car89 ha scritto: lunedì 21 settembre 2020, 12:24
Veniamo allora al secondo punto: si può fare qualcosa?
Per me assolutamente si, ed è il nervo scoperto di Guarascio.
Curare l'organizzazione societaria, la comunicazione, strutturare una rete di osservatori per arrivare prima sui calciatori giovani e di categoria inferiore (e generare cosi plusvalenze), dotare il settore giovanile di strutture adeguate, sono tutti interventi strutturali, a costo tutto sommato contenuto, che possono darti una mano nel medio-lungo periodo.
La totale mancanza di una visione imprenditoriale è quello che io imputo a Guarascio.
Diversamente, come d'altronde già avviene, vivacchi, in attesa di un altro miracolo che ti conduca in A, per aumentare la forza di autofinanziarsi della società.
In qualche modo costruisci la squadra, in qualche modo ti salvi, ma vivi alla giornata.
Forse quest'anno saremo più fortunati, perché abbiamo un allenatore che conosce la situazione e lavora con un gruppo già formato, e perché molte altre sono nella nostra situazione.
Certo, non avere giocatori di proprietà, con contratti lunghi, è fondamentale per questo Cosenza, perché in caso di retrocessione (e conseguente perdita dei maggiori introiti, contributi Lega e diritti TV) il bilancio non sarebbe troppo appesantito e puoi intervenire subito con un budget che ti consenta di essere competitivo.
Ma fin quando resti in B, non ti viene il dubbio che se riesci, di riffa o di raffa, ad avere Riviere e Asencio insieme, e riesci anche a fare 27 punti in 10 gare, ma tutto questo ti serve per salvarti all'ultimo respiro e non per giocarti la A, perché paghi l'assenza di programmazione iniziale e tutto il resto, non stai facendo calcio ma stai soltanto lanciando una monetina in aria?!