GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
Sergio Crocco Salvia
Buon Natale Presidente. No, non sono ironico.
Ti auguro davvero di passare un Buon Natale e belle feste. E ti auguro un bellissimo 2023.
Non sono ironico perché, per quanto tu ne possa dubitare, io non ti odio affatto.
Mi hai tolto la gioia di andare fisicamente a vedere i LUPI, la mia passione infinita. E l'hai tolta a migliaia di altri miei concittadini. Ma non ti odio, non posso odiarti. Hai smantellato, quasi con maniacale precisione, una passione di una provincia intera, dando l'accezione più negativa possibile alla parola Cosenza Calcio. Ma neanche per questo non riesco ad odiarti.
Negli ultimi tempi hai indossato i panni dello sceriffo, con complicità istituzionali che meriterebbero ispezioni ministeriali se solo avessimo una classe politica degna, con la richiesta di diffide e multe e con le perquisizioni corporee a bambini-tifosi. Uno schiaffo alla civiltà. Quei bambini ti vedranno sempre come nemico. Ma non provo odio verso di te, lo giuro su mio figlio. Non potrei mai, come faccio a odiare uno che non ha la stima dei bambini? Cosa c'è di peggio che possa capitare nella vita?
Vivo, per colpa tua, nella città più sporca d'Italia, e non certo per colpa dei tuoi operai che, anzi, sono costretti a lavorare in condizioni che non permettono loro di dare il servizio che vorrebbero. Non ti odio nemmeno da cittadino.
Ho molto rancore verso di te, questo si. È un rancore che parte, non ti sembri assurdo, proprio dal non odio verso la tua persona.
Perché penso che la tua avidità, l'accumulo seriale, compulsivo, patologico di denaro sia una orribile malattia della quale sono vittime i tifosi del Cosenza, i tuoi collaboratori, ma soprattutto te stesso.
Una patologia che non ti fa vedere quanto male hai seminato e quanta disistima ha questa città per te. Ti fa illudere che 6/7 tuoi leccapiedi rappresentino Cosenza e tutti gli altri siano minoranza. Io che vivo in mezzo ai cosentini so che non è così, e so che tanti cosentini ti odiano molto. Sbagliano. Non si deve odiare una persona malata. Si deve aiutare come io vorrei, se solo potessi, aiutare te a farti capire che la vita non è quella che vedi dalla tua prospettiva. La Vita non è una banconota. La vita non è fatta di festini finti in cui chi si fa la foto con te la sera prima mi diceva di odiarti.
La vita è altro. È anche una gassosa al caffè con amici che sai di poter guardare negli occhi. La vita è (per te sarebbe) anche la soddisfazione di programmare qualcosa di bello per il Cosenza Calcio e vederlo realizzato non per cul* ma perché lo hai voluto davvero. Potresti avere la stima di 800.000 cosentini di città e provincia, se solo spendessi soldi non tuoi. Ma non riesci a farlo perché devi accumulare, accumulare, accumulare. Lo so che non ci riesci. Lo so che è tutto più forte di te e chi ti sta vicino invece di aiutarti ti perrupa.
Io non odio te. Odio la tua malattia.
Buon Natale Presidente .
Buon Natale Presidente. No, non sono ironico.
Ti auguro davvero di passare un Buon Natale e belle feste. E ti auguro un bellissimo 2023.
Non sono ironico perché, per quanto tu ne possa dubitare, io non ti odio affatto.
Mi hai tolto la gioia di andare fisicamente a vedere i LUPI, la mia passione infinita. E l'hai tolta a migliaia di altri miei concittadini. Ma non ti odio, non posso odiarti. Hai smantellato, quasi con maniacale precisione, una passione di una provincia intera, dando l'accezione più negativa possibile alla parola Cosenza Calcio. Ma neanche per questo non riesco ad odiarti.
Negli ultimi tempi hai indossato i panni dello sceriffo, con complicità istituzionali che meriterebbero ispezioni ministeriali se solo avessimo una classe politica degna, con la richiesta di diffide e multe e con le perquisizioni corporee a bambini-tifosi. Uno schiaffo alla civiltà. Quei bambini ti vedranno sempre come nemico. Ma non provo odio verso di te, lo giuro su mio figlio. Non potrei mai, come faccio a odiare uno che non ha la stima dei bambini? Cosa c'è di peggio che possa capitare nella vita?
