – scrive Russo -, eletto consigliere provinciale nella lista “Patto tra Comuni” alle elezioni provinciali del 12 ottobre 2014, si è dimesso dalla carica di consigliere comunale del Comune di Rossano in data 17 novembre 2015… L’articolo 1 della legge n. 56/2014 stabilisce che “la cessazione dalla carica comunale comporta la decadenza da consigliere provinciale” e prevede anche che “i seggi che rimangono vacanti per qualsiasi causa, ivi compresa la cessazione dalla carica di sindaco o di consigliere di un Comune della Provincia, sono attribuiti ai candidati che nella medesima lista hanno ottenuto la maggiore cifra individuale ponderata…”.
Russo ricorda, quindi, che “la normativa vigente prescrive che entro e non oltre dieci giorni dalle dimissioni del consigliere, il presidente della Provincia deve procedere alla convocazione del consiglio provinciale per deliberare la surroga del consigliere decaduto”. E che il 25 novembre scorso è stato depositato presso il protocollo dell’ente provinciale un invito formale al presidente per la convocazione del consiglio.
Questo invito è stato reiterato il 4 dicembre scorso ma senza successo.
Di conseguenza, accertato che sono passati ormai 30 giorni dalle dimissioni del consigliere Lucisano, Russo chiede al prefetto e al ministro dell’Interno di diffidare “il presidente della Provincia a convocare nei termini di legge il consiglio provinciale di Cosenza per procedere alla surroga del consigliere decaduto e in caso di mancata osservanza dell’obbligo di legge da parte del presidente di provvedere alla convocazione del consiglio provinciale di Cosenza con all’ordine del giorno la surroga del consigliere Lucisano con il primo dei non eletti”.
Al procuratore, invece, chiede “di disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti, valutando eventuali profili di illiceità penale degli stessi”.
http://www.iacchite.com - 17/12/2015.
Ancora grattacapi per quel cazzaro di Mario Occhiuto. Questa volta i problemi si riferiscono alla sua qualifica di presidente della Provincia.
C’è un consigliere provinciale, tale Pietro Lucisano di Rossano, che era stato eletto in quanto consigliere comunale di Rossano. Poiché, come tutti sanno, a Rossano un folto gruppo di consiglieri comunali si è dimesso per arrivare all’obiettivo della “caduta” del sindaco Antoniotti, il signor Lucisano è contestualmente decaduto dalla carica di consigliere provinciale.
E il presidente-cazzaro, come da legge e da regolamento, avrebbe dovuto convocare il consiglio provinciale entro dieci giorni dalla decadenza di Lucisano per surrogarlo con il primo dei non eletti.
Occhiuto, ovviamente (lui ha una specie di idiosincrasia per le leggi “normali” perché crede che a Cosenza e provincia le leggi le possano fare direttamente lui insieme al procuratore Granieri…), non ha ottemperato a quanto prescrivono i regolamenti. Perché mai?
Per ogni comportamento di Occhiuto c’è un perché. Il signor Lucisano, infatti, è un seguace del verbo del leggendario Ennio Morrone e il “padrino politico” ha detto chiaramente ad Occhiuto che il suo amico non si tocca. Anche se la legge dice il contrario.
Morrone l’ha finanche dichiarato sulla stampa di regime, al suo “scendiletto” preferito ovvero Attilio Sabato (il megadirettore galattico di Ten). Lucisano resta al suo posto e non vi permettete ad avanzare istanze di decadenza.
Ora, se Morrone può influenzare facilmente Occhiuto per motivazioni che riguardano la sua (pessima) sindacatura, è chiaro che non può controllare il pensiero di tutti, specialmente di colui che deve entrare al posto del suo amico in consiglio provinciale.
E così Antonio Russo, sindaco di Crosia, che deve subentrare per legge a Lucisano, attesi invano i canonici dieci giorni, ha preso carta e penna e ha scritto un sacrosanto esposto-denuncia al prefetto e al procuratore della Repubblica. Che saranno sempre sotto la “zampa” di Occhiuto ma che devono rendere conto anche al ministro dell’Interno, che, per somma sfortuna di Occhiuto e Morrone, non è proprio allineato alle loro posizioni. Anzi, essendo compagno di partito del Cinghiale, ha tutto l’interesse a calcare la mano su Mario il cazzaro.
Ma andiamo a leggere cosa c’è scritto nell’esposto di Antonio Russo.
“Il signor Pietro Lucisano – scrive Russo -, eletto consigliere provinciale nella lista “Patto tra Comuni” alle elezioni provinciali del 12 ottobre 2014, si è dimesso dalla carica di consigliere comunale del Comune di Rossano in data 17 novembre 2015… L’articolo 1 della legge n. 56/2014 stabilisce che “la cessazione dalla carica comunale comporta la decadenza da consigliere provinciale” e prevede anche che “i seggi che rimangono vacanti per qualsiasi causa, ivi compresa la cessazione dalla carica di sindaco o di consigliere di un Comune della Provincia, sono attribuiti ai candidati che nella medesima lista hanno ottenuto la maggiore cifra individuale ponderata…”.
