Legge 40, il caso di Valentina: ‘Ho abortito in bagno"

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marcello77
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Legge 40, il caso di Valentina: ‘Ho abortito in bagno"

Messaggio da marcello77 »

Legge 40, il caso di Valentina: ‘Ho abortito in bagno. Tutti i medici erano obiettori’.

Partorire nel bagno di un ospedale un feto di 5 mesi da sola, con il solo aiuto del marito, perché tutti i medici sono obiettori di coscienza. Questa la storia di Valentina e Fabrizio portata dall’Associazione Luca Coscioni in una conferenza stampa per annunciare la decisione del Tribunale di Roma che in un’ordinanza ha nuovamente sollevato il dubbio di legittimità costituzionale delle Legge 40 a 10 ani dalla sua introduzione. Nel 2006 a Valentina viene diagnosticata una patologia genetica trasmissibile molto grave. Nel 2010 rimane incinta. Si sottopone a villocentesi e, dopo aver saputo che la bambina era affetta da una grave malattia, decide di interrompere la gravidanza. Ma all’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove viene ricoverata per aborto terapeutico, dopo 15 ore di travaglio, dolori lancinanti, vomito e svenimenti, si ritrova a partorire sola, con l’unico aiuto del marito, dentro un bagno dell’ospedale”. Durante le 15 ore che hanno separato l’induzione dal parto erano, infatti, cambiati i turni dei medici e tutti i dottori presenti erano obiettori. Valentina e Fabrizio non hanno denunciato nessuno, perché – dicono – “eravamo troppo sconvolti da quello che avevamo vissuto lì dentro”. Dopo questa esperienza, la coppia decide di ricorrere alla diagnosi preimpianto per poter conoscere lo stato di salute dell’embrione prima del trasferimento in utero. Valentina e Fabrizio si rivolgono, quindi, all’Unità fisiopatologia della riproduzione e fecondazione assistita all’Asl Roma A, Centro per la salute della donna S. Anna, “dove – spiegano i due – il responsabile dichiara però che la struttura ‘non eroga la prestazione‘”. La coppia si rivolge allora all’Associazione Coscioni, per far partire un procedimento contro la struttura ospedaliera. Ora il giudice del Tribunale di Roma, dopo il ricorso della coppia contro la Legge 40, ha deciso di sollevare il dubbio di legittimità costituzionale davanti alla Consulta.

di Irene Buscemi - http://tv.ilfattoquotidiano.it - 11/03/2014.

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abba
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Re: Legge 40, il caso di Valentina: ‘Ho abortito in bagno"

Messaggio da abba »

Sta storia è vergognosa
Poi l'8 marzo portano le mimose alle mogli :bad:
Lode a te
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marcello77
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Re: Legge 40, il caso di Valentina: ‘Ho abortito in bagno"

Messaggio da marcello77 »

abba ha scritto:Sta storia è vergognosa
Poi l'8 marzo portano le mimose alle mogli :bad:
O ancora meglio, vanno a messa la domenica e stanno in ginocchio per tutta la funzione religiosa.
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abba
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Re: Legge 40, il caso di Valentina: ‘Ho abortito in bagno"

Messaggio da abba »

marcello77 ha scritto:
abba ha scritto:Sta storia è vergognosa
Poi l'8 marzo portano le mimose alle mogli :bad:
O ancora meglio, vanno a messa la domenica e stanno in ginocchio per tutta la funzione religiosa.
Ma quello ci sta, in fin dei conti è grazie al lavaggio del cervello di vaticano spa che nella vita di tutti i giorni si comportano da stronzi...
Il punto, secondo me, è proprio il rispetto dell'essere umano, in questo caso donna ma poi all'atto pratico poco cambia. Posso capire (ma solo sforzandomi molto), che essendo obiettori non pratichi la procedura di aborto, anche se terapeutico. Ma dopo che l'induzione c'è stata, vedi una persona soffrire come un cane e non fai nulla? Non per alleviarle i dolori, ma proprio per non mettere ulteriormente a rischio la sua saluta o la sua vita... Ippocrate si rivolta nella tomba

Comunque, ho letto che l'asl ha smentito la coppia. Spero vivamente che si tratti di un caso di sciacallaggio/mitomania, altrimenti siamo veramente all'amaro
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Stella
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Re: Legge 40, il caso di Valentina: ‘Ho abortito in bagno"

Messaggio da Stella »

Anche in questo caso Ippocrate si rivolta nella tomba


I Pm di Milano Tiziana Siciliano e Grazia Pradella hanno chiesto la condanna all'ergastolo per Pier Paolo Brega Massone e il suo collaboratore Fabio Presicci per le operazioni "inutili e dannose" all'istituto Santa Rita di Milano, ribattezzato 'clinica degli orrori'. I due imputati sono accusati di 4 omicidi volontari e di 45 lesioni. Per la procura, Brega mutilava i malati terminali con "indole malvagia".

AMPUTAVA MALATI TERMINALI - L'ex primario della clinica Santa Rita di Milano Pier Paolo Brega Massone ha "ricavato soldi dalle mutilazioni", senza guardare in faccia nemmeno ai "malati terminali" e seguendo "una raggelante equazione tra pezzi anatomici del paziente, seno o polmoni, e rimborsi", ha spiegato Grazia Pradella nel corso della sua requisitoria durata circa 7 ore - preceduta nella scorsa udienza dall'intervento della collega Tiziana Siciliano - nella quale ha ricostruito, in particolare, i casi dei quattro pazienti (tre avevano più di 80 anni) che sarebbero stati uccisi da Brega Massone e dalla sua equipe attraverso interventi chirurgici inutili e solo "finalizzati ad avere i drg", ossia i rimborsi dal sistema sanitario nazionale per la clinica convenzionata. Il pm Grazia Pradella ha parlato di "aggressione chirurgica di sconsiderata pervicacia e totale assenza di una finalità terapeutica" per spiegare la scelta di chiedere l'ergastolo per due ex medici della Santa Rita, Brega Massone e Presicci. "Ci troviamo di fronte a situazioni di eccezionale gravità - sono state le sue parole - e altrettanto forte deve essere la risposta giudiziaria perché sono reati che non hanno nulla di diverso da quelli comuni". A Brega, che si è sempre difeso sostenendo di avere operato secondo i dettami della comunità scientifica internazionale e secondo scienza e coscienza, Pradella ha ribattuto così: "la sua coscienza non è né la nostra di comuni cittadini, né quella dei medici comuni".

MAI UNA PAROLA PER LE VITTIME - Nel tratteggiare la personalità di Pier Paolo Brega Massone, il pm Grazia Pradella ha usato parole molto dure durante la sua requisitoria al processo sulla Santa Rita. "Nel corso di quasi un anno di intercettazioni, coi colleghi, con gli amici, con la moglie mai ho sentito da parte sua una parola di commiserazione per le persone ma solo un richiamo costante, quasi ossessivo alle proprie convinzioni di abilità come chirurgo, che giunge a farlo sentire vittima di un complotto e dell'invidia perché era diventato primario a 40 anni". Nel suo linguaggio al telefono, mostra "disprezzo" per i pazienti e la sua "è un'incessante attività per riempire le sale operatorie" in base all'"equazione tra pezzo anatomico di paziente e rimborso".
Una malattia che non va più via

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abba
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Re: Legge 40, il caso di Valentina: ‘Ho abortito in bagno"

Messaggio da abba »

Ma Brega ha due cognomi o il secondo è una qualifica?
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