Vivo, per colpa tua, nella città più sporca d'Italia, e non certo per colpa dei tuoi operai che, anzi, sono costretti a lavorare in condizioni che non permettono loro di dare il servizio che vorrebbero. Non ti odio nemmeno da cittadino.
Ho molto rancore verso di te, questo si. È un rancore che parte, non ti sembri assurdo, proprio dal non odio verso la tua persona.
Perché penso che la tua avidità, l'accumulo seriale, compulsivo, patologico di denaro sia una orribile malattia della quale sono vittime i tifosi del Cosenza, i tuoi collaboratori, ma soprattutto te stesso.
Una patologia che non ti fa vedere quanto male hai seminato e quanta disistima ha questa città per te. Ti fa illudere che 6/7 tuoi leccapiedi rappresentino Cosenza e tutti gli altri siano minoranza. Io che vivo in mezzo ai cosentini so che non è così, e so che tanti cosentini ti odiano molto. Sbagliano. Non si deve odiare una persona malata. Si deve aiutare come io vorrei, se solo potessi, aiutare te a farti capire che la vita non è quella che vedi dalla tua prospettiva. La Vita non è una banconota. La vita non è fatta di festini finti in cui chi si fa la foto con te la sera prima mi diceva di odiarti.
La vita è altro. È anche una gassosa al caffè con amici che sai di poter guardare negli occhi. La vita è (per te sarebbe) anche la soddisfazione di programmare qualcosa di bello per il Cosenza Calcio e vederlo realizzato non per cul* ma perché lo hai voluto davvero. Potresti avere la stima di 800.000 cosentini di città e provincia, se solo spendessi soldi non tuoi. Ma non riesci a farlo perché devi accumulare, accumulare, accumulare. Lo so che non ci riesci. Lo so che è tutto più forte di te e chi ti sta vicino invece di aiutarti ti perrupa.
Io non odio te. Odio la tua malattia.
Buon Natale Presidente .
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
imola90 ha scritto: ↑mercoledì 28 dicembre 2022, 18:17 Sergio Crocco Salvia
Buon Natale Presidente. No, non sono ironico.
Ti auguro davvero di passare un Buon Natale e belle feste. E ti auguro un bellissimo 2023.
Non sono ironico perché, per quanto tu ne possa dubitare, io non ti odio affatto.
Mi hai tolto la gioia di andare fisicamente a vedere i LUPI, la mia passione infinita. E l'hai tolta a migliaia di altri miei concittadini. Ma non ti odio, non posso odiarti. Hai smantellato, quasi con maniacale precisione, una passione di una provincia intera, dando l'accezione più negativa possibile alla parola Cosenza Calcio. Ma neanche per questo non riesco ad odiarti.
Negli ultimi tempi hai indossato i panni dello sceriffo, con complicità istituzionali che meriterebbero ispezioni ministeriali se solo avessimo una classe politica degna, con la richiesta di diffide e multe e con le perquisizioni corporee a bambini-tifosi. Uno schiaffo alla civiltà. Quei bambini ti vedranno sempre come nemico. Ma non provo odio verso di te, lo giuro su mio figlio. Non potrei mai, come faccio a odiare uno che non ha la stima dei bambini? Cosa c'è di peggio che possa capitare nella vita?
Vivo, per colpa tua, nella città più sporca d'Italia, e non certo per colpa dei tuoi operai che, anzi, sono costretti a lavorare in condizioni che non permettono loro di dare il servizio che vorrebbero. Non ti odio nemmeno da cittadino.
Ho molto rancore verso di te, questo si. È un rancore che parte, non ti sembri assurdo, proprio dal non odio verso la tua persona.
Perché penso che la tua avidità, l'accumulo seriale, compulsivo, patologico di denaro sia una orribile malattia della quale sono vittime i tifosi del Cosenza, i tuoi collaboratori, ma soprattutto te stesso.