Russo ricorda, quindi, che “la normativa vigente prescrive che entro e non oltre dieci giorni dalle dimissioni del consigliere, il presidente della Provincia deve procedere alla convocazione del consiglio provinciale per deliberare la surroga del consigliere decaduto”. E che il 25 novembre scorso è stato depositato presso il protocollo dell’ente provinciale un invito formale al presidente per la convocazione del consiglio.
Questo invito è stato reiterato il 4 dicembre scorso ma senza successo.
Di conseguenza, accertato che sono passati ormai 30 giorni dalle dimissioni del consigliere Lucisano, Russo chiede al prefetto e al ministro dell’Interno di diffidare “il presidente della Provincia a convocare nei termini di legge il consiglio provinciale di Cosenza per procedere alla surroga del consigliere decaduto e in caso di mancata osservanza dell’obbligo di legge da parte del presidente di provvedere alla convocazione del consiglio provinciale di Cosenza con all’ordine del giorno la surroga del consigliere Lucisano con il primo dei non eletti”.
Al procuratore, invece, chiede “di disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti, valutando eventuali profili di illiceità penale degli stessi”.
http://www.iacchite.com - 17/12/2015.
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Re: Occhiuto si candida alla provincia?
La scure del Tar sulla Provincia di Cosenza.
Il Tribunale amministrativo dichiara illegittima la nomina del vicepresidente Bruno firmata da Occhiuto. Che non poteva procedere perché già decaduto da sindaco-presidente.
La nomina del vicepresidente della Provincia di Cosenza, firmata lo scorso mese di febbraio dall’ex presidente Mario Occhiuto, è illegittima. È quanto ha stabilito il Tar Calabria con una sentenza che è stata depositata nelle scorse ore. Dunque, va a vuoto il tentativo dell’architetto forzista che aveva provato a imporre il nome di Francesco Bruno alla guida dell’ente intermedio prima che venisse dichiarata la sua decadenza dalla carica di sindaco di Cosenza e, quindi, di presidente della Provincia.
La decisione del tribunale amministrativo calabrese, che ha accolto un ricorso del consigliere provinciale dem Graziano Natale, non sorprende. Già nel momento in cui fu ufficializzata la sfiducia a Palazzo dei Bruzi, con la conseguente fine anticipata della legislatura, fu subito chiaro che Occhiuto avrebbe dovuto lasciare la poltrona di presidente della Provincia. C’è una legge nazionale, la numero 56 del 2014, che non lascia spazio a molte interpretazioni. Al comma 65 dell’articolo 1 è chiaramente indicato che «il presidente della Provincia decade dalla carica in caso di cessazione dalla carica di sindaco». Resta adesso da capire chi prenderà in mano le redini della Provincia. È probabile che le funzioni di vicepresidente vengano assegnate al consigliere “anziano”, probabilmente lo stesso Graziano che ha trascinato Occhiuto davanti al Tar.
Antonio Ricchio - http://www.corrieredellacalabria.it - 17/05/2016.
Il Tribunale amministrativo dichiara illegittima la nomina del vicepresidente Bruno firmata da Occhiuto. Che non poteva procedere perché già decaduto da sindaco-presidente.
La nomina del vicepresidente della Provincia di Cosenza, firmata lo scorso mese di febbraio dall’ex presidente Mario Occhiuto, è illegittima. È quanto ha stabilito il Tar Calabria con una sentenza che è stata depositata nelle scorse ore. Dunque, va a vuoto il tentativo dell’architetto forzista che aveva provato a imporre il nome di Francesco Bruno alla guida dell’ente intermedio prima che venisse dichiarata la sua decadenza dalla carica di sindaco di Cosenza e, quindi, di presidente della Provincia.
La decisione del tribunale amministrativo calabrese, che ha accolto un ricorso del consigliere provinciale dem Graziano Natale, non sorprende. Già nel momento in cui fu ufficializzata la sfiducia a Palazzo dei Bruzi, con la conseguente fine anticipata della legislatura, fu subito chiaro che Occhiuto avrebbe dovuto lasciare la poltrona di presidente della Provincia. C’è una legge nazionale, la numero 56 del 2014, che non lascia spazio a molte interpretazioni. Al comma 65 dell’articolo 1 è chiaramente indicato che «il presidente della Provincia decade dalla carica in caso di cessazione dalla carica di sindaco». Resta adesso da capire chi prenderà in mano le redini della Provincia. È probabile che le funzioni di vicepresidente vengano assegnate al consigliere “anziano”, probabilmente lo stesso Graziano che ha trascinato Occhiuto davanti al Tar.
Antonio Ricchio - http://www.corrieredellacalabria.it - 17/05/2016.
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