pix ha scritto: martedì 25 febbraio 2020, 17:05
lupant70 ha scritto: martedì 25 febbraio 2020, 15:10
Questi vanno a Venezia e dopo ritornano a Cosenza. Ma vogliamo scherzare? Per me se ne possono stare in laguna per sempre. Comunque a questo punto sto aspettando il primo calciatore positivo per vedere chi si assume la responsabilità.
Scusate, ma davvero dovremmo credere che i contagiati siano solo quelli delle zone rosse, cioè meno di 300? Là i casi sono conclamati perché hanno fatto il tampone. Si pensa, sui campioni dei contagiati che circa l'80 % di questi ha sintomi lievi o addirittura nessun sintomo. Dunque quante persone sono o hanno avuto quest'infezione senza accorgersene o scambiandola per influenza?
Secondo me gli infetti sono veramente tanti, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Basti pensare che in Francia hanno fatto meno di 400 tamponi e hanno trovato 12 contagiati. In Italia oltre 5000 e hanno trovato più di 200 'contagi. Più o meno siamo là.
Sono convinto che se tutti facessimo il test i contagiati salirebbero a decine di migliaia.
Inoltre alcuni scienziati credono che questo virus sia in giro da Settembre. Quindi chissà quanti hanno avuto sto virus scambiandolo per banale influenza o raffreddore.
E guarda cosa oggi una casa farmaceutica americana è pronta per la sperimentazione di un vaccino.
Ma per preparare un vaccino non ci volevano parecchi mesi, forse anni?
A pensar male...
Sono in "trincea" in quanto addetto ai lavori.
Condivido in grandissima parte ciò che ha scritto, soprattutto per quanto concerne l'aspetto epidemiologico .
Condivido meno il discorso allusivo sul vaccino.
Se.cosi fosse andrebbero a screenare gli americani stessi, non avrebbero bisogno di scatenare il panico in Italia.
La differenza rispetto ad un comune virus influenzale sta in quel 20% in più che fa registrare un impegno maggiore a livello respiratorio, cosa che determina un tasso di ospedalizzazione maggiore. Poiché la terapia di fatto al momento, in casi con sintomatologia respiratoria importante, non è tanto farmacologica quanto di supporto respiratorio e la si può praticare solo in strutture centralizzate in reparti di terapia intensiva, avendo in Italia solo 4000 posti "idonei", vien da sé che se il numero di contagi dovesse assumere determinate proporzioni, non ci sarebbero "fisicamente" le.strutture atte a garantire questo tipo di terapia. Da qui la necessità assoluta di limitare nei limiti del possibile i contagi.
Se parliamo poi di tasso di mortalità i dati in nostro possesso portano ad uno 0.2% sino a 40 anni ( 0% sino a 9), successivamente tende lievissimamente a crescere subendo un'impennata dopo gli 80 anni ( 14.8%) ,sicuramente in relazione alla più frequente presenza di patologie preesistenti di natura cardiovascolare ,metabolica e neoplastica.
Quando parlano di decessi dovuti a coronavirus in maniera "generica " fanno informazione non corretta.
In qualsiasi decesso , che non avvenga per causa violenta o cause accidentali, esiste una causa iniziale, una intermedia e una finale.
Tanti dei decessi registrati in Italia hanno coinvolto persone anziane con situazione clinica già compromessa per malattie cardiache o neoplastiche.
Faccio presente che in Italia mediamente ogni anno si registrano 200-300 decessi, anche sino a 400, che riconoscono come causa finale il virus influenzale.