Una patologia che non ti fa vedere quanto male hai seminato e quanta disistima ha questa città per te. Ti fa illudere che 6/7 tuoi leccapiedi rappresentino Cosenza e tutti gli altri siano minoranza. Io che vivo in mezzo ai cosentini so che non è così, e so che tanti cosentini ti odiano molto. Sbagliano. Non si deve odiare una persona malata. Si deve aiutare come io vorrei, se solo potessi, aiutare te a farti capire che la vita non è quella che vedi dalla tua prospettiva. La Vita non è una banconota. La vita non è fatta di festini finti in cui chi si fa la foto con te la sera prima mi diceva di odiarti.
La vita è altro. È anche una gassosa al caffè con amici che sai di poter guardare negli occhi. La vita è (per te sarebbe) anche la soddisfazione di programmare qualcosa di bello per il Cosenza Calcio e vederlo realizzato non per cul* ma perché lo hai voluto davvero. Potresti avere la stima di 800.000 cosentini di città e provincia, se solo spendessi soldi non tuoi. Ma non riesci a farlo perché devi accumulare, accumulare, accumulare. Lo so che non ci riesci. Lo so che è tutto più forte di te e chi ti sta vicino invece di aiutarti ti perrupa.
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Guarà, daspami sa bella capocchiaaaaa!!!
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
Sappiamo sempre come andrà a finire, ma il modo ci stupisce e sconvolge sempre.
Un dono che solo i grandi artisti hanno
Un talento
Un santo
Un apostolo
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"dunami ̶f̶u̶r̶t̶u̶n̶a̶ u cul* i Guarascio e jettami a mare" (cit. mia nonna)
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
UNA M E R * *!!!!
GUARPETTA, PRIMA O POI AVREMO IL TUO SCALPO.....metà ce lo siamo già presi...
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
Ed eccoci giunti, con notevolissimo ritardo (non dipeso completamente da me questa volta) alla terza edizione dell'annuale, eccezionalmente doppio, appuntamento con la storia dell'arte.
(prima edizione: viewtopic.php?p=362453#p362453 - seconda edizione: viewtopic.php?p=399806#p399806 )
Il primo dipinto è di scuola surrealista. L'opera si intitola "la stoica avanzata di Eugenio", di Salvador Dalì, 1937, conservato al Museo d'arte di Basilea (Kunstmuseum Basel).
L'opera fa riferimento a un'annata particolarmente difficile per Guarascio. Il Presidente, probabilmente per la prima volta inviso davvero alla piazza, prosegue la sua marcia verso il sol dell'avvenire, forte delle sue ragioni e nonostante la sofferenza dovuta alla critica feroce di chi non vuole il bene del Cosenza che gli lacera simbolicamente le carni.
Il suo cammino nel deserto è ostacolato da mostri sputafiamme e gente ostile che ha disseminato il suo percorso di trappole insidiose.
Ma la Verità è più forte. Lui sa che alla fine trionferà e, stoicamente, con la faccia sofferente, prosegue il cammino sostenuto nello spirito dalle urla dei pochi sodali rimasti che lo nutrono anche nel corpo portando per lui prodotti caseari.
In basso a destra, il cantore del divino, assorto e beato nell'estasi di chi ha visto la Luce (tantu a iddru chi l'inni frica).
Il secondo dipinto è della scuola senese. L'opera si intitola "L'ingresso trionfale del Guaro a Cosenza", attribuito a Duccio di Buoninsegna, 1308-11, conservato al Museo dell’Opera del Duomo di Siena.
Anche quest'opera fa rimento allo stesso anno della precedente, ma il racconto si sposta alla fine della stagione, quando il Presidente, dopo aver superato prove difficili, dimostra ancora una volta di aver avuto ragione e rientra, trionfante, nella sua città di adozione.
Il dipinto lo raffigura raggiante, seduto in sella a un asino adulto, che pur avendo superato i tre anni, non ha la coda.
Ad accompagnarlo ci sono i suo discepoli, compresi alcuni membri del famoso gruppo NOVANTA.
La città lo accoglie festosamente, un sodale stende per lui un drappo rosso su cui, probabilmete, campeggiava un tempo la scritta "Guarascio Vattene", in modo che lui possa calpestarlo e simbolicamente allontanare le feroci contestazioni in nome dell'amore universale che deve unire (sotto la sacra fede) e non dividere.
La gente è contenta, c'è chi ride, chi urla, chi espone prodotti caseari. Ma c'è anche chi ha una faccia non contenta ma impaurita. Guarascio offre il perdono, la verità e la vita, ma guai a chi si mette contro di lui.
Ai pochi eretici rimasti non rimane che salire sugli alberi muniti di corda per porre fine alle loro misere e squallide esistenze.
Una curiosità, si vede dal quadro che già nel 1300 era probabilmente diffusa la discutibile pratica di vandalizzare i muri con scritte volgari atte a infierire su popolazioni inferiori.
In ultimo, in alto a destra, segnaliamo l'onnipresente cantore del divino, assorto e beato nell'estasi di chi ha visto la Luce (tantu a iddru chi l'inni frica).
Arrivederci al prossimo anno
(prima edizione: viewtopic.php?p=362453#p362453 - seconda edizione: viewtopic.php?p=399806#p399806 )
Il primo dipinto è di scuola surrealista. L'opera si intitola "la stoica avanzata di Eugenio", di Salvador Dalì, 1937, conservato al Museo d'arte di Basilea (Kunstmuseum Basel).
L'opera fa riferimento a un'annata particolarmente difficile per Guarascio. Il Presidente, probabilmente per la prima volta inviso davvero alla piazza, prosegue la sua marcia verso il sol dell'avvenire, forte delle sue ragioni e nonostante la sofferenza dovuta alla critica feroce di chi non vuole il bene del Cosenza che gli lacera simbolicamente le carni.
Il suo cammino nel deserto è ostacolato da mostri sputafiamme e gente ostile che ha disseminato il suo percorso di trappole insidiose.
Ma la Verità è più forte. Lui sa che alla fine trionferà e, stoicamente, con la faccia sofferente, prosegue il cammino sostenuto nello spirito dalle urla dei pochi sodali rimasti che lo nutrono anche nel corpo portando per lui prodotti caseari.
In basso a destra, il cantore del divino, assorto e beato nell'estasi di chi ha visto la Luce (tantu a iddru chi l'inni frica).
Il secondo dipinto è della scuola senese. L'opera si intitola "L'ingresso trionfale del Guaro a Cosenza", attribuito a Duccio di Buoninsegna, 1308-11, conservato al Museo dell’Opera del Duomo di Siena.
Anche quest'opera fa rimento allo stesso anno della precedente, ma il racconto si sposta alla fine della stagione, quando il Presidente, dopo aver superato prove difficili, dimostra ancora una volta di aver avuto ragione e rientra, trionfante, nella sua città di adozione.
Il dipinto lo raffigura raggiante, seduto in sella a un asino adulto, che pur avendo superato i tre anni, non ha la coda.
Ad accompagnarlo ci sono i suo discepoli, compresi alcuni membri del famoso gruppo NOVANTA.
La città lo accoglie festosamente, un sodale stende per lui un drappo rosso su cui, probabilmete, campeggiava un tempo la scritta "Guarascio Vattene", in modo che lui possa calpestarlo e simbolicamente allontanare le feroci contestazioni in nome dell'amore universale che deve unire (sotto la sacra fede) e non dividere.
La gente è contenta, c'è chi ride, chi urla, chi espone prodotti caseari. Ma c'è anche chi ha una faccia non contenta ma impaurita. Guarascio offre il perdono, la verità e la vita, ma guai a chi si mette contro di lui.
Ai pochi eretici rimasti non rimane che salire sugli alberi muniti di corda per porre fine alle loro misere e squallide esistenze.
Una curiosità, si vede dal quadro che già nel 1300 era probabilmente diffusa la discutibile pratica di vandalizzare i muri con scritte volgari atte a infierire su popolazioni inferiori.
In ultimo, in alto a destra, segnaliamo l'onnipresente cantore del divino, assorto e beato nell'estasi di chi ha visto la Luce (tantu a iddru chi l'inni frica).
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
Sgarbi assettati proprioVilienza ha scritto: ↑domenica 23 luglio 2023, 11:31 Ed eccoci giunti, con notevolissimo ritardo (non dipeso completamente da me questa volta) alla terza edizione dell'annuale, eccezionalmente doppio, appuntamento con la storia dell'arte.
(prima edizione: viewtopic.php?p=362453#p362453 - seconda edizione: viewtopic.php?p=399806#p399806 )
Il primo dipinto è di scuola surrealista. L'opera si intitola "la stoica avanzata di Eugenio", di Salvador Dalì, 1937, conservato al Museo d'arte di Basilea (Kunstmuseum Basel).
L'opera fa riferimento a un'annata particolarmente difficile per Guarascio. Il Presidente, probabilmente per la prima volta inviso davvero alla piazza, prosegue la sua marcia verso il sol dell'avvenire, forte delle sue ragioni e nonostante la sofferenza dovuta alla critica feroce di chi non vuole il bene del Cosenza che gli lacera simbolicamente le carni.
Il suo cammino nel deserto è ostacolato da mostri sputafiamme e gente ostile che ha disseminato il suo percorso di trappole insidiose.
Ma la Verità è più forte. Lui sa che alla fine trionferà e, stoicamente, con la faccia sofferente, prosegue il cammino sostenuto nello spirito dalle urla dei pochi sodali rimasti che lo nutrono anche nel corpo portando per lui prodotti caseari.
In basso a destra, il cantore del divino, assorto e beato nell'estasi di chi ha visto la Luce (tantu a iddru chi l'inni frica).
Il secondo dipinto è della scuola senese. L'opera si intitola "L'ingresso trionfale del Guaro a Cosenza", attribuito a Duccio di Buoninsegna, 1308-11, conservato al Museo dell’Opera del Duomo di Siena.
Anche quest'opera fa rimento allo stesso anno della precedente, ma il racconto si sposta alla fine della stagione, quando il Presidente, dopo aver superato prove difficili, dimostra ancora una volta di aver avuto ragione e rientra, trionfante, nella sua città di adozione.
Il dipinto lo raffigura raggiante, seduto in sella a un asino adulto, che pur avendo superato i tre anni, non ha la coda.
Ad accompagnarlo ci sono i suo discepoli, compresi alcuni membri del famoso gruppo NOVANTA.
La città lo accoglie festosamente, un sodale stende per lui un drappo rosso su cui, probabilmete, campeggiava un tempo la scritta "Guarascio Vattene", in modo che lui possa calpestarlo e simbolicamente allontanare le feroci contestazioni in nome dell'amore universale che deve unire (sotto la sacra fede) e non dividere.
La gente è contenta, c'è chi ride, chi urla, chi espone prodotti caseari. Ma c'è anche chi ha una faccia non contenta ma impaurita. Guarascio offre il perdono, la verità e la vita, ma guai a chi si mette contro di lui.
Ai pochi eretici rimasti non rimane che salire sugli alberi muniti di corda per porre fine alle loro misere e squallide esistenze.
Una curiosità, si vede dal quadro che già nel 1300 era probabilmente diffusa la discutibile pratica di vandalizzare i muri con scritte volgari atte a infierire su popolazioni inferiori.
In ultimo, in alto a destra, segnaliamo l'onnipresente cantore del divino, assorto e beato nell'estasi di chi ha visto la Luce (tantu a iddru chi l'inni frica).
Arrivederci al prossimo anno
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
Sgarbi va joca a natra parte......Vilienza ha scritto: ↑domenica 23 luglio 2023, 11:31 Ed eccoci giunti, con notevolissimo ritardo (non dipeso completamente da me questa volta) alla terza edizione dell'annuale, eccezionalmente doppio, appuntamento con la storia dell'arte.
(prima edizione: viewtopic.php?p=362453#p362453 - seconda edizione: viewtopic.php?p=399806#p399806 )
Il primo dipinto è di scuola surrealista. L'opera si intitola "la stoica avanzata di Eugenio", di Salvador Dalì, 1937, conservato al Museo d'arte di Basilea (Kunstmuseum Basel).
L'opera fa riferimento a un'annata particolarmente difficile per Guarascio. Il Presidente, probabilmente per la prima volta inviso davvero alla piazza, prosegue la sua marcia verso il sol dell'avvenire, forte delle sue ragioni e nonostante la sofferenza dovuta alla critica feroce di chi non vuole il bene del Cosenza che gli lacera simbolicamente le carni.
Il suo cammino nel deserto è ostacolato da mostri sputafiamme e gente ostile che ha disseminato il suo percorso di trappole insidiose.
Ma la Verità è più forte. Lui sa che alla fine trionferà e, stoicamente, con la faccia sofferente, prosegue il cammino sostenuto nello spirito dalle urla dei pochi sodali rimasti che lo nutrono anche nel corpo portando per lui prodotti caseari.
In basso a destra, il cantore del divino, assorto e beato nell'estasi di chi ha visto la Luce (tantu a iddru chi l'inni frica).
Il secondo dipinto è della scuola senese. L'opera si intitola "L'ingresso trionfale del Guaro a Cosenza", attribuito a Duccio di Buoninsegna, 1308-11, conservato al Museo dell’Opera del Duomo di Siena.
Anche quest'opera fa rimento allo stesso anno della precedente, ma il racconto si sposta alla fine della stagione, quando il Presidente, dopo aver superato prove difficili, dimostra ancora una volta di aver avuto ragione e rientra, trionfante, nella sua città di adozione.
Il dipinto lo raffigura raggiante, seduto in sella a un asino adulto, che pur avendo superato i tre anni, non ha la coda.
Ad accompagnarlo ci sono i suo discepoli, compresi alcuni membri del famoso gruppo NOVANTA.
La città lo accoglie festosamente, un sodale stende per lui un drappo rosso su cui, probabilmete, campeggiava un tempo la scritta "Guarascio Vattene", in modo che lui possa calpestarlo e simbolicamente allontanare le feroci contestazioni in nome dell'amore universale che deve unire (sotto la sacra fede) e non dividere.
La gente è contenta, c'è chi ride, chi urla, chi espone prodotti caseari. Ma c'è anche chi ha una faccia non contenta ma impaurita. Guarascio offre il perdono, la verità e la vita, ma guai a chi si mette contro di lui.
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Una curiosità, si vede dal quadro che già nel 1300 era probabilmente diffusa la discutibile pratica di vandalizzare i muri con scritte volgari atte a infierire su popolazioni inferiori.
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#nucardiddruaraportacarraia
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
Vette irraggiungibiliVilienza ha scritto: ↑domenica 23 luglio 2023, 11:31 Ed eccoci giunti, con notevolissimo ritardo (non dipeso completamente da me questa volta) alla terza edizione dell'annuale, eccezionalmente doppio, appuntamento con la storia dell'arte.
(prima edizione: viewtopic.php?p=362453#p362453 - seconda edizione: viewtopic.php?p=399806#p399806 )
Il primo dipinto è di scuola surrealista. L'opera si intitola "la stoica avanzata di Eugenio", di Salvador Dalì, 1937, conservato al Museo d'arte di Basilea (Kunstmuseum Basel).
L'opera fa riferimento a un'annata particolarmente difficile per Guarascio. Il Presidente, probabilmente per la prima volta inviso davvero alla piazza, prosegue la sua marcia verso il sol dell'avvenire, forte delle sue ragioni e nonostante la sofferenza dovuta alla critica feroce di chi non vuole il bene del Cosenza che gli lacera simbolicamente le carni.
Il suo cammino nel deserto è ostacolato da mostri sputafiamme e gente ostile che ha disseminato il suo percorso di trappole insidiose.
Ma la Verità è più forte. Lui sa che alla fine trionferà e, stoicamente, con la faccia sofferente, prosegue il cammino sostenuto nello spirito dalle urla dei pochi sodali rimasti che lo nutrono anche nel corpo portando per lui prodotti caseari.
In basso a destra, il cantore del divino, assorto e beato nell'estasi di chi ha visto la Luce (tantu a iddru chi l'inni frica).
Il secondo dipinto è della scuola senese. L'opera si intitola "L'ingresso trionfale del Guaro a Cosenza", attribuito a Duccio di Buoninsegna, 1308-11, conservato al Museo dell’Opera del Duomo di Siena.
Anche quest'opera fa rimento allo stesso anno della precedente, ma il racconto si sposta alla fine della stagione, quando il Presidente, dopo aver superato prove difficili, dimostra ancora una volta di aver avuto ragione e rientra, trionfante, nella sua città di adozione.
Il dipinto lo raffigura raggiante, seduto in sella a un asino adulto, che pur avendo superato i tre anni, non ha la coda.
Ad accompagnarlo ci sono i suo discepoli, compresi alcuni membri del famoso gruppo NOVANTA.
La città lo accoglie festosamente, un sodale stende per lui un drappo rosso su cui, probabilmete, campeggiava un tempo la scritta "Guarascio Vattene", in modo che lui possa calpestarlo e simbolicamente allontanare le feroci contestazioni in nome dell'amore universale che deve unire (sotto la sacra fede) e non dividere.
La gente è contenta, c'è chi ride, chi urla, chi espone prodotti caseari. Ma c'è anche chi ha una faccia non contenta ma impaurita. Guarascio offre il perdono, la verità e la vita, ma guai a chi si mette contro di lui.
Ai pochi eretici rimasti non rimane che salire sugli alberi muniti di corda per porre fine alle loro misere e squallide esistenze.
Una curiosità, si vede dal quadro che già nel 1300 era probabilmente diffusa la discutibile pratica di vandalizzare i muri con scritte volgari atte a infierire su popolazioni inferiori.
In ultimo, in alto a destra, segnaliamo l'onnipresente cantore del divino, assorto e beato nell'estasi di chi ha visto la Luce (tantu a iddru chi l'inni frica).
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Guarà, daspami sa bella capocchiaaaaa!!!
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
Spettacolo
N°9.......PER CHI FU RE DI COSENZA PIU' DI ALARICO.
Nessuna Solidarietà a chi per 40 anni, delle sassaiole ha fatto la sua attività, CZ M.E.R.X.X.
I coretti contro Bergamini non li dimentico oi M.e.r.x.x.
Козенца
Nessuna Solidarietà a chi per 40 anni, delle sassaiole ha fatto la sua attività, CZ M.E.R.X.X.
I coretti contro Bergamini non li dimentico oi M.e.r.x.x.
Козенца
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
Vorrei chiedere al Sommo Interprete qual è, secondo Lui, il significato che Dalì volle attribuire a chiri tiretti scolpiti 'nta gamma del nostro eroe. Io un'idea me la sarei fatta ma non sono un critico d'arte qualificato...
In un esagono della Biblioteca di Babele è custodito un volume che enuncia incontrovertibilmente che il Cosenza di Guarascio vincerà la Champions League.
E s'un ci cridi scalìa.
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
Probabilmente proprio quello che ti sei dato tu.4collinmeno ha scritto: ↑domenica 23 luglio 2023, 14:59 Vorrei chiedere al Sommo Interprete qual è, secondo Lui, il significato che Dalì volle attribuire a chiri tiretti scolpiti 'nta gamma del nostro eroe. Io un'idea me la sarei fatta ma non sono un critico d'arte qualificato...
I tiretti rappresentano gli attacchi esterni di ciotariaddri che sanno solo deprimere la piazza e criticare a priori, gente miope incapace di vedere la luce di fronte ai propri occhi. Eretici.
Perché dalí abbia scelto questa forma non è dato sapere. Quello che è certo è che Eugenio va avanti per la sua strada incurante di queste piaghe (quella nel costato la più grande e peggiore) che possono solo rallentare ma non fermare il suo cammino verso la gloria
"dunami ̶f̶u̶r̶t̶u̶n̶a̶ u cul* i Guarascio e jettami a mare" (cit. mia nonna)
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
"seduto in sella a un asino adulto, che pur avendo superato i tre anni, non ha la coda."
mai metafora fu più azzeccata!
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Re: GUARASCIO NON LI ASCOLTARE !!!
UN SANTO!
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